[Brano tratto da "Via della salute" di Sant'Alfonso Maria de Liguori].
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giovedì 17 aprile 2025
Della morte di Gesù Cristo
[Brano tratto da "Via della salute" di Sant'Alfonso Maria de Liguori].
Il milionario che faceva poca beneficenza
Don Bosco sapeva che un buon padre cappuccino era confessore di un nobile genovese, senza figli, e molte volte milionario.
— Come va, gli chiese Don Bosco, che quel signore non fa elemosina proporzionata al suo stato?
— Dà ogni anno ai poveri 20.000 lire.
— 20.000 lire soltanto? Se vuol obbedire a Gesù Cristo, dando nella misura proporzionata alle ricchezze che possiede, non basterebbero 100.000 all’anno!
— Capisco bene; ma non saprei come fare a persuaderlo a dare di più. Lei nel caso mio come se la caverebbe?
— Io gli direi che non voglio andare all’inferno per causa sua e che, se vuole andare lui, ci vada solo. Quindi gl’imporrei di fare elemosina secondo il suo stato, altrimenti gli direi che non mi sento di continuare ad essere io il responsabile della sua anima.
— Ebbene, glielo dirò, promise il buon religioso.
Come disse, così fece. Ma quegli fece il sordo, anzi congedò il confessore, mostrandosi offeso della sua libertà.
Pensiero del giorno
mercoledì 16 aprile 2025
La Madonna rimproverò Don Bosco sul silenzio al riguardo dell'obbligo di fare beneficenza
Nel 1887 Don Bosco raccontò un sogno. Da più anni andava rinnovando le sue insistenze, perché si scrivesse un libretto sull'impiego che i ricchi debbono fare del danaro. Già parecchie volte ci è occorso di rilevare quanto fosse di manica stretta in questa materia. Agli stessi Salesiani pareva troppo ardito il linguaggio da lui tenuto in certi casi a persone facoltose; aveva tutta l'aria di voler scartate le opinioni benigne dei teologi intorno al modo d'intendere il superfluo delle ricchezze. Vedendosi contraddetto in queste sue idee, cessò in ultimo di ripicchiare sulla necessità di quella pubblicazione; ma il pensiero gli stava fitto in capo né mai lo abbandonava. Narrò dunque il 4 giugno: - Sognai alcune notti fa di vedere la Madonna, che mi rimproverava del mio silenzio sull'obbligo dell'elemosina. Mi disse che molti sacerdoti andavano alla perdizione, perché mancavano ai doveri imposti dal sesto e dal settimo comandamento, ma insistette specialmente sul cattivo uso delle ricchezze. [...] E si lamentava che il sacerdote dal pulpito tema di spiegarsi sul dovere di dare il superfluo ai poveri, e così il ricco accumula l'oro nel suo scrigno.
"Pillola" di Teologia Morale: aiutare le opere pie e i poveri
Non si è tenuti ad aiutare tutti coloro che si trovano in stato di necessità comune, è sufficiente aiutarne alcuni a nostra scelta. Per quanto riguarda i poveri che si trovano in stato di necessità estrema, cioè che rischiano di morire, grazie a Dio in Italia è rarissimo trovare qualcuno che si trovi in condizioni così disperate, quindi non sto ad elencare tutta la casistica, anche perché su questo tema i teologi non sempre sono concordi.
Pensiero del giorno

martedì 15 aprile 2025
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Una mamma che voleva dare tutti i suoi gioielli a Don Bosco
Un giorno, rientrando nell'Oratorio, Don Bosco vide accanto alla portineria una povera madre che aveva in braccio un fanciullo di circa un anno, così pallido, macilento, immobile e senza voce, che sembrava un cadavere. Egli si fermò, benedisse il piccino e raccomandò alla madre di avere molta fede nella Madonna Ausiliatrice, che Ella avrebbe fatto ciò che l’arte medica non aveva potuto fare; e le disse di recitare per nove giorni tre Pater, Ave e Gloria in onore della Vergine SS. La povera donna, piena di fede, ritornò a casa col fanciullo, promettendo alla Madonna che le farebbe dono di tutto ciò che aveva di più caro tra le sue cose e si accosterebbe ai SS. Sacramenti. Erano trascorsi quindici giorni, quando una domenica si presenta a Don Bosco la stessa donna, avendo in braccio un fanciullo cogli occhi limpidi, vivacissimi, che non poteva star fermo un istante e lo presentò al Santo. Don Bosco non ricordava più la benedizione data quindici giorni prima a quel fanciullo morente. La donna gli ricordò il fatto e gli narrò come il terzo o il quarto giorno della novena imposta il bambino fosse istantaneamente guarito! «Ed ora, continuò, sono venuta a compiere il mio dovere»; e così dicendo trasse fuori una scatola nella quale stavano alcuni ornamenti muliebri, d’oro, una collana, un paio di orecchini e un anello. Don Bosco li prese in mano:
— E questa è la vostra offerta?
