Gaio Giulio Cesare: differenze tra le versioni

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|immagine = Gaius Iulius Caesar (Vatican Museum).jpg
|legenda = Il Cesare Chiaramonti, esposto ai [[Musei Vaticani]]
|altrititoli = ''[[Pater Patriae]]'', ''[[Imperator]]'', ''Dictator PerpetuoPerpetuus'', ''Divus Iulius'' (dopo la morte)
|nome completo = ''Gaius Iulius Caesar''
|data di nascita = 13 luglio [[101 a.C.]]<ref name="n_101" /> o 12 luglio [[100 a.C.]]<ref name="n_100" />
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|pretura = [[62 a.C.]]
|propretura = [[61 a.C.]] - [[60 a.C.]] nella [[Spagna romana|Spagna ulteriore]]
|consolato = [[59 a.C.]]<br>[[48 a.C.]]<br>[[46 a.C.]]<br>[[45 a.C.]] <br>[[44 a.C.]]
|proconsolato = [[58 a.C.]] - [[50 a.C.]] nelle [[Gallia|Gallie]]
|dittatura = [[49 a.C.]] - [[44 a.C.]]
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|AnnoMorte = 44 a.C.
|Epoca = I a.C.
|Attività = militaregenerale
|Attività2 = politico
|Attività3 = storico
|AttivitàAltre = , [[Console (storia romana)|console]], [[Dittatore (storia romana)|dittatore]], [[Pontefice massimo (storia romana)|pontefice massimo]], [[Oratoria|oratore]] e [[scrittore]]
|Nazionalità = romano
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}}
 
Ebbe un ruolo fondamentale nella transizione del sistema di governo dalla forma [[Repubblica romana|repubblicana]] a quella [[Impero romano|imperiale]]. Fu dittatore (''dictator'') di Roma alla fine del [[49 a.C.]], nel [[47 a.C.]], nel [[46 a.C.]] con carica decennale e dal [[44 a.C.]] come dittatore perpetuo, e per questo ritenuto da [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] il primo dei ''[[Vite dei Cesari|dodici Cesari]]'', in seguito sinonimo di [[imperatore romano]].<ref>{{cita|Svetonio|''Vite dei dodici Cesari'', ''Cesare''}}.</ref> Con la [[conquista della Gallia]] estese il dominio della ''res publica'' romana fino all'[[oceano Atlantico]] e al [[Reno]]; portò gli [[Esercito romano|eserciti romani]] a invadere per la prima volta la [[Britannia (provincia romana)|Britannia]] e la [[Germania (provincia romana)|Germania]] e a combattere in [[Spagna romana|Spagna]], [[Grecia romana|Grecia]], [[Egitto (provincia romana)|Egitto]], [[Ponto]] (attuale Anatolia nord-orientale) e [[Africa (provincia romana)|Africa]].
 
Il [[primo triumvirato]], l'accordo privato per la spartizione del potere con [[Gneo Pompeo Magno]] e [[Marco Licinio Crasso]], segnò l'inizio della sua ascesa. In base all'accordo, Cesare sarebbe stato eletto [[Console (storia romana)|console]] con l'appoggio politico di [[Gneo Pompeo Magno|Pompeo]] e finanziario di [[Marco Licinio Crasso|Crasso]]; in cambio, una volta [[Console (storia romana)|console]], avrebbe ratificato i provvedimenti presi in [[Oriente (regione geografica)|Oriente]] da [[Gneo Pompeo Magno|Pompeo]], avrebbe concesso le terre ai suoi veterani, e avrebbe avviato delle riforme a favore del [[Ordine equestre|ceto equestre]] per [[Marco Licinio Crasso|Crasso]]. Con il rinnovo del triumvirato, a [[Lucca]] nel [[56 a.C.]], fu riconfermato [[proconsole]] in [[Gallia Cisalpina]] (e [[Illyricum|Illirycum settentrionale]]), [[Gallia Narbonense]] e [[Gallia Comata]]. Dopo la morte di Crasso, caduto contro i [[Impero partico|Parti]] ([[Battaglia di Carre|Carre]], [[53 a.C.]]), Cesare si scontrò con Pompeo e la fazione degli ''[[Ottimati|optimates]]'' per il controllo dello Stato. Nel [[49 a.C.]], di ritorno dalla Gallia, guidò le sue legioni attraverso il [[Rubicone]] (sulla cui linea, nell'81 a.C., [[Lucio Cornelio Silla]] aveva spostato il confine del [[pomerio]] della città) pronunciando le celebri parole ''«[[Alea iacta est]]»'', e scatenò la [[Guerra civile romana (49-45 a.C.)|guerra civile]], con(pronunciando lale qualecelebri divenneparole capo''«[[Alea indiscussoiacta di Roma:est]]»''). sconfisseSconfisse Pompeo a [[battaglia di Farsalo|Farsalo]] ([[48 a.C.]]) e successivamente gli altri ''optimates'', tra cui [[Marco Porcio Catone Uticense|Catone l'Uticense]], in Africa e in Spagna, divenendo capo indiscusso di Roma.
 
Con l'assunzione della dittatura a vita diede inizio a un processo di radicale riforma della società e della politica romana, assicurandosi potere assoluto sulla Repubblica. Il suo operato provocò la reazione dei conservatori, finché un gruppo di senatori, capeggiati da [[Marco Giunio Bruto]], [[Gaio Cassio Longino]] e [[Decimo Giunio Bruto Albino|Decimo Bruto]], cospirò contro di lui, uccidendolo alle [[Cesaricidio|idi di marzo]] del [[44 a.C.]] (15 marzo 44). Nel [[42 a.C.]], appena due anni dopo il suo assassinio, il [[Senato romano|Senato]] lo [[Apoteosi|deificò]] ufficialmente, elevandolo a [[Religione romana|divinità]]. L'eredità riformatrice e storica di Cesare fu quindi raccolta da [[Augusto|Ottaviano Augusto]], suo pronipote e [[Adozione nell'antica Roma|figlio adottivo]].<ref>{{cita|Nardi 2009|pp. 59-60}}; {{cita|Southern 2001|pp. 22-44}}
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Le ultime parole di Cesare sono state riferite in vario modo:
 
* ''{{Polytonic|Καὶ σὺ, τέκνον;}}'' (''Kai su, teknon?'', in greco, "Anche tu, figlio?")<ref name="Morte_SvetonioMorte Svetonio">{{cita|Svetonio, ''Vite dei Cesari''|''Cesare'', 82}}; [[Cassio Dione]], [[Storia romana (Cassio Dione)|Storia Romana]], 44,19,5.</ref>
* ''[[Tu quoque, Brute, fili mi!]]'' (in latino, "Anche tu, Bruto, figlio mio!")<ref>Si tratta della versione più diffusa.</ref>
* ''Et tu, Brute?'' (in latino, "Anche tu, Bruto?"), che è la versione riportata da [[William Shakespeare]] nella tragedia ''[[Giulio Cesare (Shakespeare)|Giulio Cesare]]''.<ref>[[William Shakespeare]], ''Giulio Cesare'', atto III, scena I.</ref>
 
Svetonio riferisce che, secondo il medico Antistio, nessuna delle ferite subite da Cesare fu mortale, con l'eccezione della seconda, in pieno petto.<ref name="Morte_SvetonioMorte Svetonio"/>
 
==== La successione ====
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{{Plutarco}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Anticaantica Roma|biografie|Età augustea|letteratura|lingua latina}}
{{vetrina|1|aprile|2008|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Gaio_Giulio_Cesare|arg=sovrani}}