Il bullo e la bestia
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Anteprima del libro
Il bullo e la bestia - Manuel Innocenti
Introduzione
DA QUALCHE PARTE, NELL’OCEANO
La gigantesca onda si infranse contro lo scafo della possente nave cargo che sfidava il mare in tempesta e molti degli uomini del personale di bordo furono svegliati di soprassalto a causa della perdita di equilibrio.
Uno di essi si precipitò a controllare la stiva, dove era collocato l’importante carico da portare a destinazione. Trovò parecchie casse di legno rovesciate, alcune delle quali avevano stampato sopra un misterioso logo formato da tre lettere. Era la prima volta che notava quel dettaglio, dato che in precedenza le aveva viste unicamente ammassate tutte insieme. Una di esse si era aperta nel violento impatto contro la parete.
Uno squillo di telefono proveniente dalla cabina alla sua sinistra catturò l’attenzione dell’uomo, che andò a rispondere.
Come procede il viaggio, il carico è al sicuro?
, chiese una voce misteriosa dall’altra parte della cornetta.
Sì Signore, tutto sotto controllo
, rispose l’uomo sulla nave con voce tremante, mentre i suoi occhi continuavano a osservare la grande cassa di legno aperta.
La linea cadde improvvisamente e tutte le luci si spensero. Era saltata la corrente.
Un verso stridulo e animalesco proveniente da qualche parte nel buio fece spaventare l’uomo, che tremando si mise a frugare nelle tasche in cerca della piccola torcia a pile che portava sempre con sé. La trovò e la accese, puntandola nella direzione in cui aveva sentito provenire il suono. Notò una piccola sagoma dall’aspetto poco familiare andare a nascondersi dietro una delle grandi casse di legno rovesciate.
L’uomo si fece coraggio e cominciò a muoversi lentamente in direzione della misteriosa figura, mentre faticava a tenere ferma la luce della torcia che illuminava il suo cammino. Quando arrivò dietro la grande cassa di legno, la torcia si spense.
Dannazione!
, esclamò.
Si era dimenticato di cambiare le pile dalla volta prima e proprio in quel momento la carica si era esaurita.
Lo stesso terrificante verso di pochi istanti prima, questa volta più vicino, ruppe il silenzio e l’uomo si mosse d’istinto verso il grande pannello alla sua destra, unica fonte di luce nei paraggi. Una volta arrivato, alzò la maniglia rossa centrale e alcune luci blu di emergenza si accesero.
Davanti a sé, uno strano essere a quattro zampe dalla forma irriconoscibile, stava fissando l’uomo con i suoi grandi occhi gialli.
Capitolo 1
LUKAS
Lukas trascinava i piedi sull’asfalto. Aveva lo sguardo basso e nella testa i pensieri rimbalzavano come una grossa nuvola di cavallette, pronte a divorare qualsiasi cosa sul loro cammino. Lo zaino pesava sulle sue giovani e gracili spalle, ma di certo non più del macigno che sentiva in quel momento sul petto. A mano a mano che la distanza che lo separava dall’ingresso della scuola media si accorciava, il cuore accelerava il suo battito.
Non era stato sempre così. C’era stato un tempo in cui la scuola aveva le sembianze dell’avventura e del divertimento, prima di tutto. Una specie di sacro rituale quotidiano in cui ricongiungersi con i propri compagni di classe e amici, in cui scoprire nuove ed eccitanti cose del mondo là fuori, illuminati dalla luce calda e vivida di quel possente faro che sembrava essere l’insegnante.
Da quando tutto questo era scomparso?
Ora l’unica cosa che lo rassicurava era il dolce suono della campanella che segnava la fine della giornata scolastica e l’unica luce di riferimento era quella che illuminava l’uscio di casa, con la Nonna sorridente ad accoglierlo e un buon piatto caldo sulla tavola. E naturalmente Markus, l’unico vero amico, quello di sempre, conosciuto all’asilo in qualche istante ormai dimenticato, ritrovato come inseparabile compagno di banco alle elementari e adesso purtroppo finito nella classe opposta alla sua, in fondo al corridoio. Quando era successo di preciso che quel misterioso meccanismo nascosto si era incastrato e nulla sembrava più girare per il verso giusto? Lukas non lo sapeva e neanche ci pensava. In quel momento tutto ciò che lo preoccupava era l’immagine inquietante e spaventosa di Billy, il bulletto della classe che ogni giorno aveva l’abitudine di prendere di mira il malcapitato di turno.
Ti prego, fa che oggi non tocchi a me
, pensava tra sé e sé, provando un pizzico di vergogna per aver desiderato che toccasse a qualcun altro.
Si sistemò la piccola frangetta di capelli neri che teneva sempre ben ordinata e raggiunse la strada che portava dritta al civico della scuola. Vide in lontananza Markus che correva verso l’ingresso, aggiustandosi a ogni saltello quei grandi occhiali rotondi, troppo grandi per il suo piccolo viso, ancora dai tratti fortemente bambineschi.
Un sorriso lieve illuminò per qualche istante il suo di viso, allontanandolo per un attimo dai suoi angoscianti pensieri.
L’idillio non durò molto. Lo sguardo si posò su una sagoma che aveva appena svoltato l’angolo dal lato opposto della via. Aveva delle enormi e costose cuffie per la musica che coprivano gran parte della testa, un giubbotto nero imbottito e le mani riposte nelle tasche. La sagoma gli veniva incontro e a poco a poco i tratti del volto si delineavano, con quegli occhi perennemente semichiusi e quella camminata ciondolante che pareva una sorta di marcia del terrore. Non c’erano dubbi, era Billy, e stava camminando proprio verso di lui.
Lukas provò attimi di incertezza e tentennamento, nel dubbio se tirare dritto facendo finta di nulla o se bloccarsi di colpo per trovare un nascondiglio dietro qualche automobile parcheggiata, correndo il rischio però di attirare troppo l’attenzione.
Scelse la seconda opzione. Deviò nel modo che credeva più spontaneo possibile verso l’estremità del marciapiede, come se dovesse attraversare la strada. Una volta sceso lo scalino si abbassò come per allacciarsi le stringhe delle scarpe e con un movimento rapido poggiò la schiena contro la parte posteriore della grossa auto nera che aveva individuato pochi istanti prima come nascondiglio perfetto.
Il respiro si era fermato già da qualche istante e stando attento a non produrre rumori sospetti, sfilò il telefono cellulare dalla tasca dei pantaloni per controllare l’ora. Erano le 7:56. Gli rimanevano solo quattro minuti per raggiungere l’ingresso e salire di corsa verso la sua classe.
Si sporse lentamente dal retro dell’auto per controllare che Billy fosse già entrato a scuola, quando alle sue spalle una voce squillante lo fece sobbalzare sul posto:
Ehi Lukas, che ci fai nascosto qui sotto?
.
Capitolo 2
MARKUS
Markus si svegliò di soprassalto al suono della nuovissima