Nozioni Fracarro
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Generalità
Un impianto di ricezione TV è una struttura costituita da un’insieme di componenti che hanno la funzione di
captare i segnali emessi da apparecchi trasmittenti e trasferirli, attraverso una rete di distribuzione, a
decodificatori (televisori – decoder) che li trasformano in immagini e suoni.
Il segnale televisivo viene trasmesso utilizzando una frequenza di trasmissione detta portante. L’insieme
delle portanti occupano lo spazio di frequenze che va da 47 MHz a 862 MHz. Tale gamma di frequenze è
stata divisa in 2 parti (bande): VHF e UHF.
Le bande VHF e UHF sono state suddivise in “sotto bande” che a loro volta sono state divise in canali.
Avremo quindi:
Esistono anche alcune bande chiamate Banda S o Hyperband. Queste bande sono utilizzate solamente per
distribuire i canali televisivi via cavo e non vengono assolutamente utilizzate per trasmissione via etere. Le
frequenze utilizzate sono:
VHF UHF
1. antenne
2. centrale di testa
3. distribuzione
4. decodifica.
Le antenne di qualità sono costruite con materiali inossidabili in lega leggera e robuste meccanicamente per
resistere alle continue sollecitazioni atmosferiche. Generalmente sono costituite da elementi in alluminio o
acciaio trattato. Esistono in vari tipi di antenne la cui conformazione meccanica è strettamente legata alle
prestazioni elettriche e alla banda di utilizzo.
La parte più importante di ogni antenna è il dipolo: elemento in grado di captare le onde elettromagnetiche
trasformandole in una tensione presente ai suoi capi. Il dipolo può essere realizzato in versione semplice
(rettilinea), ripiegata o in altre forme che comunque consentano un suo orientamento perpendicolare al piano
di provenienza del segnale. Ai capi del dipolo viene collegato il cavo coassiale (anch’esso con l’impedenza
di 75 Ω) che ha il compito di trasferire il segnale alla centrale di testa.
Il dipolo si combina generalmente con un riflettore (situato posteriormente) e con uno o più direttori (posti
anteriormente). L’insieme di questi 3 elementi uniti fra loro con un supporto meccanico che ha il nome di
culla, viene chiamato comunemente antenna. (Fig.1)
Direttore
Dipolo
Culla
Riflettore Morsetto di uscita
del segnale elettrico
Fig.1
Sono generalmente costruiti modelli di antenne diverse in base alla ricezione dei canali: VHF o UHF.
Antenne UHF
Le principali antenne UHF si distinguono in:
1. monocanale
a. semplici
b. con riflettore a diedro (fig.2)
c. con riflettore a cortina (fig.3)
2. larga banda
a. per gruppi di canale
i. semplici
ii. con rillettore a diedro
iii. con riflettore a cortina
iv. a pannello (fig.4)
Fig.2 Fig.3
Riflettore
Dipolo
Antenna Log-Periodica
Fig.4 Fig.5
Una nota a parte viene fatta per le antenne di tipo Log-Periodiche (fig.5) che hanno la particolarità di avere
larghezza di banda estremamente elevata (VHF + UHF). Questa particolarità va però a scapito di altri
parametri tecnici quali il guadagno e direttività. L’utilizzo di queste antenne quindi è da considerarsi quando
ci troviamo nella possibilità di ricevere tutti i canali dalla medesima direzione, con una buona intensità di
campo e assenza di riflessioni.
I sostegni, sui quali vengono montate le antenne TV devono essere dimensionati in base al numero, al tipo
di antenne e alla loro distanza reciproca. Fra i dati riportati nel catalogo delle antenne, figura il momento
resistente, che rappresenta la differenza fra il momento resistente del sostegno (resistenza meccanica al
ribaltamento del sostegno) e il momento flettente (effetto di ribaltamento dovuto all'azione del vento),
calcolato per venti a 120 km/h sul sostegno medesimo. Operativamente è il cosiddetto momento flettente del
palo la caratteristica principale da tenere in considerazione. Risulta evidente che il momento flettente ha un
valore (o una incidenza) direttamente proporzionale alla lunghezza del sostegno.
Le norme CEI 12-15 stabiliscono una distanza minima tra le varie antenne e, in base a questa, viene
calcolata la lunghezza del palo occorrente e verificato il momento resistente. Nel caso in cui il momento
resistente non sia conforme (cioè superiore) al momento flettente, si deve ricorrere ad un sostegno
controventato.
Fig.6
Centrale di testa
La centrale di testa è quell'insieme di apparecchiature interposte tra l'antenna e la rete di distribuzione dei
segnali. La sua funzione è di adattare i segnali entranti e distribuirli alle varie prese d'utenza. Può essere
costituito, a seconda dello specifico impianto, da miscelatori, demiscelatori, filtri, attenuatori, convertitori di
canale, amplificatori e preamplificatori d'antenna.
