Sergio Cragnotti: differenze tra le versioni

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È stato un imprenditore di spicco negli [[anni 1990]] e fino agli inizi degli [[anni 2000]], quando è stato coinvolto nel ''crac'' del gruppo [[Cirio]].
È conosciuto soprattutto per aver legato il suo nome alla [[Società Sportiva Lazio]] tra gli [[Anni 1990|anni novanta]] e [[Anni 2000|duemila]].
 
Nel corso della sua carriera è stato presidente della [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] dal 1992 al 1994 e dal 1998 al 2003. Durante la sua gestione, durata ininterrottamente dal 1992 al 2003, la Lazio ha vinto sette trofei: un [[Serie A|campionato]], due [[Coppa Italia|Coppe Italia]], due [[Supercoppa italiana|Supercoppe italiane]], una [[Coppa delle Coppe UEFA]] e una [[Supercoppa UEFA]].
==Biografia==
Nato nel quartiere romano [[Appio-Latino]], nei pressi di [[Porta Metronia]], e laureatosi in [[Economia e commercio]], Cragnotti incomincia la sua carriera finanziaria come contabile nella ''Calce e Cementi Segni'', società della [[Bombrini Parodi Delfino]] di [[Colleferro]]. Dalla ''Calce e Cementi Segni'' emigra e va a lavorare per conto della ''Cimento Santa Rita'' in [[Brasile]], paese che sarà all'origine della sua fortuna successiva e in cui trascorrerà talmente tanti anni da essere soprannominato "''Serginho''". La società brasiliana viene acquisita dai [[Ferruzzi]] e così Cragnotti incontra il capo della famiglia ravennate, [[Serafino Ferruzzi]]. Nel giro di poco tempo viene nominato responsabile di tutte le attività brasiliane del gruppo Ferruzzi.
 
===Da FerruzziCarriera ad Enimont===
=== Gli inizi ===
Dopo la tragica morte dello stesso Serafino (1979), alla guida del gruppo agroalimentare viene nominato [[Raul Gardini]], il genero. Proprio da Gardini, il quale gli affibbiò il soprannome di "''Giapponese''", Cragnotti viene nominato responsabile delle attività in [[Francia]], per poi rientrare in [[Italia]] dopo qualche tempo ed iniziare un'inarrestabile scalata ai vertici, riuscendo a farsi assegnare un ruolo di primo piano nell'amministrazione finanziaria della [[Montedison]] come vicepresidente prima e amministratore delegato poi. Dalla fusione di questa con l'[[EniChem|Enichem]], nasce l'[[Enimont]], di cui lo stesso Cragnotti diventa amministratore delegato nel 1989, portando in settembre la società in [[Borsa Italiana|Borsa]] e diventando uno degli esecutori della scalata condotta da [[Raul Gardini]] sull'Enimont: in meno di due mesi Gardini e i suoi amici conquistano la maggioranza, in aperto contrasto con il socio statale paritetico, Enichem.<ref>{{cita|Mazzuca|pp. 216-219}}.</ref>
Nato nel quartiere romano [[Appio-Latino]], nei pressi di [[Porta Metronia]], e laureatosi in [[Economiaeconomia e commercio]], Cragnotti incominciacomincia la sua carriera finanziaria come contabile nella ''Calce e Cementi Segni'', società della [[Bombrini Parodi Delfino]] di [[Colleferro]]. Dalla ''Calce e Cementi Segni'' emigra e va a lavorare per conto della ''Cimento Santa Rita'' in [[Brasile]], paesePaese che sarà all'origine della sua fortuna successiva e in cui trascorrerà talmente tanti anni da essere soprannominato "''Serginho''". La società brasiliana viene acquisita dai [[Ferruzzi]] e così Cragnotti incontra il capo della famiglia ravennate, [[Serafino Ferruzzi]]. Nel giro di poco tempo viene nominato responsabile di tutte le attività brasiliane del gruppo Ferruzzi.
 