— Sissignore: ho promesso alla Madonna che le avrei donato quelle cose che mi erano più care, e la prego a volerle accettare.
— Ma ditemi: avete qualche fortuna per campare la vita!
— Nossignore: viviamo giorno per giorno colla paga di mio marito che lavora alla fabbrica di ghisa.
— Ma vostro marito sa che avete destinati questi oggetti alla Madonna?
— Sissignore, lo sa, e mi dà licenza ben volentieri.
— Ditemi ancora: avete messo da parte qualche risparmio?
— Quale risparmio vuole che facciamo con tre sole lire al giorno?
— E se vi spogliate di tutto come farete, se vi accadrà qualche disgrazia, qualche malattia?
— In quanto a questo non ci penso. Il Signore provvederà.
Don Bosco era profondamente commosso:
— Sentite, facciamo così. La Madonna non vuole da voi tanto sacrifizio. Siccome però è giusto che da parte vostra ci sia un segno sensibile di gratitudine, io prenderò solo questo anello. La collana e gli orecchini riportateli a casa.
— Oh, questo poi no! Ho promesso tutto e voglio dare tutto .
— Fate come io vi dico, e basta.
— Ma la Madonna sarà poi contenta? Non voglio mancarle di parola.
— Io vi assicuro che la Madonna è contenta: state tranquilla, vi dico; ed io in nome vostro, impiegherò ad onore di Maria la somma equivalente al valore della collana e degli orecchini.
— E in coscienza posso permetter questo?
— Sì, lo potete. La buona donna sembrava ancora indecisa, ma poi concluse:
— Ebbene: sia così; faccia lei: ma se vuole tutto il mio oro lo prenda pure.
Don Bosco replicò la sua proposta in modo risoluto e la donna tutta contenta ritornò a casa. Quanto cuore e quanta fede!
Passione di Cristo
Pensiero del giorno
lunedì 14 aprile 2025
Canale Telegram "Cordialiter"
informo i nuovi lettori del blog che nel giugno del 2022 ho aperto un canale su Telegram. Per trovarlo e iscrivervi vi basta aprire l'app sul vostro smartphon, poi premere sul simbolo della lente d'ingrandimento in alto a destra e scrivere "Cordialiter" sulla barra delle ricerche. Una volta entrati nel canale, se ci si vuole iscrivere per ricevere gli aggiornamenti bisogna premere sul tasto "Unisciti" in basso.
Sursum corda!
Trattare gli scrupolosi con tanta carità
Angustie di coscienza
- Oggi mi sono confessato con sincero pentimento dei miei peccati e domani vorrei fare la Comunione, ma mi sono ricordato di essermi dimenticato in buona fede di confessare un peccato certamente mortale. Posso fare la Comunione? Sì, in questo caso si può tranquillamente ricevere la Comunione. Il peccato mortale dimenticato lo confesserai nella prossima confessione.
- Mi sono confessato con compunzione dei miei peccati, ma il confessore non mi ha fatto recitare l’Atto di Dolore. È valida l’assoluzione? Se eri sinceramente pentito dei tuoi peccati non devi temere che l’assoluzione sia stata invalida. Recitare l’Atto di Dolore serve a fomentare il dispiacere soprannaturale dei peccati commessi, ma dato che, purtroppo, certi confessori non lo fanno più recitare, conviene recitarlo con devozione, nella propria mente, anche prima di entrare nel confessionale.
- Ho detto a un mio amico una piccola bugia di scusa, so di aver commesso un peccato veniale, sono obbligato a confessarlo? No, confessare i peccati veniali è facoltativo, non obbligatorio. I peccati veniali sono sia quelli la cui materia è leggera, sia quelli la cui materia, pur essendo grave, sono stati compiuti senza la piena avvertenza dell’intelletto (ad esempio quelli commessi in buona fede o in un momento di distrazione), oppure senza il pieno e deliberato consenso della volontà.
