Principali Leggi Urbanistiche PDF
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Disposizioni per favorire l’acquisizione di aree fabbricabili per l’edilizia economica e popolare - L.N.
167 del 18/4/1962
• In essa, i Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti, sono obbligati a dotarsi di piani di zona o PEEP
comprensivi di opere di urbanizzazione, attrezzature di servizio e, finalmente, di verde pubblico.
• La legge consente ai Comuni di espropriare fino al 50% delle aree per riutilizzarle in proprio o per rivenderle ai
privati che si impegnano a costruire case con caratteristiche (per prezzi e qualità) economiche e popolari. La
restante parte resta a disposizione dello Stato per alloggi demaniali, o delle Regioni, o degli istituti INA-Casa,
cooperative, ecc.
• L’indennità di esproprio va determinata dall’Ufficio Tecnico Erariale sulla base del valore del terreno senza tener
conto del suo incremento dipeso direttamente o indirettamente dalla formazione e attuazione dei piani
urbanistici. Viene così azzerato il valore delle aree periferiche.
Riepilogando la 167/1962 è assai importante perché con lo snellimento delle procedure, con la dichiarazione di
pubblica utilità per l’edilizia residenziale, con la previsione delle opere di urbanizzazione nonché l’acquisizione delle
aree da parte dei Comuni a prezzo di terreno agricolo costituisce una coraggiosa rottura con la prassi degli anni
precedenti.
La frenetica attività edilizia seguita al “miracolo economico”, che caratterizzò l’Italia dalla fine degli anni ’50 alla fine
degli anni ’60, aveva prodotto un’espansione disordinata delle città con indici di affollamento inaccettabili e tutto ciò
aggirando norme e vincoli con ogni sorta di abuso generalizzato che comprometteva ogni successiva possibilità
d’intervento di pianificazione.
Da più parti si chiedeva una riformulazione sostanziale della legge urbanistica. Nel 1966 tre eventi catastrofici (la frana
di Agrigento che fece sprofondare un intero quartiere, e le alluvioni di Firenze e del Veneto) convinsero il Parlamento
che era giunto il momento di fare qualcosa. L’intervento legislativo mirava quindi ad abbattere la speculazione edilizia
ed a salvaguardare il patrimonio culturale e paesaggistico nazionale.
La capacità insediativa di un’area viene stabilita assegnando a ciascun abitante una superficie di 20 m2
esclusivamente residenziali oltre a 5 m2 per i servizi di prima necessità (pari a un volume convenzionale
rispettivamente di 80 e 20 m3).
Nonostante le grandi aspettative questa legge subì gravi ritardi applicativi, ma soprattutto divenne operativa in un
periodo di grande crisi che colpì l’economia mondiale (guerra del Kippur che vide Israele scontrarsi con i Paesi
Arabi del Medio Oriente), causando un forte rincaro dei prodotti petroliferi con conseguenze inevitabili sulla
traballante economia nazionale.
Norme per l’edificabilità dei suoli, nota come “legge Bucalossi” - L. N. 10 del 28/1/1977
• Tale provvedimento si configura come legge quadro in materia urbanistico-edilizia cioè come legge che pone i
principi fondamentali ai quali dovranno adeguarsi le Regioni nell’emanare le proprie leggi urbanistiche. Ai
Comuni spetteranno le funzioni di adozione dei piani urbanistici, l’emanazione dei regolamenti edilizi ed il rilascio
della concessione edilizia. Essa è inoltre caratterizzata da buone intenzioni: per esempio quella di rendere uguali
nei confronti della pianificazione urbanistica tutti i proprietari di aree di espansione che attraverso il programma
pluriennale di attuazione vedono stabilito come, dove e quando è possibile realizzare gli interventi previsti. Ciò
allo scopo di graduare la realizzazione delle necessarie opere di urbanizzazione primaria e secondaria nonché
l’attività edificatoria, onde evitare che la città si sviluppi in modo caotico e disomogeneo.
• L’altra buona intenzione riguarda la possibilità, oppure no, di concedere il permesso a qualsiasi trasformazione dei
suoli e degli immobili.
Il Decreto Legge Bucalossi, di fatto, istituiva il principio giuridico della separazione fra il diritto di proprietà (jus
possidendi) e il diritto di costruire (jus ædificandi), riservando quest’ultimo alla collettività.
• Questa legge trasforma la “licenza edilizia” in “concessione onerosa”; la concessione introduceva un onere che
andava in parte a finanziare opere essenziali di urbanizzazione a beneficio della collettività.
Primarie: Secondarie:
• Introduce delle norme generali per il recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente. Tali norme
configurano un nuovo sistema di programmazione degli interventi di recupero così strutturato:
individuazione delle zone da recuperare da parte della pubblica amministrazione;
perimetrazione, all’interno di esse, degli immobili o complessi edilizi, degli isolati e delle aree
oggetto del recupero.
• E’ stato introdotto il Piano di Recupero con lo scopo di fornire agli operatori pubblici e privati uno strumento di
dettaglio con un iter di approvazione più agevole rispetto a quello dei Piani Particolareggiati e quindi più
appropriato alla complessa problematica del recupero edilizio.
• Vi sono inoltre definiti i seguenti tipi d’intervento:
interventi di manutenzione ordinaria: quelli riguardanti opere di riparazione, rinnovamento e
sostituzione delle finiture degli edifici o quelle necessarie a mantenere in efficienza gli impianti
tecnologici esistenti;
interventi di manutenzione straordinaria: opere e modifiche necessarie per rinnovare e sostituire
parti anche strutturali degli edifici, per realizzare e integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici,
purché non alterino i volumi, le superfici e non modifichino la destinazione d’uso delle unità
immobiliari;
interventi di restauro e risanamento conservativo: quelli miranti a conservare l’organismo edilizio e
ad assicurarne la funzionalità. Essi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli
elementi costitutivi dell’edificio e l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo edilizio;
interventi di ristrutturazione edilizia: quelli volti a trasformare gli organismi edilizi mediante un
insieme di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte nuovo;
interventi di ristrutturazione urbanistica: quelli volti a sostituire il tessuto urbanistico esistente con
altro diverso mediante modificazione dei lotti, degli isolati e della rete stradale.