Inondazione preistorica del Mar Nero

L'inondazione preistorica del Mar Nero, o ipotesi Ryan-Pitman, è una teoria che propone un'inondazione repentina e catastrofica del Mar Nero da parte di acque provenienti dal mar Mediterraneo, avvenuta intorno al 7150 a.C.[1] o intorno all'8500 a.C.,[2] che tra l'altro avrebbe dato anche origine alla narrazione mitologica del diluvio universale.

Diversi studi scientifici, effettuati per valutare questa tesi, hanno invece sostenuto che fu il Mar Nero a riversarsi nel Mediterraneo, in maniera tra l'altro non catastrofica.[3]

La teoria

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William Ryan e Walter Pitman, geologi della Columbia University, pubblicarono uno studio nell'aprile 1997[1] (già anticipato alla stampa generalista nel dicembre 1996)[4] recante le prove di una massiccia inondazione attraverso il Bosforo attorno al 5600 a.C. Secondo tale studio, lo scioglimento dei ghiacci in epoca postglaciale aveva trasformato a quell'epoca il Mar Nero e il Mar Caspio in vasti laghi d'acqua dolce, mentre il livello del mare continuava a rimanere basso a livello globale. I laghi d'acqua dolce riversavano le loro acque nel Mar Egeo. Dal momento che i ghiacciai si erano ritirati, i fiumi che sfociavano nel Mar Nero riducevano la loro portata e trovavano nuovi sbocchi verso il mare del Nord e il livello del Mar Nero tendeva ad abbassarsi a causa dell'evaporazione. Quindi, suggeriscono Ryan e Pitman, intorno al 5600 a.C., il Mediterraneo, il cui livello stava aumentando, finalmente straripò oltre il Bosforo. L'evento allagò 155 000 km² di territorio e ingrandì significativamente le dimensioni del Mar Nero verso nord e ovest. Ryan e Pitman scrissero:

 
Il Mar Nero oggi (blu chiaro) e nel 5600 a.C. (blu scuro) secondo l'ipotesi Ryan-Pitman

«Dieci miglia cubiche [42 km³] d'acqua si riversavano ogni giorno, duecento volte il flusso delle cascate del Niagara. Il Bosforo ruggì e si scosse a pieno ritmo per almeno trecento giorni.»

Nonostante l'agricoltura del Neolitico avesse a quel tempo già raggiunto le pianure della Pannonia, gli autori collegano la sua diffusione alla migrazione dei popoli allontanatisi dai territori allagati. È stato quindi ipotizzato che le memorie dei sopravvissuti siano state la fonte originaria del mito del diluvio universale.

Un'iniziale resistenza alla tesi venne da coloro che pretendevano una correlazione più stretta con il Libro della Genesi e la citazione del monte Ararat, o dai sostenitori di una tesi simile ma relativa alla formazione del Golfo Persico nelle valli del Tigri e dell'Eufrate.

Altri studi da parte di oceanografi come Teofilo A. "Jun" Abrajano Jr del Rensselaer Polytechnic Institute e del suo collega canadese Ali Aksu del Memorial University of Newfoundland hanno gettato alcuni dubbi sulla tesi dell'allagamento catastrofico. Il team di Abrajano, in seguito alla scoperta di particolari depositi fangosi nel Mar di Marmara ha concluso che c'è stata una sostanziale interazione tra Mediterraneo e Mar Nero durata almeno 10 000 anni:

«Per ritenere corretta l'"ipotesi dell'arca di Noè", bisogna sostenere che non vi fu flusso d'acqua tra Mar Nero e Mar di Marmara prima dell'ipotetico Grande Diluvio. Abbiamo trovato prove per ritenere scorretta questa tesi.»

In una serie di spedizioni, un team di archeologi marini guidato da Robert Ballard ha identificato quelle che sembrano essere antiche coste, conchiglie di lumache marine, valli di fiumi sommersi, legni lavorati con strumenti e strutture di fattura umana a circa 100 metri dalla costa attuale del Mar Nero sul lato turco. La datazione con carbonio 14 dei molluschi indica un'età approssimativa di 7 000 anni.

Secondo una pubblicazione su New Scientist (4 maggio 2002, p. 13), i ricercatori hanno trovato un delta fluviale sommerso a sud del Bosforo, con prove di un forte flusso di acqua dolce in uscita dal Mar Nero già nell'VIII millennio a.C.

L'analisi dei sedimenti del Mar Nero nel 2004 da parte di un gruppo di ricerca paneuropeo (Assemblage - Noah Project) parrebbe invece confermare la conclusione di Pitman/Ryan. Inoltre, i calcoli di Mark Siddall avevano previsto un canyon sommerso che venne in seguito trovato.

L'ipotesi rimane tuttora oggetto di acceso dibattito tra gli archeologi e i geologi.

Identificazione con le inondazioni mitiche

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La proposta dell'inondazione è stata collegata con vari miti del Diluvio, in particolare con il Diluvio dell'Antico Testamento.

