Sinistro Stradale - Concorso Di Colpa
Sinistro Stradale - Concorso Di Colpa
Sinistro Stradale - Concorso Di Colpa
il 11/08/2016
RG n. 2258/2013
N. R.G. 2258/2013 Repert. n. 1510/2016 del 11/08/2016
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Tribunale Ordinario di Trieste
SEZIONE CIVILE
Il Tribunale in composizione monocratica ex art. 50 ter c.p.c., nella persona del Giudice dott. Daniele
Venier
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
CECOVINI e dall’avv. SERGIO CECOVINI, presso il cui studio in VIA GIUSTINIANO 9, TRIESTE,
ATTORE
contro
ASSICURAZIONI GENERALI S.P.A., in qualità di impresa designata dal Fondo di Garanzia per le
Firmato Da: VENIER DANIELE Emesso Da: POSTECOM CA3 Serial#: 7666a
Vittime della Strada, in persona del legale rappresentante pro tempore (C.F. 00079760328),
rappresentata e difesa dall’avv. LUCA VECCHIONI, presso il cui studio in VIA ZANETTI 8,
CONVENUTA
CONVENUTI -CONTUMACI
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Sentenza n. 619/2016 pubbl. il 11/08/2016
RG n. 2258/2013
Repert. n. 1510/2016 del 11/08/2016
CONCLUSIONI
Nel merito
1. accertare e dichiarare che, in occasione del sinistro per cui è causa, l’attore Nicholas Crestani si
trovava a bordo della Renault Clio BY524WJ in veste di trasportato e che l’attore medesimo ebbe a
patire, in conseguenza del sinistro, i danni descritti in parte narrativa del presente atto;
2. accertare e dichiarare che il sinistro per cui è causa è ascrivibile alla responsabilità del conducente
4. accertare e dichiarare che, al momento del verificarsi del sinistro per cui è causa, la Renault Clio
5. per l’effetto, dichiarare la sussistenza dell’obbligazione risarcitoria del Fondo di Garanzia per le
Vittime della Strada ai sensi dell’art. 283, comma I°, lettera b) del Codice delle Assicurazioni;
6. per l’effetto, condannare - ai sensi e per gli effetti dell’art. 283, comma I°, lett. b) D.Lgs. n°
209/2005 - ASSICURAZIONI GENERALI S.P.A., in persona del legale rappresentante pro tempore,
quale Impresa ratione temporis designata per la Regione Lombardia dalla CONSAP - Fondo di
Garanzia Vittime della Strada, e - ai sensi dell’art. 2054 c.c. - Guido Crestani e Sebastiano Schillaci,
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tutti e tre in solido, a risarcire all’attore tutti i danni subiti in conseguenza del sinistro per cui è causa,
citazione.
In caso di resistenza in giudizio con dolo o colpa grave da parte dei convenuti, condannarli al
risarcimento in favore dell’attore dei danni da responsabilità aggravata ex art. 96 c.p.c., nella misura
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Con vittoria di spese del presente giudizio. Costo della consulenza tecnica d’ufficio a carico della
In via istruttoria: l’attore insiste per l’ammissione delle istanze istruttorie formulate con la propria II
memoria ex art. 183 c.p.c. dd. 21.01.2015 e non ammesse da codesto Ill.mo Tribunale con ordinanza
dd. 20.04.2015”.
IN VIA PRINCIPALE
Respingere le domande avversarie siccome, per le ragioni di cui in narrativa, inammissibili, infondate
e/o comunque del tutto indimostrate.
Nella denegatissima ipotesi si ritenesse di accogliere, anche solo in parte, le avverse pretese:
ridursene il petitum, contenendolo secondo quanto sarà ritenuto di giustizia, tenuto, tra l’altro,
IN VIA DI REGRESSO
In ogni caso, condannarsi il responsabile del sinistro Sig. Guido CRESTANI [nell’ipotesi di cui all’art.
283, lett. d), C.d.a.], o i responsabili del sinistro, Signori Guido CRESTANI e Sebastiano SCHILLACI
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[nell’ipotesi di cui all’art. 283, lett. b), C.d.a.], a rimborsare all’esponente tutto quanto la Compagnia
IN VIA ISTRUTTORIA
Sul versante istruttorio - fermo ed impregiudicato l’onus probandi gravante ex adverso - si richiede:
I) disporsi prova per interpello dell’attore e del convenuto e per testi sulle seguenti circostanze:
1. Vero che al momento dell’occorso l’attore si trovava alla guida della Renault Clio;
2. Vero che, all’arrivo degli Agenti, il Signor Guido CRESTANI si trovava al di fuori dell’abitacolo
della vettura;
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3. Vero che nessun testimone oculare era rinvenuto sul teatro del sinistro;
4. Vero che il Signor Guido CRESTANI riferiva, tra l’altro, che la vettura avrebbe “perso la ruota
posteriore destra”,
5. Vero che l’utilizzo della Renault Clio avveniva contro la volontà del Signor SCHILLACI che aveva
6. Vero che la Renault Clio esibiva un tagliando assicurativo palesemente falso, trattandosi di una
7. Vero che il Sig. Guido CRESTANI era nell’occasione privo della patente di guida, poiché, come
accertato anche dai Carabinieri di Gavirate (VA), revocatagli da oltre dieci anni e segnatamente con
ordinanza dd. 22.09.2000;
- già con decreto penale dd. 24.09.1996 era stato condannato per aver circolato durante il periodo di
- successivamente con decreto penale dd. 26.11.1997 era stato condannato ex art. 218, V comma,
C.d.s. per circolazione con veicolo durante la sospensione della patente di guida;
- nuovamente con decreto penale dd. 01.08.1999 veniva condannato ex art. 218, V comma, C.d.s. per
9. Vero che l’attore aveva trascorso la serata il padre per “festeggiarne il compleanno” bevendo
entrambi alcolici;
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10. Vero che il Signor Guido CRESTANI - come riportato dagli Agenti intervenuti nell’immediatezza -
recava forte alito alcolico, gli occhi lucidi, il tono di voce immotivatamente alto e l’eccessiva euforia;
S’indicano quali testi i Carabinieri Verbalizzanti Luigi Luzzi e Carlo D’Andrea c/o Legione
Carabinieri Lombardia.