=== L'arrestoascesa ===
Nel 1991, una volta uscito da Enimont con una liquidazione record da 80 miliardi di lire, entra in piena autonomia e spregiudicatezza nel mondo dell'imprenditoria fondando una [[merchant bank]], ''Cragnotti & Partners Capital Investment NV'', di cui è il principale azionista nonché presidente. Compra aziende a poco per rivenderle a tanto, la sua specialità, ma realizza anche quello che probabilmente era un suo sogno giovanile: diventare imprenditore. Acquisisce in Brasile la ''Bombril'' (azienda leader di mercato nel settore della detergenza domestica), in [[Canada]] la ''Lawson Mardon'' (societá quotata in Borsa operante nel settore degli imballaggi), e in Italia conclude l'acquisto della ''Brill'' (società produttrice di lucido per scarpe) e della ''Semenzato Casa d'Aste''. Avviene anche la prima operazione di grande importanza, ovvero l'acquisizione dell'A.L.A. dalla [[Marzotto (famiglia)|famiglia Marzotto]] e della ''[[Polenghi Lombardo]]'' dalla ''[[Fedital]]'', la società capofila della partecipazione del settore latte della [[Federconsorzi]], che lo stesso Cragnotti acquisterà dal [[concordato preventivo]] Federconsorzi nell'anno successivo; presenterà in quel periodo anche un'offerta d'acquisto, senza poi realizzarlo, per il marchio di elettronica di consumo ''[[Autovox]]''. Per i fatti relativi all'acquisizione di ''Fedital'', l'imprenditore capitolino fu poi imputato nella procedura per bancarotta preferenziale, ma fu prosciolto dal [[Giudice per le indagini preliminari|Gip]].
Dopo la tragica morte dello stesso Serafino (1979), alla guida del gruppo agroalimentare viene nominato [[Raul Gardini]], il genero. Proprio da Gardini, il quale gli affibbiò il soprannome di "''Giapponese''", Cragnotti viene nominato responsabile delle attività in [[Francia]], per poi rientrare in [[Italia]] dopo qualche tempo ed iniziare un'inarrestabile scalata ai vertici, riuscendo a farsi assegnare un ruolo di primo piano nell'amministrazione finanziaria della [[Montedison]] come vicepresidente prima e amministratore delegato poi. Dalla fusione di questa con l'[[EniChem|Enichem]], nasce l'[[Enimont]], di cui lo stesso Cragnotti diventa amministratore delegato nel 1989, portando in settembre la società in [[Borsa Italiana|Borsa]] e diventando uno degli esecutori della scalata condotta da [[Raul Gardini]] sull'Enimont: in meno di due mesi Gardini e i suoi amicisodali conquistanosi prendono la maggioranza, in aperto contrasto con il socio statale paritetico, Enichem.<ref>{{cita|Mazzuca|pp. 216-219}}.</ref>
 
