Giovanni Giorgio II di Sassonia

elettore di Sassonia (r. 1656-1680)

Giovanni Giorgio II di Sassonia (Dresda, 31 maggio 1613Freiberg, 22 agosto 1680) fu un membro della casata di Wettin, principe elettore di Sassonia dal 1656 alla sua morte.

Giovanni Giorgio II di Sassonia
Johann Finck, Ritratto di Giovanni Giorgio II di Sassonia (ante 1675).
Elettore di Sassonia
Stemma
Stemma
In carica8 ottobre 1656 –
22 agosto 1680
PredecessoreGiovanni Giorgio I
SuccessoreGiovanni Giorgio III
NascitaDresda, 31 maggio 1613
MorteFreiberg, 22 agosto 1680 (67 anni)
Luogo di sepolturaDuomo di Freiberg
Casa realeCasata di Wettin
PadreGiovanni Giorgio I di Sassonia
MadreMaddalena Sibilla di Prussia
ConsorteMaddalena Sibilla di Brandeburgo-Bayreuth
FigliSibilla Maria
Erdmute Sofia
Giovanni Giorgio III
ReligioneLuteranesimo
Firma
Giovanni Giorgio II di Sassonia

Vicario imperiale
Durata mandato6 aprile 1657 –
18 luglio 1658
ContitolareFerdinando Maria di Baviera
PredecessoreFerdinando III d'Asburgo (imperatore eletto)
SuccessoreLeopoldo I d'Asburgo (imperatore eletto)

Biografia

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Era il terzo (quarto in ordine di nascita) ma primogenito sopravvissuto di Giovanni Giorgio I di Sassonia, e della sua seconda moglie, Maddalena Sibilla di Prussia. Successe a suo padre come elettore di Sassonia l'8 ottobre 1656[1].

Nel 1657 sottoscrisse un accordo con i fratelli al fine di evitare dispute e future divisioni del principato e, nel 1664, entrò in relazioni amichevoli con Luigi XIV. Ricevette del denaro da parte del re francese, ma la strenua opposizione di alcune fazioni sassoni anti-francesi lo spinse ad aderire alla politica di Leopoldo I.

I suoi interessi principali non comprendevano la politica, ma la musica e l'arte. Durante il suo regno Dresda divenne il centro musicale della Germania; accogliendo musicisti stranieri e non, raccolse attorno a sé una grande e splendida corte, e la sua capitale fu teatro costante di festival musicali e non[1]. Commissionò la costruzione del primo teatro dell'opera, l'Opernhaus am Taschenberg .

Grazie al duca Guglielmo di Sassonia-Weimar, Giovanni Giorgio entrò a far parte della Società dei Beni (1658).

Il suo regno fu contraddistinto dalla rinascita economica della Sassonia dopo la guerra dei trent'anni. Il suo interessamento personale contribuì alla nascita di numerose industrie ed accorgimenti per una migliore economia del principato (industria tessile, promozione della produzione di carbone e vetro, e molte altre cose). L'argento estratto dalle vicine montagne risanò le casse dello stato, e la zecca di Lipsia riprese nuovamente a battere moneta. Anche gli esuli boemi (1654) contribuirono ad un ulteriore sviluppo economico della regione.

Matrimonio

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A Dresda, il 13 novembre 1638, Giovanni Giorgio sposò Maddalena Sibilla di Brandeburgo-Bayreuth (27 ottobre 1612-20 marzo 1687), figlia di Alberto Federico di Prussia. Ebbero tre figli:

Ascendenza

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Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Augusto I di Sassonia Enrico IV di Sassonia  
 
Caterina di Meclemburgo-Schwerin  
Cristiano I di Sassonia  
Anna di Danimarca Cristiano III di Danimarca  
 
Dorotea di Sassonia-Lauenburg  
Giovanni Giorgio I di Sassonia  
Giovanni Giorgio di Brandeburgo Gioacchino II di Brandeburgo  
 
Maddalena di Sassonia  
Sofia di Brandeburgo  
Sabina di Brandeburgo-Ansbach Giorgio di Brandeburgo-Ansbach  
 
Edvige di Münsterberg-Oels  
Giovanni Giorgio II di Sassonia  
Alberto I di Prussia Federico I di Brandeburgo-Ansbach  
 
Sofia di Polonia  
Alberto Federico di Prussia  
Anna Maria di Brunswick-Lüneburg Eric I di Brunswick-Lüneburg  
 
Elisabetta di Brandeburgo  
Maddalena Sibilla di Prussia  
Guglielmo di Jülich-Kleve-Berg Giovanni III di Kleve  
 
Maria di Jülich-Berg  
Maria Eleonora di Jülich-Kleve-Berg  
Maria d'Austria Ferdinando I d'Asburgo  
 
Anna Jagellone  
 
  1. ^ a b Chisholm, 1911, p. 459.

Bibliografia

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  • Mary E. Frandsen: Crossing Confessional Boundaries. The Patronage of Italian Sacred Music in 17th Century Dresden. New York: Oxford University Press, 2006. ISBN 0-19-517831-9

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN15572447 · ISNI (EN0000 0001 1041 1047 · CERL cnp00944926 · LCCN (ENn91034972 · GND (DE119100320 · BNF (FRcb14850028h (data) · J9U (ENHE987007327752805171