Ophrys sphegodes passionis
Ophrys sphegodes subsp. passionis (Sennen) Sanz & Nuet, 2007 è una pianta appartenente alla famiglia delle Orchidacee[1], in passato nota anche come Ophrys garganica.
Ophrys sphegodes passionis | |
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Ophrys sphegodes passionis | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Monocotiledoni |
Ordine | Asparagales |
Famiglia | Orchidaceae |
Sottofamiglia | Orchidoideae |
Tribù | Orchideae |
Sottotribù | Orchidinae |
Genere | Ophrys |
Specie | O. sphegodes |
Sottospecie | O. sphegodes passionis |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Liliopsida |
Sottoclasse | Liliidae |
Ordine | Orchidales |
Famiglia | Orchidaceae |
Genere | Ophrys |
Specie | O. sphegodes |
Sottospecie | O. sphegodes passionis |
Nomenclatura trinomiale | |
Ophrys sphegodes passionis (Sennen) Sanz & Nuet, 2007 | |
Sinonimi | |
Descrizione
modificaÈ una pianta erbacea alta fino a 50 cm. La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ossia è una pianta perenne che porta le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presenta organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi o tuberi, strutture di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. È un'orchidea terrestre in quanto contrariamente ad altre specie, non è “epifita”, ossia non vive al di sopra di altri vegetali di maggiori proporzioni.
Radici
modificaLe radici sono fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi.
Fusto
modifica- Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale e arrotondati; il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno venturo.
- Parte epigea: la parte aerea del fusto è breve ma piuttosto slanciata, semplice ed eretta.
Foglie
modificaSono presenti poche foglie radicali a forma oblungo-lanceolata, ad apice acuto (mucronato). Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie di tipo parallelinervie). Quelle cauline sono progressivamente più ridotte a portamento amplessicaule e simili a brattee.
Infiorescenza
modificaL'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o politelica) del tipo spiciforme con pochi fiori sessili. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma lineare-lanceolata con una scanalatura centrale; sono lunghe come o più dell'ovario. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sottosopra; in questo caso il labello è volto in basso.
Fiore
modificaI fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo)[3].
- Formula fiorale: per queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
- X, P 3+3, [A 1, G (3)], infero, capsula[4]
- Perigonio: il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). Tutti i tepali sono glabri e terminano con un apice ottuso. I tre segmenti esterni sono patenti a forma oblunga, sono piani e lievemente carenati. Quello mediano è spesso lievemente ricurvo in avanti. I due tepali interni (il terzo, quello centrale, chiamato labello, è molto diverso da tutti gli altri) sono sempre a forma oblunga appena più stretti, disposti in modo alternato a quelli esterni e con i bordi smarginati o increspati. Colore dei tepali esterni: verde chiaro quasi brillante. Colore dei tepali interni: giallastro, bruno-rossastro ai margini.
- Labello: il labello (la parte più vistosa del fiore) è ampio, carnoso e pubescente; si presenta con un portamento pendente e con margini incurvati. La forma è quasi rotondeggiante e intera (i lobi laterali sono quasi inesistenti); tutto il bordo del labello è percorso da una striscia più chiara. In questa specie non è presente lo sperone e neppure gibbosità nella zona centrale del labello. Colore del labello: bruno-purpureo scuro, più chiaro ai bordi; al centro è presente una macchia più chiara fosco-violacea o rosso-brunastra a forma di “H” con le “gambette” allungate; mentre nella parte alta la macchia si dirama ai lati del labello. Dimensione del labello: larghezza 16 mm; lunghezza 14 mm.
- Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto (o adnato) con lo stilo e lo stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio"[5]. Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti su due retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due borsicole[6]. L'ovario, sessile in posizione infera è formato da tre carpelli fusi insieme[3]. L'ovario non è contorto.
- Fioritura: fine primavera, inizio estate.
Frutti
modificaIl frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio.[7]
Biologia
modificaLa riproduzione di questa pianta può avvenire in due modi:
- per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; la germinazione dei semi è tuttavia condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra). La disseminazione è di tipo anemocora.
- per via vegetativa in quanto uno dei due bulbi possiede la funzione vegetativa per cui può emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui (l'altro bulbo generalmente è di riserva).
- Impollinazione: come per altre specie di Ophrys anche in questa l'impollinazione avviene tramite un ben definito maschio di imenottero del genere Andrena[2] che riconosce (o crede di riconoscere) nella figura disegnata sul labello una propria femmina e quindi tenta una copulazione col solo risultato di trasferire il polline da un individuo floreale all'altro. Anche il profumo (non sempre gradevole per noi umani) emesso dall'orchidea imita i ferormoni dell'insetto femmina per incitare ulteriormente l'insetto maschio all'accoppiamento.
