Animali impuri sono quegli animali l'utilizzo delle cui carni come cibo per l'uomo, o in alcuni casi anche la loro sola manipolazione, è considerato un tabù. In alcune religioni, le persone che uccidono tali animali si devono purificare per eliminarne gli influssi negativi.

Il maiale è un animale impuro per ebraismo e Islam.

Legge mosaica

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L'osservanza della Legge spesso aveva benefici effetti sulla salute. Per esempio la Legge richiedeva che presso un accampamento militare gli escrementi umani venissero coperti (De, 23:9-14), offrendo così una notevole protezione dalle malattie infettive portate dalle mosche, quali dissenteria e febbre tifoidea. Si evitava la contaminazione degli alimenti e dell'acqua, perché la Legge dichiarava impuro tutto ciò su cui cadeva morto un animale "impuro", e si dovevano prendere certe precauzioni, fra cui quella di frantumare un recipiente di terracotta così contaminato (Le, 11:32-38).

Pure interessante è la seguente dichiarazione: "Gli aspetti profilattici erano fondamentali in questa legislazione, che quando era osservata contribuiva molto alla prevenzione di polioencefalite portata da alimenti, febbri intestinali, intossicazioni da cibo e vermi parassiti. L’insistenza sul mantenimento di una riserva idrica pura era il mezzo più efficace per prevenire l’insorgere e il diffondersi di malattie come amebiasi, febbri del gruppo enterico, colera, schistosomiasi e spirochetosi ittero-emorragica. Tali misure profilattiche, che costituiscono una parte fondamentale di qualsiasi sistema sanitario, avevano particolare importanza per il benessere di una nazione che viveva in condizioni primitive in una regione subtropicale della terra".[1].

Un altro medico ha messo in risalto come presso le nazioni che circondavano l'antico Israele una legislazione sanitaria esisteva, se mai, solo in forma elementare, e ha affermato: "È ancora più sorprendente dunque che in un libro come la Bibbia, che a quanto si dice non sarebbe scientifico, ci debba essere un codice sanitario, ed è altrettanto sorprendente che una nazione appena uscita dalla schiavitù, spesso soggetta a invasioni nemiche e più volte portata in cattività, avesse fra le sue leggi scritte un codice sanitario così saggio e ragionevole. Questo è stato riconosciuto da fonti veramente autorevoli, anche da quelle che non hanno grande interesse per gli aspetti religiosi della Bibbia".[2].

Secondo la Legge, la lepre e il maiale erano due degli animali che gli israeliti non potevano mangiare. (Le, 11:4-8) A questo proposito Short dichiara: "È vero, noi mangiamo il maiale, il coniglio e la lepre, ma questi animali sono soggetti a infezioni parassitarie e si possono mangiare impunemente solo se ben cotti. Il maiale si nutre di cose immonde, ed è portatore di due vermi, la trichina e un tipo di tenia, che si possono trasmettere all’uomo. Nelle condizioni presenti in questo paese il pericolo è minimo, ma sarebbe stato ben diverso nella Palestina dell’antichità, ed era meglio evitare cibi del genere".[3][4]

Ebraismo

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Kasherut.

Secondo la religione ebraica, gli animali possono essere classificati dal punto di vista alimentare come "puri" o "impuri" in base a precise regole. Quasi nessuno degli animali puri (o impuri) è citato espressamente, ma ci si rifà appunto a regole generali. Ad esempio, il più noto animale impuro è il maiale, ma lo è anche il cavallo. Il primo perché non è un ruminante mentre il secondo per la mancanza di zoccolo spaccato[5].

I fissipedi, cioè animali con unghia fessa, comprendono i ruminanti e il maiale e sono tra l'altro i soli sensibili all'afta epizootica[senza fonte];

il cavallo, il mulo e l'asino sono solipedi ed hanno un'unghia sola.

