Elaborato Maturita'

Scarica in formato docx, pdf o txt
Scarica in formato docx, pdf o txt
Sei sulla pagina 1di 11

ELABORATO ESAME DI STATO A.S.

2020/2021
Assegnato dal C.d.C. al candidato: PREVETE
OLIMPIA
MATEMATICA

 Sapendo che f ' ( x )=2 e− x ( 1−x ) determinare la primitiva di f (x) tale che
f ( 0 )=1

Per calcolare la primitiva troviamo dapprima l’integrale indefinito


∫ 2 e− x ( 1−x ) dx Esso viene svolto mediante l’integrazione per parti, tale
metodo ci consente di calcolare l’integrale in termini di un
Selezioniamo: altro integrale il cui integrando sia il prodotto della derivata
di una funzione e la primitiva dell’altra.
(1-x) come fattore finito
Pertanto : z ( x ) =( 1−x ); z ' ( x )=−1
g ( x ) =e come fattore differenziale; g ( x )=−e
' −x −x

∫ 2 e− x ( 1−x ) dx=2 ( 1−x ) (−e− x ) −∫ e−x dx=¿ ¿


2
( 1−x−x
−e
x ) 2x
= + c=F ( x ) +c
e
x
Questa è la famiglia di
primitive della funzione
integranda.

Nel nostro caso, dobbiamo rifarci alla primitiva della nostra funzione tale che f ( 0 )=1
Pertanto:
2× 0 2x
f ( 0 )=1 ⇒ c + 0
=1⇒ c=1 ; la primitiva diviene : y= x +1
e e

 Studia e rappresenta graficamente la primitiva ottenuta.


2x
Studiamo la primitiva ottenuta: y= x +1
e

 Essa ha Dominio: ∀ x ∈ R Essa non è né pari né


2(−x ) dispari, pertanto non
 Studiamo poi le sue simmetrie: f (−x ) = −x
+1=−2 x e x +1 detiene simmetrie né
e
rispetto all’asse y né
rispetto all’origine.
 Calcoliamo le sue intersezioni con gli assi:

{
x=0
2× 0 =
y= 0
e
x=0
y=1{
La nostra funzione passerà quindi per tale punto: A(0;1)

{
y=0 Ci troviamo dinanzi un’equazione non risolubile algebricamente
2x pertanto, al fine di ottenere una buona stima delle soluzioni
+1=0
e
x usufruiamo dei procedimenti di risoluzione approssimata.

I metodi di risoluzione numerica si basano sulla costruzione di una successione di


numeri reali che converga alla soluzione esatta; i termini della successione sono
valori approssimati della soluzione e, mediante iterazioni successive, otteniamo una
cifra del valore approssimato vicino quanto vogliamo alla soluzione.
È bene effettuare un grafico preventivo
x
2 x=−e

Tabulo i valori per la rappresentazione della retta g. y=¿2x

x y

0 0
1 2
2 4
3 6

Usufruiamo del metodo di bisezione al fine di trovare le radici della funzione. Il


nostro studio sarà relativo all’intervallo [ −1 ; 0 ]
La nostra funzione soddisfa le prerogative del primo teorema di unicità dello zero:
è continua nell’intervallo [ −1 ; 0 ]
è derivabile almeno una volta, con derivata prima diversa da zero infatti
' x x
y =2+e ⇒2+e ≠ 0
1 −2e+1
assume valori opposti agli estremi dell’intervallo f (−1 )=−2+ e = e
=−1

mentre f ( 0 )=1. Pertanto f ( a ) f (b)< 0


Pertanto ∃! c ∈ [−1 ; 0 ] in cui la funzione si annulla

- - - + +

−1 3 1
−1 − − 0
2 8 4
−1+ 0 −1
Calcoliamo il punto medio del nostro intervallo : 2
=
2
=−0 , 5

−1
+0
Calcoliamo il punto medio tra −1 0= 2 −1
= =−0 ,25
2 2 4

−1 −1 √ e 3
( )
4

Calcoliamo: f = + =0 ,3
4 2 e

−1 1

Calcoliamo il punto medio tra −1 1
∧− =
2 4 −3
= =−0 , 37
2 4 2 8

−3 −3 √ e5
( )
8

Calcoliamo f = + =−0 , 06
8 4 e

A causa del ripresentarsi della medesima cifra decimale, il nostro valore è x=−0 , 3
ricordiamo come esso sia approssimato, lo indicheremo con P .
 Studiamo il segno della nostra funzione, quindi ove la funzione è positiva o
negativa: Poiché il denominatore è positivo ∀ x ∈ R , il nostro
x studio si riflette sul numeratore
2x 2 x +e
+ 1> 0 ⇒ >0
e
x
e
x -0,3
x
N >0 2 x>−e ⇒ x>−0 , 3 R +∞

