Andromeda (torpediniera)
L'Andromeda è stata una torpediniera della Regia Marina, varata nel 1936 e affondata nel 1941.
Andromeda | |
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In navigazione | |
Descrizione generale | |
Tipo | torpediniera |
Classe | Spica tipo Perseo |
Proprietà | Regia Marina |
Identificazione | AD |
Costruttori | Ansaldo, Sestri Ponente |
Impostazione | 2 ottobre 1935 |
Varo | 28 giugno 1936 |
Entrata in servizio | 6 dicembre 1936 |
Destino finale | affondata da aerosiluranti il 17 marzo 1941 |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | standard 630 t carico normale 970 t pieno carico 1020 t |
Lunghezza | 81,9 m |
Larghezza | 8,2 m |
Pescaggio | 3 m |
Propulsione | 2 caldaie 2 gruppi turboriduttori a vapore potenza 19.000 HP 2 eliche |
Velocità | 34 nodi (62,97 km/h) |
Autonomia | 1910 miglia nautiche a 15 nodi |
Equipaggio | 6 ufficiali, 110 tra sottufficiali e marinai |
Armamento | |
Artiglieria | 3 pezzi da 100/47 OTO Mod. 1931, 8 mitragliere da 13,2 mm Breda Mod. 31 (4 impianti binati) |
Siluri | 4 tubi lanciasiluri da 450 mm |
Altro | 2 lanciabombe di profondità, attrezzature per il trasporto e la posa di 20 mine |
Note | |
dati riferiti all'entrata in servizio | |
dati presi principalmente da Regiamarina. URL consultato l'8 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2012)., Warships 1900-1950, Trentoincina. e Guide Compact DeAgostini – Navi e velieri | |
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Storia
modificaLa sua costruzione è avvenuta negli stabilimenti Ansaldo di Sestri Ponente a Genova, dove lo scafo venne impostato sugli scali il 2 ottobre 1935. La nave, varata il 28 giugno 1936 è entrata in servizio il 6 dicembre 1936.[1]
Dopo l'entrata in servizio la nave effettuò una crociera nel Mar Egeo che la portò nelle isole del Dodecaneso[2].
Successivamente l'unità fu impiegata nelle acque del Mar Tirreno[2].
Nel 1937-1938 l’Andromeda partecipò alla guerra civile spagnola, effettuando azioni volte a contrastare il contrabbando di rifornimenti destinati alle truppe repubblicane spagnole[2].
Sempre durante il 1938 la nave prese parte alla celebre rivista navale «H» nel golfo di Napoli[3].
Nell'agosto 1938 l’Andromeda partecipò ad un ciclo di addestramento al largo dell'isola d'Elba[4].
All'inizio della seconda guerra mondiale l’Andromeda faceva parte della XII Squadriglia Torpediniere di base a Messina, che formava insieme alle gemelle Altair, Antares ed Aldebaran. Comandante dell'unità era, già dal 30 aprile 1940, il capitano di corvetta Enea Picchio[5].
Impiegata inizialmente nelle scorte dei convogli per il Nordafrica, la nave fu poi trasferita a quelle sulle rotte che dalla Puglia rifornivano le truppe italiane operanti in Albania[2].
Il 14 giugno 1940 l’Andromeda e le tre unità sezionarie lasciarono Trapani e furono inviate a La Spezia, in seguito al bombardamento di alcune città liguri da parte di una squadra navale francese[6].
Il 5 settembre le quattro unità della XII Squadriglia effettuarono la posa di un campo minato al largo della base della Valletta (Malta)[6].
Alle 13.30 del 28 ottobre l’Andromeda lasciò Augusta per trasferirsi a Brindisi, dove giunse l'indomani mattina scampando ad alcuni attacchi aerei britannici ed iniziando fin dall'inizio le missioni di scorta, per la maggior parte notturna, dei convogli sulla rotta Brindisi-Valona[5].
Tra il 31 ottobre ed il 1º novembre Andromeda, Antares, Altair ed Aldebaran avrebbero dovuto appoggiare le «Forze Navali Speciali» nelle operazioni di sbarco a Corfù, ma tale sbarco venne cancellato poco dopo la partenza delle navi dalla base; le truppe imbarcate sulle unità da sbarco (due vetusti incrociatori, altrettanti anziani cacciatorpediniere, undici vecchie torpediniere, quattro incrociatori ausiliari, tre navi da sbarco e quattro MAS) vennero trasportate da queste a Valona[7].
Nella mattina del 12 novembre dello stesso anno la torpediniera partì da Bari venne inviata in pattugliamento con altre unità nel canale d'Otranto, nell'ambito delle misure conseguenti la distruzione, avvenuta la notte precedente, di un convoglio italiano da parte di una divisione di incrociatori inglesi[5].
Tra il 20 novembre ed il 21 dicembre l’Andromeda, che scortava le navi sulla rotta Brindisi-Valona, fu trasferita sulla più sicura rotta Bari-Durazzo[5].
