Jean-Claude Brialy

attore francese

Jean-Claude Brialy (Aumale, 30 marzo 1933Monthyon, 30 maggio 2007[1]) è stato un attore, regista e sceneggiatore francese.

Jean-Claude Brialy

Biografia

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Figlio di un alto ufficiale dell'esercito, Roger Jean Brialy e di Suzanne Abraham, Brialy nacque in Algeria ad Aumale, odierno Sour El Ghozlane in Cabilia, e crebbe in Francia e Germania.[2] Mentre studiava Filosofia all'Università di Strasburgo, iniziò a seguire i corsi di recitazione presso il Conservatorio della città e debuttò in teatro,[2] partecipando a diverse commedie di repertorio leggero. L'esordio cinematografico avvenne nel 1956 con il film L'ami de la famille (1956) di Jack Pinoteau.[3] Ebbe una particina nel film Ascensore per il patibolo (1958) di Louis Malle.

Interprete di numerosi cortometraggi diretti da Jean-Luc Godard e Jacques Rivette, Brialy si affermò definitivamente sul grande schermo con Le beau Serge (1958) e I cugini (1959) di Claude Chabrol, regista che lo valorizzò fino a farlo diventare uno degli interpreti prediletti dagli autori francesi della Nouvelle Vague,[2] come Godard in La donna è donna (1961) e François Truffaut ne La sposa in nero (1968).

Oltre a confermarsi ottimo attore drammatico, Brialy dimostrò di essere un interprete portato anche per ruoli brillanti, grazie a una recitazione spigliata e spiritosa. Tra i film che sfruttarono al meglio queste sue caratteristiche sono da ricordare Il castello in Svezia (1963), una commedia bizzarra e sofisticata diretta da Roger Vadim, e Il ginocchio di Claire (1971) di Éric Rohmer. Nello stesso anno esordì nella regia con Eglantine, cui seguirono L'oiseau rare (1973), Male d'amore (1974), Les malheurs de Sophie (1981), Un bon petit diable (1983) e alcuni lavori televisivi.

Molto attivo anche nel cinema italiano, prese parte, fra gli altri, ai film La notte brava (1959) di Mauro Bolognini, La banda Casaroli (1962) di Florestano Vancini, Cose di Cosa Nostra (1971) di Steno, Il mondo nuovo (1982), ispirato alla storica Fuga a Varennes e diretto da Ettore Scola, che chiamò nuovamente Brialy venti anni più tardi per Concorrenza sleale (2001), dirigendolo in un ruolo in cui l'attore dimostrò ancora una volta la sua incisività e la sua padronanza della scena.[3]

Artista corretto e professionale, Brialy continuò la sua carriera di attore cinematografico fino agli ultimi anni di vita: tra le sue ultime interpretazioni, South Kensington (2001) di Carlo Vanzina e C'est le bouquet (2002).

Vita privata

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In un'intervista al giornale Têtu nel maggio 2005, parlò della propria sessualità dichiarandosi un «omosessuale naturale»,[4] ossia un omosessuale che per egoismo e per gusto ha preferito i rapporti sessuali con uomini a quelli con le donne, pur non disdegnandoli. Ha sempre sostenuto l'associazione Sidaction nella sua battaglia contro l'AIDS e, alcuni anni prima di morire di cancro,[5] organizzò, assieme a Sophia Loren, un'asta di beneficenza che permise di raccogliere 10 milioni di franchi (circa 1,5 milioni di euro).

Filmografia parziale

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Brialy in I nostri mariti (1966)

Regista

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Doppiatori italiani

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  1. ^ (FR) Brialy Jean-Claude Marcel, su deces.matchid.io. URL consultato l'8 ottobre 2021.
  2. ^ a b c Il chi è del cinema, De Agostini, 1984, Vol. I, pag. 67
  3. ^ a b Le Garzantine, Garzanti, 2002, pag. 139-140
  4. ^ (FR) Emmanuelle Cosse, Jean-Claude Brialy est mort, in Têtu, 31 maggio 2007. URL consultato il 27 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2007).
  5. ^ È morto Brialy regista e attore, in Corriere della Sera, 31 maggio 2007, p. 51. URL consultato il 27 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 18 novembre 2015).

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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