Levate

comune italiano
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Levate [leˈvaːte] (Leàt [lɛˈat] in dialetto bergamasco[5][6]) è un comune italiano di 3 711 abitanti[2] della provincia di Bergamo in Lombardia.

Levate
comune
Levate – Stemma
Levate – Bandiera
Levate – Veduta
Levate – Veduta
Il centro del paese con la chiesa parrocchiale
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Bergamo
Amministrazione
SindacoPaola Agazzi (lista civica Nuova proposta per Levate) dal 24-06-2024
Territorio
Coordinate45°37′44.18″N 9°37′35.71″E
Altitudine185 m s.l.m.
Superficie5,53 km²
Abitanti3 711[2] (31-1-2024)
Densità671,07 ab./km²
Frazioninessuna[1]
Comuni confinantiComun Nuovo, Dalmine, Osio Sopra, Osio Sotto, Stezzano, Verdellino, Verdello
Altre informazioni
Cod. postale24040
Prefisso035
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT016126
Cod. catastaleE562
TargaBG
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 516 GG[4]
Nome abitantilevatesi
Patronosanti Pietro e Paolo
Giorno festivo29 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Levate
Levate
Levate – Mappa
Levate – Mappa
Posizione del comune di Levate nella provincia di Bergamo
Sito istituzionale

Situato nella pianura centrale bergamasca, dista circa 10 chilometri a sud dal capoluogo orobico.

 
Il municipio.

I primi insediamenti abitativi sul territorio comunale sono molto antichi e risalgono all'epoca romana, come si evince da alcuni ritrovamenti archeologici consistenti in una necropoli ed annesso corredo funebre di età precristiana.

I reperti, venuti alla luce in una zona a nord del territorio comunale, rappresentano uno dei numerosi segni della presenza romana nella zona centro-occidentale della pianura bergamasca. Il termine della dominazione romana portò un periodo di spopolamento del territorio, dovuto all'instabilità data dalle invasioni barbariche e dalle cattive condizioni di vita.

La situazione cambiò radicalmente con l'arrivo del medioevo, epoca in cui vi fu un notevole incremento demografico che ebbe inizio con l'arrivo dei Franchi, i quali istituirono il Sacro Romano Impero. È a questo periodo che risale il primo documento in cui si attesta l'esistenza del toponimo: nell'anno 875 si cita il borgo di Lavate. L'origine etimologica pare risalire alla parola Law, derivante dal celtico acqua.

Questa tesi, oltre che ad anticipare i primi insediamenti all'epoca dei Galli Cenomani, indica un territorio sito in prossimità di corsi d'acqua, identificabili con il torrente Morla. Un'altra ipotesi vorrebbe far derivare il nome dal termine latino elevatum, che starebbe ad indicare un territorio posto in una posizione superiore rispetto al resto della bassa pianura.

I nuovi dominatori instaurarono il regime feudale, che ebbe grande sviluppo nella bergamasca e che caratterizzò una profonda instabilità politica e sociale, dovuta anche ai numerosi scontri tra le fazioni dei guelfi e dei ghibellini. Anche Levate visse questa situazione, tanto da doversi dotare di fortificazioni a scopo difensivo, come evidenziato dalla cinta muraria e dal fossato che proteggevano il borgo fin dal X secolo.

Il territorio comunale fu affidato inizialmente ai conti del comitato della città di Bergamo, ai quali subentrarono i monaci del capoluogo orobico. Nuovi cambi portarono il paese a schierarsi con la fazione ghibellina, fatto che causò ripetuti attacchi della fazione guelfa tra il 1405 e 1406, che misero a ferro e fuoco l'intero borgo.

