Platone e Aristotele
Platone e Aristotele
Platone e Aristotele
• Per Platone la verità è la conoscenza vengono dall’alto, ovvero ha una derivazione metafisica.
• La VERITÀ dell’essere umano ci arriva in quanto ho innate dentro di me delle pre-conoscenze, le quali senza
l’esperienza riusciamo arrivare ad una risposta grazie ad un processo deduttivo.
• Filosofia: Ricerca della verità ASSOLUTA attraverso il dialogo
• Obbiettivo: retto sapere (ricerca di definizioni≠ ricerca della verità comune di Socrate).
• La verità è qualcosa di metafisico che non ha nulla a che fare con l’esperienza e con il cambiamento. Questo
perché la verità non cambia e rimane sempre fine a se stessa. Tutto quello che cambia è apparenza e
sensibilità. Le idee quindi NON CAMBIANO.
IL MITO
La scrittura di Platone è una scrittura dialogica condita da dei MITI. Utilizzati da Platone per meglio chiarire ed
esporre una teoria filosofica.
Il mito serve per raccontare qualcosa didatticamente importanti per convincere l’essere umano con il suo
discorso.
Oltre a questo i miti riescono a rendere più leggero un tema che fondamentalmente è profondo e pesante.
È uno strumento narrativo irrazionale, che però ha una funzionalità RAZIONALE (guidare il
comportamento per rendere quello degli esseri umani un comportamento giusto). Esso infatti fornisce le basi
sulle quali ragionare.
Possiamo quindi dividere così le sue funzioni:
-Funzione educativa
• Funzione persuasiva
• Funzione didattica
• Funzione emozionale (fa leva sull’emotività)
• Funzione sussidiaria (aiuto per l’alunno)
NB. Platone dal punto di vista gnoseologico divide quindi due entità della conoscenza, LE IDEE e LE
OPINIONI. Nella nostra testa ci sono idee che non cambiano mai e opinioni che invece sono mutabili. Come
nella testa anche la realtà si divide in due enti, due tipi di esseri. Possiamo parlare quindi di DUALISMO
ONTOLOGICO (essere) e GNOSEOLOGICO (Conoscenza):
- Gli esseri veri e imperturbabili perfetti (sostanze)
• altri esseri che cambiano (cose molteplici).
NB. C’è quindi un rapporto di imitazione delle cose rispetto alle idee.
Ma le cose (che hanno tempo e spazio) come fanno a rappresentare un qualcosa non di terreno e assoluto?
Questo perché l’idea ce l’abbiamo già dentro di noi. L’anima prima di entrare nel corpo aveva già l’idea al suo
interno. Una volta arrivata sulla terra (l’anima) ci permette di ricordare questa idea. L’esperienza solletica e
stuzzica quello che la nostra anima già conosce.
La conoscenza di Platone deriva dall’unione dei pensieri dei filosofi precedenti:
- Eraclito—> il mondo è mutevole (cose molteplici)
• Parmenide—> le caratteristiche dell’essere (eterno e non muta= le idee per Platone)
• Riprende la critica che i fisici pluralisti fanno a Parmenide (Platone spiega con la teoria delle idee i fenomeni
che mutano).
• Prende da Socrate l’esigenza di trovare una verità (la trova con teoria delle idee).
INNATISMO: nasco già con un bagaglio conoscitivo, ovvero degli elementi innati (che sarebbero le idee).
Questi elementi innati sono le fondamenta della conoscenza che si hanno fin dall’inizio. (Platone)
EMPIRISMO: la nostra conoscenza non si basa su elementi innati, ma si basa su elementi che noi collezioniamo
nel corso della nostra vita (insegnamento, esperienza..). (Aristotele)
Noi riusciamo a ricordare e riconoscere un’idea in quanto l’esperienza SOLLETICA la nostra anima che astrae
all’idea. Noi dobbiamo accedere all’ESSENZA di un evento.
Oltre il fenomeno (ciò che appare) trovo l’idea, la quale non cambia mai!!
Una volta che l’anima si scorpora arriva all’iperuranio solo se l’anima h a esercitato la sua parte razionale.
