Simone Rau e Requesens

vescovo cattolico e poeta italiano

Simone Rau e Requesens (Palermo, 18 luglio 1609Patti, 20 settembre 1659) è stato un vescovo cattolico e poeta italiano.

Simone Rau e Requesens
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Patti (1658-1659)
 
Nato18 luglio 1609 a Palermo
Nominato vescovo8 luglio 1658 da papa Alessandro VII
Consacrato vescovo21 settembre 1658 dal cardinale Federico Sforza
Deceduto20 settembre 1659 (50 anni) a Patti
 

Biografia

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Della famiglia dei marchesi della Ferla, nacque a Palermo il 18 luglio 1609 e, in ossequio alla legge del maggiorascato, fu avviato alla carriera ecclesiastica. Allievo di Francesco Balducci, e membro dell'Accademia dei Riaccesi a Palermo, coltivò le lettere e soprattutto la poesia in italiano e in siciliano[1].

Parroco della Kalsa a Palermo, fu coinvolto nei moti contro la Spagna del 1647-48; recluso nel carcere dello Steri e in quello di Castellammare[non chiaro], mentre gli altri congiurati furono processati e uccisi, lui fu inviato a Madrid, ufficialmente per discolparsi davanti all'imperatore, in realtà per essere ricompensato di una più che probabile delazione che aveva permesso di scoprire la congiura e conoscere fautori e partecipanti[2].

Simone Rau si fermò a Madrid come cappellano regio per dieci anni circa[3], ebbe un appannaggio annuo di 500 ducati come priore di S. Croce in Messina e rientrò in Sicilia nell'estate del 1658 col doppio incarico di Nunzio apostolico di Alessandro VII e vescovo di Patti città in cui, dopo alcuni mesi di sosta nella città dello Stretto, fece il suo ingresso il 31 gennaio 1659[4]; malaticcio e naturalmente incline alla melanconia[5], visse pochi mesi tra Patti e Tindari, tormentato da angoscia e rimorsi che riversava nelle sue poesie[6]; morì a Patti il 19 settembre 1659 e fu seppellito in cattedrale[7].

Oltre alle Rime, il Mongitore elenca Canzoni Siciliane Sacre, Poemetti Varij, una Tragedia di Christo N. S.[8] e Lettioni Filosofiche sopra varie materie, particolarmente sopra Galileo Galilei[9].

Una raccolta di poesie in italiano e siciliano fu pubblicata postuma a Venezia nel 1672 e, in seguito, nel 1690 e nel 1782 a Napoli.

Le Rime sono raggruppate in toscane e siciliane. La metrica è varia per le prime (canzoni, sonetti, canzonette, ballate), standard per le altre (ottava); le rime toscane sono distinte in amorose, eroiche, lugubri, morali, varie, sacre, cui si aggiungono i frammenti; senza distinzione di genere le 168 ottave di endecasillabi a rima alternata in dialetto[10].

Venata di profonda mestizia, di nostalgie e rimorsi, la poesia del Rau trova la sua espressione migliore quando dimentica gli altri e gli applausi di corte, per cantare la sua angoscia e i suoi ricordi[11]; ma è soprattutto nell'ottava siciliana che, libero dagli impacci delle composizioni di corte, egli ritrova se stesso e dà sfogo con sincerità alla sua meditazione sulla condizione umana segnata dal dolore, dalla vanità dei sentimenti e delle passioni, dall'ineluttabilità della morte[12]. Il tema prevalente, amoroso, potrebbe suscitare meraviglia nella produzione poetica di un vescovo, ma è un tema obbligato in una raccolta di rime; nella poesia del Rau tuttavia non sembra che si possa ridurre il tema al solo topos letterario; a parte la quantità delle composizioni (oltre cento ottave delle siciliane oltre le amorose delle toscane) troviamo soprattutto nelle epigrafi indicazioni specifiche che ci autorizzano a pensare ad esperienze reali seppur controllate del poeta[13].

Con le ultime sette ottave siciliane, che possiamo chiamare sacre, il poeta manifesta apertamente i suoi rimorsi e, dopo aver cantato l’amore profano con i suoi crucci e le delusioni, canta quello sacro che gli offre un po’ di luce e di conforto, placando forse il tormento di un uomo – dice Sciascia – mondano, galante, malinconico e drammaticamente intricato alle cose politiche, che visse sempre e dovunque, a Palermo e a Madrid, a Messina e a Patti, tra i fasti della corte e nella solitudine della sua residenza o in carcere, come in esilio, coltivando tuttavia l’esigenza di affidare alla carta la sua angoscia e il suo canto[14].

