Conclave del 1939
Il conclave del 1939 venne convocato a seguito della morte del papa Pio XI, avvenuta a Città del Vaticano il 10 febbraio dello stesso anno. Si svolse alla Cappella Sistina dal 1º al 2 marzo, e, dopo tre scrutini, venne eletto papa il cardinale Eugenio Pacelli, segretario di Stato e camerlengo, che assunse il nome di Pio XII. L'elezione venne annunciata dal cardinale protodiacono Camillo Caccia Dominioni.
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Papa Pio XII | |||
Durata | Dal 1º al 2 marzo 1939 | ||
Luogo | Cappella Sistina, Città del Vaticano | ||
Partecipanti | 62 | ||
Scrutini | 3 | ||
Decano | Gennaro Granito Pignatelli di Belmonte | ||
Vice Decano | Donato Raffaele Sbarretti Tazza | ||
Camerlengo | Eugenio Pacelli | ||
Protodiacono | Camillo Caccia Dominioni | ||
Segretario del conclave | Vincenzo Santoro | ||
Eletto | Pio XII (Eugenio Pacelli) | ||
Situazione generale
modificaI cardinali furono 62, presenti anche tutti i porporati americani, attesi per 18 giorni grazie a una dilazione del tempo massimo di attesa dei lontani decretata da Pio XI. Anche se alcuni cardinali propendevano per l'elezione di un pontefice non politico, indicando l'arcivescovo di Firenze Elia Dalla Costa, la prevalenza immediata dei consensi era per il cardinale Eugenio Pacelli. In un anno cruciale come il 1939, infatti, era ritenuta più appropriata la candidatura di un prelato con esperienza diplomatica, come il Segretario di Stato uscente. L'elezione di Pacelli, tuttavia, non era poi così scontata per l'opposizione di un forte nucleo di cardinali italiani e di curia[1].
Votazioni
modificaLa prima votazione iniziò alle ore undici del 2 marzo, giorno del 63º compleanno del cardinale Eugenio Pacelli. Secondo alcune indiscrezioni, il futuro Pio XII ottenne subito 36 voti[2]. Avrebbero votato per lui tutti i cardinali stranieri e una decina degli italiani, tra i quali Marchetti Selvaggiani, Canali, Salotti, Pizzardo, Tedeschini e Maglione[3]. Gli altri voti sarebbero andati in particolare al cardinale Elia Dalla Costa, tra i quali quello dello stesso Pacelli[4][3]; altri al curiale Luigi Maglione e al cardinale canadese Jean-Marie-Rodrigue Villeneuve.
Immediatamente dopo si procedette alla seconda votazione, nella quale Pacelli avrebbe guadagnato ulteriori consensi da parte dei cardinali italiani. Secondo taluni sarebbe giunto a 41 voti, uno meno del quorum richiesto[5]. Secondo altre fonti, già al secondo scrutinio Pacelli avrebbe raggiunto esattamente il quorum necessario per essere eletto (42 voti)[3]. Ciò obbligava i cardinali al ricontrollo delle schede, onde escludere che un eventuale voto per sé stesso, da parte del neoeletto, fosse stato decisivo. Tale procedura - non essendo consentito il voto per sé stessi - era già stata adottata nel conclave del 1914. In base a tali fonti, il neoeletto preferì richiedere un nuovo scrutinio[6]. Fatto sta che, alle ore 12:17 del 2 marzo 1939, si ebbe fumata nera.
Al terzo scrutinio, Eugenio Pacelli ottenne 48 voti - 6 più della maggioranza richiesta - perciò accettò l'elezione e fu proclamato papa. Scelse senza esitare il nome del predecessore che aveva servito per anni. La fumata bianca si ebbe alle 17:27 dello stesso giorno dell'inizio delle votazioni. Alle 18:07 vi fu l'annuncio del cardinale Camillo Caccia Dominioni di fronte a una folla stimata in 200.000 persone in attesa in Piazza San Pietro[7].
Il conclave fu il più rapido del XX secolo e anche quello dall'esito più scontato. Il cardinale Francesco Marchetti Selvaggiani espose le motivazioni che spinsero lui e i suoi colleghi a votare Pacelli quando disse: "Se avessero votato gli angeli avrebbero fatto Elia Dalla Costa, se avessero votato i demoni avrebbero fatto me. Hanno invece votato gli uomini"[senza fonte].
Eugenio Pacelli fu il primo segretario di stato a essere eletto papa dopo Clemente IX (1667), il primo camerlengo dopo Leone XIII (1878), il primo membro della curia dopo Gregorio XVI (1831) e il primo romano dopo Clemente X (1670). Anni dopo, ormai papa Pio XII, volle risolvere la questione dell'eventuale voto decisivo di un cardinale per sé stesso. L'8 dicembre 1945, infatti, Pio XII promulgò la costituzione apostolica Vacantis Apostolicae Sedis, con la quale fu eliminata la regola contraria al voto per sé stessi. Inoltre, la maggioranza richiesta per l'elezione fu portata da due terzi dei votanti a due terzi più uno. In tal modo il voto di un elettore per sé stesso diventava ininfluente a produrre una maggioranza di due terzi[8].
Elenco dei partecipanti
modificaAl momento del conclave il collegio cardinalizio era formato da 62 cardinali, e tutti vi presero parte.
Nella cultura di massa
modificaNel pomeriggio, dopo un breve pasto, un aneddoto descrive il cardinale Pacelli è descritto come pallido e compreso nei suoi pensieri. Si tramanda che, durante la processione che porta i cardinali dalla sala Clementina del Palazzo Apostolico alla Cappella Sistina, per la terza votazione sia inciampato, cadendo a terra. Aiutandolo ad alzarsi, il cardinale Jean Verdier, arcivescovo di Parigi, avrebbe detto: "Il Vicario di Cristo... in terra!"[9].
Note
modifica- ^ Antonio Spinosa, Pio XII. Un papa nelle tenebre, Mondadori, 1992, p. 144
- ^ Spinosa, cit., p. 139
- ^ a b c Nazareno Padellaro, Pio XII, S.A.I.E., Torino, 1956, P. 181
- ^ Spinosa, cit., p. 144
- ^ Spinosa, cit., p. 140
- ^ Michael Walsh, The Conclave: A Sometimes Secret and Occasionally Bloody History of Papal Elections, Sheed & Ward, 2003 p. 150.
- ^ Spinosa, cit., p. 142
- ^ John-Peter Pham, Heirs of the Fisherman: Behind the Scenes of Papal Death and Succession, Oxford University Press. 2004, p. 333
- ^ Spinosa, cit., p. 141
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Salvador Miranda, Conclave of March 1 - 2, 1939, su fiu.edu – The Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.