Nel 1991, una volta uscito da Enimont con una liquidazione record da 80 miliardi di lire, entra in piena autonomia e spregiudicatezza nel mondo dell'imprenditoria fondando una [[merchant bank]], ''Cragnotti & Partners Capital Investment NV'', di cui è il principale azionista nonché presidente. CompraNegli aziendeanni asuccessivi pocorileva perdiverse rivenderleaziende ain tanto,tutto lail sua specialità, ma realizza anche quello che probabilmente era un suo sogno giovanile: diventare imprenditoremondo. Acquisisce in Brasile la ''Bombril'' (azienda leader di mercato nel settore della detergenza domestica), in [[Canada]] la ''Lawson Mardon'' (societásocietà quotata in Borsa operante nel settore degli imballaggi), e in Italia conclude l'acquisto della ''Brill'' (società produttrice di lucido per scarpe) e della ''Semenzato Casa d'Aste''. Avviene anche la prima operazione di grande importanza, ovvero l'acquisizione dell'A.L.A. dalla [[Marzotto (famiglia)|famiglia Marzotto]] e della ''[[Polenghi Lombardo]]'' dalla ''[[Fedital]]'', la società capofila della partecipazione del settore latte della [[Federconsorzi]], che lo stesso Cragnotti acquisterà dal [[concordato preventivo]] Federconsorzi nell'anno successivo; presenterà in quel periodo anche un'offerta d'acquisto, senza poi realizzarlo, per il marchio di elettronica di consumo ''[[Autovox]]''. Per i fatti relativi all'acquisizione di ''Fedital'', l'imprenditore capitolino fusarà poi imputato nella procedura per bancarotta preferenziale, ma fusarà prosciolto dal [[Giudice per le indagini preliminari|Gip]].
===Proprietario della Lazio===
Il 20 febbraio 1992 Sergio Cragnotti, seguendo anche il suggerimento di suo fratello Giovanni, rileva ufficialmente la [[Società Sportiva Lazio]], dopo una lunga trattativa con il presidente [[Gianmarco Calleri]] e l'altro azionista di riferimento Renato Bocchi, per una cifra di 38 miliardi di lire.<ref name="Panini">{{cita libro|titolo=Calciatori ‒ La raccolta completa Panini 1961-2012|editore=Panini|anno=2012|mese=luglio|giorno=2|p=10|volume=Vol. 9 (1992-1993)}}</ref> Il 12 marzo dello stesso anno verrà nominato presidente della società biancoceleste, per la quale spese alla sua prima sessione di calciomercato circa 60 miliardi, portando a [[Roma]] giocatori del calibro di [[Diego Fuser]], [[Paul Gascoigne]] (formalizzando l'acquisto dell'inglese già concluso dal suo predecessore Calleri), [[Giuseppe Signori]] (la cui cessione al {{Calcio Parma|N}} di [[Calisto Tanzi|Tanzi]] è stata impedita l'11 giugno 1995 dai tifosi laziali che si riversavano in massa nelle strade di Roma con destinazione via Novaro, dov'era la sede societaria, con grande disappunto dello stesso Cragnotti che si vede così costretto, nella sera di quello stesso giorno, a comunicare l'interruzione di ogni trattativa di mercato e addirittura la volontà di vendere il pacchetto azionario di maggioranza del club<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/06/13/roma-si-ribella-signori-non-parte.html|titolo=Roma si ribella, Signori non parte|pubblicazione=la Repubblica|data=13 giugno 1995|p=43}}</ref>) ed [[Aron Winter]].<ref name="Panini" />
 
===Proprietario L'acquisto della Lazio ===
È stato proprietario del club tra il 1992 e il 2003, anche se nel periodo tra il 1994 e il 1998 la carica presidenziale viene affidata a [[Dino Zoff]]; sotto la sua gestione, la squadra capitolina ottiene importanti successi a livello nazionale e continentale, vincendo 1 [[Scudetto (sport)|Scudetto]] (1999-2000), [[Coppa Italia|2 Coppe Italia]] (1998, 2000), 2 [[Supercoppa italiana|Supercoppe Italiane]] (1998, 2000), 1 [[Coppa delle Coppe]] (1998-1999), 1 [[Supercoppa UEFA]] (1999) a cui si aggiungono una finale di [[Coppa UEFA 1997-1998]] (persa contro l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]]) e due secondi posti in campionato, nel 1994-1995 e nel 1998-1999. Nel 1998 il finanziere romano decide per l'ingresso della Lazio nella [[Borsa Italiana]]: il 6 maggio 1998 la società biancoceleste esordisce sul listino di [[Borsa Italiana|Piazza Affari]]; è il primo club calcistico italiano a farlo.<ref>{{cita|Stefanoni|p.353}}.</ref> Successivamente la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] (maggio 2000) e la [[Juventus Football Club|Juventus]] (dicembre 2001) seguiranno l'iniziativa di Cragnotti.
Il 20 febbraio 1992 Sergio Cragnotti, seguendo anche il suggerimento di suo fratello Giovanni, rileva ufficialmente la [[Società Sportiva Lazio]], dopo una lunga trattativa con il presidente [[Gianmarco Calleri]] e l'altro azionista di riferimento Renato Bocchi, per una cifra di 38 miliardi di lire.<ref name="Panini">{{cita libro|titolo=Calciatori ‒ La raccolta completa Panini 1961-2012|editore=Panini|anno=2012|mese=luglio|giorno=2|p=10|volume=Vol. 9 (1992-1993)}}</ref> Il 12 marzo dello stesso anno verràviene nominato presidente della società biancoceleste, per la quale spese alla sua prima sessione di calciomercato circa 60 miliardi, portando a [[Roma]] giocatori del calibro di [[Diego Fuser]], [[Paul Gascoigne]] (formalizzando l'acquisto dell'inglese già concluso dal suo predecessore Calleri), [[Giuseppe Signori]] (la cui cessione al {{Calcio Parma|N}} di [[Calisto Tanzi|Tanzi]] ènel statagiugno impedita1995 l'11sarà giugno 1995impedita dai tifosi laziali, che si riversavanoriversarono in massa nelle strade di Roma con destinazione via Novaro, dov'era la sede societaria, con grande disappunto dello stesso Cragnotti, che si vede così costretto, nella sera di quello stesso giorno, a comunicare l'interruzione di ogni trattativa di mercato e addiritturamanifestò la volontà di vendere il pacchetto azionario di maggioranza del club<ref>{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/06/13/roma-si-ribella-signori-non-parte.html|titolo=Roma si ribella, Signori non parte|pubblicazione=la Repubblica|data=13 giugno 1995|p=43}}</ref>) ed [[Aron Winter]].<ref name="Panini" />
 