Genealogia episcopale

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La genealogia episcopale è:

  1. ^ R. Pirro, Sicilia sacra, a cura di A. Mongitore, Palermo, 1733, p. 789., Cfr. M. Spampinato Beretta, Tra petrarchismo e barocco: le Rime siciliane di Simone Rau, in Siculorum Gymnasium, gennaio-dicembre 1995, p. 547. rassegna della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania, Studi in onore di Rosario Contarino, N. S. XLVIII, 1-2
  2. ^ Rocco Pirro parla della sua partenza per Madrid senza indicarne la data e accennando vagamente al motivo; aggiunge tuttavia che alla corte del re Filippo venne alla luce la sua limpida innocenza e la fama della sua dottrina: R. Pirro, suus detectus est innocentiae candor, et doctrinae inclytus decor, p. 789.; Sciascia invece gli attribuisce esplicitamente la delazione e si chiede come mai gli altri congiurati siano stati tutti giustiziati e risparmiato solo il Rau L. Sciascia, La corda pazza, in C. Ambroise (a cura di), Opere, 1 (1956-1971), n. 1-3, Milano, 2000, pp. 1004-1007.; Giuseppe Pitrè ritiene autobiografica l’ottava in siciliano n. 137 e l’accosta ad altre due da lui scoperte tra i graffiti del carcere dove Rau fu imprigionato prima di essere inviato a Madrid, ufficialmente per discolparsi davanti al Re, in realtà per essere da lui ricompensato G. Pitrè e L. Sciascia, Del Sant’Uffizio a Palermo e di un carcere di esso, in Urla senza suono. Graffiti e disegni dei prigionieri dell’Inquisizione, Palermo, 1999, pp. 151-152, 168-169.
  3. ^ Nella documentazione di presentazione si ricordano esplicitamente i servigi resi dal Rau alla Corona (ES) Archivo General de Simancas, en tiempo de los tumultos, in Registros de titulos y privilegios concedidos en Sicilia, vol. 1, n. 980, pp. 136-136V. e (ES) Registros de Consultas sobre provisiones eclesiàsticas, vol. 1, n. 782, Secreterìas Provinciales, 11 luglio 1653, pp. 101v-105r.
  4. ^ Cfr. V. Ruffo, Lotte della città di Patti per la sua libertà e per la sua giurisdizione nel secolo XVII (rist. anast.), Patti, 1991. e L’anima pattese (anast.), Patti, 1991, pp. 57-65.
  5. ^ M. Caracoci, che ha curato la pubblicazione del 1672, giustifica le imperfezioni dei testi e dei frammenti per il fatto che il poeta non «poté dar l’ultima mano … per la sua puoca salute travagliato sempre da dolori ipocondriaci», per gli impegni di governo e per la morte che lo raggiunse precocemente (cfr. Rime di Mons. Simone Rau e Requesens … (Proemio), Venetia, Giunti, 1672.
  6. ^ F. Pisciotta, Rime toscane e siciliane di Mons. Simone Rau e Requesens vescovo di Patti (1658-1659), Patti, 2007, pp. 21-24.
  7. ^ Liber de quinque libris …, II Defunctorum, ab anno 1641 usque ad 29 Martii 1708, Archivio Parrocchiale della Cattedrale di Patti, sub XX septembris. Cfr. N. Giardina, Patti e la cronaca del suo vescovato, Siena, 1888, pp. 159-160.
  8. ^ Frammenti della Passione troviamo nelle Rime (cfr. Rime di Mons. Simone Rau e Requesens …, Venetia, Giunti, 1672, pp. 201-222. ; oggi anche in F. Pisciotta, Rime toscane e siciliane di Mons. Simone Rau e Requesens vescovo di Patti (1658-1659), pp. 151-166.
  9. ^ A. Mongitore, Bibliotheca Sicula sive de Scriptoribus Siculis, ...,, II, Panormi, ex Typographia Didaci Bua Mdccviii, pp. 232-233. Cfr. anche G. M. Mira, Biblioteca siciliana, vol. 1-2, Palermo, 1875-1881, pp. 270-271. (rist. anast., Bologna 1973). Si trovano inseriti nella raccolta anche I treni di Geremia, che furono pubblicati autonomamente raggiungendo la terza edizione nel 1818 Giuseppe Pappalardo e Michelangelo Nobolo Socj, I Treni di Geremia ed alcuni Salmi tradotti in verso italiano da Mons. Simone Rau vescovo di Patti, Messina, 1818.; cfr. F. Pisciotta, Rime toscane e siciliane di Mons. Simone Rau e Requesens vescovo di Patti (1658-1659), pp. 127-150.
  10. ^ Ib., pp. 45-187, 191-275.
  11. ^ Si vedano le garbate e acute osservazioni di M. Sacco Messineo AA.VV., Poesia e cultura in età barocca, in Storie della Sicilia, IV, Palermo, 1980, pp. 443-446.
  12. ^ F. Pisciotta, Rime toscane e siciliane di Mons. Simone Rau e Requesens vescovo di Patti (1658-1659), pp. 37-38.
  13. ^ Il tema amoroso suscitava meraviglia in Giardina che giustificava la cosa richiamandosi all’Arcadia ( N. Giardina, Patti e la cronaca del suo vescovato, p. 158.) Cfr. M. Spampinato Beretta, Tra Petrarchismo e Barocco, pp. 543-545. e F. Pisciotta, Rime toscane e siciliane di Mons. Simone Rau e Requesens vescovo di Patti (1658-1659), pp. 37-38, 41.
  14. ^ Cfr. L. Sciascia, Dalle parti degli infedeli, in Claude Ambroise (a cura di), Opere, vol. 2, n. 2, Milano, 1971-1983, pp. 897-898.; F. Pisciotta, Rime toscane e siciliane di Mons. Simone Rau e Requesens vescovo di Patti (1658-1659), pp. 41-42.