II) disporsi l’acquisizione del fascicolo fotografico formato dai Verbalizzanti in relazione al sinistro de
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III) assumersi informazioni presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Varese in ordine
all’istanza di dissequestro della Renault Clio tg. BY 524 WJ eventualmente presentata dal Sig.
***
Si ribadiscono le censure alla CTU svolta dal Dott. Peretti, richiamando al riguardo quanto dedotto,
richiesto ed eccepito sia a verbale dell’udienza del 18.11.2015 - da intendersi per quivi ritrascritto -
Rinnovarsi CTU medico legale onde verificare: (i) la compatibilità del pregiudizio riportato
dall’attore con l’uso dei mezzi di ritenzione, indicando - in caso negativo - quali conseguenze siano da
ascriversi a tale omissione; (ii) le condizioni psicofisiche dell’attore in occasione del sinistro con
particolare riguardo al tasso alcolemico, a tal fine autorizzando il Perito ad assumere ogni relativa
Macchi di Varese.”
1. Con atto di citazione notificato il 1.7.2013 Nicholas Crestani evocava in giudizio Guido
Crestani, Sebastiano Schillaci e Assicurazioni Generali S.p.A. in qualità di impresa designata dal
Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada, chiedendone la condanna in solido al risarcimento dei
danni subiti nell’incidente stradale avvenuto il 14.10.2010, intorno alle ore 1.30, lungo la S.S. 394 in
Cocquio Trevisago (Va), allorché l’autovettura Renault Clio targata BY 524 WJ sulla quale era
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trasportato, guidata da suo padre Guido (nell’occasione in evidente stato di ebbrezza alcolica e privo di
causa della perdita di controllo del conducente aveva urtato violentemente con la fiancata laterale
Schillaci quale proprietario, sia in forza della presunzione di cui agli artt. 2054 c.c. e 141, I co. cod.
ass., sia per la condotta colposa del primo, consistita nel porsi alla guida ubriaco e nel non avere
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dell’obbligazione risarcitoria di Assicurazioni Generali S.p.A. nell’indicata qualità ai sensi dell’art.
Allegava sia danni non patrimoniali, costituiti dal pregiudizio – temporaneo e permanente - all’integrità
psicofisica, dalla sofferenza causata dalla cefalea con vertigini che lo affligge da allora, e dalle
conseguenze sulla sfera dinamico-relazionale determinate dal mutamento della propria personalità
indotta dal sinistro e dalla forzata rinuncia allo sport agonistico; sia patrimoniali, derivanti dalla
riduzione della capacità lavorativa specifica, dalle spese mediche sostenute e da quelle di assistenza
tecnica stragiudiziale che si era obbligato, in caso di vittorioso esito della lite, a corrispondere ad
agenzia infortunistica, e dal lucro cessante per il ritardato adempimento dell’obbligazione risarcitoria.
Formulava infine domanda di condanna dei convenuti al risarcimento dei danni ex art. 96 c.p.c. per il
difetto di legittimazione passiva, negando sia l’applicabilità dell’art. 141 cod. ass. alla fattispecie in
esame in cui difettava il presupposto della contemporanea presenza di due enti assicuratori, sia il diritto
dell’attore al risarcimento nel caso in cui la circolazione dell’autoveicolo fosse avvenuta contro la
Sotto il profilo dell’an debeatur, contestava la dinamica del sinistro allegata ex adverso, con
riferimento sia all’individuazione del soggetto alla guida, il quale ben poteva essere lo stesso attore, sia
alla causa delle lesioni patite da quest’ultimo, riconducibile anche ad altro evento violento. Eccepiva ex
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art. 1227, I co. c.c. il concorso colposo del danneggiato, consistito nel farsi trasportare, senza indossare
le cinture di sicurezza, da un soggetto privo della patente di guida, già sanzionato penalmente per avere
circolato durante precedenti periodi di sospensione della patente, e in stato di evidente ubriachezza.
Contestava infine sussistenza e quantificazione dei danni, con particolare riguardo alla duplicazione
risarcitoria operata per il danno non patrimoniale, al danno da incapacità lavorativa specifica, che
sosteneva non configurabile, e alle spese di assistenza stragiudiziale, non dimostrate e non causalmente
ricollegabili all’illecito.
Insisteva quindi, in via principale, per il rigetto delle pretese avversarie, e, in via subordinata, per la
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Esercitava infine azione di regresso ai sensi dell’art. 283, lett. d) cod. ass. verso il solo Guido Crestani e
ai sensi della precedente lettera b) nei confronti di entrambi gli altri convenuti. Dichiarata la
contumacia di questi ultimi, tale domanda era loro notificata ex art. 292 c.p.c..