L’anima resterà più tempo nell’iperuranio se la parte razionale riesce a controllare le altre due parti dell’anima
NB: se in vita non mi sono esercitato la mia anima sarà debole e così la mia ragione. Questo vuol dire che
l’anima starà meno nell’iperuranio—> - idee
Quindi quando l’anima ricapiterà in un nuovo corpo lo farà più velocemente e quindi con meno idee.
NB: CONOSCERE=RICORDARE
EROS= forza demoniaca (che significa via di mezzo) che sta in mezzo tra il bene ed il male, che è presente tra la
divinità e l’uomo. Non è perfetto e non è nemmeno imperfetto.
È la conoscenza che sta tra me stesso ed il divino. Sta in mezzo tra il particolare (il singolo) e la divinità.
Da parte di madre prende la povertà, la mancanza che porta alla RICERCA. Dall’altra parte ha la caratteristica
della divinità in quanto mira alla realizzazione del perfetto e dell’assoluto. Non si può ambire alla perfezione se
non si ha la mancanza. (PARTE MANCHEVOLE E PARTE COMPLETA).
Eros è come il filosofo perché partendo dalla sua ignoranza cerca di giungere al sapere, attraverso la ricerca.
Nel mito della caverna ci sono delle persone legate tra di loro e ferme (ignoranza). La conoscenza inizia ad
arrivare dal momento in cui ci si muove.
C’è un muricciulo dove dietro ci sono delle persone che portano le statue e quindi si capisce che le immagini che
vedono i prigionieri proiettate sul muro non sono altro che ombre (una verità falsata. La verità si nasconde dietro
l’ombra).
Da qui ci si avvicina al fuoco che è quello che fa sì che si proiettino le immagini. Qui c’è il limite tra l’interno
della caverna e l’esterno. L’esterno, il sole e la luce rappresentano la verità.
Il prigioniero non se la sente subito di guardare il sole (verità) quindi inizia a guardare la luce attraverso le
pozzanghere per poi abituarsi alla concezione di luce e quindi di verità.
CAVERNA: mondo
FUORI CAVERNA: iperuranio
LUCE: idee valori (metafisiche) per arrivare a guardare il sole bisogna essere allenati. Percorso graduale.
POZZANGHERE: idee matematiche e geometriche (presenti nella realtà)
PRIGIONIERI CHE ESCONO: filosofi (Socrate: filosofo che rientra nella caverna per avvisare gli altri che la
verità è fuori)
PRIGIONIERI NELLA CAVERNA: bloccati nella loro condizione. Il prigioniero uscito prova a salvarli
rientrando ad avvisarli, ma loro devono partorire dentro di sè il desiderio di affrontare il viaggio, non glielo può
dire il filosofo.
È una conoscenza veloce, fugace e piacevole. Io riesco ad avere conoscenza in maniera apparentemente
soddisfacente.
La conoscenza sensibile rappresenta la CAVERNA
- immaginazione: è solo L’antipasto. È ciò che ci porta a porci delle domande e ad interessarci.
In relazione al mito della caverna è ciò che ci appare, la così detta ombra.
Noi relazioniamo questa conoscenza sensibile alle Opinioni, che sono MUTABILI
• credenza: nel mito della caverna è ciò che vediamo al di là del muro delle statuette, arrivando a conoscere la
verità di quelle stesse.
Conoscenza Intellegibile:
Rappresenta il di fuori della caverna ed è quindi simbolo di verità
• Pensiero discorsivo: è la spiegazione di com’è fatto il mondo ed è quindi ancora aggrappata alla parte fisica
del mondo. Parliamo quindi di conoscenza matematica che non è ancora conoscenza vera in quanto c’è ancora
un attacco alla realtà
• Intellezione: conoscenza vera e propria di natura puramente METAFISICA. Colui che ci può accedere è colui
che non fa più riferimenti alla realtà ed è arrivato ad un grado di conoscenza assoluta. Pura verità. Rispetto
alla caverna questo stato rappresenta il sole, la verità assoluta