Miscelatore
Il miscelatore è elemento che ha la funzione di combinare e trasmettere attraverso un unico cavo, un
determinato numero di segnali anche di canali diversi. Può essere del tipo:
• a larga banda, quando copre tutta la gamma di frequenze televisive;
• di banda, quando somma segnali di più bande di frequenza;
• di canale, quando lascia passare solamente le frequenze di alcuni canali.
I miscelatori possono essere in versione da palo, da sottotetto, oppure essere incorporati direttamente
sull'antenna.
Demiscelatore
È un dispositivo che compie la funzione inversa del miscelatore e separa in uscita i segnali, convogliati da un
unico ingresso. Lo stesso miscelatore può essere usato come demiscelatore, quando vengono invertiti gli
ingressi con le uscite.
Filtro
È un'apparecchiatura che svolge la funzione di modificare il segnale del circuito sul quale è collocata. A
seconda dello specifico filtro si possono avere per esempio attenuazioni di tutti i canali, eccetto di quello sul
quale il filtro è sintonizzato; oppure il filtro può consentire il passaggio di frequenze di una determinata
banda, attenuando tutte le altre.
Attenuatore
È un dispositivo resistivo che consente di ridurre l’intensità di un segnale. Esso è normalmente impiegato in
tutte quelle situazioni in cui un segnale in arrivo è troppo forte e crea interferenze su altri canali.
Convertitore
Il convertitore ha la funzione di trasferire un segnale televisivo su un canale diverso da quello sul quale viene
trasmesso.
La conversione del segnale è necessaria quando:
• si vogliono ricevere più canali incompatibili tra loro, oppure con frequenze molto vicine;
• l'impianto di distribuzione è particolarmente lungo;
• ci si trova in presenza di un segnale molto forte che viene ricevuto direttamente dalla TV e solo
secondariamente attraverso l'antenna (situazione in cui si formano le doppie immagini).
Centralino
Negli impianti di ricezione televisivi, il centralino è il cuore dell'impianto. Esso è principalmente costituito da
un alimentatore e da un miscelatore; successivamente, a seconda dei modelli, può contenere filtri,
amplificatori, attenuatori ecc.
Sono disponibili centrali monoblocco chiamati microcentralini o centrali di tipo modulare a filtri. Questi ultimi
risultano essere molto più versatili dei primi, in quanto consentono di accoppiare più componenti di diversa
natura in base al tipo di installazione che si desidera; con la presenza di una centrale modulare i canali
televisivi si possono sostituire o aggiungere senza difficoltà. Non ultimo, le centrali di tipo modulare
consentono una qualità di segnale molto elevata.
Distribuzione
Dopo l'antenna e le apparecchiature che compongono la centrale di testa, gli elementi costituenti un
impianto di ricezione TV sono: i partitori, utilizzati per dividere il segnale TV in più vie; le cassette di
derivazione, aventi la funzione di dividere la linea entrante in tante derivazioni quante sono le prese; le prese
d'utenza, utilizzate per connettere l'apparecchio televisivo alla linea di ricezione.
Il cavo coassiale viene usato per collegare tutte queste apparecchiature fra loro.
Partitore
Il partitore viene utilizzato per ottenere da una linea in entrata due o più linee in discesa. E’ utilizzato per
dividere l'energia del segnale in ingresso tra due o più linee di distribuzione.
Le principali caratteristiche del partitore o divisore sono:
1. N° di uscite (linee a disposizione)
2. Attenuazione, (indica la perdita di segnale); tanto è maggiore quanto più elevato è il numero di
partizioni;
3. Disaccoppiamento, (rappresenta il rapporto tra segnale in entrata e il valore del segnale di disturbo);
è espresso come una attenuazione che il segnale subisce passando da una uscita all'altra. Tanto
maggiore è il disaccoppiamento, tanto migliore è il partitore.
Vengono prodotti partitori da 2 a 8 uscite; nel caso che una delle uscite non venga utilizzata, essa deve
essere chiusa con una resistenza terminale di 75 Ω.
Derivatore
Il derivatore viene impiegato per ripartire dalla linea di distribuzione primaria o secondaria (quelle creat con il
partitore) 1 o più prese utente senza interrompere la discesa verso altre prese. Si producono derivatori da1a
8 prese.
Le principali caratteristiche che contraddistinguono il derivatore sono:
1. perdita di passaggio;
Prese
A seconda delle caratteristiche dell'impianto di distribuzione, si possono impiegare prese di tipo
1. semplice o terminale
2. passante o attenuata
Nelle prese di tipo passante i morsetti di ingresso e di uscita devono essere opportunamente contrassegnati
e non possono essere utilizzati indifferentemente.
