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Un futuro tutto nostro: Harmony Bianca
Un futuro tutto nostro: Harmony Bianca
Un futuro tutto nostro: Harmony Bianca
E-book138 pagine2 ore

Un futuro tutto nostro: Harmony Bianca

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Info su questo ebook

Lowri: Gli indimenticabili giorni di passione insieme a Vincenzo mi hanno lasciato in dono una bellissima bambina. Sono stata una madre single per cinque anni ma, adesso che mia figlia è in pericolo, ho bisogno di ritrovare Vincenzo e rivelargli la verità. Sperando che lui sappia perdonarmi e che voglia aiutarci.

Vincenzo: Rivedere Lowri dopo tanto tempo è stato un vero shock e ancora più traumatico è stato venire a sapere che cinque anni fa sono diventato padre di Megan. Adesso la mia bambina ha bisogno di aiuto e io non intendo negarglielo. Anche perché questo significherà fare l'amore con Lowri un'ultima volta. Ma cosa succederebbe se dovessi scoprire che una sola notte non mi basta?
LinguaItaliano
Data di uscita10 lug 2020
ISBN9788830517455
Un futuro tutto nostro: Harmony Bianca
Autore

Jennifer Taylor

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Un futuro tutto nostro - Jennifer Taylor

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Saving His Little Miracle

    Harlequin Mills & Boon Medical Romance

    © 2014 Jennifer Taylor

    Traduzione di Nicoletta Ingravalle

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-745-5

    1

    Aveva sbagliato a tornare lì?

    Lowri Davies fece un profondo respiro e osservò il taxi allontanarsi. Era troppo tardi per cambiare idea. Se avesse potuto agire diversamente, l’avrebbe fatto. Ma Vincenzo era l’unico che potesse aiutarla.

    Se avesse acconsentito.

    Un brivido le corse lungo la schiena al pensiero di quello che gli avrebbe chiesto di fare. Sarebbe stato più semplice se avesse avuto anche solo una vaga idea di come lui avrebbe reagito, ma lo conosceva troppo poco per immaginare cosa avrebbe detto. Tutto quello che avevano avuto erano state quelle poche settimane e non erano bastate per permetterle di capire che persona fosse realmente. Avrebbe detto di sì o si sarebbe rifiutato di lasciarsi coinvolgere? Il fatto che non avesse risposto alla sua lettera non volgeva a suo favore, ma non poteva lasciare che quel particolare la fermasse. Aveva bisogno del suo aiuto, ne aveva disperatamente bisogno se voleva salvare Megan!

    Sollevò una mano e premette il bottone del citofono. La villa era immensa, molto più grande di quanto avesse immaginato. Era stata costruita sul versante della collina che affacciava sul Lago di Garda, su di un’imponente proprietà. Attraverso la cancellata in ferro battuto Lowri riuscì a scorgere il prato accuratamente ordinato, e sorrise. Nonostante il poco tempo che avevano passato insieme, le era stato subito chiaro che Vincenzo avesse grandi possibilità economiche, ma non aveva capito quanto fosse ricco.

    Una villa come quella doveva costare una fortuna solo per mantenerla, e aveva anche un appartamento in una zona esclusiva di Milano. Persino un chirurgo di fama come Vincenzo non si sarebbe potuto permettere quelle proprietà solo con il suo stipendio. Doveva avere mezzi privati, denaro di famiglia che lo aiutasse a condurre quella vita lussuosa. Quel pensiero la preoccupava. L’ultima cosa che voleva era che lui pensasse che fosse interessata al suo denaro.

    «Sì?»

    Il suono di una voce mascolina proveniente dal citofono la fece sussultare. Lowri si premette una mano sul petto, per calmare il cuore che le batteva all’impazzata. Erano cinque anni che non vedeva Vincenzo, e da allora non aveva più avuto contatti con lui. Eppure, aveva riconosciuto immediatamente la sua voce. Era come se le si fosse impressa nella mente e fosse rimasta lì, dormiente, per tutto il tempo. Ora, improvvisamente, aveva risvegliato una miriade di ricordi, soprattutto dell’ultima notte che avevano passato insieme...