3. Nella prima memoria ex art. 183, VI co. c.p.c. l’attore replicava alle deduzioni avversarie,
283, I co. lett. b) cod. ass., del Fondo di Garanzia, e contestando i presupposti dell’invocato concorso
colposo.
Parzialmente ammesse – e quindi assunte – le prove per interrogatorio formale e testi dedotte dalle
parti, ed espletata c.t.u. medico-legale, la causa è stata trattenuta in decisione sulle conclusioni in
epigrafe trascritte.
4.1 Il primo, secondo cui, non essendovi due enti assicuratori coinvolti nel sinistro, non
risulterebbe applicabile l’art. 141 cod. ass., muove dall’errato presupposto che Nicholas Crestani abbia
inteso azionare, quale terzo trasportato, la responsabilità dell’impresa di assicurazione del veicolo sul
Al contrario, come del resto esplicitamente allegato in atto di citazione (v. pagg. 7 e 8), l’attore ha
dedotto la responsabilità di Assicurazioni Generali S.p.a. nella diversa qualità di impresa designata dal
Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada ex art. 283, I co. lett. b), per essere il sinistro stato
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provocato da veicolo non coperto da assicurazione. La (superflua) evocazione dell’art. 141 cod. ass.
risultava invece funzionale (come si ricava dalla sua collocazione nell’ambito del paragrafo dedicato
alla responsabilità di G. Crestani e dello Schillaci, pag. 6) solo a rimarcare con maggiore evidenza la
presunzione di responsabilità (già posta dall’art. 2054, I e III co. c.c.) del conducente e del proprietario
dell’autovettura avvenuta contro la volontà del proprietario, è volto a ottenere l’applicazione della
norma di cui al secondo comma del citato articolo 283 che, in tale ipotesi, limita ai soli “terzi non
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trasportati” e “a coloro che sono trasportati contro la propria volontà ovvero che sono inconsapevoli
L’eccezione è infondata anche sotto tale alternativo profilo, non avendo la convenuta provato, né
offerto di provare (v. i capitoli di prova per interrogatorio formale e testi, ribaditi nelle conclusioni in
epigrafe) la circolazione prohibente domino, circostanza che non è integrata dalla mera circolazione
senza il consenso del proprietario ("invito domino"), ma che presuppone la dimostrazione che essa sia
avvenuta contro la sua volontà, “estrinsecatasi in atti o comportamenti effettivamente ostativi alla
circolazione, rivelatori della diligenza e delle cautele all'uopo adottate” (Cass. 9.10.2015, n. 20373,
allegata dall’attore, e, in particolare, che questi fosse terzo trasportato, sostenendo come più plausibile
l’ipotesi che alla guida dell’autovettura fosse proprio lo stesso Nicholas Crestani e non invece il padre
Guido.
Si osserva che la guida, al momento del sinistro, della Renault Clio da parte del convenuto è stata da
quest’ultimo ammessa, con dichiarazione di contenuto confessorio resa nell’immediatezza dei fatti ai
Carabinieri intervenuti a effettuare i rilievi; in particolare, G. Crestani (del resto rinviato a giudizio per i
reati di cui agli artt. 186, II e VII comma, e 116, XIII co. cod. strad., per avere guidato in stato di
ebbrezza alcolica e privo di patente di guida, rifiutandosi pure di sottoporsi all’accertamento del tasso
alcoolemico; doc. 1 bis di parte attrice) riferì, nel verbale di contestazione della violazione di cui all’art.
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141 cod. strad., di avere egli stesso (“ho”) “perso la ruota posteriore destra”, così inequivocabilmente
riconoscendo di essere stato lui stesso (e non il figlio minorenne) alla guida del mezzo.
Ulteriori elementi valutabili nel medesimo senso sono forniti sia, ex art. 232, I co. c.p.c., dalla mancata
questione (capitolo 2 della memoria dd. 21.1.2015), sia dalla stessa piena compatibilità tra la dinamica
del sinistro allegata dall’attore e confermata dalla posizione di quiete dell’autoveicolo (in posizione
trasversale alla strada, accanto al guard rail, dopo avere urtato il muretto che delimita la corsia
opposta) e dai gravissimi danni dallo stesso riportati (completamente distrutto) da un lato (elementi che
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riscontrano la tesi della perdita di controllo della vettura, perciò sbandata e andata a urtare il guard rail)
Viceversa, gli elementi addotti dalla compagnia convenuta non sono idonei a confutare tale
ricostruzione.
Il fatto che Guido Crestani si trovasse, al momento di arrivo dei Carabinieri, al di fuori dell’abitacolo
della vettura, è di per sé neutra, mentre la presenza dell’attore all’interno (evidentemente seduto sul
sedile destinato al passeggero, posto che altrimenti le violazioni al codice della strada sarebbero state
contestate a lui e non al padre) appare logicamente spiegabile con la gravità delle lesioni subite (trauma
cranico con duplice frattura temporo parietale destra, frattura del sellare e seno sferoidale).