Hershel Shanks, editor del Biblical Archaeology Review, disse che "tutti i moderni studiosi critici della Bibbia considerano il racconto di Noè una leggenda. Ci sono altre storie di allagamenti, ma chi può negare che il diluvio di Noè sia lo stesso del Mar Nero?" Gruppi fondamentalisti cristiani affermarono che "Il Diluvio Universale non fu un allagamento locale nella zona del Mar Nero, ma un'inondazione su scala globale che ha lasciato segni in ogni continente del pianeta"[5] e che la tempistica non corrisponde, sebbene questa affermazione non sia compatibile con la scienza dato che richiede l'improvvisa produzione e scomparsa di una quantità d'acqua tre volte superiore a quella contenuta in tutti gli oceani del mondo.

Ci sono state anche identificazioni con il mito di Atlantide ed è stato suggerito che l'inondazione causò la migrazione degli Indoeuropei.

Nascita della teoria

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Tutto si deve alle scoperte di Walter Pitman, geofisico del Lamont-Doherty Earth Observatory, a Palisades: "In quel periodo io e Bill Ryan stavamo collaborando con un gruppo di ricercatori: John Frederick Dewey, Maria Cita, Ken Shu e altri", racconta Pitman in un'intervista.

«Alcuni di loro avevano da poco scoperto che cinque milioni di anni fa il Mar Mediterraneo si era completamente seccato, e si inondò successivamente in modo catastrofico. Durante una conversazione, Dewey ci domandò se questo evento potesse essere all’origine della leggenda sul diluvio universale. Naturalmente ci mettemmo a ridere, perché cinque milioni di anni fa non c’erano uomini che avrebbero potuto raccontarlo! Ma cominciammo a discutere se un evento simile, cioè l’allagamento di un bacino prosciugato a causa di un incremento del livello del mare, fosse potuto accadere alla fine dell’ultima glaciazione, fra 20.000 e 4.000 anni fa. In questo periodo il livello del mare crebbe di circa 120 metri, ed è possibile che ci fosse qualche bacino marginale che si era prosciugato, e che il mare avesse potuto superare qualche passaggio e inondarlo.»

Ed ecco l'ipotesi avanzata da Pitman e collaboratori. Proprio all'inizio di questa epoca sarebbe avvenuta infatti una catastrofe epocale: la sommersione delle coste del mar Nero. Pare che, attorno al 5000 a.C., il mar Nero fosse isolato dal resto del mar Mediterraneo, che fosse riempito di acqua dolce e che il suo livello fosse anche 100 metri al di sotto di quello dei mari salati del pianeta. Logico pensare che sulle sponde di un lago d'acqua dolce così vasto siano fiorite diverse comunità protostoriche. Ma, appunto circa 7 000 anni fa, sarebbe ceduta la diga naturale in corrispondenza dell'attuale Bosforo, che isolava il Mar Nero dal mar Mediterraneo salato: un'immensa cascata durata un anno si sarebbe riversata nel lago, il cui livello si sarebbe sollevato con estrema rapidità, sommergendo tutti gli abitati umani. Pitman ha calcolato addirittura un flusso di 50 chilometri cubici d'acqua al giorno, capaci di innalzare la superficie del Mar Nero di 15 centimetri al giorno. I loro occupanti sarebbero fuggiti disperatamente di fronte al ruggire delle acque, per disperdersi poi nella valle del Danubio e in quella del Tigri e dell'Eufrate, portando con sé il ricordo delle acque distruttrici, da loro interpretate tramite una tremenda punizione divina, che poi andò a confluire nel poema di Gilgameš e nella Bibbia.

Spiega ancora Pitman:

«Innanzitutto abbiamo trovato che la struttura rocciosa del fondale del Bosforo, oggi coperta da sedimenti fino a 20 metri sotto il livello del mare, ha proprio una profondità di circa 100 metri , e risulta tagliata da profonde gole che sembrano prodotte da un rapido scorrimento d’acqua. [...] inoltre, abbiamo individuato una superficie alluvionale a una profondità di circa 150 metri, ne abbiamo raccolto alcuni campioni sedimentari ed abbiamo potuto dimostrare che i sedimenti al di sotto della superficie erano tipicamente d’acqua dolce, e quelli al di sopra erano di acqua salata. Tutto sembrava portare alla conclusione che a quell’epoca il Mar Nero fosse stato inondato dal Mar Mediterraneo. Abbiamo analizzato anche conchiglie e fossili per datare l’inondazione: 5.600 anni prima di Cristo

Bibliografia

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  • John Noble Wilford, "Geologists Link Black Sea Deluge to Farming's Rise," The New York Times, December 17, 1996, pp. B5 and B13.
  • W.B. Ryan and W.C. Pitman, Noah's Flood: The new scientific discoveries about the event that changed history 1998

Collegamenti esterni

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