    «Vincenzo, sono Lowri» disse in fretta, cercando di non pensarci. Nulla avrebbe cambiato quello che era successo quella notte, così come nulla avrebbe cambiato quello che era successo dopo. Lei e Vincenzo erano andati a letto insieme e vi erano state conseguenze inaspettate.

    «Lowri?»

    Lui ripeté il suo nome con un’impercettibile nota di incertezza nella voce, e Lowri sentì l’imbarazzo bruciarle le guance. Si era scordato di lei, l’aveva cancellata così bene dalla sua mente che non riconosceva neanche il suo nome? A dire la verità, forse lei era solo una delle tante donne con cui era stato. Nulla più di quello.

    «Lowri Davies» disse, sentendo montare la rabbia. Forse era stata solo un’altra tacca da aggiungere alla collezione, ma non poteva certo pretendere di non ricordarsi di lei dopo la lettera che gli aveva mandato. Si chiese se non fosse tutta una messa in scena per liberarsi di lei. Be’, se fosse stato così, sarebbe rimasto sorpreso.

    «Ti ricorderai senza dubbio di me, Vincenzo. Anche se sono sicura che tu abbia avuto molte donne nella tua vita, dubito che in molte ti abbiano scritto dicendo di aspettare un bambino da te.» Rise, una risata breve e amara. «Ti ricorda qualcosa?»

    Vincenzo Lombardi rimase senza fiato. Per un momento restò immobile a fissare il citofono. Era uno scherzo?

    Oh, si ricordava quella donna, molto meglio di quanto si sarebbe aspettato. Avevano passato insieme solo poche settimane, eppure ricordava ogni momento. Chiuse gli occhi, sorpreso dalla velocità con cui riuscì a riportare alla mente la sua immagine: capelli castano chiaro che le si adagiavano sulle spalle, occhi color nocciola che passavano dal verde all’oro a seconda dell’umore. Il suo corpo era snello ma sinuoso, con seni pieni e vita sottile.

    Il suo corpo reagì a quel ricordo e lui spalancò gli occhi. Che diavolo stava facendo? Si sarebbe dovuto concentrare su quello che lei gli aveva appena detto, non su come si era sentito quando avevano fatto l’amore.

    «Non so di cosa stia parlando, signorina. Se è uno scherzo, è davvero di cattivo gusto.»

    «Non è uno scherzo. Ti ho scritto un paio di mesi dopo essere stati insieme, non appena ho scoperto di essere incinta, in effetti. Vuoi forse farmi credere di non aver mai ricevuto la mia lettera?»

    Quel suo tono di disprezzo gli infuocò il viso. Vincenzo fissò nuovamente la cornetta, colpito dall’effetto che quella donna aveva su di lui. Erano anni che non arrossiva, anni che non provava qualcosa anche di solo vagamente simile alla vergogna. Si era allenato a non mostrare le sue emozioni, persino a non provarne, la maggior parte delle volte.

    Sapeva che i suoi colleghi dell’ospedale di Milano lo consideravano freddo e arrogante, ma non se ne preoccupava. Per come la vedeva lui, era meglio essere controllato che soffrire per tutto quello che un medico doveva sopportare durante la sua carriera.

    «Non voglio farle credere nulla, signorina. Non ho mai ricevuto nessuna lettera da lei. Questo è un dato di fatto. Ora, mi dispiace ma non ho tempo per continuare questa conversazione.»

    Vincenzo riattaccò. Prese l’asciugamano che aveva lanciato su una sedia e si avviò verso il bagno. Aveva chiesto troppo al suo corpo, quel giorno, che ora doleva per lo sforzo a cui lui l’aveva sottoposto, ma l’unico modo in cui avrebbe potuto riacquistare la sua vecchia forma fisica era spingerlo al limite delle possibilità. Erano passati sei mesi da quell’incidente sulla pista da sci che gli aveva scombussolato la vita, e avrebbe dovuto allenarsi sempre più duramente se fosse voluto tornare in sala operatoria. La chirurgia era la sua ragione di vita, quello che lo rendeva felice. Non avrebbe saputo immaginare quanto la sua esistenza sarebbe stata vuota se non avesse più potuto praticarla.

