C’era una volta una cacca di cane
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Un invito a cercare il bello nascosto in ogni bruttura, guardando sotto una nuova luce i piccoli e grandi tesori disseminati sui marciapiedi di Roma. Al di là delle apparenze e dei luoghi comuni, un’ode romantica a una città talmente bella da rendere belle persino le sue cacche.
La raccolta include i seguenti racconti:
- Cacca di sera, bel tempo si spera
- Nascondino
- Agosto
- I bimbi nel parco
- La cacca in incognito
- Una cacca e una carezza
- La cacca randagia
- Acrobazie di una cacca
- La cacca volante
- Lo zerbino
- Una cacca a zonzo
- Lo struscio
- La cacca dal cuore d’oro
- La cacca rapita
- Natale
- Il forestiero
Andrea Lombardi è autore poco prolifico di sceneggiature di scarso successo, fiabe per bambini e racconti quasi sempre poco seri, vagamente surreali e almeno in parte autobiografici. È nato a Roma, dove per fortuna o per disgrazia abita da sempre.
Andrea Lombardi
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Anteprima del libro
C’era una volta una cacca di cane - Andrea Lombardi
Cacca di sera, bel tempo si spera
Il tramonto, morte del giorno e rifugio dello spirito. E non un tramonto qualsiasi, ma il tramonto a Roma, linfa preziosa per gli animi più nobili. Probabilmente non c’e cosa più romantica al mondo, tanto che è solo per la frenesia che c’impone la vita in città se non tutti apprezziamo appieno lo spettacolo che ogni sera va in scena sui nostri marciapiedi.
Il cielo si tinge di arancio, poi di rosso e di viola mentre le ombre si allungano fino a fondersi con l’asfalto, prima di ricomparire sotto le luci dei lampioni e poi ancora più lunghe davanti ai fari delle auto di passaggio.
Proprio le auto si fanno sempre più rare, finché in strada non c’è più quasi nessuno, mentre in ogni casa si accendono i fornelli e si apparecchia la tavola per cena.
Solo allora sul marciapiede si affacciano i veri intenditori, i cittadini più sensibili e gli inguaribili romantici, coloro che sanno che solo in mezzo a una strada deserta si può apprezzare davvero la città in cui si vive. Insieme a loro compaiono anche i loro fedeli amici a quattro zampe, con nelle pance un piccolo esercito di cacche pronte a colonizzare ogni via del centro e della periferia più selvaggia.
Con in giro pochi occhi indiscreti e pochi impiccioni pronti a mettere il naso e la bocca nel miracolo che si ripete ogni giorno, ogni cagnetto può godersi ancor di più la sua passeggiata ed il richiamo della natura, regalando in cambio alla città un po’ della natura che egli stesso si porta dentro.
Al tramonto quella natura sembra ancora più dolce e gentile, al pari delle figure silenziose che passeggiando s’incrociano e si riconoscono come membri di una tribù a cui solo loro hanno la fortuna di appartenere.
Lo stesso fanno i loro cani, limitandosi a un’annusata veloce e non invadente come spesso lo è invece di giorno, consapevoli della fugacità di quegli attimi che portano alla sera ma che sera ancora non sono. Tra cani ci si risparmia i soliti convenevoli così come tra i loro padroni, ai quali quando arriva il tramonto non interessa più se il cane altrui sia maschio o femmina e quanti anni abbia.
A chiunque s’incontri in quell’orario magico basta sapere che chi ha di fronte ha un animo nobile come il suo, quindi a tutti basta un sorriso rapido quanto esaustivo mentre affrettano il passo prima che il sole scompaia del tutto.
C’è ancora tanto da fare, d’altronde, prima che il buio avvolga ogni strada e ogni quartiere. Tanto da vedere e da respirare, un’intera città da vivere come in pochi sanno viverla ancora.
Nel frattempo, proprio come le ombre di quegli alfieri del crepuscolo, anche le cacche dei loro cani si fondono all’asfalto nella penombra di un cespuglio, davanti a un portone, o proprio di fianco al cassonetto in cui sarebbe fin troppo facile abbandonare una cacca appena nata e già pronta a conquistarsi il suo posto nel mondo. Una cacca che l’indomani chiunque potrà ammirare, scoprendo una volta di più che mentre tutti erano a cena o sdraiati sul divano dopo una lunga giornata di lavoro, c’era chi di quella giornata si godeva ancora gli ultimi scampoli, per il bene non solo suo ma di tutti.
La distesa di cacche che la città intera riscopre all’alba non nasce infatti dal nulla, ma dalla perseveranza di chi non si arrende, dalla sensibilità di chi sa ancora commuoversi guardando il cielo che lentamente si spegne, mentre il suo cane regala a quel cielo e al marciapiede un’altra