La situazione ritornò alla tranquillità a partire dal 1428 quando, unitamente al resto della provincia bergamasca, venne posto sotto il dominio della Repubblica di Venezia, la quale emanò una serie di provvedimenti volti a migliorare la situazione sociale ed economica. Da quel momento pochi furono gli avvenimenti degni di nota, tra i quali si ricorda la costruzione, per opera di Bartolomeo Colleoni, di un canale irriguo nel 1472, ed alcuni saccheggi perpetrati dalle truppe francesi nel XVI secolo e da quelle tedesche nel XVIII secolo.

Per il resto Levate seguì le sorti politiche del resto della provincia, trasformandosi da centro rurale dedito all'agricoltura a piccolo centro industriale, con conseguente sviluppo demografico ed edilizio a partire dalla seconda metà del XX secolo.

Simboli

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Lo stemma del Comune di Levate è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 28 marzo 2007.[7]

«Di azzurro, al leone d'oro, posto in banda a sinistra, accompagnato dalla lettera maiuscola L, posta a destra di nero; al capo d’oro, caricato dell'aquila di nero. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di giallo.

Lo stemma, con minime differenze, è presente nello Stemmario del Camozzi del 1888. Il leone, simbolo degli abitanti di Levate, è rappresentato nell'atto di afferrare la lettera L, iniziale del Comune. Il capo d'oro con l'aquila di nero, simboleggia la fazione ghibellina del paese.[8]

Monumenti e luoghi d'interesse

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Il paesaggio risulta essere fortemente caratterizzato dalla presenza di piccoli corsi d'acqua, quali la Morla e le rogge Morlana e Colleonesca, che regalano scorci suggestivi: al riguardo vi sono alcuni mulini, lavatoi ed abbeveratoi che sono una sorta di spaccato della vita rurale di un tempo passato. A tal riguardo il comune è stato inserito nel Parco agricolo del Rio Morla e delle rogge, un PLIS che si prefigge di tutelare il corso del fiume Morla e delle rogge che compongono l'intricato sistema irriguo delle campagne.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Parco agricolo del Rio Morla e delle rogge.

L'edificio di maggior richiamo è indubbiamente la chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo. Edificata nel 1746, consacrata nel 1754 dal Cardinale di Milano Giuseppe Pozzobonelli e restaurata più volte nei secoli successivi, presenta un campanile risalente al 1741, nonché un buon numero di opere pittoriche al proprio interno, eseguite da artisti locali.

 
Santuario Madonna del Bailino.

Grande importanza riveste infine il santuario della Madonna del Bailino. L'attuale complesso è stato edificato nel 1774 probabilmente ampliando una costruzione precedente per la presenza di due affreschi stimati intorno al 1500. All'interno una statua della Madonna della fine del XV secolo e un pregevole organo Serassi del 1827. La Madonna di questo santuario è considerata protettrice delle gestanti probabilmente in virtù della rappresentazione della statua stessa nell'atto materno dell'allattamento, anche se non esistono documenti che ne spieghino il motivo esatto.

Società

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Evoluzione demografica

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Abitanti censiti[9]

Infrastrutture e trasporti

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Dal 1880 al 1920 la località era servita da una fermata posta lungo la tranvia Lodi-Treviglio-Bergamo.

La fermata ferroviaria di Levate è servita a cadenza oraria (con rinforzi alla mezz’ora nelle ore di punta lavorative e scolastiche) da treni regionali Treviglio-Bergamo, svolti da Trenord sull’omonima linea nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Lombardia.

Amministrazione

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  1. ^ Comune di Levate - Statuto
  2. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 maggio 2021 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 352, ISBN 88-11-30500-4.
  6. ^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario di Carmelo Francia, Emanuele Gambarini (a cura di), Dizionario italiano-bergamasco, Torre Boldone, Grafital, 2001, ISBN 88-87353-12-3.
  7. ^ Levate (Bergamo), D.P.R. 28.03.2007 concessione di stemma e gonfalone, su presidenza.governo.it. URL consultato il 25 settembre 2021.
  8. ^ Levate, su Stemmi dei comuni bergamaschi. URL consultato il 25 settembre 2021.
  9. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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