The article compares some passages from two of Marinetti's works on the subject of war, the book ... more The article compares some passages from two of Marinetti's works on the subject of war, the book of experimental prose 8 Anime in una bomba and the novel L'alcòva d'acciaio, analysing in particular Marinetti's exploration of the themes of sadism and cruelty. The comparison is based on the theories of the social psychologist Kurt Lewin on the perception of space and landscape in war (Krieg-slandschaft) and on Alberto Maria Banti's studies on the construction of patriotic-national rhetoric around the theme of both male and female body as the object of sadistic or masochistic impulses.
La prefazione al monumentale studio di Riccardo Stracuzzi (680 pp.) cerca, sia pure in breve, di ... more La prefazione al monumentale studio di Riccardo Stracuzzi (680 pp.) cerca, sia pure in breve, di collocare ragionatamente le novit\ue0 dell'opera, che viene ad aggiungersi a una lunghissima vicenda storico-critica come quella che ha interessato l'Ortis foscoliano e il suo rapporto, in primo luogo con il Werther goethiano, in secondo luogo con la vicenda biografica e autoriale di Foscolo nel suo complesso. Si trattava soprattutto di rimarcare, senza cadere in inutili ridondanze rispetto all'erudita e dettagliatissima disamina condotta dall'autore, la necessit\ue0 - tutt'altro che evidente, stando alla vulgata foscoliana nel suo complesso - di un nuovo studio cos\uec ampio che ridiscutesse da capo, con prospettive in gran parte nuove, la genesi e il senso dell'operazione romanzesca e insieme mediatica, se cos\uec si pu\uf2 dire, del lungo, ventennale cantiere ortisiano. Stracuzzi insiste soprattutto, in modo originale, sulla categoria di remake, ma cos\uec facendo sposta anche molti assiomi ormai inamovibili intorno al Foscolo, a partire da quello dell'autobiografismo
A dispetto del titolo, nel saggio non si fa davvero questione di filologia in senso stretto, se n... more A dispetto del titolo, nel saggio non si fa davvero questione di filologia in senso stretto, se non riflettendo, a partire dalle "cruces" testuali ed interpretative, che in Amleto son forse davvero ovunque, intorno alle complesse, inesauribili questioni ermeneutiche poste dalla pi\uf9 celebre delle tragedie shakespeariane. Si muove dall'osservazione di alcune celebri riscritture moderne ("Hamletmaschine" di Heiner M\ufcller, "Rosencrantz and Guildenstern are dead" di Tom Stoppard, "Ambleto" di Giovanni Testori) e di altre reinvenzioni drammaturgiche date dal teatro d'avanguardia, ma anche dalle molteplici, a volte contraddittorie, interpretazioni offerte dai traduttori novecenteschi - nel caso specifico, italiani, quali D. Angeli, M. Praz., G. Baldini, C. Garboli. Lo studio coniuga poi le suggestioni di illustri studiosi anglosassoni quali Bradley, Kermode, Greenblatt, Elam, con quelle di altri grandi lettori "irregolari" di Shakespeare del nostro tempo - Ren\ue9 Girard, Jean Starobinski, Ernst Jones, Carl Schmitt - e con singolari, illuminanti voci italiche (Franco Moretti, Cesare Garboli, Leonardo Sciascia)
Il saggio si focalizza sul secondo romanzo pubblicato da Antonio Porta, "Il re del magazzino... more Il saggio si focalizza sul secondo romanzo pubblicato da Antonio Porta, "Il re del magazzino" (1978). La lettura critica che si propone, dopo una necessaria contestualizzazione dell'opera nel quadro delle inquietudini tipiche dei tardi anni Settanta - il diffuso timore della distruzione atomica o dell'apocalisse ambientale - punta l'attenzione sulla natura di prosimetro del testo, un romanzo diviso in "giornate" in prosa e intervallato da brevi poesie nel quale il racconto della morte di un io narrante si configura come una rappresentazione allegorica di una poesia che illustra criticamente e insieme mette in atto il proprio superamento, la propria rigenerazione.The essay examines Antonio Porta's second novel, "Il re del magazzino", first published in 1978. The focus of this work is its peculiar literary form - a prosimeter consisting in around thirty poems written in the previous years and a fictional diary in prose - chosen by the author to represent a crucial moment of his poetic evolution: the end of his avant-garde experience (1958-1977) transitions into a more intimate and lyrical voice through an apocalyptic scenario influenced by contemporary fears and ghosts such as 70s economic crisis and the atomic threat, as well as the environmental pollution and its deathly consequences. The novel may be understood as a metanarrative theory of poetry, likewise Dante's "Vita Nuova", Porta's model for his ghastly tale
Il presente saggio nasce da un lungo lavoro di curatela dello scritto manzoniano La Rivoluzione F... more Il presente saggio nasce da un lungo lavoro di curatela dello scritto manzoniano La Rivoluzione Francese del 1789, e si offre come Commento a un commento. Dunque l'autore intende riflettere, in parallelo, sulla natura dell'atto critico dell'edizione e del commentario, considerato in linea teorica, e insieme offrire alcuni estratti concreti, con connesse meditazioni metodologiche, dall'esercizio ermeneutico svolto intorno a un'opera cosi complessa come l'ultimo grande saggio storico del Manzoni. Si parte dalla storia del testo, dalle sue diverse stampe, dai problemi filologici legati alle varie incomplete stesure, dallo studio delle soluzioni adottate dai precedenti curatori. Si ragiona, infine, su come costruire un commento agile ma puntuale e innovativo, tanto sul versante linguistico-stilistico quanto su quello storico-critico, per proporre l'opera a un pubblico non solo accademico.
