Intervento Cognitivo Comportamentale Età Evolutiva
Intervento Cognitivo Comportamentale Età Evolutiva
Intervento Cognitivo Comportamentale Età Evolutiva
L’ETÀ PRESCOLARE
Bambini di 45 anni il mondo è un luogo governato dalla fantasia. Il loro livello di sviluppo cognitivo
è nella fase pre operatoria e questo limita la loro capacità di pensare in modo logico e di
comprendere concetti astratti. In età prescolare i bambini sono molto egocentrici quindi risulta per
loro impossibile riuscire ad assumere la prospettiva di un’altra persona. Inoltre l’autostima è
abbastanza elevata e tendono a sovrastimare le loro capacità. Hanno poi difficoltà a comprendere
l’intenzionalità delle azioni e per questo motivo possono interpretare in modo errato il
comportamento delle persone e reagire in modo inappropriato.
I problemi tipici di questa età sono: paure irrazionali, difficoltà a giocare in modo cooperativo, in
capacità di controllare i propri impulsi, difficoltà a comprendere la morte e la separazione dei
genitori.
L’INFANZIA
Fra i sei e i 10 anni la comprensione di sé e del mondo circostante migliora, e lo sviluppo fisico
consente di padroneggiare molte abilità motorie. Quando i bambini entrano nella fase delle
operazioni concrete il loro pensiero diventa più logico, ma non sono ancora in grado di pensare in
modo astratto o di considerare una gamma di possibili alternative. In questa fase i bambini
cominciano a confrontarsi con gli altri e questo può facilitare un atteggiamento troppo critico
verso se stessi e lo sviluppo di sensi di inferiorità. La capacità di socializzare adeguatamente È un
elemento cruciale per il benessere emotivo. Man mano che un bambino sviluppa la capacità di
assumere la prospettiva altrui, diventa in grado di cogliere interpretare adeguatamente i segnali
sociali e quindi utilizzare tali segnali per risolvere i conflitti intrerpersonali.
I problemi tipici di questa età sono: ansia sociale, ansia prestazionali, bassa autostima.
L’INIZIO DELL’ADOLESCENZA
Fra gli 11 e i 15 anni comincia un graduale spostamento dalla fase delle operazioni concrete alla
fase delle operazioni formali. I ragazzi cominciano a pensare in modo più astratto e sviluppano la
capacità di generare ipotesi e di pensare in modo più logico. Spesso però non sono in grado di
applicare tali capacità a se stessi e questo rende loro difficile collegare eventi situazioni e
sentimenti. A questa età gli adolescenti sono estremamente attenti a se stessi per cui possono
ritenere di essere osservati da tutti e che tutti si accorgono di un loro difetto. Questo comporta
un’eccessiva preoccupazione per il proprio aspetto e spesso ad un drastico calo dell’autostima.
I problemi tipici di questa età sono: frequenti sbalzi di umore influenzati da cambiamenti biologici,
iper reattività al comportamento altrui, rapporto difficile con i genitori, ansia e depressione
associata a un senso di inadeguatezza nel confronto con gli altri, eccessiva conformità al
comportamento dei pari, senso di colpa e imbarazzo associati alla sessualità, uso e abuso di
sostanze
ADOLESCENZA AVANZATA
Questa fase dell’adolescenza, compresa tra i 16 e i 19 anni, è caratterizzata da una maggiore
stabilità rispetto il periodo iniziale. L’aumentata capacità di ricorrere alle operazioni formali porta i
ragazzi a pensare in modo più sofisticato, formulare ipotesi complesse e considerare eventi futuri
possibili conseguenze. In questa fase i ragazzi tendono a impegnarsi per ottenere una maggiore
indipendenza e cominciano a sperimentare nuove responsabilità. A causa dei cambiamenti
cognitivi, affrontano i rapporti con i coetanei con maggior maturità, sviluppano una maggiore
tolleranza per le diversità e cominciano a dipendere meno degli amici. Nell’ambito dei rapporti
affettivi si presentano nuove sfide riguardanti le relazioni amorose e la sessualità.
I problemi tipici di questa età sono: ansia riguardo alla scelta degli studi o l’inserimento nel lavoro,
rabbia associata al desiderio di indipendenza dalla famiglia, senso di solitudine dovuta ai
cambiamenti nei rapporti interpersonali, ansia riguardo ai rapporti con l’altro sesso, errori nelle
proprie scelte dovuti a scarsa esperienza
2. DEPRESSIONE: È il più conosciuto ed evidente tra i problemi internalizzarti; sia nei bambini
che negli adolescenti, la depressione è riconoscibile dal cunei caratteristiche fondamentali:
- Umore depresso o tristezza eccessiva;
- Irritabilità;
- Perdita di interesse nelle attività;
- Alterazioni del sonno;
- Ritardo psicomotorio o lentezza del movimento o, in qualche caso, agitazione fisica;
- Affaticabilità o mancanza di energia;
- Percezione di inadeguatezza;
- Preoccupazioni relative alla morte;
- Lamentele somatiche;
- Variazione del peso corporeo (aumento o diminuzione);
N.B: non è necessario che siano presenti tutti questi sintomi, ne bastano cinque di cui
almeno uno deve essere umore depresso o perdita di interesse per un periodo di almeno
due settimane.