È stato proprietario del club tra il 1992 e il 2003, anche se nel periodo tra il 1994 e il 1998 la carica presidenziale viene affidata a [[Dino Zoff]]; sotto la sua gestione, la squadra capitolina ottiene importanti successi a livello nazionale e continentale, vincendo 1 [[Scudetto (sport)|Scudetto]] (1999-2000), [[Coppa Italia|2 Coppe Italia]] (1998, 2000), 2 [[Supercoppa italiana|Supercoppe Italiane]] (1998, 2000), 1 [[Coppa delle Coppe]] (1998-1999), 1 [[Supercoppa UEFA]] (1999) a cui si aggiungono una finale di [[Coppa UEFA 1997-1998]] (persa contro l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]]) e due secondi posti in campionato, nel 1994-1995 e nel 1998-1999. Nel 1998 il finanziere romano decide per l'ingresso della Lazio nella [[Borsa Italiana]]: il 6 maggio 1998 la società biancoceleste esordisce sul listino di [[Borsa Italiana|Piazza Affari]]; è il primo club calcistico italiano a farlo.<ref>{{cita|Stefanoni|p.353}}.</ref> Successivamente la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] (maggio 2000) e la [[Juventus Football Club|Juventus]] (dicembre 2001) seguiranno l'iniziativa di Cragnotti.
Nel 1994, dopo esserne stato socio attraverso una quota di partecipazione nella controllante ''Sagrit'', diventa azionista unico della Finanziaria ''[[Cirio]]–[[Bertolli]]–[[De Rica]]'' che, insieme alle successive acquisizioni della ''[[Centrale del Latte di Roma]]'', oltre al controllo prima ancora di quelle di Ancona, Legnano, Napoli e [[Centrale del latte di Vicenza|Vicenza]], alla creazione della società ''[[Eurolat]]'' (ceduta poi alla ''[[Parmalat]]'' di Tanzi) e all'acquisizione del gruppo ''Del Monte Royal Foods'', trasforma in un vero e proprio colosso agroalimentare. Tutte le sue attività hanno raggiunto il massimo della parabola, compresa la Lazio, che nel 2000 conquisterà il [[Serie A 1999-2000|secondo scudetto]] della sua storia.
 
