Papers by mariella pasinati
Dialoghi Mediterranei, 2023
LetterateMagazine, 2022
Venezia, 22 artisti e ben 122 artiste provenienti da ogni parte del mondo: la Biennale di Cecilia... more Venezia, 22 artisti e ben 122 artiste provenienti da ogni parte del mondo: la Biennale di Cecilia Alemani (chiuderà il 27 novembre), ha cambiato marcia. Per la prima volta nella sua storia. Secondo la curatrice, le artiste, meno antropocentriche, sono oggi più capaci di narrare nuove forme di coesistenza sul nostro pianeta violato. Cyborg, maschere africane, stoffa e pentole… di Mariella Pasinati La biennale veneziana di quest'anno, Il latte dei sogni, curata da Cecilia Alemani ha lo spessore e l'apertura che la rendono una seducente esperienza visiva ed immaginativa, un'immersione stimolante in visioni e contraddizioni del nostro presente.
Dialoghi Mediterranei n.51, 2021
istitutoeuroarabo.it/DM/alle-origini-della-sacralita-femminile-il-percorso-artistico-di-mary-beth... more istitutoeuroarabo.it/DM/alle-origini-della-sacralita-femminile-il-percorso-artistico-di-mary-beth-edelson/print/ Alle origini della sacralità femminile: il percorso artistico di Mary Beth Edelson
Accademie & Biblioteche d’Italia, 2021
L'identità di Clio, 2020
Figura di rilievo dell'arte contemporanea, l'artista, fin dagli anni '50, aveva scelto di vivere ... more Figura di rilievo dell'arte contemporanea, l'artista, fin dagli anni '50, aveva scelto di vivere ed operare in Italia, sia pure con momenti di permanenza negli Stati Uniti.
Dialoghi Mediterranei, 2020
Nel centenario della nascita un ricordo di Pietro Consagra
LetterateMagazine, 2018
Interdisciplinare e polifonica, inesorabilmente non spettacolare eppure non priva di episodi di s... more Interdisciplinare e polifonica, inesorabilmente non spettacolare eppure non priva di episodi di singolare vitalità immaginativa, partigiana ma rigorosamente antiretorica: così si presenta Manifesta, la prestigiosa biennale europea d'arte contemporaneaapprodata a Palermo per la sua 12ma edizione (si visita fino al 4 novembre).
Alessandra Buccheri, Giulia Ingarao, Emilia Valenza (a cura di ), Archetipi del femminile, Mimesis, 2017, 2017
Tra la politica della donne e l'arte c'è, per me, un legame profondo che, nella mia esperienza di... more Tra la politica della donne e l'arte c'è, per me, un legame profondo che, nella mia esperienza di femminista e storica dell'arte, ho sempre avvertito molto intensamente: sono entrambe pratiche, entrambe necessitano della relazione con l'altra/o, entrambe ricercano e coltivano la capacità di trasformarsi e di cambiare il mondo attraverso il linguaggio.
Maria Concetta Sala (a cura di), Abitare la vita, abitare la storia, 2015
Letterate Magazine, 2015
in Letterate Magazine, LM Home, Mostre | Dimenticate modelli logori e luoghi comuni sull'essere m... more in Letterate Magazine, LM Home, Mostre | Dimenticate modelli logori e luoghi comuni sull'essere madre e preparatevi ad immagini lontane da stereotipi e sentimentalismi, a raffigurazioni che affrontano, da varie prospettive, aspetti poco consolatori se non ambigui e contrastanti della maternità che oscillano fra dedizione e rifiuto, desiderio individuale e costruzione sociale, obbligo e libertà, in un'esposizione ricca, suggestiva, visivamente potente: La Grande Madre, al Palazzo Reale di Milano fino al 15 Novembre.
Letterate Magazine, 2015
in Artiste, femminismo, Letterate Magazine, LM Home | Collaboro con le donne del passato, come co... more in Artiste, femminismo, Letterate Magazine, LM Home | Collaboro con le donne del passato, come con quelle con cui lavoro realmente, per mettere al mondo l'esperienza femminile": sono parole di Miriam Schapiro, grande madre dell'arte femminista, scomparsa il 20 Giugno all'età di 91 anni.
