Saper vivere/La lieta mensa/III. Pranzo di mezza cerimonia
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III. Pranzo di mezza cerimonia
Gli inviti a questi pranzi si mandano sempre otto giorni prima, specialmente se si è in una stagione in cui vi sono molte riunioni mondane, circoli, ricevimenti, balli: chi ha molti inviti, deve potersi decidere a tempo, e chi molto invita, deve sapere chi interverrà al suo pranzo. Però, non vi è bisogno del cartoncino stampato, per questi inviti; bastano due parole gentili, scritte dalla padrona di casa, poiché è sempre lei, che invita, a nome di suo marito. Bisogna rispondere subito, se si accetta o no. Nei pranzi di mezza cerimonia, la sontuosità è minore, ma la raffinatezza è maggiore, si deve vedere che la signora si è occupata di persona del menu, delle primizie, come legumi, frutta, caccia, che si è occupata dei fiori, dell’addobbo della tavola. Ella è sempre in abito scollacciato, ma meno che nei pranzi di cerimonia: la scollacciatura è a scialle, a quadrato: lo strascico è meno lungo: i gioielli sono elegantissimi, ma non ricchissimi. Il padrone di casa è sempre in marsina, ma non in cravatta bianca: appena spunta maggio, può indossare lo smoking e il panciotto bianco: così, i suoi invitati porteranno la marsina e la cravatta nera, e nella crescente primavera lo smoking e il panciotto bianco. Nei pranzi di mezza cerimonia, si è meno rigorosi sull’ora dell’arrivo: vi è il così detto quarto d’ora di rispetto, il quale, talvolta, si prolunga sino a trenta minuti. La padrona di casa, quindi, in quell’intervallo, fa sedere i primi arrivati, apre delle conversazioni, cerca di avere molta vivacità, per calmare le impazienze di quelli che hanno fame e non vogliono dimostrarlo. Il cerimoniale per recarsi nella sala da pranzo, è sempre il medesimo: chi si avvia primo, è il padrone di casa con la signora più importante, e la padrona di casa chiude la marcia. Il pranzo di mezza cerimonia è più breve ed è più divertente. Vi si può fare una conversazione generale più briosa, mostrare il proprio spirito, intavolare una discussione viva, ma amabile: ciò è richiesto, anzi, e gli uomini e le donne di spirito sono invitati a questi pranzi, appositamente. Curare che il servizio sia rapido: che regni più gaiezza che imponenza: mettere accanto le persone che si simpatizzano, ma non le coppie d’innamorati, che sono odiosi, in società, perché s’isolano dalla conversazione, per tubare o per litigare. Badare molto alla bontà e alla generosità dei vini: nei pranzi sontuosi, la sostanza è molto trascurata. Finito il pranzo, si passa in salone, col medesimo ordine: ma, anche lì, vi è più familiarità, ariiva qualche amico, qualche amica — le «pastiglie di Vichy» dei pranzi, perché aiutano la digestione - si ride modestamente, si fa persino della musica, si flirta un poco e, persino, si passa una buona serata. Il che non accade mai nei pranzi sontuosi.