Cristoforo I Baschenis
Cristoforo I Baschenis (documentato dal 1465 – al 1490) è stato un pittore italiano, appartenente ad una delle più popolari botteghe di pittori itineranti presenti per nel Bergamasco, e nel Trentino.
- La dinastia di Lanfranco
- Antonio Baschenis (doc. 1450/1490)
- Angelo Baschenis (doc. 1450/1490)
- Giovanni e Battista Baschenis (doc. 1471/1503)
- figlio di Giovanni Dionisio Baschenis (doc. 1493)
- La dinastia di Cristoforo
- Cristoforo I Baschenis (doc. 1465/1475)
- Simone I Baschenis (doc. 1488/1503)
- Cristoforo II Baschenis (doc. 1472/1520)
- Simone II Baschenis (1495 ca. /1555)
- Filippo Baschenis (doc. 1537/ 1596)
- Cristoforo Baschenis il Vecchio (1520 ca/1613 ca.)
- Cristoforo Baschenis il Giovane (1560 ca./1626 ca.)
- Pietro Baschenis (1590 ca./1630)
- Evaristo Baschenis (1617/1677)
Profilo ed opere
modificaCristoforo I è il capostipite, in senso pittorico, di uno dei due rami della famiglia Baschenis. Risulta da fonti documentali che fu residente a Colla, frazione di Santa Brigida (BG) e che soggiornò per qualche tempo a Brescia; ma - per quanto è noto - lavorò prevalentemente in Trentino[1].
Nel 1474 lo troviamo a Pelugo in Val Rendena dove sulla facciata della chiesa cimiteriale dedicata a Sant'Antonio Abate, sotto la falda del tetto, dipinse una grande immagine del santo dedicatario. Si tratta dell'unica sua opera di certa attribuzione, firmata e datata (6 ottobre 1474). Si tratta di un affresco che testimonia una qualche attenzione alle novità rinascimentali che si diffondevano in Lombardia nella seconda metà del Quattrocento. A proposito di quest'opera si è osservato:
«La figura di quel Santo [...] si evidenzia per il suo stile direi elegante, [...] come si può vedere dalle pieghe guizzanti delle vesti, [...] e dai contorni non eccessivamente marcati. Il volto di Sant'Antonio non ha quella severità ieratica, propria dei gotici e tardogotici, e appare in un aspetto bonario, immediato, che sembra accompagnare il gesto benedicente della mano destra. Se si osservano poi l'edicola e il seggio, nella loro architettura rinascimentale, ci si rende conto maggiormente della diversità dell'opera in confronto alla tradizione d'origine dell'autore.»
Sulla base di affinità stilistiche si possono attribuire e Cristoforo I altri riquadri a fresco che decorano la facciata: la Madonna con Bambino, la SS. Trinità, l'Annunciazione, la Processione e San Giorgio[2].
Note
modifica- ^ Le notizie storiche qui utilizzate sono tratte dal sito I pittori Baschenis, su vallebrembana.com, www.vallebrembana.com. URL consultato il 7 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2012).
- ^ AA.VV., La chiesa di Sant'Antonio Abate in Pelugo, op cit. pag. 52
Bibliografia
modifica- L. Loprete, I Baschenis nel Trentino, in Giornale Italiano d'Europa, settembre, 1982
- AA.VV., La chiesa di Sant'Antonio Abate in Pelugo, Parrocchia di San Zeno Pelugo, 1994
Altri progetti
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Collegamenti esterni
modifica- I pittori Baschenis, su valbrembanaweb.com, www.vallebrembana.com. URL consultato il 23 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2018).