Bibliografia

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Fonti

  • Rime di Mons. Simone Rau, e Requesens. Dedicate all’Illustrissimo Signore, il Sign. D. Iacopo Ruffo Visconte di Francavilla, Venetia, Giunti. (Mdclxxii. Con Licenza de’ Superiori)
  • Rime di Mons. D. Simone Rau, e Requesens. Dedicate all’illustrissimo signor commendatore Fra D. Andrea di Giovanni riciuitore della sacra religione Gierusolemitana nella nobile città di Messina, Napoli, 1690. (per il Monaco)
  • Giuseppe Maria Porcelli (a cura di), Rime di monsignor D. Simone Rau, e Requenses, Napoli, 1782. (nuova edizione riveduta e corretta)
  • Canzoni sacre siciliane, in Le muse siciliane sacre, overo Scelta di tutte le Canzoni della Sicilia raccolte da Giuseppe Sanclemente, IV, Palermo, 1653, pp. 330-334.
  • (ES) Archivo General De Simancas, Registros de consultas sobre provisiones eclesiasticas, vol. 782, Secretarìas Provinciales, pp. 45v-48v; 101v-105v; 136r-137v.
  • (ES) Archivo General De Simancas, Registros de titulos y privilegios concedidos en Sicilia, vol. 980, Secretarìas Provinciales, pp. 136-136v; 264-266.
  • Atti e decretti vescovili, Patti, Archivio Storico Diocesano (ASD), 1658-1659.

Studi

  • N. Giardina, Patti e la cronaca del suo Vescovato, Siena, 1888. (rist. anast. Patti 1985)
  • G. M. Mira, Bibliografia Siciliana, vol. 1-2, Palermo, 1875-1881, pp. 270-271. (rist. anast. Bologna 1977)
  • A. Mongitore, Biblioteca Sicula, sive de Scriptoribus Siculis, ...,, vol. 1-2, Panormi, ex Typographia Didaci Bua, pp. 231-233. (Mdccviii)
  • R. Pirro, Sicilia Sacra, a cura di V. M. Amico e A. Mongitore, Palermo, 1733. (2 volumi)
  • F. Pisciotta, Rime toscane e siciliane di Mons. Simone Rau e Requesens, vescovo di Patti (1658-1659), Patti, 2007.
  • G. Pitrè e L. Sciascia, Urla senza suono, Palermo, 1999. (graffiti e disegni dei prigionieri dell’Inquisizione)
  • V. Ruffo, Lotte della città di Patti per la sua libertà e per la sua giurisdizione nel secolo XVII, Patti, 1991. (rist. anast.)
  • V. Ruffo, Una poesia di Simone Rao, N. S., XXXVIII, n. 1-2, Palermo, Archivio Storico Siciliano, 1913, pp. 106-115.
  • M. Sacco Messineo e AA.VV., Poesia e cultura nell'età barocca, in Storia della Sicilia, IV, Palermo, 1980, pp. 427-476, 443-446.
  • L. Sciascia, La corda pazza, il Vescovo a Tindari, in Claude Ambrose (a cura di), Opere, vol. 1, n. 1-3, Bompiani, 2001 [1956-1971], pp. 959-1222, 1004-1007.
  • L. Sciascia, Dalle parti degli infedeli, in Opere, vol. 2, 1971-1983, pp. 897-898.
  • B. M. Spampinato, Le ottave siciliane di Simone Rau nel ms. palermitano di Vincenzo Auria, in Letteratura Lingua e Società in Sicilia, Palermo, Palumbo, 1989, pp. 113-119.
  • B. M. Spampinato, Tra petrarchismo e barocco: le Rime siciliane di Simone Rau, in Siculorum Gymna sium, XLVIII, n. 1-2, gennaio-dicembre 1995, pp. 543-556. (rassegna della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania, Studi in onore di Rosario Contarino, N. S.)

Collegamenti esterni

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