Fabbrica d'armi di Mongiana

La Fabbrica d'armi di Mongiana è stata un'armeria del Regno delle Due Sicilie costruita nel 1852[1]. Il progetto s'inseriva nel Polo siderurgico di Mongiana nato nella seconda metà del settecento e sostituì la Fabbrica di canne da fucile costruita durante il periodo di governo francese della Calabria. Fu progettata dall'ingegnere e architetto Domenico Fortunato Savino.[2][3][1].

Fabbrica d'armi di Mongiana
Fabbrica d'armi di Mongiana restaurata ora sede museale MUFAR
StatoItalia (bandiera) Italia
CittàMongiana
Coordinate38°30′46.01″N 16°19′13.01″E
Informazioni generali
Tipocaserma dismessa
Condizione attualesede museale
voci di architetture militari presenti su Wikipedia
Pianta della fabbrica d'armi di Mongiana
Fabbrica d'armi nel 1979 prima del restauro

Descrizione

modifica
 
Colonne doriche in ghisa all'ingresso

Il corpo principale della fabbrica è di impostazione classica, con la trabeazione interamente in ghisa[1], composta da due colonne di ordine dorico[1], alte ben 4.80 metri, e dall'architrave istoriato, volute dall'ingegnere Savino come elemento di distinzione, di particolarizzazione e di forza.[2] Nell’atrio di ingresso due colonne e quattro semicolonne, sempre in ghisa, alte la metà di quelle esterne, compongono una serliana “spaziale”. La Fabbrica d’armi costituisce una delle prime testimonianze dell’uso in Italia della ghisa in edilizia.

Produzione

modifica

Quando la fabbrica entrò in produzione forniva annualmente all'esercito borbonico 2000-3000 armi, arrivando fino a 7000-8000 nei periodi di pieno regime. Produceva fucili, pistole e spade.[2]

Fu progettato anche un nuovo tipo di fucile a molla indietro, denominato difatti Mongiana che sostituì il vecchio modello francese 1842. Ignorata e penalizzata dopo l'Unità d'Italia, continuò la sua attività fino alla metà degli anni 1860; successivamente fu declassata ad Officina trasformazioni e infine chiusa.[2]

Oggi la fabbrica è un luogo da visitare, facente parte dell'Ecomuseo delle Ferriere e Fonderie di Calabria. Riscoperta alla fine degli anni ’70 in stato di completo degrado, è stata oggetto di un lungo e accurato processo di recupero e nell'ottobre del 2013 è stato ultimato il restauro architettonico con l’allestimento del Museo delle Reali Ferriere Borboniche. Il progetto di restauro dell’ex fabbrica e di allestimento del Museo è stato curato dalla RA Consulting srl.

Bibliografia

modifica
  • Elia Fiorenza, Le regie ferriere di Mongiana, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2024, ISBN 978-88-498-8007-6.
  • Brunello De Stefano Manno, Le reali ferriere ed officine di Mongiana, II edizione, Cosenza, Città Calabria Edizioni, 2008.
  • Franco Danilo, Il ferro in Calabria.Vicende storico-economiche del trascorso industriale calabrese, Kaleidon editrice, agosto 2003.
  • Brunello de Stefano Manno, Gennaro Matacena, Le Reali Ferriere ed officine di Mongiana, Napoli, casa editrice storia di Napoli e delle due Sicilie, 1979.
  • Gennaro Matacena, Architettura del lavoro in Calabria tra i secoli XV eXIX, Edizioni Scientifiche Italiane, 1983

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
  • Ecomuseo, su web.tiscali.it. URL consultato il 26 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 20 maggio 2008).
  • Le reali Ferriere di trattoriaelim.it, su trattoriaelim.it. URL consultato il 31 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  • Memorie borboniche in terra di Calabria:le Reali Ferriere ed Officine di Mongiana [collegamento interrotto], su e-spacio.uned.es.