Papers by Silvia Niccolai
Undecidabilities and the Law, Coimbra Law Journal, 2021
Criticizing the modern, rationalistic temptation to legislate on language, this article argues th... more Criticizing the modern, rationalistic temptation to legislate on language, this article argues that issues of 'political correctness' are an aspect of the eternal problem of definitions in law. This problem has in its turn profound connections, on the one hand, with the need, entirely human, for a correct (not one-sided or arbitrary) relationship with reality; and, on the
Politica del diritto, 2006
Sommario: 1. Premessa. Il contributo di un punto di vista di genere alla interpretazione del proc... more Sommario: 1. Premessa. Il contributo di un punto di vista di genere alla interpretazione del processo di integrazione.-1.1. Il Metodo aperto di coordinamento.-1.2. Segue: L'OMC e gli altri strumenti europei di governo della dimensione sociale: gli stili di vita come materia e ...
European Journal of Women's Studies, 2006
Quaderni Costituzionali, 2014
The right to abortion was the forerunner of a new idea of liberty, the liberty from gender roles ... more The right to abortion was the forerunner of a new idea of liberty, the liberty from gender roles which 'naturalize' oppressive social constructs. In Italy, in the Seventies of the 20th Century, some feminist opinions objected, in the name of female liberty, to the battle for the right to abortion and against gender roles. This, they argued, could cost women to disclaim their sex as a resource for self-identification and social change. Actually, forty years after its legalisation, abortion remains controversial, nor tells it much about female liberty. As a matter of fact, it did not create a principle of liberty in reproductive choices, and it is regarded as an unwanted and embarassing relative by supporters of LGTB's rights. Does this reveal that there is something flawed in the idea of freedom on which the right to abortion is built? Il primo diritto contro il destino naturale Lo stato della discussione costituzionale che, nel mondo occidentale, si svolge intorno all'aborto 1 , invita a una riflessione intorno al concet-to di natura, per come lo usiamo in diritto, in filosofia, nel linguaggio comune, e sotto il profilo del suo significato, della sua utilità, per una singola o un singolo. Da ogni parte nel dibattito sull'aborto si incon-tra il concetto di natura. Abortire è contro la natura!, sappiamo che
Drafts by Silvia Niccolai
Intervento all'incontro 70° DELLA COSTITUZIONE. DALLA RESISTENZA ALLA COSTITUENTE. LA COSTITUZION... more Intervento all'incontro 70° DELLA COSTITUZIONE. DALLA RESISTENZA ALLA COSTITUENTE. LA COSTITUZIONE TRA PASSATO E FUTURO, promosso da Anpi e Comitato di iniziativa costituzionale e statutaria, Cagliari 16 ottobre 2017 di Silvia Niccolai 1.L'Assemblea Costituente fu eletta, come si sa, il 2 giugno del 1946 a suffragio universale e diretto, per la prima volta maschile e femminile, lo stesso giorno in cui si svolse il referendum 'sulla forma istituzionale dello Stato'. Inizialmente, era stato stabilito, nella Prima 'costituzione provvisoria ' (d.lgt. 25.6.1944 n. 15), frutto della "tregua istituzionale" tra i partiti del Comitato di Liberazione Nazionale e la Corona, che l'Assemblea Costituente avrebbe fatto la scelta istituzionale e quindi redatto la Costituzione: in questa ipotesi, che prevedeva anche che l'Assemblea Costituente avrebbe operato come un vero e proprio Parlamento, e cioè come organo legislativo e di controllo e indirizzo sul Governo, la scelta tra Monarchia e Repubblica sarebbe stata rimessa agli 'eletti'.