- Mi sono confessato con sincero pentimento ma il confessore non mi ha imposto una penitenza. È valida l’assoluzione? Sì, stai tranquillo, è valida, ma il confessore ha commesso un peccato (grave, se avevi confessato qualche peccato mortale; veniale, se avevi confessato solo colpe veniali).
- Il confessore mi ha detto che sono molto scrupoloso e mi ha ordinato che dalla prossima volta non dovrò più confessare i peccati commessi prima di oggi. È una cosa che si può fare? Sì, anche S. Alfonso parla di ciò nel capitolo dedicato agli scrupoli del libro “La vera sposa di Gesù Cristo”. Stai tranquillo, non commetti sacrilegio, anzi sei tenuto ad obbedire al confessore, altrimenti non guarirai mai da questa grave malattia spirituale!
- Sono obbligato a confessare i peccati mortali dubbi, ad esempio quando non ricordo di aver avuto la piena avvertenza dell’intelletto che un determinato atto fosse colpa grave oppure quando dubito di aver dato il pieno consenso della volontà? No, non c’è obbligo di confessare i peccati dubbi. Ma se per tranquillità di coscienza decidi di confessarli ugualmente, dovrai specificare che sono peccati dubbi, ad esempio dicendo “Ho commesso la tal cosa ma non sono sicuro di aver avuto piena avvertenza o di aver dato il pieno e deliberato consenso della volontà”. Però ai penitenti scrupolosi bisognerebbe vietare di confessare i peccati dubbi.
- Molti anni fa ho commesso un peccato certamente mortale, mi sembra di averlo già confessato, ma non ricordo bene, sono nel dubbio. Sono obbligato a confessarlo? Il dotto e autorevole Padre Eriberto Jone nel suo “Manuale di Teologia Morale” insegna che se si dubita che un peccato mortale sia già stato debitamente confessato, non c'è obbligo di confessarlo.
- Io non vorrei mai commettere un peccato mortale per nessun motivo al mondo, ma a volte nel sonno o nel dormiveglia mi capita di fare delle cose che sono materia grave, ad esempio di desiderare di fare del male ingiusto al prossimo. (Continua nel post successivo...)
In questi casi pecco mortalmente? No, perché per peccare mortalmente non basta la “materia grave”, sono necessarie anche la piena avvertenza dell’intelletto della gravità della materia e il pieno e deliberato consenso della volontà, che nel sonno e nel dormiveglia sono totalmente o parzialmente assenti.
- Ho fatto una buona confessione ma successivamente ho commesso un peccato mortale dubbio. Posso fare la Comunione? Sì, ma è bene premettere un atto di contrizione perfetto, il quale può essere suscitato, ad esempio, recitando con attenzione e devozione l’Atto di Dolore.
Con queste “domande e risposte” spero di aver aiutato qualche anima a liberarsi da delle fastidiose angustie che, instillando tristezza e sconforto, rischiano di essere d’intralcio nel cammino di perfezione cristiana.
cordialiter@gmail.com
Elemosina ricompensata
Alfredo, re d'Inghilterra, ebbe una volta il suo regno invaso dai barbari, e si trovò costretto a rifugiarsi in una foresta attorniata da paludi, e ricoverarsi in una miserabile capanna. Un giorno che si trovava solo colla sua moglie, della quale si sforzava di calmare l'agitazione e il dolore col leggerle qualche brano delle divine Scritture, sentì un povero battere alla porta e domandare la elemosina. - Che abbiamo da fargli? - domandò Alfredo alla sua compagna. - Ahi! esclama costei: non ci resta più che un solo pane. - Ebbene, soggiunge il principe, diamone a questo povero la metà. Quel Dio, che con cinque pani poté nutrire cinquemila persone, potrà bene col mezzo pane mantenerci la vita. - Spezzò quel pane e fece l'elemosina. Dopo qualche istante giunse un messo ad annunziare al principe, che erano inaspettatamente arrivate moltissime navi in sua difesa. Infatti coll'aiuto di queste Alfredo poté respingere i nemici e riacquistare il suo trono. Disse allora: - Dio mi ha voluto premiare della mia carità.
Pensiero del giorno
(Sant'Alfonso Maria de Liguori)