In secondo luogo, desumere che il convenuto non potesse essere alla guida in quanto sprovvisto di
veicolo, significa ignorare il dato appartenente – purtroppo – al notorio (art. 115, II co. c.p.c.), in
quanto emergente dalla cronaca quotidiana (e, nella specie, confermato dallo stesso curriculum del
convenuto Crestani, documentato nel certificato del casellario giudiziale, che evidenzia, tra le altre, due
condanne per circolazione abusiva con veicolo durante il periodo di sospensione della patente, e una
condanna per guida in stato di ebbrezza; v. sub doc. 1 bis), secondo cui la mancanza di titolo abilitativo
e lo stato psico-fisico alterato non costituiscono elementi tali da impedire a persone sprezzanti delle
Gli elementi ricavabili dai rilievi evidenziano che Guido Crestani, dopo avere percorso una curva
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sinistrorsa, perse il controllo dell’autovettura, la quale effettuò una rotazione di 180°, invadendo la
corsia opposta e urtando con la fiancata destra il guard rail a bordo della carreggiata: evidente è la
violazione del secondo comma dell’art. 141 cod. strad. (che impone al conducente di conservare
sempre il controllo del veicolo), che fonda di per sé la piena responsabilità del conducente, alla quale
appare accompagnarsi (in considerazione dei gravissimi danni subiti dalla vettura) pure quella, posta
dal primo comma dello stesso articolo 141, che obbliga a regolare la velocità in modo da evitare
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5.1 Accanto alla responsabilità del conducente sussiste, ai sensi del terzo comma dell’art. 2054
c.c., quella del proprietario, Sebastiano Schillaci, il quale (non costituitosi) non ha provato che la
5.2 La documentata, e incontestata, circostanza che la Renault Clio fosse sprovvista di copertura
assicurativa per la r.c. auto determina infine l’insorgere dell’obbligo risarcitorio in capo al Fondo di
6. Va ora accertato se sussista il concorso colposo che la convenuta ha addebitato ex art. 1227, I
co. c.c. all’attore per avere accettato di farsi trasportare su un’autovettura condotta da persona priva di
convenuta - delle lesioni con l’utilizzo delle cinture di sicurezza, tenuto conto della dinamica
dell’incidente, caratterizzato da testacoda e impatto finale contro il guard rail, che rende possibile il
reiterato urto del capo contro le strutture interne dell'abitacolo, in particolare il montante laterale, e
conseguente contusione dell'emicranio destro ad esso adiacente (v. relazione del c.t.u., che così replica
alle osservazioni del c.t. di parte convenuta: “i traumatismi ritenuti compatibili con il corretto utilizzo
delle cinture di sicurezza sono tali anche per la parte fronto-laterale del capo, quindi del naso, posto
che il primo non rimane immobile durante sollecitazione di forze tangenziali ed oblique bensì si inclina
Firmato Da: VENIER DANIELE Emesso Da: POSTECOM CA3 Serial#: 7666a
e ruota sul collo, sicché non desta alcuno stupore il realizzarsi di lesioni anche in regione frontale.
Viceversa sarebbe stato per l'emivolto sinistro, nella fattispecie privo di lesioni. La presenza di
escoriazioni all'intero emisoma destro conferma ulteriormente l'impatto del corpo contro le strutture
In secondo luogo, neppure sono stati dedotti elementi dai quali ricavare che il giovane Nicholas
(diciassettenne al momento del sinistro) sapesse che il padre fosse sprovvisto della patente di guida, in
quanto revocatagli già nel 2000, quando l’attore aveva solo sette anni.
Il concorso colposo va invece affermato in base alla consapevolezza, in capo all’attore, delle alterate (e
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In contrario non vale richiamare il disposto dell’art. 13, III co. della direttiva 2009/103/CE del
Parlamento Europeo e del Consiglio, la quale – secondo l’attore –sarebbe incompatibile con norme di
diritto interno che escludano il diritto risarcitorio del trasportato in considerazione del fatto che fosse
consapevole dell’ubriachezza del conducente; con la conseguenza che il giudice nazionale, essendo
tenuto a interpretare il disposto dell’art. 1227, I co. c.c. in conformità al diritto comunitaria, non
potrebbe consentire una limitazione del diritto al risarcimento del trasportato fondato su detta
consapevolezza.
E invero, come si ricava dalla relativa rubrica (direttiva 2009/103/CE del Parlamento Europeo e del
Consiglio del 16.9.2009 concernente l’assicurazione della responsabilità civile risultante dalla
circolazione di autoveicoli e il controllo dell’obbligo di assicurare la responsabilità), la normativa
richiamata spiega effetto sotto il diverso profilo dell’obbligo assicurativo per la r.c. auto, mirando a
assicurazione possano escludere “dalla copertura assicurativa i passeggeri che erano a conoscenza, o
avrebbero dovuto essere a conoscenza, del fatto che il conducente del veicolo era sotto gli effetti
dell’alcol o di altre sostanze eccitanti al momento dell’incidente” (così il considerando 23, che muove
dal “risultato importante della normativa attuale” costituito dalla inclusione dei passeggeri del veicolo
nella copertura assicurativa; coerentemente, l’art. 13, III comma dispone che “gli Stati membri
contenuta in una polizza di assicurazione che escluda un passeggero dalla copertura assicurativa in
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base alla circostanza che sapeva o avrebbe dovuto sapere che il conducente del veicolo era sotto gli
effetti dell’alcol o di altre sostanze eccitanti al momento del sinistro sia considerata senza effetto per
Ciò posto, si osserva che dagli elementi istruttori acquisiti emerge non solo la circostanza
dell’ubriachezza di Guido Crestani in occasione del sinistro, ma pure la gravità e l’evidenza (e quindi la
Rileva, in particolare (stante il rifiuto del convenuto di sottoporsi ad alcoltest) il diretto riscontro, da
parte dei Carabinieri, di plurimi e inequivocabili sintomi di ubriachezza, quali il “forte alito alcolico…
occhi lucidi, tono di voce immotivatamente alto, eccessiva euforia ” (v. comunicazione di notizia di
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reato dd. 15.10.2010, sub doc. 1 bis di parte attrice), compatibili con il consumo, dallo stesso ammesso
(sia pure in misura verosimilmente ben inferiore a quella effettiva), di bevande alcooliche poco prima
(“ho bevuto un paio di birre per il mio compleanno”; v. verbale di contestazione dd. 14.10.2010).