Dal 1995 al 2003 è proprietario del Torrino Sporting Club calcio a 5 ( poi Lazio ) con cui conquista uno scudetto e una coppa italia ,oltre a disputare quattro finali scudetto ed una in coppa dei campioni<ref>{{Cita web|url=https://archiviostorico.gazzetta.it/2003/giugno/14/Calcetto_rima_con_derby_ga_0_03061411595.shtml|titolo=Calcetto fa rima con derby}}</ref>
===L'arresto===
Da lì a un anno incomincerà la fase discendente, si intravedono le prime avvisaglie di una crisi che culminerà nel 2002 con il ''default'' di nove ''[[obbligazione (finanza)|bond]]'' per un totale di 1,125 miliardi di euro.<ref>{{cita|Dell'Arti e Parrini|p.539}}.</ref>. Cragnotti è invitato a mettersi da parte e a lasciare le sue imprese, compresa la Lazio, nelle mani delle banche. Nel 2003 viene inserito nel [[Iscrizione della notizia di reato|registro degli indagati]] dalla Procura di Roma, con l'accusa di bancarotta fraudolenta. Nel febbraio 2004, dopo esser stato arrestato nella sua tenuta di [[Montepulciano]], viene rinchiuso nel [[carcere di Regina Coeli]] con ordinanza di custodia cautelare; esce ad agosto dello stesso anno.
 
=== La parabola della Cirio e l'arresto ===
Nel novembre 2006 Cragnotti ha pubblicato la sua autobiografia (scritta insieme con Fabrizio Pennacchia), ''Un calcio al cuore'', pubblicata da [[Fazi Editore]]. Nel 2008 è stato presidente della [[S.S. Lazio Paracadutismo]]. Nell'estate 2016, ha appoggiato l'idea del figlio Massimo di rientrare nel calcio, fondando la ''Cragnotti Football Club''.<ref>{{Cita web|url=http://www.sportal.it/calcio/la-famiglia-cragnotti-torna-nel-calcio.html|titolo=La famiglia Cragnotti torna nel calcio|data=4 settembre 2017}}</ref>
Nel 1994, dopo esserne stato socio attraverso una quota di partecipazione nella controllante ''Sagrit'', diventa azionista unico della Finanziaria ''[[Cirio]]–[[Bertolli]]–[[De Rica]]'' che, insieme alle successive acquisizioni della ''[[Centrale del Latte di Roma]]'', (oltre al controllo prima ancora di quelle di Ancona, Legnano, Napoli e [[Centrale del latte di Vicenza|Vicenza]]), alla creazione della società ''[[Eurolat]]'' (ceduta poi alla ''[[Parmalat]]'' di Tanzi) e all'acquisizione del gruppo ''Del Monte Royal Foods'', trasforma in un vero e proprio colosso agroalimentare. TutteAll'inizio degli [[anni 2000]] tutte le sue attività hanno raggiuntoraggiungono il massimo della parabola, compresa la Lazio, che nel 2000 conquisterà il [[Serie A 1999-2000|secondo scudetto]] della sua storia.
 
