Celibato
Il celibato, per gli uomini, e il nubilato, per le donne, indicano lo stato civile degli adulti non sposati, detti rispettivamente celibi e nubili. Le parole celibe e nubile hanno come sinonimo rispettivamente scapolo per l'uomo e zitella per la donna, anche se il registro e soprattutto la connotazione sono molto diversi[1]. Si distinguono dalla parola single, che indica di preferenza una persona non impegnata in una relazione sentimentale[1]. La parola incel invece designa quelli che si auto-definiscono "celibi involontari".
Per estensione, soprattutto nei contesti connessi con la religione, i due termini indicano non semplicemente la condizione contingente di un individuo, ma l'impegno a vivere senza contrarre matrimonio, tipicamente proprio del clero e, soprattutto in passato, di alcuni organi cavallereschi. Per la Chiesa cattolica e quelle ortodosse, il celibato ecclesiastico è una disciplina richiesta per l'accesso ad alcuni uffici ecclesiastici; esso differisce dal voto di castità, praticato dai religiosi e considerato parte della natura stessa del monachesimo. In altre religioni, come il buddhismo, il celibato è comunemente praticato come una fase temporanea della vita degli uomini.
Percezione sociale
modificaLa percezione sociale delle persone non sposate cambia considerevolmente a seconda della società, dell'epoca e della religione di appartenenza, oltre che dell'età stessa degli individui e del sesso. In molte società, l'esistenza di un'aspettativa sociale nei riguardi del matrimonio si è tradotta in una stigmatizzazione della condizione di celibato e, soprattutto, di nubilato, se non dovuta a motivi religiosi.
Nell'antichità classica, come nell'antica Grecia e antica Roma, non vi era un termine che indicava la donna adulta non sposata. In Grecia le figlie non sposate venivano vendute come schiave[2].
Nella cultura ebraica, il celibato è considerato in contrasto con l'ingiunzione di essere fecondi e moltiplicarsi (Genesi 2.18[3] e Isaia 45.18[4]). Secondo Talmud e midrash, l'uomo è esortato a prendere moglie e tramandarsi ai posteri (Yeb. 63b;. Mek, Yitro, 8). "Chi vive senza moglie vive senza gioia e benedizione, senza protezione e senza pace", egli "non è un uomo completo" (Yeb. 62a, 63a), e per questa mancanza deve darne conto al grande giorno del Giudizio Universale (Shab. 31a).[5]
Anche l'islam svaluta il celibato e il nubilato, in quanto non esiste monachesimo[6].
In Cina le donne adulte non sposate vengono soprannominate "Sheng nü" ("avanzi")[7][8][9]. Dalla Cina, il termine si è esteso ad altri paesi asiatici[10][11] .
Scapolo
modificaOltre a celibe in italiano la parola corrente per indicare un uomo non sposato è scapolo[1]. Il registro e la connotazione sono neutri. La locuzione scapolo d'oro indica un uomo non sposato ma molto ambito dalle donne[12].
Zitella
modificaOltre a nubile la parola zitella indica la donna adulta non sposata e non appartenente a ordini o congregazioni religiose, come le monache o le suore. Essa trova corrispondenza, per gli uomini, nel termine meno comune zitellone. La parola è di registro più basso di scapolo ed è connotata negativamente come spregiativa[1][13].
Nell'antichità classica, come nell'antica Grecia e antica Roma, non vi era un termine che indicava la donna adulta non sposata. In Grecia le figlie non sposate venivano vendute come schiave[2].
Storicamente la parola "zitella" è un vezzeggiativo da zita[14], cioè "fanciulla", "ragazza in età da marito"[15] ed è poi passata a indicare la donna che rimane da sposare[16] (cfr. in francese vieille fille, cioè "vecchia ragazza").
Talvolta, la condizione di "zitellaggio" era per alcune donne la conseguenza della mancanza di una dote, che le rendeva poco desiderabili a scopo matrimoniale.[17]
Generalmente l'impiego di "zitella" allude a qualità negative, tanto di tipo fisico (non avvenenza) quanto di tipo comportamentale (intrattabilità)[13].
