Lezione 12

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Corso di Laurea in Ingegneria Informatica

ultima cifra del numero di matricola da 5 a 9

Teoria dei Circuiti (B)


(prof. D. Desideri)

Lezione 12

Metodo dei potenziali ai nodi −


Teorema (o Proprietà) di sostituzione −
Teoremi dei generatori equivalenti
1

12.1 Lato anomalo nell’applicazione del


metodo dei potenziali ai nodi

Lato anomalo nell’applicazione del metodo dei potenziali ai nodi


Se nella rete è presente un lato costituito da un GIT (con E0)
senza avere in serie un resistore, tale lato è indicato come lato
“anomalo” nell’applicazione del metodo dei potenziali ai nodi.
In questo caso, si agisce nel modo seguente. Si
applica il metodo dei potenziali ai nodi + Ih
considerando come incognita supplementare la +
Vh − Eh

corrente Ih del lato anomalo, cioè del GIT.
Il lato anomalo è trattato nella scrittura delle equazioni del metodo
come un GIC con corrente impressa Jh=Ih: si mette quindi la corrente
Ih nel termine JNk con la regola usata per i generatori ideali di corrente
per quanto riguarda il segno.

2
12.1 Lato anomalo nell’applicazione del
metodo dei potenziali ai nodi

Lato anomalo nell’applicazione del metodo dei potenziali ai nodi


Alla fine, si aggiunge un’equazione supplementare; la tensione Vh
del lato anomalo, cioè del GIT, con riferimento concorde a quello
del simbolo, è pari a Eh ed è esprimibile in funzione dei potenziali
ai nodi (Nr ed Ns) a cui è collegato:
Vh = Eh = ± (VNr - VNs)

Si ottiene così un sistema di (n−1)+1=n equazioni in (n−1)+1=n


incognite, con cui si calcolano gli n−1 potenziali ai nodi e la
corrente Ih sul generatore del lato anomalo.
Se i lati anomali, cioè costituiti da un GIT (con E0) senza avere in
serie un resistore, sono più di uno, per ciascuno si agisce come
sopra indicato e quindi alla fine il sistema avrà un numero di
equazioni e di incognite pari ad n−1 più il numero di lati anomali.
3

12.2 Lato anomalo nell’applicazione del


metodo dei potenziali ai nodi: esempio

Esempio
A B
Scrivere le relazioni del +−
metodo dei potenziali ai nodi
E
per la rete di figura.
J1 G1 G3 J3
Rete.
n = 4, n-1=3 G2
Si prenda il nodo D come
D C
nodo di massa: VND=0.
Si prenda un riferimento per la corrente IE ai capi del GIT E:
trattandosi di un generatore, si preferisce scegliere la convenzione
del generatore.
Si ha un sistema di 4 equazioni in 4 incognite. Il sistema fornisce i
potenziali ai nodi A, B, C e la corrente IE sul lato anomalo.
4
12.2 Lato anomalo nell’applicazione del
metodo dei potenziali ai nodi: esempio

Esempio
IE
A B
+−
E
J1 G1 G3 J3
G2

D C
𝐺 𝑉 =J +I
𝐺 𝑉 − 𝐺 𝑉 = −I + J
𝐺 + 𝐺 𝑉 − 𝐺 𝑉 = −J
𝑉 −𝑉 =𝐸 5

12.3 Esercizio

Esercizio B
Data la rete di figura, con:
E = 120 V, J = 6 A, R1 = 10 Ω, E + R3

R2 = 30 Ω, R3 = 30 Ω, R4 = 30 . A C R4
Risolvere la rete a regime J
R1 R2
stazionario con il metodo delle
correnti di anello e calcolare la
D
potenza (PJ) uscente dal GIC J.
B
Soluzione
La rete è piana (ha grafo piano). E + IA1 R3
Ha tre anelli: ℓ=6, n=4, m=3. −
+ − R4
Si prendano le 3 correnti di anello A C IA3
VJ J
di figura, tutte orientate in senso R1 IA2 R2
orario. Si mettano i riferimenti per
la tensione VJ (lato anomalo). D 6
12.3 Esercizio

Esercizio B
Si ottiene: E −+ IA1 R3 R
4
𝑅 𝐼 − 𝑅 𝐼 = 𝐸 + 𝑉J + −
A C IA3
𝑅 + 𝑅 𝐼 − 𝑅 𝐼 = −𝑉J VJ J
R1 IA2
𝑅 +𝑅 +𝑅 𝐼 −𝑅 𝐼 −𝑅 𝐼 =0 R2
𝐼 −𝐼 =J D

