Nell’Antico Testamento queste potenti e talvolta terrificanti entità si manifestavano come guide di interi popoli, che potevano condurre alla salvezza ma anche distruggere senza pietà, secondo il volere divino.
C’è un piccolo mistero che riguarda la data del 24 ottobre, giorno in cui, fino alla fine degli anni Sessanta, si ricordava San Raffaele arcangelo. Ora quel nome è sparito dal calendario dei santi del giorno, anche se molte persone, soprattutto anziani, continuano a festeggiare in quella data il loro onomastico o quello dei loro cari.
Che fine ha fatto l’arcangelo che cura i mali del corpo e dello spirito? Non è scomparso ma dal 1970, in base al nuovo calendario liturgico, il suo nome è stato associato a quello degli altri due arcangeli canonici riconosciuti dalla Chiesa cattolica, vale a dire Michele e Gabriele.
I tre sono ora festeggiati tutti insieme il 29 settembre, e con loro una ventina di altri santi e beati oscurati da tanta luce. Prima di allora, la data era assegnata esclusivamente a San Michele, in memoria della dedicazione (intorno al 400) della basilica edificata al Settimo miglio della Via Salaria, a Roma, o forse della sua apparizione sul monte Gargano nel V secolo. Anche Gabriele, che era ricordato il 24 marzo, ha perso il suo giorno speciale. L’unico luogo dove ancora si festeggia l’arcangelo Raffaele nella sua data tradizionale è la città andalusa di Cordova, in Spagna, per la quale, grazie a una profonda e antica devozione, testimoniata dai monumenti detti Trionfi, sparsi un po’ ovunque, la Chiesa ha riconosciuto una sorta di dispensa speciale.
Che cosa ha motivato questa scelta? Strano a dirsi, ma nella storia della Chiesa cattolica le figure angeliche hanno creato qualche