«Ohi, ohi, ohi, 'sta ragazza è un po' acidella ('na cifra acidella)
Ohi, ohi, ohi continua così che resti zitella»
Tassa sul celibato nell'Italia fascista
modificaTalvolta la marginalizzazione di celibi e nubili ha trovato riflesso in iniziative legislative: ad esempio, nell'Italia fascista, la politica di incentivo alla natalità scaturì, nel 1926, nell'emanazione di una tassa sul celibato, di entità progressiva.[18]
Single
modificaIn anni più recenti, l'affievolimento - specie nelle società occidentali - delle aspettative connesse con la coniugalità e la diffusione di rapporti di coppia anche al di fuori dell'istituto del matrimonio ha contribuito a smorzare la percezione negativa verso gli adulti non sposati.
La parola single riflette questo nuovo orientamento[1]. Il/la single (lett. "singolo") è un particolare status di una persona non impegnata in nessuna relazione stabile di tipo sentimentale o personale, quali dating a lungo termine, fidanzamento o matrimonio, e che vive da sola, nella maggior parte della casistica per libera scelta.[19]. La parola single si distingue da celibe o nubile perché indica la situazione sentimentale e non lo stato civile. La categoria sociale dei single è molto ricercata dalla pubblicità, in quanto si ritiene che una persona senza legami sentimentali è più portata a spendere per se stessa.
Incel
modificaUn incel (parola macedonia dall'inglese involuntary celibate, "celibe involontario"[20][21]) è un membro di una subcultura online[22][23] costituita da individui che pensano di essere soli in quanto "non attraenti" per l'altro sesso, secondo alcuni criteri a loro dire oggettivi e indipendenti dalla loro volontà: Look Status and Money, cioè bellezza estetica, status e ricchezza economica.[24] La particolarità degli incel è che rivendicano il "diritto" di avere una partner e considerano che il femminismo ha negato loro questo diritto, quindi inneggiano alla violenza sessuale[25]. La comunità incel si è progressivamente identificata con alcuni protagonisti di stragi e femminicidi di massa.
Il celibato nel clero cristiano
modificaChiesa cattolica e Chiese ortodosse
modificaNella Chiesa cattolica vi è varietà di disciplina a seconda della tradizione propria di ogni singola Chiesa particolare. Nella Chiesa latina, agli ordini non sono di regola ammessi uomini sposati,[26] a meno di avere almeno 35 anni di età e di essere destinati unicamente al diaconato permanente, senza procedere all'ordinazione sacerdotale. Talvolta vengono fatte eccezioni nel caso di ministri sposati di Chiese protestanti che, diventati cattolici, vengono ordinati nella Chiesa cattolica. Questa disciplina è espressa chiaramente nel diritto canonico a partire dal 1917.[27]. Le eccezioni riguardanti i diaconi permanenti e gli ex ministri protestanti datano rispettivamente dal 1967[28] e dal 1951.[29][30]
Prima e (secondo dichiarazioni del IV secolo) a partire dai tempi degli apostoli, potevano essere vescovi, presbiteri e diaconi anche uomini sposati, ai quali però si richiedeva l'astinenza dai rapporti coniugali con le mogli.[31][32]
Sposarsi dopo essere ordinato chierico era considerato illecito, ma valido fino al 1139, quando il Concilio Lateranense II dichiarò tali matrimoni nulli.[33] Continuavano, anche se con minore favore, le ordinazioni di uomini sposati, dato che papa Giovanni XXII, nel 1322, insisteva che non si deve ordinare al sacerdozio un uomo sposato senza il consenso della moglie (ovviamente coinvolta nella proibizione di rapporti coniugali).[34] Il Concilio di Trento, pur ribadendo la nullità di matrimoni dopo l'ordinazione, non proibì assolutamente l'ordinazione di uomini già sposati, ma al decretare l'istituzione dappertutto di seminari per la formazione di candidati celibi agli ordini sacri rese non più necessario ricorrere a candidati sposati, che sarebbero poi obbligati ad astenersi da rapporti coniugali con le proprie spose,[35] inaugurando una situazione in cui il Codice di Diritto Canonico del 1917, nell'escludere gli uomini sposati dall'ordinazione, non fece altro che registrare un uso già invalso.
