Papers by Simona Paglioli
In 1429 for the first time in Loretoʼs history, Filippo Maria Visconti granted an ecclesiastical ... more In 1429 for the first time in Loretoʼs history, Filippo Maria Visconti granted an ecclesiastical benefice to the church of Santa Maria and commissioned a fresco representing the Adoration of the Kings. The painting intended to be a visible and symbolic sign of his presence in
one of the most important Marian sanctuaries of Italy. Filippo Maria imparted Loreto devotion to his daughter Bianca Maria and his son-in-law Francesco Sforza. As a matter of fact, they would visit Loreto several times between 1434 and 1447, bringing precious gifts and ensuring their protection. Starting from Filippo Maria Viscontiʼs benefice and following his descendantsʼ pilgrimage routes, the paper aims to recompose the complex network of connections and devotional exchanges that, in the first half of the XVth century, linked the sanctuary of Loreto to the Visconti and Sforza families, in order to reevaluate an important page of devotional history.
Nel 1966, al termine della nona edizione del Premio Marzotto di Pittura, il presidente Paolo Marz... more Nel 1966, al termine della nona edizione del Premio Marzotto di Pittura, il presidente Paolo Marzotto viene ironicamente decorato con una mostrina militare ingrandita dal titolo Le Mérite artistique par Gérard Deschamps, una sorta di ironica onorificenza al merito artistico realizzata da Gérard Deschamps ma presentata dall'amico e collega Raymond Hains, l'unico invitato alla manifestazione e perciò ascritta al suo catalogo. L'"operazione Marzotto" è un esempio lampante di irriverenza nei confronti dell'arte organizzata in favore del riconoscimento della libertà creativa: il presidente viene insignito per non aver chiamato a partecipare Deschamps, pur essendo depositario di un innegabile "merito artistico".
Il contributo ripercorre le tappe dell'insolita vicenda analizzando i presupposti che hanno spinto i due artisti a mettere in atto una simile performance, con una digressione finale sul destino recente del'opera, confiscata nel 2012 dall'autorità giudiziaria nell'ambito di un'operazione di contrasto alla criminalità organizzata.
Il contributo traccia il profilo biografico, intellettuale e bibliografico del colonnello del Reg... more Il contributo traccia il profilo biografico, intellettuale e bibliografico del colonnello del Regio Esercito Carlo Bonetti, noto studioso di storia cremonese a cui si devono le prime incursioni sistematiche negli archivi locali. Con il suo appassionato lavoro di spoglio, trascrizione e studio di centinaia di documenti, il Bonetti, di formazione autodidatta, ha scritto una pagina importante nella storia dell’erudizione cittadina, inaugurando la moderna stagione di studi storici e in particolare di storia dell'arte, disciplina verso la quale nutriva un forte interesse personale e a cui ha dedicato molti scritti. La restituzione della sua opera è stata condotta attraverso l'analisi dei suoi volumi manoscritti, contenenti gli esiti delle indagini d'archivio, e dei numerosi articoli apparsi sulle riviste di storia e cultura locali, fra cui le fasciste "Cremona" e "Il Regime Fascista" e il "Bollettino Storico Cremonese", di cui è stato cofondatore.
Lo studio delle vicende che hanno caratterizzato l’origine e le modalità di ricezione
del culto ... more Lo studio delle vicende che hanno caratterizzato l’origine e le modalità di ricezione
del culto della Madonna di Loreto in area cremonese costituisce un argomento affascinante
e di notevole interesse storico, benché complesso a causa della frammentarietà
o della perdita delle fonti documentarie e iconografiche che ne hanno testimoniato
lo sviluppo nel corso dei secoli. La prima fase di affermazione della devozione,
compresa fra Quattro e Cinquecento, è stata riportata alla luce solo di recente e contempla
numerose zone d’ombra, che la prima parte del contributo tenta di portare
parzialmente alla luce. In un’ottica di riscoperta del patrimonio artistico locale, l’attenzione
si è focalizzata sulla statua lignea raffigurante la Madonna di Loreto – detta
anche Madonna Nera − oggi conservata presso la chiesa di San Girolamo, opera che
merita di essere indagata con maggiore attenzione di quanto non sia stato fatto finora
in quanto rara testimonianza dell’antica devozione cremonese, illustre precedente, e
per molti versi anticipatrice, del celebre culto lauretano di Sant’Abbondio. In assenza
di una specifica campagna diagnostica, le informazioni di carattere storico-documentario
reperite nella seconda parte della ricerca costituiscono un punto di riferimento
importante per affrontare l’analisi stilistica dell’opera e poter avanzare un’ipotesi attributiva
plausibile.
L’articolo ha come oggetto la riscoperta delle radici del culto lauretano a
Cremona, con partico... more L’articolo ha come oggetto la riscoperta delle radici del culto lauretano a
Cremona, con particolare riferimento alle modalità di circolazione dei prototipi
iconografici durante la Controriforma.
Purtroppo la percezione del vivace e multiforme panorama lauretano di un
tempo è oggi vanificata dalla irreperabile perdita o dalla decontestualizzazione
di molte testimonianze artistiche; per questi motivi si è gradualmente persa
memoria tanto della presenza dei dipinti quanto dell’importanza rivestita dal
culto della Madonna di Loreto a Cremona nella seconda metà del XVI secolo.
In particolare, viene analizzata l’opera di Bernardino Campi Madonna di Loreto,
pala d’altare realizzata nel 1572 per la chiesa di San Francesco dei Padri
Minori Conventuali ed ora conservata nell’Accademia di Belle Arti di Lovere.
