La Trigonometria Nella Topografia PDF

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UNIVERSITA DANNUNZIO PESCARA-CHIETI

FACOLTA DI ARCHITETTURA
LAUREA TRIENNALE
TECNICHE DEL COSTRUIRE

LA TRIGONOMETRIA NELLA
TOPOGRAFIA

DISPENSE DEL CORSO DI TOPOGRAFIA DEL PROF. PAOLO DI CESARE


ANNO ACCADEMICO 2005/2006

TRIGONOMETRIA
La trigonometria una parte della geometria che trova applicazione in tutti i problemi
numerici di risoluzione di calcoli di superfici, sia piane che curve. Note sono pertanto le sue
distinzioni in trigonometria piana o sferica. La trigonometria storicamente nasce per risolvere i
problemi legati alla risoluzione dei triangoli, da cui il nome, che sin dallantichit servivano ai
tecnici per calcolare le superfici dei terreni. Inizialmente si riuscivano a misurare con una certa
precisione solo gli angoli retti mentre per gli altri ci si trovava in difficolt perch gli strumenti di
misura permettevano basse precisioni che si ripercuotevano in errori consistenti nella misura delle
superfici e, di conseguenza, ovvie contestazioni. Le misure, quindi, avvenivano solo per superfici
rettangolari, o meglio, quadrate. Classico esempio la castrametazione romana che suddivideva i
terreni in superfici quadrate di cento iugeri le quali non potevano tenere conto della situazione
morfologica del terreno. Solo con il successivo perfezionamento degli strumenti si riuscirono a
misurare gli angoli con una precisione accettabile per cui nacque la trigonometria. Il principio su cui
si basa la trigonometria quello di permettere la risoluzione dei triangoli mediante la conoscenza
degli elementi di quello che viene definito il
cerchio trigonometrico. Questo un cerchio di
raggio unitario ed il cui centro coincide con
lorigine degli assi cartesiani. Se dal centro del
cerchio si traccia un raggio, questo individua un
punto P sulla circonferenza ed un angolo . In
topografia gli angoli vengono misurati a partire
dallasse y ed in senso orario. Tracciando la
perpendicolare allasse y partendo da punto P si
trova il suo piede nel punto H. Il segmento PH si
definisce seno dellangolo e si scrive sen ed
il segmento OH coseno dellangolo e si
scrive cos .
Se dal punto A, intersezione della
circonferenza con lasse delle y, si traccia la retta
tangente alla circonferenza, questa interseca il
raggio nel punto T ed il segmento AT si definisce
tangente dellangolo e si scrive tan . Se si
opera allo stesso modo con lasse delle x si
ottiene la cotangente dellangolo e si scrive
cot g . Vediamo ora le relazioni tra le funzioni
trigonometriche. I triangoli OHP e AOT sono
simili perch tutti e tre gli angoli sono uguali per
cui i lati risulteranno il proporzione e si otterr
AT HP
=
che
da cui sostituendo i valori delle
OA OH
tan
sen
funzioni si avr
=
cio
1
cons
sen
tan =
cons
2

Applicando il teorema di Pitagora al triangolo rettangolo OAP si ha che HP + OH = OP


cio, sostituendo i valori delle funzioni

sen 2 + cos 2 = 1
Se si considerano i triangoli simili ATO e OBS si possono scrivere le proporzioni
tan
1
=
da cui
1
cot g
1
tan =
cot g

AT OB
,
=
OA BS

ovvero

I triangoli rettangoli
Lutilit delle funzioni trigonometriche consiste nella loro conoscenza numerica che, nota per
i segmenti del cerchio trigonometrico, pu essere estesa anche
ad altri segmenti che fanno parte di altre figure. Se si
sovrappone un triangolo rettangolo in cui un angolo pari ad
si ottiene una similitudine tra il triangolo OHP ed il
triangolo OMN. Perch hanno langolo in comune ed un
angolo retto ciascuno per cui per il terzo criterio i due
triangoli sono simili e di conseguenza i lati saranno in
proporzione e si potr scrivere la proporzione
MN OM ON
ON
=
=
da cui MN =
HP e si ha che
HP OH OP
OP
ON
OM =
HO ora il lato MN il cateto del triangolo, il lato
OP
OR lipotenenusa, OP = 1 ed HP = sen da cui deriva che

MN = ON sen
da cui deriva la prima regola degli angoli rettangoli:

Un cateto uguale allipotenusa per il seno dellangolo opposto (al cateto)


Dalla proporzione precedente si pu ricavare anche il lato MO , altro cateto, mediante la
ON
formula OM =
HO , ma ricordando che OH = cos si ha
OP

MO = ON cos
che si traduce nella:

Un cateto uguale allipotenusa per il coseno dellangolo adiacente (al


cateto)
Se ora mettiamo in relazione il precedente triangolo
OMN con OAT, potremo scrivere la proporzione
MN AT
AT
=
da cui MN =
MO . Ricordando che
MO OA
OA
OA = 1 e AT = tan si avr che

MN = MO tan
Che dar:

Un cateto uguale allaltro cateto per la


tangente dellangolo opposto (al primo cateto)
Ricavando il cateto MO dalla precedente avremo che

MO = MN

1
= MN cot g
tan

da cui

Un cateto uguale allaltro cateto per la cotangente dellangolo adiacente (al


primo cateto)
In questo modo abbiamo individuato le regole per la risoluzione dei triangoli rettangoli che ci
permettono di trovare tutti i suoi elementi. E ovvio che dalle formule precedenti si possono
ricavare anche quelle inverse per trovare il valore dellipotenusa.

I triangoli qualunque
La trigonometria permette di risolvere anche i triangoli qualunque e non solo quelli rettangoli.
Vediamo con quali mezzi.