Nelle Chiese cattoliche orientali (per esempio nelle Chiese greco cattoliche, presenti soprattutto in Europa danubiana ma anche in Italia), i presbiteri e i diaconi possono essere scelti fra uomini non celibi. In altre (come nella Chiesa cattolica siro-malabarese e nella Chiesa cattolica siro-malankarese, presenti soprattutto in India), il presbiterato e il diaconato sono riservati ai non sposati (celibi o vedovi). I vescovi, in tutte le Chiese cattoliche, sia latina che orientali, sono scelti solo fra i non sposati.
Nelle Chiese dell'est dell'Eurasia (Europa orientale e Asia), di tradizione bizantina, sia ortodosse che cattoliche, il celibato non è richiesto per i normali sacerdoti, lo è per i monaci, siano essi chierici o laici, e per i vescovi, per cui questi generalmente sono scelti fra i monaci.[36][37] In alcuni casi il marito può entrare in un monastero maschile se anche la moglie entra in un monastero femminile.
Il celibato laico nel cattolicesimo
modificaPer la Chiesa cattolica il celibato è una condizione di vita non riservata ai soli sacerdoti. È essenziale per i membri degli istituti religiosi per uomini e donne e degli altri istituti di vita consacrata, ma è aperta anche ad altri membri laicato. L'esortazione apostolica "Christifideles laici" di Giovanni Paolo II afferma espressamente (n.15) che i fedeli laici sono chiamati a santificare se stessi nel matrimonio o nella vita celibe.[38][39]. Normalmente il celibato cristiano viene spiegato attraverso il paradigma della sponsalità: essere come Cristo, Sposo della Chiesa; o essere come la Chiesa, Sposa di Cristo.[40] Mauro Leonardi, per il celibato dei laici, propone in Come Gesù[41] di affiancare a quella tradizionale una seconda chiave interpretativa, quella dell'amicizia.[42]
Chiese protestanti
modificaLa Chiesa anglicana e le Chiese protestanti non chiedono il celibato ai loro ministri del culto. Alcune incoraggiano il matrimonio dei ministri.
Note
modifica- ^ a b c d e Essere single non è un problema!, Claudio Giovanardi, Accademia della Crusca: consulenza linguistica.
- ^ a b Bambini esposti: l'abbandono dei neonati nell'antica Grecia, Storica, National Geographic, 26 giugno 2021.
- ^ Genesi 2.18, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Isaia 45.18, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Joseph Telushkin, The Book of Jewish Values: A Day-by-day Guide to Ethical Living, Bell Tower, 2000, Introduzione.
- ^ Georges C. Anawati, Louis Gardet, Mistica islamica: Caratteristiche e orientamenti. Esperienze e tecniche, Jaca Book.
- ^ Mary Kay Magistad, BBC News – China's 'leftover women', unmarried at 27, in BBC News, Beijing, 20 febbraio 2013. URL consultato il 29 marzo 2013.
- ^ Clarissa Sebag-Montefiore, Romance With Chinese Characteristics, in The New York Times, 21 agosto 2012. URL consultato il 24 dicembre 2013.
- ^ He Fing, The marry-by date outlives its usefulness, in The China Daily, 30 novembre 2012. URL consultato il 12 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
- ^ Deborah Jian Lee e Sushima Subramanian, China's Educated Women Can't Find Eligible Men, in Pulitzer Center on Crisis Reporting, China, 17 ottobre 2011. URL consultato il 31 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2016).
- ^ (ZH) Chen Lidan HuangJin, zh:中国"剩女"现象引热议 国外网友称欲学中文来中国 [China's 'leftover women' phenomenon arouses heated debate in West], in People's Daily, 26 febbraio 2013. URL consultato il 23 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 2 giugno 2013). – English.
- ^ scapolo d’oro, Dizionario De Mauro.
- ^ a b Zitelle, fenomenologia di uno stigma, di Lorenza Fruci, Il Mattino, 18 Giugno 2023.