Durante questo periodo, il 6 dicembre, l’Andromeda e la gemella Altair, dopo il siluramento da parte del sommergibile britannico Triton del piroscafo Olimpia (nel punto 41°06' N e 18°39' E), diedero la caccia all'unità subacquea nemica: a seguito di questa azione il Triton potrebbe essere stato affondato (il sommergibile tuttavia potrebbe anche essere uscito indenne dalla caccia ed essere poi saltato su mine od affondato in altre azioni antisom)[7][8].
Il 21 dicembre la nave tornò a prestare servizio tra Brindisi e Valona[5].
Tre giorni dopo la nave scortò da Bari e Brindisi a Valona, insieme all'incrociatore ausiliario Barletta, un convoglio composto dai trasporti truppe Firenze, Argentina ed Italia e dall'incrociatore ausiliario Narenta: alle 13.20 del 24 dicembre, tuttavia, il Firenze venne silurato dal sommergibile greco Papanikolis ed affondò portando con sé 93 uomini, mentre altri 874 poterono essere salvati dal Barletta[9]. L’Andromeda partecipò alle operazioni di soccorso recuperando 29 sopravvissuti e 13 cadaveri, tutti alpini[10].
Il 5 gennaio 1941 assunse il comando dell’Andromeda il tenente di vascello Corrado Villani[5].
L'indomani la nave, assieme alle gemelle Partenope, Pallade ed Altair ed ai cacciatorpediniere Alfieri, Carducci, Fulmine e Gioberti, bombardò le posizioni greche di Porto Palermo (Albania)[11].
Il 1º marzo la torpediniera bombardò nuovamente, unitamente al vecchio cacciatorpediniere Augusto Riboty, delle installazioni militari greche lungo la costa albanese[12].
Alle 5.50 dell'11 marzo 1941 la nave lasciò Brindisi per scortare un convoglio in Albania[5]. Nel corso della giornata attraversò ripetutamente il canale d'Otranto in entrambi i sensi, per poi ormeggiarsi a Valona alle 21.30[5].
Da quel momento rimase dislocata a Valona con compiti di protezione delle navi alla fonda dai ripetuti attacchi di aerosiluranti britannici verificatisi in quel periodo[5].
Il 16 marzo 1941, al tramonto, l’Andromeda ricevette l'ordine di ormeggiarsi nelle acque ad est della penisola di Karaborum (baia di Valona)[5]. In tale zona erano state fatte ormeggiare sei navi mercantili; l’Andromeda diede fondo all'estremità meridionale della fila di navi all'àncora, mentre un'altra torpediniera, la vecchia Abba, si ormeggiò sul lato opposto: le due navi (che si trovavano comunque con le caldaie accese e pronte a muovere, se necessario) avrebbero protetto i trasporti con le loro artiglierie contraeree[5]. Ad est del gruppo erano ormeggiate la nave cisterna e da sbarco Sesia ed il grosso motopeschereccio Genepesca Seconda, adibite ad eventuali operazioni di soccorso nel caso qualche nave fosse stata colpita[5]. Le navi, oscurate, si posero alla fonda nei punti prestabiliti alle 18.30[5].
Alle 23.50 ed alle 23.58 un gruppo di 6 aerosiluranti Fairey Swordfish, inviati ad attaccare le navi ormeggiate in rada, fu avvistato dapprima dalla località di vedetta di Derni e poi rilevato dalla stazione aerofonica di Saseno[5]. La contraerea iniziò un tiro di sbarramento, poi interrotto in seguito al decollo di caccia italiani[5].
A mezzanotte gli aerei britannici giunsero sulla baia di Valona: avvertendo il rumore dei loro motori, l’Andromeda e l’Abba iniziarono ad effettuare fuoco di sbarramento[5]. Uno degli Swordfish, portatosi a 400 metri dall’Andromeda (la cui prua era orientata verso la riva), sganciò il proprio siluro perpendicolarmente rispetto alla torpediniera[5]. Su ordine del comandante Villani la nave mise le macchine avanti tutta per sottrarsi all'impatto, ma era troppo tardi: alle 00.02 del 17 marzo, qualche istante dopo che l’Andromeda si era messa in movimento, il siluro andò a segno sul fianco sinistro all'altezza del fumaiolo: l'esplosione devastò la sala macchine e qualche secondo dopo anche le caldaie, che erano state messe in pressione, scoppiarono: l'esplosione fu tale da estendere lo squarcio fino al lato di dritta[2][5]. Mortalmente colpita, la nave affondò quasi subito[2][5] nel punto 40°21' N e 19°28' E[13].
Perirono con la nave 50 uomini (45 risultarono dispersi, mentre solo cinque furono i corpi recuperati), mentre 87 poterono essere tratti in salvo[5]. Per tutti gli uomini dell'equipaggio, morti e sopravvissuti, venne decretata la Croce di guerra al valor militare il 23 giugno 1941[5].
Il relitto dell’Andromeda giace sui fondali della baia di Valona, ad una profondità di circa di 45 metri[5].