derivante dalla circostanza – riconosciuta dall’attore nell’interrogatorio formale – che padre e figlio
trascorsero insieme la serata immediatamente precedente il sinistro, rileva ai fini del riconoscimento del
concorso di colpa ex art. 1227 c.c. in capo all’attore il quale, accettando di affidarsi alla guida di un
3.2.1993 e quindi ormai diciassettenne, deve ritenersi essere stato in grado di percepire con chiarezza
sostenuto (Cass. 26.5.2014, n. 11698) che “il concorso colposo del danneggiato, che comporta ex art.
1227 c.c., comma 1, la conseguente e proporzionale riduzione della responsabilità del danneggiarne, è
configurabile non solamente in caso di cooperazione attiva del danneggiato nel fatto dannoso posto in
prudenza avvertite come vincolanti dalla coscienza sociale del suo tempo, con una condotta (attiva o
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omissiva che sia) che si inserisca come antecedente causale necessario nel processo causale che
porsi in una situazione da cui consegua una più o meno elevata probabilità che si produca a suo danno
un evento pregiudizievole - ovvero l'esposizione volontaria al rischio - a cui non sia collegata alcuna
azione o omissione di un comportamento avente un diretto apporto causale rispetto al verificarsi del
sinistro, possa integrare una corresponsabilità del danneggiato…”, “…nel senso di ridurre
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E invero, “con l' accettazione consapevole del rischio il trasportato ha posto in essere un antecedente
causale non del fatto dannoso complessivo, ovvero del sinistro in cui sono rimasti coinvolti lui e il
danneggiante (nel caso di specie, dell'incidente stradale) ma dell'evento che si è verificato a suo carico
(la lesione alla propria integrità fisica) e pertanto non ne può far gravare tutta la responsabilità su
altro soggetto”.
Il fondamento normativo del concorso di colpa del danneggiato in caso di sua esposizione volontaria al
rischio si rinviene, secondo la Corte, sia nell'art. 1227, I co. c.c., sia, a livello costituzionale, nell’art. 2
Cost., e, segnatamente, nel principio di solidarietà sociale, che, in materia extracontrattuale “va inteso
come fondante al tempo stesso le scelte di politica sociale di allocazione del rischio in determinati
settori (quale quello appunto della circolazione stradale) su una categoria di soggetti istituzionalmente
deputata a sostenere tale rischio, ma anche l'obbligo di ciascuno di essere responsabile e valutare le
conseguenze dei propri atti, in definitiva contempera le scelte di dislocazione del rischio con il
Gli esposti principi, pur dettati in una controversia riguardante un trasportato vittima di sinistro stradale
avvenuto durante una corsa clandestina tra automobili, risultano pienamente applicabili nel presente
precedente (sentenza n. 27010 del 2005), nel quale era stata esclusa la configurabilità di un concorso
colposo del danneggiato nella mera accettazione, da parte del medesimo, del trasporto su autovettura
con alla guida conducente in evidente stato di ebbrezza, sul presupposto che tale condotta non
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assurgesse a comportamento materiale di cooperazione incidente nella determinazione dell'evento
dannoso – ha affermato che anche la fattispecie relativa alle lesioni subite in esito a incidente stradale
all’accettazione del rischio del danneggiato e quindi al concorso di colpa ex art. 1227, I co. c.c.,
osservando sia che quest’ultimo può consistere pure nel mero comportamento omissivo, sia che, ai fini
della ricostruzione del nesso causale, “è proprio il comportamento del trasportato che si pone all'inizio
della sequela eziologica che si è conclusa per lui con l'evento dannoso … in quanto egli, pur
accorgendosi a tempo debito nel caso esaminato dalla sentenza del 2005 dello stato di ebbrezza del
conducente dell'auto su cui si accingeva a salire, nel caso in esame essendo consapevole della
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partecipazione della vettura ad una corsa clandestina - e quindi consapevole in entrambi i casi che il
suo conducente si apprestava a tenere una condotta illecita e contraria alle regole di prudenza -
comportamentali comunemente adottate dalla coscienza sociale oltre che di precise regole del codice
stradale”.
Quanto all’efficacia causale, contestata dall’attore, dello stato di ebbrezza del convenuto sulle capacità
di guida e sulla causazione del sinistro, vale richiamare sia le gravi alterazioni sulla lucidità e
attenzione che l’eccessivo tasso alcolemico ordinariamente comporta, sia le descritte modalità del
sinistro, avvenuto su tratto di strada con pavimentazione asciutta, in condizioni di normale visibilità e
in assenza di ostacoli di sorta.
