Galoppate Veloci, Romeo e Giulietta, Ilaria Cossu
Galoppate Veloci, Romeo e Giulietta, Ilaria Cossu
Galoppate Veloci, Romeo e Giulietta, Ilaria Cossu
Un cocchiere come
Fetonte vi avrebbe già spinti a frustate verso l’Occidente e avrebbe riportato qui la
fosca notte. Stendi le tue dense cortine, notte propizia all’amore, a chiudere le
palpebre del giorno fuggitivo; così volerà il mio Romeo tra queste braccia, sicuro e
inosservato. A illuminare i riti amorosi degli amanti, basta la luce della loro bellezza:
chè, se l’amore è cieco, la notte è il suo elemento. Scendi, notte cortese, sobria
matrona vestita di nero, e insegnami a perdere una partita in vantaggio, dove sono in
gioco due intatte verginità. Copri col tuo mantello nero il mio sangue selvaggio, che
mi assale la guancia: il mio timido cuore, fatto audace, senta semplice e puro l’atto
sincero d’amore. Vieni, o notte; vieni, Romeo; vieni tu, giorno nella notte che sulle ali
della notte sarai fiocco di neve fresca sul dorso di un corvo. Vieni, notte gentile, vieni,
amorosa notte dalle nere ciglia; portami il mio Romeo; e se un giorno dovrà morire,
prendilo e frantumalo in tante stelline; e ne sarà la faccia del cielo così ridente e bella
che il creato non avrà più occhi che per la notte e si scorderà di adorare lo splendore
del sole. Oh io mi sono comprata un castello d’amore e non ne sono ancora in
possesso; e anch’io sono stata comprata, ma non goduta. Ah giorno interminabile,
come la notte prima della festa all’impaziente fanciulla, che ha lì i vestiti nuovi e non
può ancora indossarli. Oh, ecco la balia…con le notizie per me. Balia dimmi di
Romeo.
-William Shakespeare-