Gli amanti del sogno

film del 1945 diretto da William Dieterle

Gli amanti del sogno (Love Letters) è un film del 1945 di William Dieterle, ispirato al romanzo Pity My Simplicity di Chris Massie.

Gli amanti del sogno
Joseph Cotten in una scena del film
Titolo originaleLove Letters
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1945
Durata101 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,37:1
Generenoir
RegiaWilliam Dieterle
SoggettoChris Massie
SceneggiaturaAyn Rand
ProduttoreHal B. Wallis
Casa di produzioneParamount Pictures
FotografiaLee Garmes
MontaggioAnne Bauchens
MusicheVictor Young
ScenografiaRoland Anderson e Hans Dreier
CostumiEdith Head
TruccoWally Westmore (supervisore)
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
 
Jennifer Jones nel trailer

Dal fronte, Allen Quinton, un capitano di fanteria, scrive romantiche lettere d'amore a una donna sconosciuta, di nome Victoria, per conto di Roger, un suo amico e commilitone. Quest'ultimo, avuta una licenza, si reca presso la giovane che vive in un paesino non lontano da Londra. Victoria, credendo che egli sia l'autore delle appassionate lettere, lo sposa. Un anno dopo Allen viene congedato ed essendo segretamente innamorato della sconosciuta donna con cui aveva avuto solo un contatto epistolare, si mette alla ricerca di questa.

Apprende quindi da una sua amica che la giovane si fa chiamare ora Singleton, e che è caduta in stato di amnesia dopo una violenta lite con il dispotico marito Roger, nella quale questo è stato ucciso. Victoria, giudicata colpevole dell'omicidio, è stata condannata, ma ha scontato solo un anno di prigione dato il suo stato mentale. Allen, nonostante ciò, innamorato sempre più della ragazza, la sposa e l'aiuterà a ritrovare la memoria, e a far luce sulla morte di Roger, della quale la giovane Victoria non ha alcuna colpa.

Produzione

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Il film fu prodotto dalla Paramount Pictures; le riprese durarono da metà ottobre a metà dicembre 1944[1]

Venne girato nei Paramount Studios al 5555 di Melrose Avenue, a Hollywood[2], con il titolo di lavorazione The Love Letters.

Colonna sonora

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La colonna sonora di Victor Young è stata nominata per un Oscar e comprendeva il brano di successo Love Letters. La prima pubblicazione degna di nota della canzone, con testi di Edward Heyman, fu del cantante Dick Haymes la cui registrazione raggiunse il picco di popolarità nel settembre 1945. Il brano è stato registrato da numerosi artisti tra cui Ketty Lester, Alison Moyet, Rosemary Clooney, Nat King Cole, Elvis Presley, Elton John, Del Shannon e Sinéad O'Connor. La canzone è stata utilizzata in altri film, incluso Blue Velvet di David Lynch, che presenta la versione di Ketty Lester.

Distribuzione

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Il film, distribuito dalla Paramount Pictures, venne presentato in prima a New York il 25 agosto 1945 e, sulla costa occidentale, a Los Angeles, il 4 ottobre. Uscì poi in distribuzione nazionale il 26 ottobre.

In Italia fu presentato il 2 settembre 1946 al Festival di Venezia[3] e distribuito nelle sale ad ottobre. Il 28 ottobre 1946 venne distribuito in Svezia. Nel 1947 uscì anche in Portogallo (28 febbraio), in Spagna, a Madrid (13 ottobre) e in Turchia[4].

Accoglienza

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Critica

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«[...] Lo spunto è felice, cinematograficamente trattabile, ma utile sarebbe stato risolverlo staccandosi da quella tradizione filmica che trova, oggi, in Alfred Hitchcock il più autorevole rappresentante. È vero: la storia [...] sembra un soggetto per Hitchcock. [...] sono aspetti drammatici tali da portare facilmente un regista sul sentiero già segnato in Rebecca. Love Letters, infatti, ricorda quel film, e non solo per i toni fotografici; per certe figure di secondo piano, il passato costantemente vivo nel racconto, ma ancora per la tecnica della ripresa, oltre che per lo spirito, senza che Dieterle riesca a raggiungere il modello verso il quale si sente attratto. Dove il regista si rivela invece esperto è nella direzione degli attori, collocati in un mondo di indubbia autenticità inglese: Jennifer Jones e Joseph Cotten sono sobri e convincenti.»