Va quindi ritenuto sussistente l’eccepito concorso di colpa, in misura che si stima equo quantificare –
tenuto conto della ben maggior gravità della condotta posta in essere dal conducente, astrattamente
7. Vanno ora esaminate le questioni relative all’accertamento e alla liquidazione dei danni.
Quanto, in primo luogo, al danno non patrimoniale, soccorrono gli esiti della relazione della c.t.u. del
dott. Alessandro Peretti, adeguatamente e diffusamente motivati, condivisi sia dall’attore, sia – a
eccezione delle osservazioni svolte in corso di indagini dal c.t.p. circa la compatibilità delle lesioni con
l’utilizzo delle cinture di sicurezza, alle quali, come sopra rilevato, il c.t.u. ha esaustivamente replicato
- dalla convenuta.
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Il c.t.u. ha rilevato che alle lesioni - consistite in “trauma cranico con duplice frattura temporoparietale
destra, distorsione cervicale, frattura sellare e dello seno sferoidale, emorragia subaracnoidea
seguito da tre mesi di inabilità temporanea parziale da suddividersi equamente al 75%, 50% e 25%, e
I postumi permanenti sono stati stimati complessivamente nel 14% della totale integrità psicofisica.
La liquidazione va effettuata mediante applicazione della Tabelle elaborate dal Tribunale di Milano,
seguite (oltre che da gran parte dei giudici nazionali) dagli Uffici del Distretto e la cui generale
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adozione quale criterio equo (in grado cioè di garantire la parità di trattamento) è stata affermata dalla
Cassazione con sentenza n. 12408/2011, i cui principi (confermati in seguito ad esempio da Cass.
Dette Tabelle, nella versione (annualmente aggiornata con l’indicizzazione Istat) elaborata a seguito
della sentenza n. 26972 dell’11.11.2008 delle Sezioni Unite, prevedono, sia per l’inabilità temporanea
sia per quella permanente, valori monetari medi attualizzati, corrispondenti al caso di incidenza delle
lesioni in termini “standardizzabili” in quanto frequentemente ricorrenti, tali da ristorare l’intero danno
non patrimoniale (e quindi sia il danno alla salute, sia quelli – pure espressamente dedotti dall’attore -
rappresentato dalla sofferenza soggettiva, sia quello incidente sulla vita di relazione), percentualmente
aumentabili solo laddove il caso concreto presenti peculiarità da allegarsi e provarsi dal danneggiato.
Esse riguardano, quindi, l’intero danno non patrimoniale patito dal soggetto, non limitato cioè alla
componente incidente sulla sola integrità psicofisica (c.d. danno biologico), ma con estensione pure –
mediante aumento percentuale del valore del punto riferito al solo danno biologico – alle ulteriori
Un tale sistema risulta perfettamente coerente con i principi espressi dalla citata sentenza n.
26972/2008 delle Sezioni Unite, che ha affermato che il danno non patrimoniale costituisce una
categoria generale che identifica “il danno determinato dalla lesione di interessi inerenti la persona
etichettate, quali il danno biologico, il danno esistenziale o il danno morale, le quali rispondono a
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esigenze descrittive, ma non implicano il riconoscimento di distinte categorie di danno.
7.1 Ciò posto, il valore base del punto del danno per l’inabilità temporanea, pari a Euro 96,00,
può essere aumentato - onde personalizzare la liquidazione tenendo conto dell’entità della sofferenza
nel corso del relativo periodo e della degenza ospedaliera – in misura pari alla media tra il suddetto
Il relativo risarcimento va quindi così determinato: Euro 120,50 x 7 giorni (Euro 843,50); Euro 120,50
x 75% x 30 giorni (Euro 2.711,25); Euro 120,50 x 50% x 30 giorni (Euro 1.807,50); Euro 120,50 x
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7.2 Il danno non patrimoniale da invalidità permanente è pari, secondo le Tabelle che tengono
conto dell’età del danneggiato al momento del fatto (anni 17) e della percentuale di invalidità accertata
7.3 L’attore ha altresì invocato una personalizzazione del danno in esame, mediante incremento
percentuale, pari almeno al 40%, dell’importo liquidato a titolo di danno non patrimoniale “in senso
stretto” (così in comparsa conclusionale), onde tenere conto sia della sofferenza psico-fisica, derivante
dalla cefalea con vertigini che lo affligge dall’epoca dell’incidente, sia dei riflessi sulla vita di
relazione, con riguardo all’insorgere di note aggressive che hanno portato all’autoisolamento del
giovane e alla sopravvenuta impossibilità di dedicarsi allo sport agonistico (pugilato) in precedenza
praticato.
“per entità e frequenza” (invero neppure emerse con sufficiente evidenza dalle deposizioni
testimoniali, riferite al primo periodo successivo al sinistro1) l’apprezzabilità dal punto di vista
invalidante.
Giustificato è invece il secondo profilo di personalizzazione, costituito dall’incidenza dei postumi sulla
Poiché il sistema tabellare già ricomprende, all’interno del valore di liquidazione unitaria del danno
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non patrimoniale, pure l’aspetto “relazionale” del pregiudizio, calcolato secondo un’incidenza media
corrispondente al grado di lesione accertata, un aumento del valore stesso tale da consentire
da parte del danneggiato, di specifici e peculiari elementi afferenti il suddetto aspetto tali da far ritenere
incongruo il risarcimento liquidato secondo i valori standard: un aumento del risarcimento può quindi
1
Lorna Crestani, zia paterna di Nicholas, pur affermando che “tutt’ora mio nipote soffre di mal di testa”,
ha precisato di non conoscere la terapia, limitandosi a rammentare la somministrazione, ma in passato, di
“Moment” (“non so se Nicholas assumesse quotidianamente farmaci per la cefalea. Quando ero in visita da
lui lo vedevo assumere in particolare Moment”); pure Mattia Targa, zio materno, ha rammentato che “ogni
volta che andavo a trovarlo notavo che Nicholas aveva sempre con sé farmaci per il mal di testa”, non
riferendosi quindi all’attualità e quindi a possibili conseguenze di carattere permanente.