PROBLEMATICHE ASSOCIATE
Alcune tra le più comuni problematiche associate ai problemi internalizzati sono:
1. BASSA AUTOSTIMA: l’autostima si compone di due elementi:
Il concetto di se è, cioè l’immagine globale che l’individuo ha di se stesso;
La valutazione delle caratteristiche che rientrano in tale immagine.
Se il concetto di se è di una persona è in accordo con gli standard che si propone, allora
avrà un buon livello di autostima. Se un bambino o un ragazzo si trova ad avere un
concetto di se è negativo questo porta inevitabilmente a un basso livello di autostima.
Esiste una relazione negativa tra livello di autostima e sintomi internalizzati in generale: più
sono gravi i problemi internalizzati, più è probabile che l’autostima del soggetto sia scarsa.
POSSIBILI CAUSE
Sono state ipotizzate sia cause neurologiche che predisposizione temperamentale. Non è però da
sottovalutare il ruolo che l’ambiente scolastico nel favorire o accentuare problematiche
comportamentali del bambino. In particolare questo può verificarsi quando:
- L’insegnante è poco sensibile ai bisogni del bambino;
- L’insegnante ha aspettative non realistiche nei confronti del bambino;
- L’ambiente scolastico fornisce al bambino modelli di comportamento inadeguati;
- Vengono commessi errori nella conduzione della classe;
- Le modalità disfunzionali di comportamento che il bambino manifesta scuola vengono
accidentalmente rinforzate;
- L’insegnante ha idee o atteggiamenti erronei in fatto di intervento sui problemi di
comportamento.
STILI GENITORIALI
Alcuni studi hanno individuato quattro principali stili genitoriali: stile autorevole, stile autoritario,
stile indulgente e stile negligente. La nuova tendenza nell’ambito dello studio dello sviluppo
infantile è rappresentata dal modello interattivo secondo il quale le caratteristiche del bambino
influenzano l’atteggiamento del genitore e viceversa.
LA RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA
La più nota tra le tecniche di ristrutturazione cognitiva e la messa in discussione. La
ristrutturazione cognitiva mira a operare una trasformazione delle modalità irrazionali di pensiero
del soggetto consentendo di giungere a conseguenze cognitive, emotive e comportamentali
alternative e più funzionali. Il counselor Deve guidare l’individuo nella confutazione di una data
convenzione utilizzando uno stile socratico attraverso tre modalità di argomentazione:
- Empirica: si esaminano le prove che possono dimostrare la veridicità o la falsità di un dato
convincimento;
- Logica: viene esaminato se un certo pensiero, partendo da determinate premesse, arrivi a
conclusioni logiche o illogiche;
- Funzionale: viene esaminato quanto un dato pensiero favorisca il conseguimento del
proprio benessere e dei propri scopi.
N.B: con i bambini viene utilizzata anche una quarta modalità, quella semantica, in base alla quale
un pensiero viene messo alla prova in base al significato attribuito a un evento o una situazione.
RELAZIONE COUNSELOR-GENITORI
Nel colloquio con i genitori è bene tener presente che molti di loro sono ipersensibili a ciò che
percepiscono come critica nei propri confronti o nei confronti del figlio. Il counselor dovrà dedicare
molta attenzione a salvaguardare la relazione, evitando attentamente di assumere un
atteggiamento che possa essere percepito come critico nei loro confronti e troppo direttivo. È da
tenere presente che alcuni genitori potrebbero aver piacere nel ricevere consigli e indicazioni già
dal primo incontro. Per aiutare i genitori a comprendere le principali caratteristiche del
dell’intervento è utile consegnare loro una scheda che riassuma in modo semplice gli aspetti
principali del lavoro che faremo. Nel corso dei primi contatti con i genitori si devono prendere in
considerazione i seguenti punti:
- Le abilità genitoriali di gestione del figlio sono sufficienti per permettere ai genitori di
risolvere i problemi rilevati?
- Lo stile educativo dei genitori contribuisce ai problemi del figlio?
- Lo stato emotivo dei genitori relativamente alle difficoltà del figlio contribuisce al
problema?
- La relazione dei genitori offre sufficiente supporto?