Nel Levitico, terzo libro dell'Antico Testamento, è presente una lunga lista degli animali che possono essere mangiati:

« Il Signore disse a Mosè e ad Aronne: Riferite agli Israeliti. Questi sono gli animali che potrete mangiare fra tutte le bestie che sono sulla terra. Potrete mangiare d'ogni quadrupede che ha l'unghia bipartita, divisa da una fessura, e che rumina. Ma fra i ruminanti e gli animali che hanno l'unghia divisa, non mangerete i seguenti: il cammello, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, lo considererete immondo; l'irace, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, lo considererete immondo; la lepre, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, la considererete immonda; il porco, perché ha l'unghia bipartita da una fessura, ma non rumina, lo considererete immondo. Non mangerete la loro carne e non toccherete i loro cadaveri; li considererete immondi. Questi sono gli animali che potrete mangiare fra tutti quelli acquatici. Potrete mangiare quanti hanno pinne e squame, sia nei mari, sia nei fiumi. Ma di tutti gli animali, che si muovono o vivono nelle acque, nei mari e nei fiumi, quanti non hanno né pinne né squame, li terrete in abominio. Essi saranno per voi in abominio; non mangerete la loro carne e terrete in abominio i loro cadaveri. Tutto ciò che non ha né pinne né squame nelle acque sarà per voi in abominio. Fra i volatili terrete in abominio questi, che non dovrete mangiare, perché ripugnanti: l'aquila, l'ossifraga e l'aquila di mare, il nibbio e ogni specie di falco, ogni specie di corvo, lo struzzo, la civetta, il gabbiano e ogni specie di sparviere, il gufo, l'alcione, l'ibis, il cigno, il pellicano, la folaga, la cicogna, ogni specie di airone, l'upupa e il pipistrello. Sarà per voi in abominio anche ogni insetto alato, che cammina su quattro piedi. Però fra tutti gli insetti alati che camminano su quattro piedi, potrete mangiare quelli che hanno due zampe sopra i piedi, per saltare sulla terra. Perciò potrete mangiare i seguenti: ogni specie di cavalletta, ogni specie di locusta, ogni specie di acrìdi e ogni specie di grillo. Ogni altro insetto alato che ha quattro piedi lo terrete in abominio! Per i seguenti animali diventerete immondi: chiunque toccherà il loro cadavere sarà immondo fino alla sera e chiunque trasporterà i loro cadaveri si dovrà lavare le vesti e sarà immondo fino alla sera. Riterrete immondo ogni animale che ha l'unghia, ma non divisa da fessura, e non rumina: chiunque li toccherà sarà immondo. Considererete immondi tutti i quadrupedi che camminano sulla pianta dei piedi; chiunque ne toccherà il cadavere sarà immondo fino alla sera. E chiunque trasporterà i loro cadaveri si dovrà lavare le vesti e sarà immondo fino alla sera. Tali animali riterrete immondi. Fra gli animali che strisciano per terra riterrete immondi: la talpa, il topo e ogni specie di sauri, il toporagno, la lucertola, il geco, il ramarro, il camaleonte. Questi animali, fra quanti strisciano, saranno immondi per voi; chiunque li toccherà morti, sarà immondo fino alla sera. Ogni oggetto sul quale cadrà morto qualcuno di essi, sarà immondo: si tratti di utensili di legno o di veste o pelle o sacco o qualunque altro oggetto di cui si faccia uso; si immergerà nell'acqua e sarà immondo fino alla sera; poi sarà mondo. Se ne cade qualcuno in un vaso di terra, quanto vi si troverà dentro sarà immondo e spezzerete il vaso. Ogni cibo che serve di nutrimento, sul quale cada quell'acqua, sarà immondo; ogni bevanda di cui si fa uso, qualunque sia il vaso che la contiene, sarà immonda. Ogni oggetto sul quale cadrà qualche parte del loro cadavere, sarà immondo; il forno o il fornello sarà spezzato: sono immondi e li dovete ritenere tali. Però, una fonte o una cisterna, cioè una raccolta di acqua, sarà monda; ma chi toccherà i loro cadaveri sarà immondo. Se qualcosa dei loro cadaveri cade su qualche seme che deve essere seminato, questo sarà mondo; ma se è stata versata acqua sul seme e vi cade qualche cosa dei loro cadaveri, lo riterrai immondo. Se muore un animale, di cui vi potete cibare, colui che ne toccherà il cadavere sarà immondo fino alla sera. Colui che mangerà di quel cadavere si laverà le vesti e sarà immondo fino alla sera; anche colui che trasporterà quel cadavere si laverà le vesti e sarà immondo fino alla sera. Ogni essere che striscia sulla terra è un abominio; non se ne mangerà. Di tutti gli animali che strisciano sulla terra non ne mangerete alcuno che cammini sul ventre o cammini con quattro piedi o con molti piedi, poiché sono un abominio. Non rendete le vostre persone abominevoli con alcuno di questi animali che strisciano; non vi rendete immondi per causa loro, in modo da rimaner così contaminati. Poiché io sono il Signore, il Dio vostro. Santificatevi dunque e siate santi, perché io sono santo; non contaminate le vostre persone con alcuno di questi animali che strisciano per terra. Poiché io sono il Signore, che vi ho fatti uscire dal paese d'Egitto, per essere il vostro Dio; siate dunque santi, perché io sono santo. Questa è la legge che riguarda i quadrupedi, gli uccelli, ogni essere vivente che si muove nelle acque e ogni essere che striscia per terra, perché sappiate distinguere ciò che è immondo da ciò che è mondo, l'animale che si può mangiare da quello che non si deve mangiare. »   ( Levitico 11, su laparola.net.)