Mettendo i valori, si ottiene: 30𝐼 − 30𝐼 = 120 + 𝑉J


40𝐼 − 30𝐼 = −𝑉J
90𝐼 − 30𝐼 − 30𝐼 = 0
𝐼 −𝐼 =6
Sommando le prime due relazioni e riscrivendo la terza e la quarta,
si ha: 7

12.3 Esercizio

Esercizio B
30𝐼 + 40𝐼 − 60𝐼 = 120 + IA1 R3
E − R4
90𝐼 − 30𝐼 − 30𝐼 = 0 + −
A C IA3
𝐼 = 𝐼 +6 VJ J
R1 IA2
Sostituendo IA1 nelle prime due R2
equazioni, si ottiene il sistema di due D
equazioni nelle due incognite IA2 e IA3: 70𝐼 − 60𝐼 = −60
−60𝐼 + 90𝐼 = 180
Moltiplicando la seconda per 2/3 e sommando quindi con la prima,
si ha: 30 IA2 = 60. La soluzione è quindi:
IA2 = 2 A; IA1 = 8 A; IA3 = A; VJ = 20 V.
Infine: PJ (uscente dal GIC J) = VJ J (convenzione del generatore)
= 120 W. 8
12.4 Esercizio

Esercizio B
Data la rete di figura, con:
E = 120 V, J = 6 A, R1 = 10 Ω, E −+ R3
R2 = 30 Ω, R3 = 30 Ω, R4 = 30 . A C R4
Risolvere la rete a regime stazionario J
R R2
con il metodo dei potenziali ai nodi e 1
calcolare la potenza (PR3) entrante
D
nel resistore R3.
Soluzione IE B
La rete ha quattro nodi: n=4. E −+ R3
Si prenda il nodo A come nodo di
massa: VNA=0. Si metta il riferimento A C R4
J
per la corrente IE (lato anomalo). Si R1 R2
scrivano le relazioni per i nodi B, C e
D, più l’equazione del lato anomalo. D 9

12.4 Esercizio

Esercizio
𝐺 + 𝐺 𝑉 − 𝐺 𝑉 − 𝐺 𝑉 = 𝐼E IE B
𝐺 + 𝐺 𝑉 − 𝐺 𝑉 − 𝐺 𝑉 = −J + R3
− E J
𝐺 +𝐺 +𝐺 𝑉 −𝐺 𝑉 −𝐺 𝑉 = 0
C R4
𝑉 =E A
R1 R2
Mettendo i valori, si ottiene:
1 1 1 1 D
+ 𝑉 − 𝑉 − 𝑉 = 𝐼E
30 30 30 30
1 1 1 1
+ 𝑉 − 𝑉 − 𝑉 = −6
30 30 30 30
1 1 1 1 1
+ + 𝑉 − 𝑉 − 𝑉 =0
10 30 30 30 30
𝑉 = 120 10
12.4 Esercizio

Esercizio
Sostituendo VNB nelle prime tre equazioni e moltiplicandole per 30
si ottiene:
−𝑉 − 𝑉 = 30𝐼 − 240 IE B
2𝑉 − 𝑉 = −60 +
E −+ VR3 R3
5𝑉 − 𝑉 = 120 −
A C R4
Moltiplicando la seconda per 5 e J
R1 R2
sommando il risultato con la terza,
si ottiene: 9VNC = −180. D
La soluzione è quindi: VNC = −20 V; VND = 20 V; VNB = 120 V;
VNA = 0 V; IE = 8 A.
Infine, con il riferimento di figura per VR3, si ha: VR3 = VNB - VNC =
140 V e quindi PR3 (entrante) = = W. 11

12.5 Esercizio proposto #1

Esercizio proposto #1
Dati della rete a regime stazionario. + R3
R1 = R2 = R3 = R4 = 10 , E1 = 60 V, E1 − R2
E2 = 75 V, J = 2 A. +
E2 −
Calcolare le potenze uscenti (PE1, R4
PE2, PJ) dai generatori ideali E1, E2, J.
J R1
Soluzione
Risolvere la rete con il metodo
delle correnti di anello, trattando il +
E1 − IA1
R3 +
GIC J come lato anomalo.
R2 IA3 −
Si orientino le correnti di anello IA2 E2
tutte in modo concorde: ad R4
esempio in senso orario. Si J
− + R
scrivano le relazioni. VJ 1 12
12.5 Esercizio proposto #1

