Edoardo Mangiarotti

dirigente sportivo e schermidore italiano (1919-2012)

Edoardo Mangiarotti (Renate, 7 aprile 1919Milano, 25 maggio 2012) è stato uno schermidore e dirigente sportivo italiano, specializzato nella spada e nel fioretto.

Edoardo Mangiarotti
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
Scherma
SpecialitàSpada, fioretto
Termine carriera1961
Hall of fameHall of Fame (FIE)
Carriera
Nazionale
1935-1960Italia (bandiera) Italia
Palmarès
Competizione Ori Argenti Bronzi
Giochi olimpici 6 5 2
Mondiali 13 8 5
Giochi del Mediterraneo 2 3 1
Universiadi 3 0 0
Campionati italiani 7 0 0

Vedi maggiori dettagli

 

Vincitore di 13 medaglie olimpiche, di cui 6 d'oro, 5 d'argento e 2 di bronzo, è lo schermidore più titolato della storia, oltre che uno degli sportivi con più medaglie.

Biografia

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Figlio di Giuseppe Mangiarotti, già schermidore di prestigio internazionale che aveva indossato la divisa azzurra alle Olimpiadi di Londra nel 1908 e maestro d'arme che importò in Italia le varianti della scuola francese di scherma. Con i due fratelli, Mario e l'altro olimpionico Dario, crebbe sotto gli insegnamenti paterni presso la Società del Giardino, tempio della scherma milanese.

Ha partecipato a cinque edizioni dei Giochi olimpici fra il 1936 e il 1960, collezionando complessivamente 6 medaglie d'oro, 5 d'argento e 2 di bronzo, che all'epoca costituì il record del maggior numero di medaglie olimpiche per un singolo atleta (13), superando Paavo Nurmi che ne aveva conquistate 12. A tutt'oggi Edoardo Mangiarotti è l'atleta più medagliato della storia dell'Italia ai Giochi olimpici. Per quanto concerne i campionati del mondo sono 26 le medaglie conquistate, delle quali la metà d'oro. Anche nella speciale classifica degli schermidori plurimedagliati ai mondiali risulta l'italiano più vincente di sempre, superato solo da Valentina Vezzali che ha vinto lo stesso numero di medaglie, ma con più ori.

Si è ritirato dalla scena agonistica dopo le Olimpiadi del 1960 come uno dei più grandi schermidori di spada di tutti i tempi. Mentre, nel fioretto, il migliore assieme al francese Christian d'Oriola[senza fonte], schermidore che nella sua carriera non riuscì mai a sconfiggere. La sua principale prerogativa era di essere ambidestro, grazie al padre che volle crescerlo mancino come schermidore, questa sua particolarità gli consentiva di cambiare guardia anche all'interno di una stessa competizione.

 
La famiglia Mangiarotti, da sinistra Dario, Mario, Edoardo, Rosetta e Giuseppe

Ha collaborato in qualità di inviato-giornalista per la Gazzetta dello Sport dal 1949 al 1972 occupandosi della rubrica sulla scherma. Nel biennio 1959-1960 ha fatto parte del comitato di gestione della Federazione Italiana Scherma nominato dal CONI insieme a Gastone Darè e Renzo Nostini. Nel 1966 ha pubblicato un libro intitolato La vera scherma, scritto a quattro mani con Aldo Cerchiari. Nel 1981 è stato insignito dal Comitato Olimpico Internazionale dell'ordine olimpico di bronzo per l'anno 1977 e nel 1998 gli è stata conferita la massima onorificenza italiana dall'allora Presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro che lo ha nominato Cavaliere di Gran Croce.

È stato membro d'onore del consiglio federale della Federazione Italiana Scherma e della Fédération Internationale d'Escrime. Dal 1980 al 1984 ha ricoperto la carica di segretario generale della FIE, della quale ha pure presieduto la commissione di disciplina. È stato inoltre presidente dell'unione nazionale veterani dello sport e dell'associazione medaglie d'oro al valore atletico. In virtù dei suoi ruoli, tra la fine degli anni 1990 e l'inizio degli anni 2000 si impegnò affinché lo Stato italiano accordasse un sostegno agli sportivi agonisti trovatisi in situazione di grave disagio economico: il risultato fu conseguito nel 2003 con l'approvazione della legge Giulio Onesti, che ha istituito un sistema di vitalizi proprio a tale scopo[1].

Anche la figlia Carola è stata una tiratrice di scherma che ha rappresentato l'Italia alle Olimpiadi, partecipando a quelle di Montréal nel 1976 e di Mosca nel 1980.

Condivise col marciatore Ugo Frigerio, lo sciatore Gustav Thöni e lo slittinista Paul Hildgartner il privilegio di essere stato selezionato per due volte come alfiere dell'Italia in una cerimonia d'apertura delle Olimpiadi, avendo portato il tricolore sia a Melbourne nel 1956, sia a Roma nel 1960.

Morì nella sua casa nel centro di Milano il 25 maggio 2012 all'età di 93 anni[2].

Riposa al Cimitero Monumentale di Milano[3], ed è stato iscritto al Famedio del medesimo cimitero[4].

Tecnica

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E' stato l'unico mancino di una famiglia di schermidori.

Palmarès

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In carriera ha ottenuto i seguenti risultati:

Giochi olimpici
Individuale
A squadre
Mondiali
Individuale
A squadre
Giochi del Mediterraneo
Individuale[5]
A squadre
Universiadi
Individuale[6]
A squadre
Campionati italiani
Individuale[7]
A squadre
  • -

Pubblicazioni

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Onorificenze

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Riconoscimenti

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  1. ^ Dieci anni dalla morte di Edoardo Mangiarotti. Un ricordo del "Re di Spade", su coni.it, CONI, 25 maggio 2022.
  2. ^ Redazione Online, Morto Edoardo Mangiarotti, il «re di spade», su Corriere della Sera. URL consultato il 5 febbraio 2023.
  3. ^ Comune di Milano, App di ricerca defunti Not 2 4get.
  4. ^ MonrifNet, Famedio, 19 nuove iscrizioni Venerdì 2 novembre la cerimonia - Il Giorno - Milano, su ilgiorno.it. URL consultato il 6 maggio 2017.
  5. ^ Risultati ai Giochi del Mediterraneo sul sito della Federazione Italiana Scherma.
  6. ^ Elenco dei medagliati alle Universiadi sul sito della FIS (PDF), su federscherma.it. URL consultato il 20 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2010).
  7. ^ Dati parziali dei risultati ai Campionati Italiani sul sito della Federazione Italiana Scherma.
  8. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato il 19 aprile 2011.
  9. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato il 19 aprile 2011.
  10. ^ 79º congresso del CIO – preambolo (PDF), su la84foundation.org. URL consultato il 20 aprile 2011.
  11. ^ 79º congresso del CIO – gli insigniti dell’ordine olimpico (PDF), su la84foundation.org. URL consultato il 20 aprile 2011 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2010).
  12. ^ Inaugurata la Walk of Fame: 100 targhe per celebrare le leggende dello sport italiano, su coni.it. URL consultato il 20 dicembre 2017.
  13. ^ 100 leggende Coni (PDF), su coni.it. URL consultato il 20 dicembre 2017.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN315942962 · ISNI (EN0000 0004 1970 7911 · SBN TO0V181727