- ^ Si dice o non si dice?/ Z / Zitella o zittella?, Hoepli.
- ^ zita, Vocabolario Treccani.
- ^ zitella, Vocabolario Treccani.
- ^ La Chiesa delle Zitelle a Venezia è parte di un complesso ecclesiastico creato dal gesuita Benedetto Palmi per assistere le ragazze povere; all'epoca quelle in età da marito (dette "zitelle"), ma troppo povere per avere una dote, finivano spesso per darsi alla prostituzione (che al tempo della Repubblica di Venezia non veniva ostacolata dai nobili e dal governo locale); nell'ospizio era invece insegnato loro un mestiere come il cucito o i merletti in modo che potessero provvedere al proprio mantenimento.
- ^ Regio Decreto del 19 dicembre 1926, n. 2132.
- ^ Single, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'8 maggio 2024.
- ^ (EN) Gianluca Mezzoiore, The Toronto suspect apparently posted about an 'incel rebellion.' Here's what that means, su CNN, 25 aprile 2018. URL consultato il 13 settembre 2022.
- ^ Si noti che in inglese celibate è un aggettivo qualificativo riferibile a soggetti sia maschili sia femminili (a differenza dell'italiano celibe, esclusivamente maschile).
- ^ (EN) Simon Cottee, Incel (E)motives: Resentment, Shame and Revenge, in Studies in Conflict & Terrorism, vol. 44, n. 2, 2021, pp. 93-114, DOI:10.1080/1057610X.2020.1822589.
- ^ incel, su britannica.com. URL consultato il 7 aprile 2024.
- ^ incel, su dictionary.cambridge.org.
- ^ Annalisa Dordoni e Sveva Magaraggia, Modelli di mascolinità nei gruppi online Incel e Red Pill: narrazione vittimistica di sé, deumanizzazione e violenza contro le donne, in International Journal of Gender Studies, vol. 10, n. 19, 2021, p. 47, DOI:10.15167/2279-5057/AG2021.10.19.1268.: "Incel e i redpillati citano talvolta gli MRA o i gruppi dei padri divorziati (Farci e Righetti 2019), e inoltre 'rivendicano il diritto' di avere una partner. Poiché, secondo loro, la libertà delle donne 'nega tale diritto' agli Incel, 'rivendicano il diritto' di negare la libertà femminile, inneggiando allo stupro e alla violenza. Rivendicano come un 'diritto' anche la legalizzazione della prostituzione femminile, poiché sostengono che, se la 'legge LSM' non permette agli Incel di avere una partner sessuale, allora questi 'devono poter pagare per fare sesso', perché 'il sesso è un diritto'."
- ^ Codice di Diritto Canonio, canone 1042.
- ^ Codex Iuris Canonici (1917), canone 987 (PDF).
- ^ Paolo VI, Sacrum diaconatus, 11–12.
- ^ GianPaolo Salvini, "Preti che 'abbandonano', preti che 'ritornano'", citato in Sandro Magister, "'La Civiltà Cattolica' ha un direttore in più. In Vaticano".
- ^ Vecchi Gian Guido, "Diventa prete con moglie e quattro figli" (Corriere della Sera, 3 luglio 2005).
- ^ Canone 33 del Concilio di Elvira del 306 ( Canoni del concilio.; versione in inglese (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2008), in francese. e in spagnolo.).
- ^ Concilio di Cartagine del 390 ( "Il celibato ecclesiastico nella dottrina e nella storia della Chiesa.).
- ^ Henri Leclerc, "Lateran Councils" in Catholic Encyclopedia (New York 1910) (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2015).
- ^ Roman Cholij, "Priestly celibacy in patristics and in the history of the Church".
- ^ Cesare Bonivento, "Il celibato sacerdotale: Istituzione ecclesiastica o tradizione apostolica?", p. 53–54 (PDF), su webdiocesi.chiesacattolica.it. URL consultato il 28 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2014).
- ^ "Chiesa ortodossa 1".
- ^ | Sandro Magister, "Cristiani nel Medio Oriente. Schiacciati tra l'islam e Israele".
