Le piante di Roma
Le piante di Roma è un'opera libraria edita nel 1962 in tre volumi in-folio che descrive e contiene, in scala o a grandezza naturale, 245 piante storiche della città di Roma. L'opera è curata dallo storico e archeologo monsignor Amato Pietro Frutaz e promossa dall'Istituto Nazionale di Studi Romani.[1][2]
Le piante di Roma | |
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Giovanni Battista Piranesi, Urbis Aeternae Vestigia | |
Autore | Amato Pietro Frutaz |
1ª ed. originale | 1962 |
Genere | trattato |
Lingua originale | italiano |
Storia
modificaLa pubblicazione, allora promossa dall'Ente Esposizione Universale (E.U.R.), dal Comune di Roma e dall'Istituto Poligrafico dello Stato, doveva essere pubblicata nel 1942, in occasione della Esposizione del Ventennale che poi non ebbe luogo. La curatela era stata affidata a Luigi De Gregori, bibliotecario e studioso, che doveva raccogliere la documentazione e stendere le note esplicative delle piante, con relativa bibliografia. Ripreso dopo la guerra, il progetto fu portato a termine dall'archeologo e storico valdostano Amato Pietro Frutaz (Torgnon, 1907–1980) che duplicò il numero delle piante di Roma prese in considerazione, valendosi dell'aiuto degli studiosi e bibliotecari Giorgio De Gregori e Niccolò Del Re.
Descrizione
modifica245 sono le piante esaminate e riprodotte (in realtà sono 267, poiché alcune, per ragioni tecniche, sono state considerate sotto lo stesso numero). La topografia della città di Roma, nell'anno 1962, era già stata trattata in precedenza, nel volume XXII, promosso dall'Istituto Nazionale di Studi Romani, sotto il titolo Topografia e urbanistica di Roma.[3]
- Amato Pietro Frutaz (a cura di), Le piante di Roma, Roma, Tip. L. Salomone e A. Staderini, 1962, SBN IT\ICCU\SBL\0253082. 38 cm
- Volume 1: Testo, 355 p.
- Volume 2: Tavole: Dal secolo 3. d.C. all'anno 1625, 322 c. di tav., ill.
- Volume 3: Tavole: Dall'anno 1630 all'anno 1962, 323-684 c. di tav, ill.
Varia è la tipologia del supporto delle piante di Romaː da quella marmorea della Forma Urbis Severiana del III secolo (unico documento topografico di Roma antica conservato in originale, in 993 frammenti, Pianta I), alle due miniature di Pietro del Massaio (1469 e 1471-1472) che sono illustrazioni di codici contenenti la Geografia di Claudio Tolomeo (Piante LXXXVII e LXXXVIII), alla pianta dipinta a penna da Alessandro Strozzi nel 1474 (Pianta LXXXIX), a quella dipinta su tavola da Pieter Bruegel il Vecchio c. 1551 che riproduce scene del Sacco di Roma (Pianta XCIX), al Gran Prospetto dell'alma città di Roma, disegnato e inciso su carta nel 1765 da Giuseppe Vasi (Pianta CLXXI). L'ultima, in ordine di tempo, è la pianta di Roma di Vincenzo Visceglia,[4] e [5], con le ripartizioni urbane e periferiche stabilite il 13 settembre 1961 (Pianta CCXLV).
Note
modifica- ^ Frutaz.
- ^ Ha contribuito la Società Generale Immobiliare, a celebrazione del suo primo centenario di attività.
- ^ Ferdinando Castagnoli, Topografia e urbanistica di Roma, Bologna, Cappelli, 1958, SBN IT\ICCU\MIL\0028321.
- ^ Enzo Visceglia, Planimetria di Roma 1: scala 1:5.000, Roma, Istituto Geografico Visceglia, 1962, SBN IT\ICCU\PAV\0095784.
- ^ Enzo Visceglia, Planimetria di Roma 2: scala 1:5.000, Roma, Istituto Geografico Visceglia, 1962, SBN IT\ICCU\PAV\0095785.
Bibliografia
modifica- Franz Ehrle, Piante e vedute di Roma e del Vaticano dal 1300 al 1676 / F. Herle, H. Egger ; illustrate da Amato Pietro Frutaz, Città del Vaticano, Biblioteca apostolica Vaticana, 1956, SBN IT\ICCU\SBL\0651329.
- Academie Saint-Anselme (a cura di), S.E. Mgr Aimé-Pierre Frutaz: in memoriam, Aosta, Imprimerie valdôtaine, 1981, SBN IT\ICCU\TO0\1570676.
- Amato Pietro Frutaz (a cura di), Le piante di Roma. 3 volumi, Roma, Istituto di studi romani, 1962, SBN IT\ICCU\UBO\0103133.