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giustificarsi solo a fronte di risvolti pregiudizievoli che si discostino dai criteri di normalità, e quindi
dai riflessi logicamente e presuntivamente connaturati a una data tipologia di lesioni, già considerati dai
valori tabellari, risolvendosi, come affermato dalla Suprema Corte (Cass. 30.6.2011, n. 14402), “nel
pregiudizio del fare aredittuale del soggetto determinante una modifica peggiorativa della personalità
da cui consegue uno sconvolgimento dell'esistenza, e in particolare delle abitudini di vita, con
alterazione del modo di rapportarsi con gli altri nell'ambito della comune vita di relazione, sia
Se l’aggressività non appare connotata da profili patologici (i due testi citati hanno riferito solo di “un
certo nervosismo che prima non c’era”2, e di atteggiamenti più sgarbati con i familiari), maggior
rilevanza assume la perdita (riferita dagli stessi testi e da reputarsi, considerata la gravità e la natura
delle lesioni, causalmente riconducibile ai postumi invalidanti) della possibilità di dedicarsi allo sport,
il pugilato, che, in quanto praticato non quale mero hobby, ma a livello agonistico (v. articoli che
riferiscono della partecipazione dell’attore a una competizione a Milano nella categoria welter, doc. 8
bis), va inteso come uno degli ambiti – venuto meno – in cui si esplica la personalità.
Tale perdita giustifica quindi la personalizzazione del risarcimento, mediante aumento nella misura -
che appare congrua, tenuto conto del valore massimo tabellare di aumento (45%) e della consistenza
delle conseguenze lesive - del 20% di quanto liquidato a titolo di risarcimento del danno non
Il complessivo risarcimento del danno non patrimoniale è quindi pari a Euro 58.353,20.
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8. Quanto al danno patrimoniale, il Crestani ha ricondotto alle lesioni subite in esito al sinistro la
riduzione della capacità lavorativa specifica, da quantificarsi sulla base del criterio residuale del triplo
della pensione sociale di cui all’art. 137, ult. co. cod. ass. (e già previsto dall’art. 4 L. 39/1977); ha
Si osserva che “in tema di danno patrimoniale da incapacità lavorativa, la relativa liquidazione non
può essere fatta in modo automatico in base ai criteri dettati dall'art. 4 della legge 26 febbraio 1977, n.
39, trattandosi di norma che non comporta alcun automatismo di calcolo, ma si limita ad indicare
2
L. Crestani
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alcuni criteri di quantificazione del danno sul presupposto della prova relativa, che comunque incombe
al danneggiato e che può essere data anche in via presuntiva, purché sia certa la riduzione di capacità
Il danneggiato è quindi onerato della prova che i postumi di carattere psicofisico incidano anche,
riducendola, sulla capacità di lavoro specifica; provato tale elemento, è in secondo luogo necessaria “la
concreta dimostrazione che la riduzione della capacità lavorativa si sia tradotta in un effettivo
pregiudizio economico” (Cass. 12.2.2013, n. 3290), il quale non può farsi automaticamente discendere
deficit delle funzioni attentive ed esecutive che ben si accordano con il lamentato deficit della memoria
a breve termine”, risulta conservata la “capacità della parte perizianda di lavorare e produrre in futuro
redditi, per il carattere prevalentemente manuale delle mansioni lavorative che l'attore assume di
essere in grado di svolgere” (lo stesso attore ha allegato di essere stato, al momento del sinistro, dedito
Né, in ogni caso, risulta provata alcuna contrazione del reddito precedente o il mancato conseguimento
di questo, a causa dei postumi permanenti, atteso che, pur dopo il sinistro, il Crestani ha reperito, come
confermato dai due testi, un’occupazione, connotata dalle medesime caratteristiche (natura manuale,
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orario a tempo parziale) proprie di quelle precedentemente espletate (pizzaiolo con orario limitato alla
8.2 Fondata è invece la richiesta di rimborso delle spese mediche, esposte in Euro 1.471,75 (di
cui Euro 840,00 quale onorario corrisposto al medico-legale incaricato di redigere la perizia funzionale
all’accertamento e quantificazioni dei danni non patrimoniali; v. doc. 2), documentate (all. da 9 a 14) e
reputate giustificate dal c.t.u.. Vertendosi in tema di debito di valore, il suddetto importo va rivalutato
secondo gli indici Istat dalla data dei corrispondenti esborsi a oggi, risultando pari a complessivi Euro
1.568,89.