- ^ Christifideles laici.
- ^ Mauro Leonardi, "L'amicizia e il celibato apostolico".
- ^ Paolo VI, Enciclica Sacerdotalis Caelibatus, nn. 19-25.
- ^ Mauro Leonardi, Come Gesù, Ares.
- ^ Dal nuovo numero di «Studi cattolici»: «L’amicizia & il celibato apos…, in archive.is, 18 luglio 2012. URL consultato il 24 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2012).
Bibliografia
modifica- (EN) Abstinence and Celibacy, su scarleteen.com. URL consultato il 28 aprile 2006 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2006).
- (EN) Celibacy of the Clergy, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, 1913.
- Georg Denzler: Die Geschichte des Zölibats. Herder, Freiburg 2002, ISBN 3-451-04146-4
- Stefan Heid: Zölibat in der frühen Kirche. 3. Auflage. Schöningh, Paderborn 2003, ISBN 3-506-73926-3
- Horst Herrmann: Die Heiligen Väter. Päpste und ihre Kinder. Aufbau Taschenbuch-Verlag, Berlin 2004, ISBN 3-7466-8110-3
- Horst Herrmann: Sex und Folter in der Kirche. Orbis-Verlag, München 1998, ISBN 3-572-10010-0
- Hubertus Mynarek: Eros und Klerus. Vom Elend des Zölibats. Econ, Wien und Düsseldorf 1978, ISBN 3-426-03628-2
- Uta Ranke-Heinemann: Eunuchen für das Himmelreich. Katholische Kirche und Sexualität. Hoffmann und Campe, Hamburg 1989, ISBN 3-426-04079-4
- A.W. Richard Sipe: Sexualität und Zölibat. Schönigh, Paderborn/München/Wien/Zürich 1992, ISBN 3-506-78559-1
- Alfons Maria Stickler: Der Klerikerzölibat. Maria Aktuell, Abensberg 1994, ISBN 3-930309-08-4
- Marc Trémeau: Der gottgeweihte Zölibat. Sein geschichtlicher Ursprung und seine lehrmäßige Rechtfertigung. Das Neue Groschenblatt, Wien 1981, ISBN 3-900378-01-0
- Vereinigung katholischer Priester und ihrer Frauen e. V. (Hsg.): Lebenswege – Hoffnungswege. Pro Business, Berlin 2004, ISBN 3-937343-41-5 (Pro Business)
- Heinz-Jürgen Vogels: Priester dürfen heiraten. Biblische, geschichtliche und rechtliche Gründe gegen den Pflichtzölibat. Köllen, Bonn 1992, ISBN 3-88579-060-2
- Hans Conrad Zander: Zehn Argumente für den Zölibat. Ein Schwarzbuch. Patmos, Düsseldorf 1997, ISBN 3-491-72375-2
- Hartmut Zapp: Zölibat II. Kanonisches Recht. In: Lexikon des Mittelalters, vol. 9, pag. 665
- Pierre Bourdieu, Le Bal des célibataires: Crise de la société paysanne en Béarn, Paris, Seuil, 2002, ISBN 2-02-052570-4
- Mauro Leonardi: Come Gesù. L'amicizia e il dono del celibato apostolico. Ares, Milano, 2011, ISBN 978-88-8155-533-8
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni sul celibato
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su celibato
Collegamenti esterni
modifica- (EN) celibacy, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Celibacy Chastity and Religion, su a4.nu. URL consultato il 28 aprile 2006 (archiviato dall'url originale il 26 aprile 2006).
- (EN) Catholic Apologetics of America, su catholicapologeticsofamerica.blogspot.com.
- (EN) The Reformation view of Celibacy, su vor.org.
- (EN) Why Moses Remained Celibate (archiviato dall'url originale il 19 giugno 2006).: from the Oral Torah @ JewishGates.com (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2006).
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 13375 · LCCN (EN) sh85021634 · GND (DE) 4067926-3 · BNE (ES) XX526127 (data) · BNF (FR) cb119655329 (data) · J9U (EN, HE) 987007284827205171 |
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