Non tutti i serial killer hanno avuto un nome preciso e non tutti hanno visto descritte le loro efferate gesta sulle prime pagine dei giornali o in tivù, ma non per questo, purtroppo, sono stati da meno dei loro più noti simili…
Si aggirava per quella truce villa tedesca con un’ascia nella cintola della sua divisa di SS, o meglio di quel ne rimaneva, della quale era stato così fiero fino a poco tempo prima, soprattutto per il fez grigio tipico che ne denunciava la provenienza: la Croazia, anche se lui a voler essere precisi era orgogliosamente bosniaco.
L’arma, diciamo così di fortuna, non era proprio come la nobile scimitarra che si stagliava sulla bandiera della tredicesima divisione Waffen SS «Handschar » (per l’appunto «scimitarra») di cui faceva parte. L’aveva trovata per un caso fortunato in un ripostiglio proprio lì, ma se avesse saputo che gli si sarebbe presentata un’occasione del genere non avrebbe seguito l’impulso di disfarsi in fretta e furia dei suoi strumenti di morte, decisamente più professionali e adeguati in un’occasione del genere… Ma chi se lo poteva aspettare?
Ancora una volta era rimasto sorpreso dall’imprevedibilità della guerra, un calderone che presenta strani, singolari casi – e la caotica fuga da essa ancora di più: una villa enorme e ben tre donne – tutte sole, i loro uomini morti! L’azione era stata decisa lì per lì, su due piedi. A una simile possibilità, per quanto in condizioni di esistenza estreme, non avrebbe mai pensato neppure se avesse tentato di farlo per anni interi. Ne sarebbe