'Domestication " is the turning of Feminism into a discourse which, rather than challenging and t... more 'Domestication " is the turning of Feminism into a discourse which, rather than challenging and transforming the existing status quo, and particularly the capitalistic mode of production and the whole of practices and ideologies connected to this latter, serves as its support. Why and with what results, such a turning towards Domestication has taken place? This article contributes to this largely debated issue by proposing to think that the Domestication of Feminism is linked to the domination of " Gender " as an analytical and political tool. Words (including footnotes): 5683 1. 'Domesticated' Feminism: roots and outcomes. Domestic is the dog: not only a friendly inhabitant, but the most fierce defender of the master's house, very aggressive in case of need. Accordingly, 'Domestication " is the turning of Feminism into a discourse which, instead of challenging and transforming the existing status quo, and particularly the capitalistic mode of production and the whole of practices and ideologies connected to this latter, serves as it support. However, nor the whole of Feminism is 'domesticated, neither is 'domestication' its destiny or fate. In its history however, Feminism has bore as well the creative mark of un-domestication, which means a profound and constant critique to the status quo. Why then, and with what results, such a turning towards Domestication has taken place? To this largely debated issue these pages modestly contribute by proposing to think that the Domestication of Feminism is linked to the domination of Gender as an analytical and political tool. Thinking like so implies that the bifurcation between domesticated and 'un-domesticable' Feminism(s) corresponds to two conflicting ways of interpreting the relationship between the 'Female' and the 'Natural'. And explains why Domestication results into a violent attack against the idea that being a women is a valuable and positive chance for humans. Due to the link between the female body-maternal, fertile-and reproduction, the relationship between Women and Nature is constitutively inherent to the capitalist structuring of our social world. Furthermore it is – I contend-at the core of the fork between un-political, domesticated Feminism, on the one hand, and un-domesticable political Feminism(s), on the other hand. The former, raising the shield of gender neutrality against the idea itself that humans are differently sexed beings, have aimed to hinder, conceal and extinguish the subversive force of the discourse about nature 1. 'Gender' is indeed nothing but the stipulation – typically 1 As a jurist, I am interested in the parallel between the trajectory of Feminism as discourse against Nature and the disappearance of the references to Nature in the juridical discourse. As the Italian Philosopher of Law Giuseppe Capograssi once wrote, if 'Nature' is the victim of modernity, and of the correspondent rational and formalistic understandings of law, it is because that word has historically played as the argumentative and imaginative tool bridging the ideas of personal liberty and societal autonomy (G.
Convegno: "Maternità al bivio: dalla libera scelta alla surrogata", Roma 23 Marzo 2017 Intervengo... more Convegno: "Maternità al bivio: dalla libera scelta alla surrogata", Roma 23 Marzo 2017 Intervengo tenendo conto dell'esperienza giuridica del mio paese, l'Italia, dove la surrogazione di maternità è vietata e vige il principio mater semper certa; la nostra cultura e pratica del diritto, abituate a ragionare in termini di principi e capaci di sviluppare bilanciamenti tra interessi diversi, scaturiscono dalla base personalista della nostra Costituzione, che, in modo inequivoco, e incontestato, presuppone l'anteriorità della persona umana alla società e al potere e ne vieta ogni strumentalizzazione. Sono inoltre legata a un pensiero femminile, anch'esso di origine italiana, che ha sempre sottolineato la centralità della genealogia femminile per la libertà di ciascuna donna e l'anteriorità della relazione materna a ogni costruzione normativa e sociale, e che ha sempre raccomandato alle persone, donne e uomini, di tenere conto che la loro libertà non è misurabile nei soli termini di ciò che la legge vieta o permette, perché non è interamente a disposizione dei meccanismi normativi o istituzionali.
Surrogacy e principio Mater Semper Certa in dialettica, per riscoprire il valore del materno Rela... more Surrogacy e principio Mater Semper Certa in dialettica, per riscoprire il valore del materno Relazione Convegno "CIRSDe. Un progetto che continua. Riflessioni e prospettive dopo 25 anni di studi di genere" Torino 1-2 dicembre 2016, in corso di pubblicazione.
Conference Presentations by Silvia Niccolai
The aim of this conference is to think about Nature, the environment, and the relationship wehuma... more The aim of this conference is to think about Nature, the environment, and the relationship wehumans -can develop with it in non-alienated terms, terms capable of avoiding the capitalist capture of speeches and imaginaries (in our times of globalized neoliberism).
Talks by Silvia Niccolai
Pisa, 17 aprile 2015 Lezione per i Dottorandi di Ricerca in occasione della ripubblicazione p... more Pisa, 17 aprile 2015 Lezione per i Dottorandi di Ricerca in occasione della ripubblicazione presso Esi, 2014, dei volumi di Carlo Mezzanotte, Il giudizio sulle leggi e Corte costituzionale e legittimazione politica.