Letterate Magazine, 2015
Share di Mariella Pasinati in femminismo, Letterate Magazine, LM Home | Questa volta, diversament... more Share di Mariella Pasinati in femminismo, Letterate Magazine, LM Home | Questa volta, diversamente dal solito, è un'energia positiva che ci restituisce Raìces (radici), la performance appositamente concepita per Palermo da Regina Josè Galindo (1974), l'artista guatemalteca e figura rappresentativa del contemporaneo (Leone d'Oro come "artista under 35" alla Biennale di Venezia del 2005) nota per le sue azioni radicali ed estreme che disturbano nel profondo e sconvolgono, spesso lasciandoci senza fiato.
Letterate Magazine, 2015
Ostetrica di chimere è una delle autodefinizioni più eloquenti ed efficaci di Annette Messager (B... more Ostetrica di chimere è una delle autodefinizioni più eloquenti ed efficaci di Annette Messager (Berck, 1943), l'artista francese che ha fatto del gioco delle identità un marchio di fabbrica; una definizione precisa perché condensa due costanti del suo operare artistico: l'uso degli animali, impagliati e di pezza, e la dimensione del femminile, punto fermo da cui, assumendo consapevolmente il suo essere donna e artista, Messager ha lanciato, a partire dagli anni '70, la sua sfida estetica ad ogni definizione predefinita dell'arte e del femminile. Quando infatti inizia il suo percorso, il mondo dell'arte è ancora prepotentemente segnato dal maschile: "All'inizio mi ignorarono. In un certo senso non era un fatto così negativo perché potevo continuare a lavorare senza pressione", a cercare, cioè, i modi per tradurre il senso di un'esperienza e di un corpo femminili al di là di identità statiche, di ruoli sociali predeterminati e dell'apparente contraddizione percepita fra l'essere donna e l'essere artista. Dice infatti Messager: "Nella mia famiglia l'artista era mio padre. Di Christian [Boltanski, suo futuro marito], ero la ragazza. E siccome ero carina, bene, si riteneva impossibile che fossi artista e carina. Dapprima ero orgogliosa di sentirmi dire il tuo lavoro sembra quello di un uomo. Poi compresi che era stupido."
Mezzocielo, 2015
La poetica di Nalini Malani ruota intorno alla memoria politica, all'intenzione di non cancellare... more La poetica di Nalini Malani ruota intorno alla memoria politica, all'intenzione di non cancellare gli effetti della violenza, della guerra, del fanatismo religioso sferrati sui corpi delle donne, sull'ambiente e sul mondo dal colonialismo, dall'imperialismo, dai fondamentalismi. Per Malani, infatti, fare arte è rendere visibili i segni di complessi traumi sociali che l'artista affronta tramite un immaginario capace di risvegliare la nostra capacità di comprendere i processi storici facendo leva su un forte coinvolgimento emozionale e grazie ad un linguaggio visivo che, nella tensione dialettica fra bellezza e repulsione, luminosità del colore ed oscurità, ci cattura e ci seduce. Nata a Karachi nel 1946 (un anno prima della separazione del Pakistan dall'India) ma cresciuta a Calcutta, si è formata artisticamente a Bombay per continuare i suoi studi all'estero, in Europa e in Asia, ma senza mai lasciare l'India. Prima artista indiana a rompere con la pittura tradizionale, il suo percorso si sviluppa a partire dalla svolta formale effettuata dopo gli anni '80, quando Malani inizia ad immettere i propri modi pittorici in nuove pratiche artistiche e nuovi media realizzando installazioni sempre più complesse in cui coesistono teatro, video art, animazione, ombre cinesi, multi proiezioni. Nelle installazioni, le immagini si sovrappongono entrando l'una nello spazio delle altre in campi che si compenetrano; quanto al dipingere, l'artista adotta la pittura inversa (una tecnica tradizionale di pittura su vetro introdotta in India dai Cinesi nel XVII-XVIII secolo) con acquerelli e smalti stesi su fogli di materiale plastico trasparente (mylar) quindi, a differenza della carta, non assorbente. Su questi fogli, chiusi a formare dei cilindri rotanti, Malani stende una pittura fluida che proietta, in un gioco di ombre cinesi, le figure dipinte e dai contorni sfocati sulle pareti circostanti dove vanno a scontrarsi/sovrapporsi con altre immagini lì proiettate, così che disegni animati, ombre e proiezioni video si integrano in un insieme travolgente di immagini luminose in movimento in un ambiente oscurato, riempito di musiche e voci in cui è immerso il pubblico. Si