«[...] Il film alla lontana ricorda, invertite le parti, la storia di Rebecca. È la stessa atmosfera carica di certe scene e la situazione finale qui appare un po' granguignolesca ma nel complesso sostenuta ed efficace. La parte migliore è nella seconda metà, dove si comincia a tardare la catastrofe e tutti gli elementi concorrono a chiarire le posizioni dei personaggi. Nella prima parte manca completamente l'azione e tutto è affidato al dialogo che immaginiamo sottile e bello, ma che risulta incomprensibile in poche frasi nella lingua originale. Joseph Cotten è un Alan perfetto e la Jones è una Vittoria deliziosa nei momenti di languido abbandono e nelle crisi di memoria. È sua gioia di sapersi innocente e di ritrovare in Alan l'amore dei sogni ha commosso il pubblico che è stato infaticabile nell'applaudire.»

«[...] Gli amanti del sogno è, per lo più, intessuto di brani incorniciati o rievocati da altri racconti; con un ritmo d'incastri non sempre indispensabili, ancora aggravati da parecchia retorica verbale. Ma del film si disse ampiamente quando poche settimane or sono apparve a Venezia. Se Joseph Cotten, fra gli interpreti, delude non poco, non è esagerato parlare di rivelazione nel confronti di Jennifer Jones. Un'attrice di razza. Certe sue improvvise trasfigurazioni, certe illuminazioni di trascinante abbandono, certi scatti nervosi, quasi istintivi, eppure sorvegliatissimi, la dicono destinata a essere una compiuta interprete. Che sceneggiatori e registi non la inducano, o la costringano, a tradire se stessa.»

«La storia di un moderno Cirano, che dal fronte scrive lettere fascinose ad una donna ignota per conto di un suo compagno d'armi non rappresenta certo una originale impostazione di un racconto cinematografico. Ed il film infatti, nei suoi primi trecento metri è prolisso quanto inutile. In seguito le cose si rendono più complesse. [...] Tutta questa seconda parte è ben svolta, piena di una drammaticità essenziale e tenuta su di un piano avventuroso e nobile. Il finale è intuitivo. [...] Ciò che contribuisce al film la maggiore attrattiva eduna classe veramente notevole è la recitazione dei due interpreti principali - Jennifer Jones e Joseph Cotten - e specialmente quella della donna, un'attrice di singolari qualità. La regia che non vanta speciali risorse è tuttavia molto accurata ed avveduta. Ottima la fotografia dovuta a Lee Gannes.»

«Sembra che questo film abbia sollevato a Venezia non poche polemiche tra la schiera di coloro che lo avevano considerato se non un'opera d'arte per lo meno un film fuori del comune e coloro che, invece, lo giudicavano un prodotto di normale fattura commerciale. Direi che qualcosa differenzia «Gli amanti del sogno» (brutto titolo se confrontato con quello originale: «Love Letters», non molto straordinario ma per lo meno più sincero) dalla comune produzione hollywoodiana. Ed è la delicatezza con cui personaggi e situazioni sono delineati e toccate: un felice risultato dovuto forse non tanto alla mano del regista William Dieterle, quanto alla sensibilità della nuova (per noi) attrice Jennifer Jones. Lo stesso spunto iniziale del soggetto non è privo di suggestione: [...] ad un certo momento gli autori si sono lasciati prendere la mano dal «fatto» quasi poliziesco e molto lacrimevole, ed allora la ricerca psicologica è andata a farsi benedire e tutto ha finito per rientrare nella normale amministrazione. Gli amanti del sogno resta pur tuttavia un film piuttosto piacevole a vedersi e, in fondo, non privo di motivi interessanti anche per il più sottile degli spettatori. Un cenno particolare mi sembra meriti, oltre a Jennifer Jones della quale si è detto, Joseph Cotten.»

Riconoscimenti

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Premi Oscar 1946:

  1. ^ AFI, su afi.com. URL consultato il 19 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2014).
  2. ^ Love Letters (1945) - IMDb. URL consultato il 16 maggio 2023.
  3. ^ a b Film russi a Venezia, La Stampa, 3 settembre 1946
  4. ^ Gli amanti del sogno (1945) - Informazioni sull’uscita - IMDb. URL consultato il 16 maggio 2023.
  5. ^ La rassegna cinematografica a Venezia. "Ciapaiev" e "Amanti del sogno", Avanti!, 3 settembre 1946, pp. 1-2
  6. ^ Sullo schermo: La fiamma del peccato, di B. Wilder - Gli amanti del sogno, di W. Dieterle, La Stampa, 13 ottobre 1946
  7. ^ Spettacoli. «Gli amanti del sogno», 'Avanti!, 18 ottobre 1946, p. 2
  8. ^ Arte e spettacoli. "Gli amanti del sogno", l'Unità, 19 ottobre 1946

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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