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Papers by Simona Paglioli
one of the most important Marian sanctuaries of Italy. Filippo Maria imparted Loreto devotion to his daughter Bianca Maria and his son-in-law Francesco Sforza. As a matter of fact, they would visit Loreto several times between 1434 and 1447, bringing precious gifts and ensuring their protection. Starting from Filippo Maria Viscontiʼs benefice and following his descendantsʼ pilgrimage routes, the paper aims to recompose the complex network of connections and devotional exchanges that, in the first half of the XVth century, linked the sanctuary of Loreto to the Visconti and Sforza families, in order to reevaluate an important page of devotional history.
Il contributo ripercorre le tappe dell'insolita vicenda analizzando i presupposti che hanno spinto i due artisti a mettere in atto una simile performance, con una digressione finale sul destino recente del'opera, confiscata nel 2012 dall'autorità giudiziaria nell'ambito di un'operazione di contrasto alla criminalità organizzata.
del culto della Madonna di Loreto in area cremonese costituisce un argomento affascinante
e di notevole interesse storico, benché complesso a causa della frammentarietà
o della perdita delle fonti documentarie e iconografiche che ne hanno testimoniato
lo sviluppo nel corso dei secoli. La prima fase di affermazione della devozione,
compresa fra Quattro e Cinquecento, è stata riportata alla luce solo di recente e contempla
numerose zone d’ombra, che la prima parte del contributo tenta di portare
parzialmente alla luce. In un’ottica di riscoperta del patrimonio artistico locale, l’attenzione
si è focalizzata sulla statua lignea raffigurante la Madonna di Loreto – detta
anche Madonna Nera − oggi conservata presso la chiesa di San Girolamo, opera che
merita di essere indagata con maggiore attenzione di quanto non sia stato fatto finora
in quanto rara testimonianza dell’antica devozione cremonese, illustre precedente, e
per molti versi anticipatrice, del celebre culto lauretano di Sant’Abbondio. In assenza
di una specifica campagna diagnostica, le informazioni di carattere storico-documentario
reperite nella seconda parte della ricerca costituiscono un punto di riferimento
importante per affrontare l’analisi stilistica dell’opera e poter avanzare un’ipotesi attributiva
plausibile.
Cremona, con particolare riferimento alle modalità di circolazione dei prototipi
iconografici durante la Controriforma.
Purtroppo la percezione del vivace e multiforme panorama lauretano di un
tempo è oggi vanificata dalla irreperabile perdita o dalla decontestualizzazione
di molte testimonianze artistiche; per questi motivi si è gradualmente persa
memoria tanto della presenza dei dipinti quanto dell’importanza rivestita dal
culto della Madonna di Loreto a Cremona nella seconda metà del XVI secolo.
In particolare, viene analizzata l’opera di Bernardino Campi Madonna di Loreto,
pala d’altare realizzata nel 1572 per la chiesa di San Francesco dei Padri
Minori Conventuali ed ora conservata nell’Accademia di Belle Arti di Lovere.
one of the most important Marian sanctuaries of Italy. Filippo Maria imparted Loreto devotion to his daughter Bianca Maria and his son-in-law Francesco Sforza. As a matter of fact, they would visit Loreto several times between 1434 and 1447, bringing precious gifts and ensuring their protection. Starting from Filippo Maria Viscontiʼs benefice and following his descendantsʼ pilgrimage routes, the paper aims to recompose the complex network of connections and devotional exchanges that, in the first half of the XVth century, linked the sanctuary of Loreto to the Visconti and Sforza families, in order to reevaluate an important page of devotional history.
Il contributo ripercorre le tappe dell'insolita vicenda analizzando i presupposti che hanno spinto i due artisti a mettere in atto una simile performance, con una digressione finale sul destino recente del'opera, confiscata nel 2012 dall'autorità giudiziaria nell'ambito di un'operazione di contrasto alla criminalità organizzata.
del culto della Madonna di Loreto in area cremonese costituisce un argomento affascinante
e di notevole interesse storico, benché complesso a causa della frammentarietà
o della perdita delle fonti documentarie e iconografiche che ne hanno testimoniato
lo sviluppo nel corso dei secoli. La prima fase di affermazione della devozione,
compresa fra Quattro e Cinquecento, è stata riportata alla luce solo di recente e contempla
numerose zone d’ombra, che la prima parte del contributo tenta di portare
parzialmente alla luce. In un’ottica di riscoperta del patrimonio artistico locale, l’attenzione
si è focalizzata sulla statua lignea raffigurante la Madonna di Loreto – detta
anche Madonna Nera − oggi conservata presso la chiesa di San Girolamo, opera che
merita di essere indagata con maggiore attenzione di quanto non sia stato fatto finora
in quanto rara testimonianza dell’antica devozione cremonese, illustre precedente, e
per molti versi anticipatrice, del celebre culto lauretano di Sant’Abbondio. In assenza
di una specifica campagna diagnostica, le informazioni di carattere storico-documentario
reperite nella seconda parte della ricerca costituiscono un punto di riferimento
importante per affrontare l’analisi stilistica dell’opera e poter avanzare un’ipotesi attributiva
plausibile.
Cremona, con particolare riferimento alle modalità di circolazione dei prototipi
iconografici durante la Controriforma.
Purtroppo la percezione del vivace e multiforme panorama lauretano di un
tempo è oggi vanificata dalla irreperabile perdita o dalla decontestualizzazione
di molte testimonianze artistiche; per questi motivi si è gradualmente persa
memoria tanto della presenza dei dipinti quanto dell’importanza rivestita dal
culto della Madonna di Loreto a Cremona nella seconda metà del XVI secolo.
In particolare, viene analizzata l’opera di Bernardino Campi Madonna di Loreto,
pala d’altare realizzata nel 1572 per la chiesa di San Francesco dei Padri
Minori Conventuali ed ora conservata nell’Accademia di Belle Arti di Lovere.