La Lola B05/52 è una vettura sportiva monoposto a ruote scoperte sviluppata dall'azienda britannica Lola Racing Cars nel 2005 ed attualmente ancora in produzione.

Lola B05/52
Robbie Kerr alla guida di una Lola A1GP
Descrizione generale
CostruttoreRegno Unito (bandiera) Lola Racing Cars
Tipo principaleA1 Grand Prix
Euroseries 3000
Auto GP
Produzionedal 2005
Sostituisce laLola B02/50
Altre caratteristiche
Dimensioni e massa
Lunghezza4833 mm
Passo3000 mm
Massa695 kg
 
La versione modificata per l'Auto GP e l'Euroseries 3000, nel 2009.

La vettura venne ideata come unica vettura ammessa dalla neonata serie A1 Grand Prix. Venne impiegata nelle prime tre stagioni di quel campionato, (dalla stagione 2005-2006 alla 2007-08), prima di essere sostituita da una vettura creata dalla Ferrari. Successivamente sono stati apportate alcune modifiche all'ala posteriore e al musetto ed è stata introdotta nel campionato Euroseries 3000 dalla stagione 2009, prima di diventare l'unica monoposto ammessa nel neonato campionato Auto GP (almeno fino al 2015), diretto erede dell'Euroseries.[1]

Specifiche tecniche

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Il telaio, chiamato anche Lola A1GP[2], è ideato e costruito dalla Lola Racing Cars. La monoposto è composta in fibra di carbonio, con struttura in nido d'ape. Questa struttura garantisce un'ottima resistenza, con un peso contenuto, permettendo una deformazione in caso di incidente, che consente di garantire la massima sicurezza al pilota. I piloti sono inoltre protetti, secondo specifiche stabilite dalla FIA, da pannelli speciali per difenderli anche da urti laterali[3].

Il motore è prodotto dalla Zytek Engineering. Con una cilindrata di 3.400 cm³ con struttura V8, è capace di produrre una potenza misurata in 530 cv (550  CV col powerboost). Pesa 120 chilogrammi, essendo così il più leggero mai prodotto per questa cilindrata[4].

Altri dati

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La vettura ha una lunghezza di 4833 mm, passo di 3000 mm e una larghezza di 1476 mm (anteriore) e 1468 mm (posteriore). Il peso totale è di 695 chili, senza pilota e benzina[5].

Sospensioni

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Le sospensioni anteriori e posteriori sono pushrod, e sono a triangoli sovrapposti con puntone di reazione. Modificabile sia il camber che l'altezza da terra.

Frizione

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La frizione è in composto di carbonio, studiato soprattutto per permettere alla vettura di gestire la coppia di un motore di potenza fino a 550 CV (410 kW). L'unità combina una costruzione leggera con caratteristiche di resistenza e affidabilità. Il cambio è elettronico con sistema sul volante, detto a farfalla.

PowerBoost

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L'azionamento del bottone per il PowerBoost permette alle vetture di aumentare la potenza fino a 550 CV. Tale sistema è stato introdotto al fine di favorire i sorpassi. Per attivarlo l'acceleratore dev'essere premuto almeno per l'80% e la velocità dev'essere di almeno 60 km/h. Qualora l'acceleratore sia spinto a meno del 40% il powerboost si disinserisce automaticamente.

Il numero di volte in cui il pilota poteva utilizzarlo nelle gare di A1 GP era comunque limitato.[6]

Pneumatici

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Nell'A1 Grand Prix venivano utilizzate gomme slick, fornite dalla Cooper Tires, mentre nell'Euroseries 3000 dalla Michelin.

Carburante

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L'A1 Grand Prix utilizzava il 100 RON, tipo di biocombustibile.

  1. ^ (EN) PartyPoker official sponsor of the Euroseries 3000 championship, euroseries3000.com, 18 marzo 2009. URL consultato il 12 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2009).
  2. ^ (EN) The Type Numbers, su lolaheritage.co.uk, Lola Heritage. URL consultato il 31 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2009).
  3. ^ (EN) A1 GP Car regulations: Chassis, su a1gp.com, Web.archive.org. URL consultato il 31 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2006).
  4. ^ (EN) A1 GP engine spec (PDF), su formula3.cc. URL consultato il 31-102-2009 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2011).
  5. ^ A1 GP Car regulations: Dimensions, su a1gp.com. URL consultato il 12 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2006).
  6. ^ A1 Grand Prix Car regulations, su a1gp.com. URL consultato il 12 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2006).

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