- Il rapporto dei genitori con il figlio è adeguatamente differenziato a seconda delle
situazioni, in modo da permettere loro una funzione idonea di guida e di controllo?
Va poi valutato se i genitori dispongono di una tolleranza alla frustrazione sufficiente per poter
fronteggiare adeguatamente il difficile comportamento del figlio. Qualche genitore può apparire
reticente nel discutere con il professionista alcuni dettagli concernenti le proprie difficoltà
personali: questo è dovuto alla convenzione che aver bisogno di aiuto per gestire le proprie
difficoltà e segno di totale incapacità. È bene aiutare i genitori a superare il pregiudizio.
È bene poi aiutare i genitori ad apprendere strategie per mantenere uno stato d’animo adeguato
in quanto avere genitori emotivamente alterati nei confronti dei figli rende più difficile la
modificazione del comportamento target.
INDIVIDUARE I RINFORZATORI
Il primo passo consiste nell’individuare i rinforzatori utilizzabili nell’ambiente quotidiano del
soggetto. Alcune classi di rinforza tori sono efficaci per molti soggetti, mentre altri sono molto
specifici. Il counselor deve individuare rinforzatori che siano più forti di quelli che il soggetto riceve
per il suo attuale comportamento indesiderabile.
N:B: le strategie basate sul rinforzo sono le prime da utilizzare in un intervento
comportamentale, sia perché innalzano la motivazione e l’autostima sia perché favoriscono
relazioni positive tra lui e gli adulti coinvolti.
Prima di avviare qualsiasi strategia basata sul rinforzo è bene fornire ai genitori alcune
informazioni di base sui prerequisiti educativi cui necessario attenersi al fine di rendere più efficaci
tali strategie:
- Usare la massima coerenza tra familiari;
- Dare al bambino regole chiare;
- Rimproveri punizioni vanno dati immediatamente dopo il manifestarsi del
comportamento su cui si vuole agire;
- Fare maggior ricorso all’incoraggiamento;
- Quando è possibile utilizzare come punizione conseguenze negative naturali piuttosto
che infliggere qualcosa di sgradevole;
- Evitare di fare promesse mentre il bambino manifesta un comportamento inadeguato;
- Evitare la svalutazione.
Con i bambini che abbiano più di otto anni può essere utilizzato un apposito questionario sulle
preferenze personali; un’altra fonte di informazioni può essere l’osservazione formale del
bambino nel suo ambiente naturale.
N.B: con i bambini più piccoli la procedura va semplificata: il primo passo consiste sempre
nell’individuare il problema, poi si passa ad elencare le possibili soluzioni, ma le possibili
conseguenze vengono valutate facendo a prendere il bambino tre domande chiave da porsi:
- sarebbe utile?
- sarebbe giusto?
- come si sentirebbe l’altra persona?
LA RESPIRAZIONE
Molti bambini che manifestano frequenti tensioni emotive quali ansia o esplosione di collera,
tendono ad avere un ritmo respiratorio piuttosto elevato e una respirazione di tipo toracico. Il
counselor verificherà il modo in cui il bambino respira sedendosi di fronte a lui e osservando si
solleva il torace quando inspira. Gli chiederò poi di mettere la mano sull’addome in modo che
posso sentire la mano che si solleva e si abbassa mentre respira. Quando il bambino riuscirà ad
effettuare in modo naturale una respirazione diaframmatica potrà essere allenato a usare il
respiro come un potente veicolo di rilassamento attraverso le seguenti istruzioni:
- Mettiti seduto con la schiena dritta, le mani appoggiate sulle gambe e ascolta
attentamente le mie istruzioni;
- Respira lentamente e profondamente con il naso. Cerca di rimanere perfettamente
immobile con il resto del corpo;
- Mentre respiri cerca di sentire il respiro che arriva fino alla pancia;
- Lascia che la tua pancia si riempie d’aria come un palloncino… Poi, mentre l’aria esce
fuori, cerca di sentire la pancia che si sgonfia… Mentre respiri continua a mantenere
l’attenzione sulla pancia, non pensare ad altro… Tutta la tua attenzione sulla pancia che
si sgonfia e si gonfia… Il tuo respiro va e viene in modo naturale… Mantieni l’attenzione
sulla pancia che si gonfia quando entra l’aria e si sgonfia quando esce l’aria.
- Continua così…
- Rimanere in silenzio per un minuto;
- Adesso fai due respiri più profondi e con calma cominciamo averti.
Questo esercizio è inizialmente durerà circa tre minuti poi gradualmente potrà essere esteso a 5-6
minuti. Con gli adolescenti durerà almeno 10 minuti. Con gli adolescenti si può applicare un’altra
forma di rilassamento, la quale si prefigge l’induzione di uno stato di rilassamento profondo.