Nell'Islam certi animali possono ingenerare impurità rituale (hadath) in chi ne dovesse mangiare le carni.

Sono considerate vietate e impure le carni di animali quali il maiale, il cinghiale, il cane, l'asino, e il mulo. È vietato mangiare le carni dei carnivori, dell'elefante e dell'orso, anche se esistono divergenze circa le carni degli animali "in grado di sbranare"[6] e che abbiano aggredito l'uomo, il consumo delle cui carni - secondo la scuola medinese che poi si cristallizzò nel Malikismo - sarebbe allora del tutto proibito.

Riguardo il cane:

“Chi tiene un cane in casa, le sue buone azioni diminuiranno ogni giorno di un qeeraat [unità di misura], a meno che non sia un cane da caccia o protezione”.

[Riportato da Al-Bukhaari (2145)]

“Chiunque tenga un cane che non è un cane da caccia o per la protezione del bestiame o del raccolto, due qeeraat saranno detratti dal suo premio ogni giorno”.

[Riportato da Muslim (2978)]


Molti musulmani si basano su tali hadith per quanto concerne il divieto di tenere un cane nelle proprie case, eccetto che per il caso di cani da caccia o protezione.

Ci sono anche storie nella tradizione islamica che raccontano di persone che sono state perdonate per i loro peccati passati attraverso la misericordia che hanno mostrato nei confronti di un cane.

"Una prostituta fu perdonata da Allah, perché, passando accanto a un cane ansimante vicino a un pozzo e vedendo che il cane stava per morire di sete, si tolse la scarpa e legandola con il suo velo tirò fuori un po’ d’acqua per poi dissetarlo. Quindi, Allah le perdonò i peccati a causa di ciò”.

“Un uomo ebbe molta sete mentre era in viaggio, lì incontrò un pozzo, scese nel pozzo, placò la sua sete e ne uscì. Nel frattempo vide un cane che ansimava e leccava il fango a causa dell’eccessiva sete. Perciò disse a sé stesso: “Questo cane sta morendo di sete proprio come me poco prima”. Così, scese di nuovo nel pozzo, riempì la sua scarpa con dell’acqua e la diede da bere al cane. Allah lo ringraziò per quell’azione e lo perdonò”.[1]

Il fatto che il maiale sia proibito cibarsene non significa affatto che sia un animale "maledetto", o che possa venire maltrattato: la crudeltà, l'oppressione e la negazione dei diritti di ogni creatura è un peccato ed è proibita.[7][8]

  1. ^ The Interpreter’s Dictionary of the Bible, op. cit., vol. 2, pp. 544, 545
  2. ^ A. Rendle Short, The Bible and Modern Medicine, Londra, 1953, p. 37
  3. ^ A. Rendle Short, Op. cit., pp. 40, 41.
  4. ^ Malattie e rimedi — BIBLIOTECA ONLINE Watchtower, su wol.jw.org. URL consultato il 9 dicembre 2020.
  5. ^ La Sacra Bibbia, Levitico 11 - La Sacra Bibbia - Levitico11 (C.E.I.)
  6. ^ Ḥayawān muftaris.
  7. ^ Abu-L’Àla Maududi, Conoscere l'ISLAM, Edizioni Mediterranee, 2014, parte IV - I diritti delle creature.
  8. ^ Luigi di Condio, Giuseppe Bertoni, Principi etici delle produzioni animali in alcune religioni, in Giuseppe Bertoni (a cura di), Etica e allevamento animale, Franco Angeli, 2016.
    «L'islam proibisce crudeltà verso gli animali. Da sempre l'islam richiede gentilezza verso gli animali e ritiene la crudeltà verso di loro un motivo sufficiente per una persona di essere punita.»

Bibliografia

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  • Il "Mukhtaṣar" o Sommario del diritto malechita di Khalīl ibn Isḥāq, vol. I a cura di Ignazio Guidi, Milano, U. Hoepli, 1919.

Collegamenti esterni

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