Il teorema dei seni


Dato un triangolo sempre
possibile disegnare il cerchio ad
esso circoscritto. Consideriamo
langolo che insiste sullarco AB.
Tracciamo ora il diametro AO che
interseca la circonferenza nel punto
D. Questo individua langolo ADB
che, insistendo sullo stesso arco AB
sar pari ad . Langolo ABD,
essendo angolo alla circonferenza
che insiste sullarco AD il cui
angolo l centro langolo piato AOD sar pari ad un angolo retto per cui il triangolo ABD un
triangolo rettangolo da cui si pu ricavare dalle regole precedentemente esposte che
AB
AB
=
= AD = 2 R cio il rapporto tra un lato ed il seno dellangolo opposto pari al
senADB senACB
valore del diametro del cerchio circoscritto al triangolo.
Lo stesso risultato si consegue anche se il triangolo
ottusangolo, ma se ne omette la dimostrazione. Se si procede
come per il lato AB anche per il lato AC, con lo stesso metodo si
raggiunge
la
formula
AC
AC
=
= CD = 2 R
senADC senABC
. Uguagliando le formule
precedenti perch entrambe
uguali a 2R si ottiene che
AB
AC
=
da
cui
senACB senABC
deriva il teorema dei seni per
un triangolo qualunque come quello indicato in figura:

a
b
c
=
=
sen sen sen

Il teorema di Nepero
Diretta conseguenza del teorema dei seni il teorema di Nepero.
Se il teorema dei seni si scrive in forma di proporzione a : b = sen : sen ad essa si pu
(a b) : a = ( sen sen ) : sen
applicare le due regole del comporre e dello scomporre ottenendo
(a + b) : a = ( sen + sen ) : sen
(a b) ( sen sen )
=
ed applicando le formule
Dividendo membro a membro si avr che
(a + b) ( sen + sen )
di prostaferesi1 la formula precedente si trasforma in

tan
( a b)
2
=
+
( a + b)
tan
2
che la formula di Nepero. In topografia la formula precedente viene applicata quando in un
triangolo qualunque sono noti duellati e langolo compreso. Per risolvere il problema si individuano
la semisomma e la semidifferenza degli angoli e indicandoli con M ed N:
+
;
M =
2

N=
.
2
Ma il valore di M noto perch + + = 200 g da cui + = 200 g e dividendo entrambi i
membri per 2 da cui
+ 200 g

M =
=
= 100 g .
2
2
2
(a b) tan N
La formula di Nepero diventa
=
da cui si pu ricavare il valore di N dalla
(a + b) tan M

tan N =

( a b)
tan M
( a + b)

Ricavati i valori di M ed N gli angoli e si possono ricavare effettuando la somma e la


differenza dei valori trovati perch
+ + + 2
M +N =
+
=
=
=
2
2
2
2
+ + + 2
M N =

=
=
=
2
2
2
2

Le formule di prostaferesi che sono state utilizzate in questa dimostrazione sono:

sen sen = 2 cos

sen

2
2
+

cos
sen + sen = 2 sen
2
2

1Il teorema di Carnot


Il teorema di Carnot si applica nelle stesse condizioni
del teorema di Nepero, quando si conoscono due lati e
langolo compreso. Vediamo la dimostrazione.
Si consideri il triangolo trigonometrico come indicato
in figura, si tracci laltezza relativa al lato a dal vertice
A e si individua il punto H.
Il segmento AB stato diviso in due segmenti CH ed
HB. Conoscendo gli elementi del triangolo si possono
ricavare le loro lunghezze perch il triangolo iniziale
stato diviso in due triangoli rettangoli dei quali si conoscono le ipotenuse ed un angolo ciascuno per
cui si avr CH = b sen e HB = c sen che porta alla
conoscenza del lato CB.
a = b cos + c cos .
Allo stesso modo si potranno conoscere anche gli altri
due lati.
b = a cos + c cos
c = b cos + a cos .
Se si moltiplica la prima equazione per a, la seconda per
b e la terza per c si ottiene che sommate membro a
membro daranno:
+ a 2 = ab cos + ac cos
b 2 = ab cos bc cos
c 2 = bc cos ac cos
a 2 b 2 c 2 = 2bc cos
Ricavando a 2 dalla precedente si otterr il Teorema di Carnot o Teorema di Pitagora generalizzato.

a 2 = b 2 + c 2 2bc cos
Il teorema di Carnot si utilizza per conoscere il lato mentre il Teorema di Nepero per conoscere gli
angoli. Infatti, se si ricava con la formula inversa il coseno dellangolo con Carnot il suo valore pu
essere indifferentemente pari ad o al suo angolo supplementare 200 con ovvia
indeterminazione, cosa che, invece, non accade applicando il teorema di Nepero.

FORMULE DI BRIGGS
Le formule di Briggs derivano da quelle di bisezione. Si usano quando di un triangolo sono noti i tre
lati. Se ne mette la dimostrazione e se ne forniscono i valori. Ricordando che
a+b+c
p=
2
si ha:

sen

cos

tan

( p b )( p c )

2
=

bc
=

p( p c )
bc

( p b )( p c )
p( p a )

Il calcolo dellarea dei triangoli


Per calcolare larea di un triangolo qualunque si analizzano due casi fondamentali:
1. se si conoscono due lati e langolo compreso;
2. se si conoscono i tre lati.
1 caso:
La superficie del triangolo sar data dalla:
CB AH
S=
.
2
CB = a
AH = c sen
che sostituiti daranno:

a c sen
S=
2
Larea di un triangolo pari al semiprodotto dei lati per il seno dellangolo
compreso
1 caso:
Si utilizza il teorema di Erone della quale si omette la dimostrazione:

S=
in cui p =

a+b+c
.
2

p( p a )( p b )( p c )

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