Le commissioni si possono fare anche senza governo (i grillini hanno ragione) 12 aprile 2013 il m... more Le commissioni si possono fare anche senza governo (i grillini hanno ragione) 12 aprile 2013 il manifesto – ripubblicato, con questo titolo, in www.libreriadelledonne.it Silvia Niccolai La visione di indirizzo spetta all'esecutivo. Ma nell'attesa, il parlamento può lavorare. Invece l'indecisione del Pd a collaborare con il M5S denuncia l'incapacità di concepire la politica slegata dagli interessi di partito. Si potrebbe provare a cogliere l'occasione È vero che le camere possono lavorare anche prima che entri in carica e riceva la fiducia il governo che nasce dopo le elezioni.Primo: nel nostro ordinamento il Governo non ha il monopolio dell'iniziativa legislativa, che può essere esercitata anche dai singoli parlamentari (e da altri soggetti, come il corpo elettorale).Secondo, il parlamento è sovrano del suo regolamento, che è deciso e modificato dalla maggioranza assoluta (metà più uno degli aventi diritto al voto) di ciascuna camera, e che molte volte viene derogato in nome di esigenze che quella maggioranza avverte. Le camere dunque potrebbero benissimo formare le commissioni permanenti (costituzionalmente necessarie per l'esame delle leggi), con una composizione che si limiti a rispecchiare proporzionalmente il peso numerico dei singoli gruppi parlamentari (altra condizione imposta dalla Costituzione), salvo, una volta formato il governo, ritornare (o, volendo, anche non) alla prassi che le vuole rispondenti alla «geografia politica del governo», come dice Manzella (una prassi che si somma a quella generale filosofia «maggioritaria» che, negli ultimi anni, nelle camere si è tradotta nel totale stravolgimento di tradizionali regole a garanzia delle minoranze, e a cui risale lo svuotamento, da tutti lamentato, del ruolo dell'organo parlamentare, l'unico nel nostro ordinamento, non lo si scordi, direttamente rappresentativo del popolo).Il punto dunque non è se il parlamento può lavorare in assenza di un nuovo governo nella pienezza delle sue funzioni di indirizzo politico, ma riguarda quale significato assumerebbe l'avviare questa ipotesi. Il soggetto politico necessario a realizzarla è una maggioranza assoluta in ciascuna camera, che dispone del potere di porre il regolamento, modificarlo e derogarlo o in generale del potere di plasmare prassi e convenzioni parlamentari. Questa maggioranza assoluta potrebbe essere offerta da Pd e Sel insieme al M5S. Da parte del Pd-Sel, dunque, accedere a questa ipotesi significherebbe dire: siccome c'è un'altra forza disposta a farlo, rendo possibile che il parlamento discuta, voti e approvi alcune cose (norme anticorruzione, interventi nell'economia, o legge elettorale: alcune cose) perché è così vero che quelle cose, in sé e per sé, mi premono talmente tanto che addirittura le metto avanti alla definizione della complessiva scacchiera dei poteri consacrata nel governo (e nella presidenza della Repubblica) o di quanto potrebbero costarmi nel muovermi in quella scacchiera. Le faccio perché mi sembrano proprio buone, indipendentemente da che potrebbero piacere o meno a un mio alleato di domani. Personalmente, ci vedrei uno scarto importante da una precondizione, vorrei dire un archetipo, che avvolge non solo e non tanto la prassi parlamentare, ma l'intero costume di un paese dove ogni decisione, la più piccola (ma nel suo piccolo importante) risalente in qualche modo alla domanda chi metto in una carica a fare cosa, non può essere decisa in considerazione prevalente di quella persona lì, di quella cosa lì, ma di come persona e cosa si inseriscono in un quadro più ampio di relazioni, forze, interessi, rapporti, pesi. Per quanto sia convintissima che, sotto un preciso punto di vista, che dirò subito, questo tipo di valutazioni è necessario e benefico, trovo che uno scarto ben calibrato da queste prassi non cattive in sé, ma cattive in quanto troppo invasive e fini a se stesse (lo