tratta di "narrazioni" che procedono nella libera associazione e combinazione di immagini costruite e di immagini tratte dalla realtà, in una dimensione fluida che decontestualizza e nella quale tutto è in continua trasformazione e movimento. La cultura indiana è sempre al centro del suo lavoro, sebbene l'artista la reinterpreti all'interno di un percorso dialogico e di libera assimilazione di materiali tratti dall'arte e dalla civiltà occidentale. Non si tratta, tuttavia, di subordinazione ai modelli dominanti, come la storica asimmetria delle relazioni culturali fra occidente e paesi colonizzati potrebbe far pensare, piuttosto di una modalità che è stata definita di "appropriazione inversa" dal momento che, per l'artista, non esistono
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Papers by mariella pasinati
Questo testo ricompone le ragioni di un rifiuto sessuato della guerra, segnato dal riferimento a parole, esperienze e pratiche che le donne hanno espresso e messo in atto, nel passato e nel presente. Lo compongono, nella prima parte, alcuni contributi di riflessione scritti “a caldo”, appena iniziato il conflitto, nonché i testi che hanno introdotto i Seminari della Biblioteca delle Donne UDIPALERMO del 2023. Nella seconda parte è riproposto l’itinerario di riflessione di questi due anni attraverso i volantini scritti in occasione di ogni presidio ed integrati da immagini di opere d’arte contemporanea, per restituire una lettura più perspicua delle considerazioni affrontate.
Da molte parti si riconosce oggi la necessità che la scuola si faccia protagonista del cambiamento culturale e di civiltà indispensabile per affrontare il grave problema della violenza maschile sulle donne, segno evidente, in un contesto di crisi del patriarcato, dell’incapacità degli uomini di misurarsi con la libertà delle donne. Perché ciò sia possibile e le giovani generazioni possano cominciare a sperimentare forme di convivenza civile e non violenta fra i sessi è imprescindibile un agire educativo non episodico, capace di modificare l’assetto su cui tale violenza trova il suo fondamento: una cultura centrata su un unico soggetto, il maschile. Occorre allora scompaginare l’intero impianto pedagogico e le discipline insegnate; valorizzare la presenza delle donne nella cultura e nella storia; cercare modi non neutri per interpretare cultura e società; trovare nuovi linguaggi per raccontare il maschile e il femminile, al di là degli stereotipi; utilizzare un linguaggio sessuato rispettoso dei due soggetti.
Da tale responsabilità pedagogica è nato il corso triennale di formazione docenti promosso dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia in collaborazione con la Biblioteca delle donne e Centro di consulenza legale UDIPALERMO. Questo libro ne ricompone i contributi teorici e una selezione delle progettazioni didattiche e dei lavori svolti nelle classi, contributi originali di una prassi educativa fondata sulle pratiche trasformatrici delle donne.
Ogni relatrice ha scelto pensieri, parole, immagini della produzione culturale delle donne e ne ha proposto una interpretazione, una rilettura, appunto.
Figure della letteratura come della storia dell’arte, della scienza come della filosofia (Arendt, Rosselli, Cassatt, Shelley) mostrano, nei testi raccolti in questo volume, brani della storia di un pensiero femminile autonomamente impegnato a nominare il mondo.
Ecco allora che da questo percorso, dove femminile è il soggetto interpretante, femminile l’«oggetto» della lettura, femminile l’esperienza che è in gioco, risultano chiaramente la ricchezza e le potenzialità del sapere delle donne, un sapere cui si riconosce, ormai, il valore fondante per la crescita umana e culturale di donne e uomini.
Nella storia del femminismo italiano alcune parole, risignificate alla luce dell’esperienza femminile, hanno costituito un potente fattore di crescita politica e culturale.
Mediazione femminile, desiderio, libertà: concetti in stretta interrelazioni. Ad essi si rapportano in modi diversi gli interventi raccolti in questo volume e che hanno costituito la base di discussione dei seminari organizzati dall’Udi per riflettere e approfondire il grande tema della libertà femminile. Una riflessione che ha riguardato sia il piano «teorico», la nominazione della «libertà femminile», sia la cultura delle donne, nella lettura di esperienze di libertà femminile.