Cesare Paravicini: differenze tra le versioni

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{{Carica pubblica
|nome = Cesare Paravicini
|immagine = |didascalia =
|carica = [[Sindaci di Varese|Podestà di Varese]]
|mandatoinizio = [[1848]]
|mandatofine = [[1849]]
|mandato =
|vice di =
|capo di stato =
|presidente =
|vicepresidente =
|primoministro =
|viceprimoministro =
|vice =
|predecessore = [[Giovanni Speroni]]
|successore = [[Girolamo Veratti]]
|legislatura =
|gruppo parlamentare =
|coalizione =
|circoscrizione =
|collegio =
|prefisso onorifico = Nobile
|suffisso onorifico =
|partito =
|titolo di studio =
|alma mater =
|professione =
|firma =
}}
{{Bio
|Nome = Cesare Giuseppe Maria
|Cognome = Paravicini
|Sesso = M
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|GiornoMeseMorte = 16 settembre
|AnnoMorte = 1867
|Epoca = 1800
|Attività = patriota
|Attività2 = politico
|Epoca = 1800
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , personaggio del [[Risorgimento italiano]]
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==Biografia==
Cesare Giuseppe Maria Paravicini appartenevaApparteneva ad una nobile famiglia originaria della [[Valtellina]], trasferitasi a [[Varese]] nel diciassettesimo secolo. Nacque a [[Milano]] il 23 gennaio [[1810]], figlio del nobile Giovanni Filippo Paravicini (Milano [[1779]] – [[1838]]) e di [[Donna (appellativo onorifico)|donna]] Felicita Sartirana ([[Giussano]] [[1788]] – Milano [[1866]]). <ref>Vittorio Spreti (e collab.), Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-1936, Vol. V, pp. 160-162</ref> Frequentò gli studi secondari a [[Roma]] presso i [[Gesuiti]]. Desideroso di libertà, emigrò a [[Vienna]] dove entrò in rapporto con patrioti italiani iscritti alla [[Giovine Italia|Giovane Italia]] che lo iniziarono all'attività politica. <ref>Gianfranco Zanini, Cesare Paravicini, patriota varesino, in Lombardia nordovest, Varese, luglio-agosto 1979, pp. 27–34</ref>
 
Rientrato in [[Patria]] proseguì gli studi iscrivendosi alla facoltà di [[giurisprudenza]]. Nel maggio del [[1833]], insieme ad un amico medico, [[Tito Omboni]] ([[1811]] – [[1900]]), resosi poi noto per i suoi viaggi nell'[[Africa Occidentale]], si trasferì dapprima in [[Svizzera]] e poi a [[Parigi]] ove si unì ai numerosi fuoriusciti italiani; per tale motivo fu sottoposto al controllo della polizia francese e, in occasione dell'attentato di [[Louis Alibaud]] a re [[Luigi Filippo di Francia|Luigi Filippo]] del 25 giugno [[1836]], fu incluso nella lista dei sospettati senza che ci fosse tuttavia alcuna prova di un suo coinvolgimento. Dovette quindi allontanarsi e rientrare a Varese dove fu subito accolto tra coloro che agognavano la fine dell'occupazione dell'[[Impero Austriacoaustriaco]].
 
Sposatosi con Giuseppina Bellezza, piemontese, ebbe quattro figli: Isabella, Cesarina, Giovanni (morto in giovane età) ed Ernestina.
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Eletto consigliere del Comune di Varese per la prima volta nel [[1843]], mantenne tale carica rappresentativa quasi ininterrottamente sino all'anno della morte.
 
Nel [[1848]], sotto il [[Governo provvisorio di Milano|Governo Provvisorio]], fu nominato Podestà di Varese. Dopo il ritorno dell'[[Austria]] fu escluso dall'amnistia concessa da [[Josef Radetzky|Radetzky]] e dovette riparare prima in [[Piemonte]] e poi nuovamente in Svizzera. Colà strinse legami di amicizia con [[Carlo Cattaneo (patriota)|Carlo Cattaneo]] del quale condivideva il pensiero politico. <ref>Massimo Lodi e Luisa Negri, C'erano una volta Novantuno protagonisti della storia di Varese, Varese, 1989, ASK Edizioni; pp. 153–154</ref>
 
Rimpatriato agli inizi degli anni Cinquanta, in seguito ad un provvedimento di amnistia emanato dal Governo austriaco, riuscì a riprendere l'impegno politico, nonostante la sorveglianza della polizia austriaca. Nel maggio del [[1859]] fu ancora tra i protagonisti della difesa di Varese.
 
Morì il 16 settembre [[1867]] sinceramente compianto dai suoi concittadini. Il Comune di Varese lo volle onorare dedicandogli una via cittadina e sotto il portico del [[Palazzo Estense]], sede del Municipio, una lapide<ref>[http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/schedaoltre.asp?ID=7274 Chi era Costui - Scheda di Cesare Paravicini<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> ricorda la carica di Podestà da lui ricoperta, il suo esilio, come pure il suo efficace contributo al [[Risorgimento italiano]].
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
*[[Leopoldo Giampaolo]] - [[Mario Bertolone]], ''La prima campagna di Garibaldi in Italia (da Luino a Morazzone) e gli avvenimenti militari e politici nel varesotto 1848 - 1849'', [[Varese]], Musei Civici di Varese Editori 1950;
*[[Gianfranco Zanini]], ''Cesare Paravicini, patriota varesino'', in ''Lombardia nordovest'', Varese, luglio-agosto 1979, pp. 27-34&nbsp;27–34;
*[[Silvano Colombo]] (a cura di), ''Varese vicende e protagonisti'', [[Bologna]], 1977, Edizioni Edison; vol. III;
*[[Massimo Lodi]] e [[Luisa Negri]], ''C'erano una volta Novantuno protagonisti della storia di Varese'', Varese, 1989, ASK Edizioni; pp. 153-154&nbsp;153–154;
*[[Federico Della Chiesa]], ''Noterelle Varesine'', con un saggio introduttivo di [[Massimo Lodi]], Varese, 1991, Edizioni Lativa.
*[[Pietro Macchione]], ''Effetto Garibaldi. Storia degli anni che cambiarono Varese'', Varese, 2007, Macchione Editore.
 
{{Portale|biografie|Risorgimento}}
==Note==
<references/>
 
{{Portale|biografie}}
 
{{Voci isolate|Anello2}}
 
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[[Categoria:Patrioti legati a Milano]]
[[Categoria:Politici legati a Milano]]