The essay focuses on one of Giorgio Manganelli's least studied works, Sconclusione, published... more The essay focuses on one of Giorgio Manganelli's least studied works, Sconclusione, published in 1976 and never reprinted. It analyses the peculiar, apparently non-Manganellian, style of the novel, humble, almost banal, and interprets it in the light of the contrast between it and the author's back cover, which is instead markedly in tune with the author's voice. In order to do this, the critical notion of pastiche is used, misaligning it from the usual value given to it in the Italian cultural panorama (mixture of styles) as well as from the international one (imitation), in order to propose an idea of autopastiche, intended as an (intentionally) imperfect imitation of one's own style by an author.
Versione estesa della recensione apparsa sul numero 3, anno 2, della rivista online di letteratur... more Versione estesa della recensione apparsa sul numero 3, anno 2, della rivista online di letteratura italiana contemporanea del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica di Bologna "Finzioni"
The article compares some passages from two of Marinetti's works on the subject of war, the book ... more The article compares some passages from two of Marinetti's works on the subject of war, the book of experimental prose 8 Anime in una bomba and the novel L'alcòva d'acciaio, analysing in particular Marinetti's exploration of the themes of sadism and cruelty. The comparison is based on the theories of the social psychologist Kurt Lewin on the perception of space and landscape in war (Krieg-slandschaft) and on Alberto Maria Banti's studies on the construction of patriotic-national rhetoric around the theme of both male and female body as the object of sadistic or masochistic impulses.
La prefazione al monumentale studio di Riccardo Stracuzzi (680 pp.) cerca, sia pure in breve, di ... more La prefazione al monumentale studio di Riccardo Stracuzzi (680 pp.) cerca, sia pure in breve, di collocare ragionatamente le novit\ue0 dell'opera, che viene ad aggiungersi a una lunghissima vicenda storico-critica come quella che ha interessato l'Ortis foscoliano e il suo rapporto, in primo luogo con il Werther goethiano, in secondo luogo con la vicenda biografica e autoriale di Foscolo nel suo complesso. Si trattava soprattutto di rimarcare, senza cadere in inutili ridondanze rispetto all'erudita e dettagliatissima disamina condotta dall'autore, la necessit\ue0 - tutt'altro che evidente, stando alla vulgata foscoliana nel suo complesso - di un nuovo studio cos\uec ampio che ridiscutesse da capo, con prospettive in gran parte nuove, la genesi e il senso dell'operazione romanzesca e insieme mediatica, se cos\uec si pu\uf2 dire, del lungo, ventennale cantiere ortisiano. Stracuzzi insiste soprattutto, in modo originale, sulla categoria di remake, ma cos\uec facendo sposta anche molti assiomi ormai inamovibili intorno al Foscolo, a partire da quello dell'autobiografismo
A dispetto del titolo, nel saggio non si fa davvero questione di filologia in senso stretto, se n... more A dispetto del titolo, nel saggio non si fa davvero questione di filologia in senso stretto, se non riflettendo, a partire dalle "cruces" testuali ed interpretative, che in Amleto son forse davvero ovunque, intorno alle complesse, inesauribili questioni ermeneutiche poste dalla pi\uf9 celebre delle tragedie shakespeariane. Si muove dall'osservazione di alcune celebri riscritture moderne ("Hamletmaschine" di Heiner M\ufcller, "Rosencrantz and Guildenstern are dead" di Tom Stoppard, "Ambleto" di Giovanni Testori) e di altre reinvenzioni drammaturgiche date dal teatro d'avanguardia, ma anche dalle molteplici, a volte contraddittorie, interpretazioni offerte dai traduttori novecenteschi - nel caso specifico, italiani, quali D. Angeli, M. Praz., G. Baldini, C. Garboli. Lo studio coniuga poi le suggestioni di illustri studiosi anglosassoni quali Bradley, Kermode, Greenblatt, Elam, con quelle di altri grandi lettori "irregolari" di Shakespeare del nostro tempo - Ren\ue9 Girard, Jean Starobinski, Ernst Jones, Carl Schmitt - e con singolari, illuminanti voci italiche (Franco Moretti, Cesare Garboli, Leonardo Sciascia)