    Il suono del citofono lo riportò alla realtà. Vincenzo si voltò e lanciò un’occhiata all’apparecchio. Quindi non se n’era andata. Era ancora lì, ancora intenzionata a continuare con quella ridicola messinscena. Gettò l’asciugamano sul pavimento e uscì a grandi passi dalla stanza, deciso a porre fine a quella situazione. Non aveva idea del perché quella donna avesse deciso di venire lì e inventare quell’assurdità, ma lui non se ne sarebbe lasciato coinvolgere. Se Lowri Davies aveva avuto un bambino, sicuramente non era il suo!

    Era ferma al cancello quando Vincenzo lasciò la villa, ma rallentò non appena la vide. Sentì di colpo la necessità di prepararsi, e fu stupito di quella sensazione. La sua fiducia in se stesso era leggenda, e la propria autostima assoluta. Gli era sempre chiaro cosa fare, anche davanti alla situazione più difficile; eppure, per qualche ragione, non sapeva che comportamento tenere.

    Dopotutto, doveva esserci un motivo per cui era venuta. Erano passati cinque anni da quando l’aveva vista, e il bambino avrebbe dovuto avere almeno quattro anni. Quindi perché era venuta a dirgli che lui era il padre solo ora? Intuì che doveva esserci qualcos’altro dietro, anche se non aveva idea di che cosa. Avrebbe dovuto affidarsi solo al suo istinto per gestire quella situazione, e rimettersi alla sorte era proprio quello che odiava di più. Preferiva non avere sorprese nella sua vita, di alcun tipo. In quel modo, aveva poche possibilità di rimanere ferito.

    Quel pensiero lo lasciò di stucco, principalmente perché per la prima volta aveva ammesso di essere vulnerabile. Strinse le labbra e si avviò verso di lei. Forse il suo autocontrollo non era così infallibile come aveva pensato, ma sarebbe bastato per gestire quell’intrusione indesiderata. Non faceva alcuna differenza la ragione per cui Lowri Davies era venuta a trovarlo. Qualunque fosse stato il suo scopo, non aveva intenzione di essere manipolato!

    Lowri sentì il cuore batterle all’impazzata mentre osservava Vincenzo percorrere il viale verso di lei. Era ovvio che non fosse per nulla felice di vederla, ma non avrebbe lasciato che questo la fermasse. Gli diede un’occhiata veloce, ma le bastò per accorgersi dei cambiamenti che avevano portato in lui quegli ultimi cinque anni.

    Fisicamente era cambiato pochissimo, decise. I capelli neri erano folti e brillanti come sempre, la pelle trasudava buona salute e vitalità. Indossava pantaloncini sportivi neri e una canotta dello stesso colore, e Lowri si accorse che il suo corpo era ancora snello e in forma.

    Solo quando lui si avvicinò ancora si rese conto di quanto fosse invecchiato, e di quanto apparisse ancora più chiuso in se stesso. C’era sempre stata una sorta di distacco in lui, una tendenza a isolarsi dagli altri, che ora era più evidente. Sembrava freddo e distante e certamente non felice di vederla lì, ma non importava. Non le importava come si sentisse. L’unica cosa che contava per lei era quello che lui avrebbe potuto fare per Megan.

    «Non so perché è qui e non mi interessa. In ogni caso, mi lasci mettere in chiaro una cosa: se ha avuto un bambino, signorina Davies, non ha nulla a che fare con me.»

    Lowri dovette trattenersi dall’indietreggiare sotto il peso dello sguardo di lui, che la fissava attraverso il cancello. La freddezza che gli leggeva negli occhi faceva molta più paura della rabbia. Vincenzo aveva sempre avuto controllo su tutto. Anche se lo aveva conosciuto poco, aveva capito subito che teneva le sue emozioni sotto chiave... tranne quella notte in cui avevano fatto l’amore.

    Si sentì avvampare al pensiero e scrollò le spalle. Aveva cercato di non pensare a quella notte. Le era sembrato inutile rimuginarci sopra, e

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