Codino (acconciatura)
Un codino è un'acconciatura caratterizzata da una ciocca isolata che cresce verso il basso a partire dalla nuca, più lunga del resto dei capelli.
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Descrizione
modificaIl codino non ha necessità di essere legato, tuttavia può essere intrecciato, trattato come un dread, arricciato con permanente, stirato con la piastra o arricciato con un ferro. In alcuni casi, è composto da più code separate di lunghezza ridotta che non da una singola coda molto lunga.[1][2] Di norma, per esaltarne la lunghezza, si abbina a capelli rasati o comunque corti. Non essendo un vero e proprio taglio di capelli ma più un accessorio, lo si trova abbinato ai più svariati tagli di capelli sia maschili che femminili, perché veniva e viene portato tuttora da entrambi i sessi.
Storia
modificaIl codino trovò storicamente diverse applicazioni. Era infatti usato dai gentiluomini nell'Europa settecentesca, dai cinesi fino all'Ottocento e dai servitori in livrea nel corso di importanti cerimonie. Nel corso della rivoluzione francese il termine veniva usato per indicare i nobili, che portavano parrucche con una coda. Più tardi, durante la Restaurazione, indicava i reazionari.[1]
Il codino ebbe un certo periodo di grande popolarità negli anni 1980, specie tra gli uomini. In tale versione, il codino partiva dalla base posteriore del capo.[3] La moda proseguì nel decennio successivo.[4]
Il taglio è conosciuto in molte lingue come "coda di ratto". Ciò si verifica nell'inglese (rattail),[5][6] nel tedesco (Rattenschwanz)[5] e lo spagnolo (cola de rata).[5]
Oggi il taglio è meno popolare che in passato e viene spesso portato dai bambini, più raramente anche da adulti.[senza fonte]
Note
modifica- ^ a b Antonio Donnanno, Le parole della moda, Ikon, 2001, p. 134.
- ^ (EN) Rat Tail Hairstyle, su hairfinder.com.
- ^ Scaldamuscoli e codino - I 13 trend-beauty degli anni Ottanta, su corriere.it. URL consultato l'11 febbraio 2025.
- ^ I codini anni ’90 sono l'hairstyle più amato del 2023, su marieclaire.it. URL consultato l'11 febbraio 2025.
- ^ a b c (EN) woerter.net, https://www.woerter.net/nouns/translations/Rattenschwanz.htm#google_vignette . URL consultato il 12 febbraio 2025.
- ^ Antonio Donnanno, Le parole della moda, Ikon, 2001, p. 134.
Voci correlate
modificaAltri progetti
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