Il saggio si focalizza sul secondo romanzo pubblicato da Antonio Porta, "Il re del magazzino... more Il saggio si focalizza sul secondo romanzo pubblicato da Antonio Porta, "Il re del magazzino" (1978). La lettura critica che si propone, dopo una necessaria contestualizzazione dell'opera nel quadro delle inquietudini tipiche dei tardi anni Settanta - il diffuso timore della distruzione atomica o dell'apocalisse ambientale - punta l'attenzione sulla natura di prosimetro del testo, un romanzo diviso in "giornate" in prosa e intervallato da brevi poesie nel quale il racconto della morte di un io narrante si configura come una rappresentazione allegorica di una poesia che illustra criticamente e insieme mette in atto il proprio superamento, la propria rigenerazione.The essay examines Antonio Porta's second novel, "Il re del magazzino", first published in 1978. The focus of this work is its peculiar literary form - a prosimeter consisting in around thirty poems written in the previous years and a fictional diary in prose - chosen by the author to represent a crucial moment of his poetic evolution: the end of his avant-garde experience (1958-1977) transitions into a more intimate and lyrical voice through an apocalyptic scenario influenced by contemporary fears and ghosts such as 70s economic crisis and the atomic threat, as well as the environmental pollution and its deathly consequences. The novel may be understood as a metanarrative theory of poetry, likewise Dante's "Vita Nuova", Porta's model for his ghastly tale
Il presente saggio nasce da un lungo lavoro di curatela dello scritto manzoniano La Rivoluzione F... more Il presente saggio nasce da un lungo lavoro di curatela dello scritto manzoniano La Rivoluzione Francese del 1789, e si offre come Commento a un commento. Dunque l'autore intende riflettere, in parallelo, sulla natura dell'atto critico dell'edizione e del commentario, considerato in linea teorica, e insieme offrire alcuni estratti concreti, con connesse meditazioni metodologiche, dall'esercizio ermeneutico svolto intorno a un'opera cosi complessa come l'ultimo grande saggio storico del Manzoni. Si parte dalla storia del testo, dalle sue diverse stampe, dai problemi filologici legati alle varie incomplete stesure, dallo studio delle soluzioni adottate dai precedenti curatori. Si ragiona, infine, su come costruire un commento agile ma puntuale e innovativo, tanto sul versante linguistico-stilistico quanto su quello storico-critico, per proporre l'opera a un pubblico non solo accademico.
The essay focuses on one of Giorgio Manganelli's least studied works, Sconclusione, published... more The essay focuses on one of Giorgio Manganelli's least studied works, Sconclusione, published in 1976 and never reprinted. It analyses the peculiar, apparently non-Manganellian, style of the novel, humble, almost banal, and interprets it in the light of the contrast between it and the author's back cover, which is instead markedly in tune with the author's voice. In order to do this, the critical notion of pastiche is used, misaligning it from the usual value given to it in the Italian cultural panorama (mixture of styles) as well as from the international one (imitation), in order to propose an idea of autopastiche, intended as an (intentionally) imperfect imitation of one's own style by an author.
Versione estesa della recensione apparsa sul numero 3, anno 2, della rivista online di letteratur... more Versione estesa della recensione apparsa sul numero 3, anno 2, della rivista online di letteratura italiana contemporanea del Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica di Bologna "Finzioni"
Uploads
Papers by Luigi Weber