Questo fiore è privo di nettare per cui a impollinazione avvenuta l'insetto non ottiene nessuna ricompensa; questa specie può quindi essere classificata tra le “orchidee ingannevoli”[8]. Inoltre dal momento che l'insetto è attratto solamente da una specifica femmina (e quindi da una specifica orchidea) si evitano così sterili impollinazioni interspecifiche.
Distribuzione e habitat
modificaIl tipo corologico di questa specie è Euri-mediterraneo. È presente in Spagna settentrionale e Francia meridionale. In Italia era considerata in passato un endemismo del Gargano, ma è presente in realtà in buona parte dell'Italia centrale e meridionale oltreché in Sicilia e Sardegna. L'habitat tipico per questa orchidea sono i prati aridi, le garighe e le zone incolte in generale da 0 a 800-1000 m s.l.m..
Tassonomia
modificaLe popolazioni di questa entità presenti in Italia sono state a lungo classificate come Ophrys garganica O.Danesh & E.Danesh. Alcuni autori la hanno inquadrata come una sottospecie del gruppo Ophrys sphegodes Mill., 1768 con la denominazione O. sphegodes subsp. garganica E.Nelson[9]. Studi recenti hanno dimostrato una sostanziale identità di queste popolazioni con Ophrys passionis e come tale il Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee (GIROS) la inquadra in una recente pubblicazione[10]. Tale inquadramento comunque non è riconosciuto da tutte le autorità botaniche[11].
Il numero cromosomico di O. sphegodes passionis è: 2n = 36.
Sinonimi
modificaQuesta sottospecie ha avuto nel tempo diverse nomenclature:[1]
- Ophrys × arachnitiformis var. passionis (Sennen) P.Delforge
- Ophrys caloptera Devillers-Tersch. & Devillers
- Ophrys garganica O.Danesh & E.Danesh
- Ophrys garganica subsp. caloptera (Devillers-Tersch. & Devillers) Kreutz
- Ophrys garganica subsp. passionis Paulus & Gack
- Ophrys garganica subsp. pseudoatrata (S.Hertel & Presser) Kreutz
- Ophrys incubacea subsp. garganica (O.Danesch & E.Danesch) Galesi, Cristaudo & Maugeri
- Ophrys ligustica Romolini & Soca
- Ophrys minipassionis Romolini & Soca
- Ophrys passionis Sennen
- Ophrys passionis var. garganica (O.Danesch & E.Danesch) P.Delforge
- Ophrys passionis subsp. garganica (O.Danesch & E.Danesch) Kreutz
- Ophrys passionis subsp. pseudoatrata (S.Hertel & Presser) Biagioli & Grünanger
- Ophrys pseudoatrata S.Hertel & Presser
- Ophrys sphegodes subsp. minipassionis (Romolini & Soca) Biagioli & Grünanger
Conservazione
modificaCome tutte le orchidee è una specie protetta e quindi ne è vietata la raccolta e il commercio ai sensi della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES).[12]
Note
modifica- ^ a b (EN) Ophrys sphegodes subsp. passionis, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 13 maggio 2021.
- ^ a b Judd et al., p. 140.
- ^ a b Pignatti, vol. 3, p. 700.
- ^ Tavole di botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 15 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2010).
- ^ Musmarra, p. 628.
- ^ Nicolini, vol. 3, p. 151.
- ^ Strasburger, vol. 2, p. 808.
- ^ Strasburger, vol. 2, pp. 556, 771.
- ^ Pignatti, vol. 3, p. 706.
- ^ GIROS, p. 224.
- ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su apps.kew.org. URL consultato il 15 gennaio 2010.
- ^ CITES - Commercio internazionale di animali e piante in pericolo, su esteri.it, 7 febbraio 2019. URL consultato il 7 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2021).
Bibliografia
modifica- Flora alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004.
- (EN) Pierre Delforge, Orchids of Europe, North Africa And the Middle East, Timber Press, 2006, ISBN 0-88192-754-6.
- Gruppo italiano per la ricerca sulle orchidee spontanee (GIROS), Orchidee d'Italia. Guida alle orchidee spontanee, Cornaredo (MI), Il Castello, 2009, ISBN 978-88-8039-891-2.
- Judd, Campbell, Kellogg, Stevens e Donoghue, Botanica sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia botanica Motta. Volume terzo, Milano, Federico Motta Editore, 1960.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume primo, Milano, Edagricole, 2017, ISBN 978-88-506-5242-6.
- Eduard Strasburger, Trattato di botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ophrys passionis
Collegamenti esterni
modifica- Ophrys passionis IPNI Database.
- Ophrys passionis Royal Botanic Gardens KEW - Database.
- Ophrys passionis Tropicos Database.