Il relitto è stato identificato da alcuni subacquei italiani nel dicembre del 2016 nell'ambito di una spedizione subacquea alla quale hanno partecipato Edoardo Pavia, Mauro Pazzi, Michele Favaron, Cesare Balzi e Massimiliano Canossa.
La torpediniera Andromeda giace oggi, spezzata in due parti e prevalentemente ricoperta da reti, su un fondale sabbioso alla profondità di 53 metri. Sul relitto è stata realizzata una completa copertura video fotografica che ha portato all’identificazione ufficiale della nave, in collaborazione con l’Ammiraglio Giuseppe Celeste, presidente dell’Associazione Amici del Museo e della Storia di La Spezia, in particolare grazie all’individuazione dei tre cannoni 100/47 millimetri OTO mod.35 ed il ritrovamento della Stella d’Italia sull’estremità della prora.
Le vittime
modificaL'elenco delle vittime:[1]
- Pietrino Amerio, sottocapo cannoniere, disperso
- Ugo Ballerini, marinaio carpentiere, disperso
- Bruno Banfo, marinaio silurista, disperso
- Italo Barbini, sottocapo nocchiere, disperso
- Aladino Bardini, marinaio cannoniere, disperso
- Giuseppe Beccalossi, marinaio, disperso
- Leandro Bertagna, secondo capo silurista, disperso
- Carlo Boemo, marinaio, disperso
- Nicolò Bongiorno, marinaio cannoniere, disperso
- Romano Carminati, marinaio fuochista, disperso
- Enrico Castaldi, sottotenente di vascello, disperso
- Antonio Castrovilli, marinaio meccanico, disperso
- Faliero Catani, sergente cannoniere, disperso
- Francesco Chiattelli, marinaio meccanico, disperso
- Efisio Chiesa, secondo capo radiotelegrafista, deceduto
- Vincenzo Congedi, marinaio fuochista, disperso
- Pasquale D’Ambrosio, marinaio fuochista, disperso
- Dino Da Milano, capo elettricista di terza classe, deceduto
- Antonio Dell’Isola, marinaio fuochista, disperso
- Giuseppe Farris, sottocapo cannoniere, disperso
- Aldo Dante Ferretti, marinaio S. D. T., disperso
- Concetto Fidemi, marinaio cannoniere, disperso
- Luigi Garzoglio, secondo capo furiere, disperso
- Angelo Giuseppini, capo meccanico di terza classe, deceduto
- Massimo Innocenti, sottocapo torpediniere, disperso
- Pantaleo Leone, marinaio, disperso
- Virgilio Manca, marinaio fuochista, disperso
- Michele Marano, marinaio cannoniere, disperso
- Aladino Marini, secondo capo meccanico, disperso
- Alessandro Martini, sottocapo meccanico, disperso
- Angelo Mazzarisi, sottocapo infermiere, disperso
- Giovanni Mollica, marinaio fuochista, disperso
- Italo Vito Morelli, marinaio cannoniere, disperso
- Vladimiro Nacinovich, sottocapo nocchiere, disperso
- Fioravante Nuzzo, sergente furiere, disperso
- Vinicio Pantaleoni, sergente cannoniere, disperso
- Pietro Pavia, marinaio, deceduto
- Giuseppe Pazzona, marinaio fuochista, deceduto per le ferite il 20 marzo 1941
- Luigi Pedio, sottocapo cannoniere, disperso
- Lorenzo Petrarolo, marinaio fuochista, disperso
- Ubaldo Pizzati, marinaio, disperso
- Alberto Prandoni, capo meccanico di prima classe, disperso
- Rocco Ranalli, marinaio fuochista, disperso
- Bruno Ravarino, sottocapo torpediniere, disperso
- Domenico Sammartino, marinaio cannoniere, disperso
- Matteo Schiavone, capo silurista di terza classe, disperso
- Mario Soravia, marinaio silurista, disperso
- Giuseppe Tosatto, marinaio, disperso
- Antonio Vassalle, marinaio fuochista, disperso
Note
modifica- ^ a b Con la pelle appesa a un chiodo - In ricordo dei militari e civili italiani scomparsi in mare durante la seconda guerra mondiale - Regia Nave Andromeda.
- ^ a b c d e f Trentoincina.
- ^ IL VIAGGIO DEL FUHRER IN ITALIA - III GIORNATA - NAPOLI - Arrivo - Grande Rivista Navale in onore del Cancelliere del Reich - Manifestazione di popolo nella cornice superba di....
- ^ WorldWar Forum • FORUM HOME.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v http://www.anmimonza.it/doc/biblioteca/Sk%20004%20-%20Alberto%20Prandoni.pdf[collegamento interrotto]
- ^ a b U-boats in Atlantic, September 1940.
- ^ a b U-boat Happy Time, December 1940.
- ^ Royal Navy losses in World War 2 - Submarines.
- ^ Articoli Grupsom Piroscafo Firenze.
- ^ Powered by Google Documenti.
- ^ Battle of the Atlantic, January 1941.
- ^ Trentoincina.
- ^ Included content (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2012).
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