DaNel 2001 a un anno incominceràcomincia la fase discendente dell'attività imprenditoriale di Cragnotti: infatti, si intravedono le prime avvisaglie di una crisi che culminerà nel 2002 con il ''default'' di nove ''[[obbligazione (finanza)|bond]]'' per un totale di 1,125 miliardi di euro.<ref>{{cita|Dell'Arti e Parrini|p.539}}.</ref>. Cragnotti è invitato a mettersi da parte e a lasciare le sue imprese, compresa la Lazio, nelle mani delle banche. Nel 2003 viene inserito nel [[Iscrizione della notizia di reato|registro degli indagati]] dalla Procura di Roma, con l'accusa di bancarotta fraudolenta. Nel febbraio 2004, dopo esser stato arrestato nella sua tenuta di [[Montepulciano]], viene rinchiuso nel [[carcere di Regina Coeli]] con ordinanza di custodia cautelare;. esceEsce ad agosto dello stesso anno.
== Controversie giudiziarie ==
Il 5 luglio 2011, al processo sul crac del gruppo ''Cirio'', con la sentenza emessa dai giudici della prima sezione penale del tribunale di Roma, il finanziere capitolino verrà riconosciuto colpevole per bancarotta del colosso agroalimentare e condannato a 9 anni di reclusione. Condannati anche il genero Filippo Fucile (4 anni e sei mesi) e i figli Andrea (4 anni), Elisabetta (3 anni) e Massimo (3 anni).<ref>{{cita web|autore=Francesco De Dominicis|url=http://www.liberoquotidiano.it/news/776967/Cirio__Cragnotti_e_Geronzi_colpevoli_per_la_bancarotta.html|titolo=Cirio, Cragnotti e Geronzi colpevoli per la bancarotta|data=5 luglio 2011|accesso=1 luglio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130709011321/http://www.liberoquotidiano.it/news/776967/Cirio__Cragnotti_e_Geronzi_colpevoli_per_la_bancarotta.html|dataarchivio=9 luglio 2013|urlmorto=sì}}</ref> Nel dicembre 2016 viene assolto dall'accusa di bancarotta in relazione al crac della società Cisim Food, del gruppo Cirio, perché il fatto non sussiste.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/16/sergio-cragnotti-assolto-dallaccusa-di-bancarotta-per-il-fallimento-di-cisim-food/3264897/|titolo=Sergio Cragnotti assolto dall'accusa di bancarotta per il fallimento di Cisim Food|data=16 dicembre 2016}}</ref> Nell'ottobre 2017, la Cassazione ha annullato la sentenza di condanna in secondo grado (8 anni e 8 mesi di reclusione) nell'ambito del processo per il ''crac Cirio'', mentre ha rinviato a un nuovo processo nell'ambito della vicenda ''Bombril.''<ref>{{Cita web|autore=Dario D'Angelo|url=https://www.calcionews24.com/lazio-cragnotti-crac-cirio/|titolo=Lazio, Cragnotti: condanna annullata e nuovo processo per crac-Cirio|data=6 ottobre 2017}}</ref> Per quest'ultima la Corte d’Appello ha ridotto la pena a 5 anni e 3 mesi.
 
=== Altre attività ===
Nel marzo 2021 la Cassazione ha confermato per il crac Cirio la condanna a Cragnotti a 5 anni e tre mesi.<ref>{{cita web|url=https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/carc-cirio-corte-di-cassazione-conferma-condanna-sergio-cragnotti-a-5-anni-e-tre-mesi-8801ccf2-ec19-4d70-aad8-754b82a3e571.html|titolo=Crac Cirio, Corte di Cassazione conferma condanna di Sergio Cragnotti a 5 anni e tre mesi|data=12 marzo 2021|accesso=18 settembre 2021}}</ref>
Nel novembre 2006 Cragnotti ha pubblicato la sua autobiografia (scritta insieme con Fabrizio Pennacchia), ''Un calcio al cuore'', pubblicata da [[Fazi Editore]]. Nel 2008 è stato presidente della [[S.S. Lazio Paracadutismo|sezione paracadutismo]] della [[Società Sportiva Lazio|Lazio]]. Nell'estate 2016, ha appoggiato l'idea del figlio Massimo di rientrare nel calcio, fondando la ''Cragnotti Football Club''.<ref>{{Cita web|url=http://www.sportal.it/calcio/la-famiglia-cragnotti-torna-nel-calcio.html|titolo=La famiglia Cragnotti torna nel calcio|data=4 settembre 2017}}</ref>
 