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8.3 Va invece disattesa la richiesta di rifusione dei futuri oneri che il Crestani si è obbligato, in
forza di contratto di mandato dd. 4.2.2011 (doc. 3), a riconoscere a Gestione Sinistri S.r.l. per
l’assistenza prestata nella fase di trattazione stragiudiziale, pari al 10% (Iva esclusa) dell’ammontare
E invero, giova rammentare che la spesa sostenuta dal danneggiato per avere investito della trattazione
del sinistro stradale in via stragiudiziale un avvocato o anche un soggetto che non rivesta la qualità di
professionista legale iscritto all'apposito albo (così Cass. 21.1.2010, n. 997, alle cui motivazioni si fa
rinvio) costituisce, qualora la pretesa risarcitoria sfoci in un giudizio nel quale il richiedente sia
vittorioso, componente del danno da liquidare solo ove ne sia riconosciuto il carattere necessario e
giustificato, condizione che si desume dal potere del giudice di escludere dalla ripetizione le spese
Nella specie, non è stato neppure allegato che l’attore abbia anticipato spese, o abbia sostenuto
Quanto al futuro onorario che egli si è obbligato contrattualmente a pagare, il relativo ammontare
appare del tutto sproporzionato, e quindi non giustificato, rispetto all’opera posta in essere in via
stragiudiziale dalla mandataria, consistita nell’invio alla compagnia assicurativa di richiesta risarcitoria
in data 2.3.2011 (doc. 4), nonché della copia degli atti del rapporto relativo al sinistro (doc 5) e della
documentazione medica (doc. 6), attività cui non è seguita alcuna offerta transattiva da parte della
destinataria.
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9. Il complessivo risarcimento del danno spettante all’attore è quindi pari, in moneta attuale, a
Euro 59.922,09 (Euro 58.353,20 + Euro 1.568,89), ridotto – in considerazione dell’accertato concorso
Pertanto, in parziale accoglimento della domanda, Assicurazioni Generali S.p.A. in qualità di impresa
designata dal Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada, Guido Crestani e Sebastiano Schillaci
vanno condannati, in solido tra loro, a pagare a Nicholas Crestani– a titolo di risarcimento dei danni –
la somma di Euro 47.937,67 in moneta corrente, oltre (a titolo di danno da ritardato adempimento) agli
interessi (c.d. compensativi) al saggio legale sulla suddetta somma previamente devalutata al momento
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del fatto e quindi via via annualmente rivalutata sino a oggi; in seguito e sino al saldo spetteranno gli
10. La circostanza che le ragioni difensive esposte dalla compagnia convenuta siano state, sia
pure solo in minima parte, riconosciute fondate, è incompatibile con la sussistenza dell’elemento della
totale soccombenza, presupposto – unitamente dalla mala fede o colpa grave (pure nella specie
insussistente) – della chiesta condanna per responsabilità aggravata ex art. 96 c.p.c. (v., tra le più
11. E’ infine fondata sulla norma di cui all’art. 292, I co. cod. ass. la domanda di regresso
ritualmente spiegata, mediante notifica ex art. 292 c.p.c., da Assicurazioni Generali S.p.a. nei confronti
degli altri due convenuti, contumaci, responsabili del sinistro nelle rispettive qualità di conducente
(Guido Crestani) e di proprietario (Sebastiano Schillaci) dell’autoveicolo sul quale era trasportato
l’attore, i quali vengono quindi condannati a tenere indenne l’impresa designata di quanto pagato al
corrispondente misura del 20%, delle spese di lite, poste per il resto a solidale carico dei convenuti, e
liquidate come in dispositivo, mediante applicazione dei valori medi della tabella allegata al D.M.
55/2014.
All’accoglimento della domanda di regresso segue la condanna dei due convenuti contumaci a
rifondere le spese alla convenuta costituita, liquidate secondo il medesimo criterio testé esposto.
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Gli oneri della c.t.u. vengono posti a definitivo carico dei convenuti in solido.
P.Q.M.
causa iscritta al n. 2258/2013 R.G., ogni contraria istanza, eccezione e deduzione disattesa, così
provvede:
- accertato ex art. 1227, I co. c.c. il concorso colposo dell’attore nella misura del 20%, condanna
Assicurazioni Generali S.p.A. in qualità di impresa designata dal Fondo di Garanzia per le Vittime
della Strada, Guido Crestani e Sebastiano Schillaci, in solido tra loro, a pagare a Nicholas Crestani – a
titolo di risarcimento dei danni – la somma di Euro 47.937,67 in moneta corrente, oltre agli interessi al
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saggio legale sulla suddetta somma previamente devalutata al 14.10.2010 e quindi via via annualmente
rivalutata sino a oggi, e ai successivi interessi legali sino al saldo calcolati sulla somma di Euro
47.937,67;
- condanna Guido Crestani e Sebastiano Schillaci, in solido tra loro, a tenere indenne Assicurazioni
Generali S.p.A. di quanto pagato all’attore a titolo di risarcimento del danno e spese legali;
- compensa per il 20% le spese di lite tra l’attore e le parti convenute, e condanna queste ultime in
solido tra loro alla rifusione in favore dell’attore del restante 80%, percentuale che liquida in Euro
10.744,00 per compenso ed Euro 592,73 per anticipazioni, oltre a rimborso spese generali, CPA e IVA
ex lege;
- condanna Guido Crestani e Sebastiano Schillaci, in solido tra loro, alla rifusione in favore di
Assicurazioni Generali S.p.A. delle spese di lite, liquidate in Euro 13.430,00 per compenso ed Euro
22,22 per anticipazioni, oltre a rimborso spese generali, CPA e IVA ex lege;
- pone gli oneri della c.t.u. a definitivo carico delle parti convenute in solido.
Trieste, 22 luglio 2016
Il Giudice
dott. Daniele Venier
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