Cavo coassiale
Per collegare i vari elementi di un impianto di ricezione TV viene utilizzato un cavo denominato coassiale;
esso ha una impedenza di 75 Ω. La caratteristica elettrica di questi cavi e tale da evitare disturbi di qualsiasi
genere che si potrebbero verificare se si utilizzassero cavi non schermati o piattine. Il cavo coassiale è
formato da due parti:
a) un conduttore centrale interno,
b) una calza concentrica rispetto al conduttore interno.
I due conduttori sono isolati tra loro mediante una guaina di polietilene (espanso o compatto).
La sua impedenza deve risultare costante e quindi si deve avere cura di chiudere tutte le colonne montanti di
distribuzione con una resistenza di 75 Ω, inoltre si devono evitare curve troppo strette e durante la posa
ridurre al minimo la trazione.
Impianto singolo
Impianto centralizzato
Se si devono servire più utenze, per poter evitare di mettere un sistema di antenne per ogni condonino, si ha
la necessità di utilizzare un sistema centralizzato o collettivo. La centrale di testa deve essere
accuratamente scelta in base alla grandezza della distribuzione ed in base alle prese da servire. Ci sono due
modi diversi di distribuire i segnali:
Fig.8
Nella figura 8, viene rappresentato un esempio di impianto centralizzato di tipo misto. In esso sono presenti
montanti con prese in cascata (le due colonne esterne con prese rosse) e montanti con prese in derivazione
(le colonne interne con prese verdi). Vengono utilizzati inoltre un partitore, delle scatole di derivazione del
segnale (delle quali due con resistenza di chiusura) e prese dei tipi normale, passante e terminale.
Nonostante l’esempio sia corretto, si sconsiglia di eseguire impianti con distribuzione del tipo in cascata
(linee esterne con prese rosse) in quanto tale tecnica, di vecchia concezione, non permette variazioni future
e vincola molto la morfologia dell’impianto.
DIGITALE TERRESTRE
Le informazioni e gli esempi che abbiamo visto, sono indipendenti dal tipo di trasmissione che deve essere
distribuita. I canali ricevuti dalle antenne e distribuiti alle prese utente attraverso l’intero sistema di
distribuzione, possono essere indifferentemente di tipo analogico o digitale. Qualsiasi sistema, se realizzato
con buoni materiali e secondo i normali standard installativi, è perfettamente in grado di distribuire i segnali
digitali.
Continuare quindi ad utilizzare correttamente i materiali di qualità comunemente presenti sul catalogo FR è
sinonimo di sicurezza per un’ottima realizzazione. E’ altresì bene inteso che l’esperienza e la capacità
tecnica dell’installatore è fondamentale nella riuscita di qualsiasi impianto!
Per capire cos’è il digitale terrestre dobbiamo fare qualche passo indietro e capire come le trasmissioni
televisive tradizionali vengono trasmesse.
Fino ad oggi le trasmissioni televisive sono realizzate utilizzando un sistema di trasmissione di tipo
Analogico. Le immagini che vengono colte dall’obiettivo della telecamera vengono trasmesse così come
sono senza nessuna elaborazione o modificazione. Il televisore riceve la trasmissione attraverso l’antenna e
In questi ultimi mesi stiamo assistendo alla trasformazione di questa vecchia tecnologia.
Con il nuovo sistema digitale, la telecamera trasforma le immagini in un flusso di informazioni numeriche
(digitali). Queste informazioni non vengono trasmesse immediatamente; vengono elaborate (compresse) in
maniera da farle stare nella larghezza di banda standard di 8 MHz. Non solo, in questi 8 MHz ci possono
stare 5/6 programmi diversi completi di audio e servizi vari (p.es. teletext).
decoder
Ovviamente per riprodurre questi nuovi segnali non basta più il vecchio televisore, bisogna usare un
decoder. Il decoder ha il compito di ricevere il canale digitale proveniente dalla “solita” classica antenna,
trasformandolo in segnale compatibile con il vecchio televisore. Normalmente viene connesso a quest’ultimo
attraverso un cavetto SCART. Attraverso il decoder digitale si possono acquistare eventi di ogni genere
interagendo anche con chi li trasmette in maniera semplice ed automatica attraverso la linea telefonica. In
più, a breve sarà possibile collegarsi con i vari uffici comunali, aziende di servizio, ospedali, consultori e
quant’altro, per fare qualsiasi tipo di richiesta (p.es. richiesta di uno stato famiglia, prenotazione di una visita
specialistica, acquisto di un biglietto del treno, ecc.), il tutto stando comodamente a casa.