dimostra il fatto che oggi costringono l'organo rappresentativo a una paralisi della quale non si vede la fine) sarebbe un segnale, da parte del Pd, tale da generare nuova fiducia non solo e non tanto nel M5S, ma nell'elettorato che, per stanchezza verso quel tipo di prassi, lo ha abbandonato; e darebbe un senso a una invocazione di «responsabilità» spesso pronunciata. La vera obiezione è che il governo ci vuole perché non si tratta mai di «fare» e basta, di approvare il provvedimento A B o C, ma di inserire quel provvedimento in una visione di indirizzo, in una concezione più ampia (è questo il senso importante e da salvaguardare, e in tutti i contesti, della necessità di iscrivere le scelte in un quadro di riferimento, fatto di forze concrete che si fanno portatrici di convinzioni determinate e diverse da quelle di altri). Questa visione di indirizzo, questa concezione più ampia dà la qualità dell'intervento, e lo caratterizza come scelta valutativa, opzione di merito, qualcosa di cui qualcuno porta la responsabilità e in cui testimonia se stesso. Altrimenti si cade nel metodo Dieci Saggi (o, per chi è familiare all'Università, nel metodo Anvur), per cui tutto si pesa e basta: tracciata la mediana, trovato il minimo comun denominatore (tutti vogliono rilanciare l'economia e tra le cose che pensano di fare per provarci ne pensano alcune non troppo dissimili tra loro) che cosa cambia se a farlo è Pd+PdL o Pd+M5S o Pd da solo? Cambia moltissimo, o almeno dovrebbe cambiare moltissimo, in quello che conta in politica, e cioè nel senso impresso al singolo provvedimento (riflette una scelta a favore del lavoro o della finanza, delle classi deboli o dei poteri forti?), dal motivo per cui lo adotto, dai soggetti che ho a cuore, dai valori in cui credo, da chi io sono; senza dimenticare che il governo è decisivo anche per il modo in cui un provvedimento sarà attuato. Detto questo, si ritorna al punto di partenza, al nodo, perché allora non si può nemmeno negare che la ritrosia del Pd a lasciar partire il parlamento, a «lavorare» insieme a una forza come il M5S (che però aveva chiamato a sostenerlo al governo), finisca per rivelare, purtroppo, una indecisione proprio sul senso, sui valori, sulla visione complessiva del Pd. Al quale dovrebbe essere chiaro che la forza più sensibile alla tutela del lavoro e delle classi deboli è comunque, nel parlamento attuale, il M5S (altrimenti perché, quasi a dimostrarlo, si insiste tanto a far notare che gli elettori M5S volevano tanto l'accordo con Bersani?).
Books by Silvia Niccolai
Efesto, 2022
Lotta alle discriminazioni e modello sociale europeo Lezioni per il Corso di Diritto delle pari o... more Lotta alle discriminazioni e modello sociale europeo Lezioni per il Corso di Diritto delle pari opportunità e non discriminazione Lotta alle discriminazioni e modello sociale europeo Silvia Niccolai
Queste lezioni dedicano molto spazio al tema delle forme di stato e di governo, in cui sono ricer... more Queste lezioni dedicano molto spazio al tema delle forme di stato e di governo, in cui sono ricercate le grandi costanti del diritto pubblico, in specie per come queste si sono venute delineando nell'esperienza italiana. Leggere storicamente gli istituti del diritto pubblico ha almeno due vantaggi: mostra le ragioni che ne sono alla base, facilitandone la comprensione, e aiuta ad evitare i pericoli, opposti ma confinanti tra loro, che possono insorgere studiando le nostre istituzioni. Da un lato il pericolo di cadere all'illusione, sempre ritornante, di magiche riforme risolutive, dall'altro lato il pericolo, altrettanto ricorrente, di cadere in un pessimismo senza speranza, distruttivamente svalutativo dei conseguimenti della nostra esperienza civile, che è invece nostra responsabilità riconoscere e preservare. Silvia Niccolai è ordinaria di diritto costituzionale nel Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell'Università di Cagliari.
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