Esercizio proposto #1
𝑅 +𝑅 𝐼 −𝑅 𝐼 −𝑅 𝐼 =𝐸
𝑅 + 𝑅 + 𝑅 𝐼 − 𝑅 𝐼 − 𝑅 𝐼 = −𝑉J
𝑅 + 𝑅 𝐼 − 𝑅 𝐼 − 𝑅 𝐼 = −𝐸
−𝐼 = J
E1 − + IA1
La quarta fornisce: IA2 = - 2 A. R3
Inserendo tale valore nella prima +
R2 IA3 −
e nella terza equazione, si ottiene: IA2 E2
R4
20𝐼 − 10𝐼 = 40 J
− + R
20𝐼 − 10𝐼 = −95 VJ 1

Si ottiene: IA3 = − 5 A, IA1 = − A e quindi VJ = 5 V. Infine, si ha:


PE1 (uscente) = −30 W; PE2 (uscente) = 375 W; PJ (uscente) = 10 W.
13

12.6 Esercizio proposto #2

Esercizio proposto #2
Dati della rete a regime stazionario. + R3
R1 = R2 = R3 = R4 = 10 , E1 = 60 V, E1 − R2
E2 = 75 V, J = 2 A. E2 +

Calcolare le potenze uscenti (PE1, R4
PE2, PJ) dai generatori ideali E1, E2, J.
J R1
Soluzione B
Risolvere la rete con il metodo dei
potenziali ai nodi, trattando i due E1 − + R3
R2
GIT (E1 ed E2) come lati anomali. A C E2 +
I nodi sono 5. Si scelga un nodo −
J R4
come nodo di massa e si scrivano le R1
relazioni. E D
Si ottiene: PE1 usc. = − 30 W; PE2 usc. = 375 W; PJ usc. = 10 W. 14
12.7 Teorema di sostituzione

Teorema (o Proprietà) di sostituzione


Si consideri a regime stazionario una rete formata da generatori ideali
di tensione e/o generatori ideali di corrente e/o resistori ideali. Ѐ una
rete lineare.
Si è già visto che il sistema di equazioni per la sua analisi si ottiene
scrivendo con le LKC e le LKT le ℓ equazioni topologiche più le ℓ
equazioni tipologiche. Si ottiene così un sistema di 2ℓ equazioni
lineari in 2ℓ incognite. Si è detto che si fa l’ipotesi che la soluzione
esiste ed è unica.
Si consideri il generico lato h, avente tensione Vh e corrente Ih. Si
sostituisca tale bipolo con un GIT avente tensione impressa Vh = Eh
(con lo stesso riferimento) oppure con un GIC avente corrente
impressa Ih = Jh (con lo stesso riferimento). In altre parole, si
sostituisce il bipolo h con un generatore ideale che impone il valore
della soluzione in tensione o in corrente del lato h. 15

12.7 Teorema di sostituzione

Teorema (o Proprietà) di sostituzione


R
La rete così ottenuta (cioè dopo la + Vh = Eh
sostituzione del bipolo del lato h +
Eh − Vh
in uno dei due modi indicati) è R −
una rete avente la stessa topologia Ih + S
della rete di partenza e quindi con h Vh
le stesse equazioni derivate dalle − Ih R Ih = Jh
LKT e LKC. Sono le stesse anche S
Jh
le equazioni degli ℓ-1 bipoli che
non sono stati sostituiti. S
Pertanto è cambiata soltanto l’equazione tipologica del bipolo h (cioè
quello sostituito) che, dalla relazione del bipolo di partenza diventa,
con la sostituzione, o la relazione Vh = Eh o la relazione Ih = Jh , con
la condizione che la nuova relazione impone direttamente o la
soluzione in tensione o quella in corrente del lato h. 16
12.7 Teorema di sostituzione

Teorema (o Proprietà) di sostituzione


Pertanto il teorema di sostituzione afferma che nell’ipotesi che la rete
di partenza e quella modificata (cioè quella ottenuta effettuando la
sostituzione) abbiano soluzione che esiste ed è unica, allora la rete
modificata ha soluzione che coincide con quella della rete originale.
Infatti il sistema di 2ℓ equazioni in 2ℓ incognite che si ottiene con la
rete modificata è equivalente a quello della rete originale e quindi la
soluzione è la stessa.