== Procedimenti giudiziari ==
==Note==
Il 4 luglio 2011, al termine del processo sul dissesto del gruppo agroalimentare Cirio, Cragnotti è stato condannato a 9 anni di reclusione dai giudici della prima sezione penale del tribunale di Roma.<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/economia/2011/07/04/news/crac_cirio_condanne_9_anni_a_cragnotti_4_a_geronzi-18668077/|titolo=Crac Cirio, condanne in primo grado 9 anni a Cragnotti, 4 a Geronzi|data=4 luglio 2011}}</ref> Nelle motivazioni della sentenza Cragnotti è stato riconosciuto come il "dominus dell'intero gruppo" e in quanto tale "ben consapevole del fatto che l'alterazione dei bilanci avrebbe contribuito a trascinare la società nello stato di dissesto, che poi sfociava nella dichiarazione dello stato di insolvenza".<ref>{{cita web|url=https://www.repubblica.it/economia/finanza/2012/07/12/news/crac_cirio_cragnotti_era_il_dominus_geronzi-38954415/|titolo=Crac Cirio, Cragnotti "falsificò i bilanci" Geronzi partecipava alle decisioni|data=12 luglio 2012}}</ref> L'11 aprile 2015 la seconda sezione della Corte d'Appello di Roma ha condannato Cragnotti a 8 anni e 8 mesi, con uno sconto di quattro mesi rispetto alla condanna in primo grado per la prescrizione del reato di bancarotta preferenziale.<ref>{{cita web|url=https://finanza.repubblica.it/Pages/News/Item.aspx?ID=111603377_2015-04-11_RPB|titolo=Cirio, 8 anni e 8 mesi a Cragnotti, 4 anni per Geronzi|data=11 aprile 2015}}</ref> Il 16 dicembre 2016 viene assolto dall'accusa di bancarotta fraudolenta in relazione al ''crac'' della società Cisim Food, del gruppo Cirio, perché il fatto non sussiste.<ref>{{Cita web|url=https://roma.repubblica.it/cronaca/2016/12/16/news/roma_cragnotti_assolto_per_la_bancarotta_della_cisim_food-154245188/|titolo=Sergio Cragnotti assolto dall'accusa di bancarotta per il fallimento di Cisim Food|data=16 dicembre 2016}}</ref>
 
Il 6 ottobre 2017 la quinta sezione della Corte di Cassazione, pur confermando le altre imputazioni, ha disposto l'annullamento con rinvio alla Corte d'appello di Roma della sentenza di secondo grado relativamente alla bancarotta distrattiva della Brombil.<ref>{{Cita web|url=https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_ottobre_06/crac-cirio-cassazione-conferma-condanna-4-anni-geronzi-395e8342-aa87-11e7-bf9b-eb2db464e457.shtml|titolo=Crac Cirio, confermata in Cassazione la condanna a 4 anni per Geronzi Nuovo processo per Cragnotti|data=6 ottobre 2017}}</ref>
 
Il 26 giugno 2019 la Corte d'appello di Roma ha condannato Cragnotti a 5 anni e 3 mesi di reclusione per il reato di [[bancarotta fraudolenta]] patrimoniale commesso come amministratore di diritto e di fatto di società del gruppo Cragnotti & Partners. Cragnotti è stato invece assolto per il reato di bancarotta per causazione del dissesto della Cirio Holding e della Cirio Finanziaria a seguito dell'acquisto della Brombil.<ref name="sky">{{Cita web|url=https://tg24.sky.it/roma/2021/03/12/crac-cirio-cassazione-sergio-cragnotti|titolo=Crac Cirio, la Cassazione conferma la condanna a 5 anni e 3 mesi per Sergio Cragnotti|data=12 marzo 2021}}</ref> Il 12 marzo 2021 la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Cragnotti contro la decisione della Corte d'appello di Roma del giugno 2019, rendendo definitiva la condanna a 5 anni e 3 mesi.<ref name="sky"/><ref>{{cita web|url=https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/carc-cirio-corte-di-cassazione-conferma-condanna-sergio-cragnotti-a-5-anni-e-tre-mesi-8801ccf2-ec19-4d70-aad8-754b82a3e571.html|titolo=Crac Cirio, Corte di Cassazione conferma condanna di Sergio Cragnotti a 5 anni e tre mesi|data=12 marzo 2021}}</ref>
 
== Opere ==
* Sergio Cragnotti, Fabrizio Pennacchia, ''Un calcio al cuore'', [[Fazi Editore]], 2006, [[ISBN]] 9788881127917.
 
== Note ==
<references />
 
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* {{Cita libro|autore=Alberto Mazzuca|titolo=Gardini il Corsaro|città=Argelato|editore=Minerva Edizioni|anno= 2013 |ISBN= 978-88-7381-522-8|cid=Mazzuca}}
 
== Voci correlate ==
*[[Cirio]]
*[[Eurolat]]
*[[Società Sportiva Lazio]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|q}}