Gaio Giulio Cesare: differenze tra le versioni

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La regione del Ponto ai giorni nostri
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==== Nuovo corso amministrativo ====
Assunta la dittatura, Cesare continuò l'attuazione di alcune di quelle riforme che erano state portate avanti da Silla quasi cinquant'anni prima. Decise di estendere la [[cittadinanza romana]] agli abitanti della Gallia TranspadanaCisalpina, e portò a novecento il numero dei senatori, inserendo nell'assemblea degli uomini a lui fedeli. Intese, inoltre, rafforzare le [[assemblee romane|assemblee popolari]] a detrimento del Senato stesso, che avrebbe dovuto gradualmente perdere la propria autonomia decisionale.<ref>[[Theodor Mommsen]], ''Storia di Roma antica'', p. 1123.</ref> Fu il primo, poi, a tentare di adattare la burocrazia della ''res publica'' alle nuove esigenze che essa mostrava di avere: dopo la conquista della Gallia e l'espansione a Oriente c'era bisogno di una migliore gestione del potere e di un apparato statale più efficiente. Egli, perciò, con il duplice obiettivo di risolvere i neonati problemi e di offrire cariche ai suoi sostenitori politici:
* aumentò il numero dei magistrati: i questori passarono da venti a quaranta, i pretori da otto a sedici, gli edili furono sei. I consoli rimasero due, con l'aggiunta di altri due magistrati che, seppure privi di qualsiasi ''imperium'' consolare, potevano poi svolgere le funzioni dei proconsoli;
* si fece attribuire il diritto di nominare metà dei magistrati, e poteva comunque raccomandarne altri e fare in modo che venissero eletti ugualmente;