17

12.7 Teorema di sostituzione

Esempio
Si consideri la rete a lato. Siano A I1 A I2
noti E ed R. Si mettano i + +
riferimenti. Si ha che: E − + R + V V
− 1 2 R
𝑉 = 𝑉 𝐿𝐾𝑇 E −
𝐼 = 𝐼 𝐿𝐾𝐶 B B
𝑉 =𝐸 𝑒𝑞. 𝑏𝑖𝑝.
𝑉 = 𝑅𝐼 𝑒𝑞. 𝑏𝑖𝑝. Soluzione: V1=V2 = E ; I1 = I2 = E/R.
Non è lecito sostituire il resistore R con un GIT con tensione impressa
V2 = E. Infatti, se si facesse così, si otterrebbe: I1 A I2
𝑉 = 𝑉 𝐿𝐾𝑇 Si vede che è un sistema di + +
𝐼 = 𝐼 𝐿𝐾𝐶 equazioni non linearmente + V1 V2 +
𝑉 =𝐸 𝑒𝑞. 𝑏𝑖𝑝. indipendenti. E’ una rete con − −
E − E
𝑉 = 𝐸 𝑒𝑞. 𝑏𝑖𝑝. corrente indeterminata.
B 18
12.7 Teorema di sostituzione

Esempio I1 A I2
Si può invece sostituire il resistore R con un GIC
con corrente impressa I2 = J = E/R. La rete così + +
+ V1 V2
modificata ha soluzione unica: coincide con quella −
della rete di partenza. E − B J
Conseguenza dell’esempio. Si consideri la rete
dell’esempio nel caso particolare di E = 0, cioè il
GIT è ora un cortocircuito. E’ una rete costituita A
R
da una resistenza cortocircuitata. B
Si deduce che non è lecito sostituire la resistenza
cortocircuitata con un GIT con E = 0, cioè un
cortocircuito. A
Invece la si può sostituire con un GIC con J = 0,
cioè con un circuito aperto (come fatto nella B
figura qui a lato). 19

12.8 Teoremi dei generatori equivalenti

Teoremi dei generatori equivalenti


Si consideri una rete di bipoli a regime stazionario. Se di tale rete
sono accessibili solo due nodi A e B, la rete può essere vista come
un bipolo avente per morsetti (o terminali) A e B.
I teoremi dei generatori equivalenti dimostrano
che data una rete lineare (formata da generatori
ideali di tensione e/o generatori ideali di I
A
corrente e/o resistori ideali) in regime +
stazionario, il bipolo equivalente ai morsetti A e −+ V
B è un generatore lineare, cioè ha lo stesso −
comportamento alla porta di un generatore B
lineare di tensione (teorema di Thevenin) o di
un generatore lineare di corrente (teorema di
Norton). 20
12.9 Teorema di Thevenin

Teorema di Thevenin o del generatore di tensione equivalente


Si consideri una rete lineare come bipolo visto dai morsetti A e B. Se
la rete è in grado di funzionare a vuoto tra A e B, essa equivale ad un
generatore lineare di tensione, di parametri Eeq ed Req, di seguito
specificati. I A I A
+
+ Req
−+ V V
+
− Eeq −
B −
B
Eeq è pari alla tensione a vuoto (V0) della rete I=0 A
alla porta AB (con il segno + della Eeq dalla +
stessa parte del segno + della tensione a vuoto Req
+ V0
V0). Infatti per il GLT, con i riferimenti indicati,
vale la relazione: V = Eeq - Req I e quindi, per Eeq − −
I= 0, cioè a vuoto, la tensione è V0 = Eeq. B 21

12.9 Teorema di Thevenin

Teorema di Thevenin o del generatore di tensione equivalente


I=Icc I=Icc
A A
I=Icc Req + I=Icc
−+ +
V=0 + V=0
− −
Eeq −
B
B
Si consideri ora la condizione di cortocircuito, cioè di V=0, alla
porta AB. Con i riferimenti indicati, si scrive la relazione del GLT:
V = Eeq - Req I. In cortocircuito, cioè con la condizione che V = 0, si
ottiene la relazione: Icc = Eeq / Req. Si ha pertanto che, con il
riferimenti indicati, la corrente di cortocircuito (Icc) è pari al
rapporto fra la tensione a vuoto (Eeq=V0) e la Req.
Pertanto: 𝑅 = con i riferimenti indicati per Icc e V0 = Eeq. 22
12.9 Teorema di Thevenin

Teorema di Thevenin o del generatore di tensione equivalente


Un altro modo per calcolare la Req è il seguente. Req è la resistenza
interna Ri della rete lineare alla porta AB, quando tutti i GIT e i GIC
della rete lineare sono azzerati.
A

Req=Ri

23

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