D
f ( x ) >0 per x>−0 ,3

f ( x ) <0 per x←0 ,3

 Studiamo la funzione agli estremi del


A causa del presentarsi della forma indeterminata
Dominio: ∞
, procediamo alla risoluzione del limite mediante

il teorema di De L’Hopital. Indicando
x
2x ∞ f ( x )=2 x ∧ g ( x )=e possiamo affermare che :
lim x +1= +1=2 × 0+1=1
x→+∞ e ∞
 f(x) e g(x) sono continue in x0 e
Pertanto y=1 sarà un asintoto f(x0)=g(x0)=0,
 f(x) e g(x) sono derivabili in I eccetto al più
orizzontale destro x0,
 g’(x)≠ 0 in I-{ x 0 },
2x −∝ f '(x )
lim +1= +¿ ¿  esiste lim
x→−∝ e
x
0 +1=−∝ x→ x 0 g ' ( x)

Passiamo ora alla ricerca di eventuali asintoti obliqui, i quali detengono come
equazione : y=mx+q
2x 1 2
m= lim + = +¿ −¿=+∞ ¿ Non sussistono quindi asintoti obliqui.
x e x 0 +0
x
x→−∞ ¿

 Passiamo ora allo studio della derivata prima ponendola maggiore di zero:
x x
' 2 e −2 x e Tale studio ci fornirà informazioni
y=
¿¿ circa la crescenza e
N >0 2−2 x >0 ⟹ x< 1 decrescenza della funzione.

D>0 ∀ x ∈ R +1
R +∞

N
D

f ( x ) è crescente per x <1


f ( x ) è decrescente per x >1

A causa dell’andamento della funzione agli estremi del dominio, essa ammette un
2
massimo assoluto di coordinate: M 1 ; e +1 ( )
 Passiamo ora allo studio della derivata seconda ponendola maggiore di zero:
x x
−2e −( 2−2 x ) (e ) Tale studio ci fornirà informazioni
y' '=
¿¿ circa la convessità e la
N >0 2 x−4 >0 ⇒ x >2 concavità cui volge la funzione.

D>0 ∀ X ∈ R

+2 +∞
R
N
D

f ( x ) volge la concavità verso l ' alto ⋁ è convessa per x>2


f ( x ) volge la concavità verso il basso ∨ è concava per x <2

A causa del cambiamento della concavità della funzione, riscontriamo la presenza

(
del punto di flesso: F 2 ; 2 +1
4
e )
Il nostro studio è terminato, possiamo effettuare il grafico!
 Calcola l’area della regione finita di piano compresa tra la curva e
l’asse x nell’intervallo [ 0 ; 1 ]
Calcoliamo l’area della regione finita di piano compresa fra la funzione e l’asse delle
ascisse in: [ 0 ; 1 ] , pertanto calcoliamo l’integrale definito:
1


0
( 2x
e
x )
+ 1 dx Tale integrale definito ha estremi di integrazione 0 ed 1,
esso ci fornisce l’area del trapezoide relativo ad f(x) in
[ 0 ; 1]
Calcoliamo l’integrale definito:

∫ ( ) 2x
e
x
dx + x

Applichiamo l’integrazione per parti selezionando:


'
f ( x )=2 x come fattore finito , f ( x ) =2

g' ( x ) =e−x come fattore differenziale , g ( x )=−e− x

2 x (−e−x )−2 ∫ −e− x dx Selezioniamo la primitiva con c=0, ovvero la


primitiva fondamentale e procediamo in accordo con
=[−2 x e− x −2 e x + x ]0
1
la formula di Leibniz-Newton.
Sostituiamo dapprima il valore 1, poi 0.

4
¿−2 e −2 +1−(−2 × 0 e −2 e + 0 ) =3− tale è l area richiesta
−1 −1 −0 −0 '
e
FISICA

 Un condensatore è collegato a una batteria e caricato completamente.


Che cosa accade alla carica quando stacchi il condensatore dalla
batteria? Che cosa accade se colleghi i terminali del condensatore
l’uno all’altro?
Quando colleghiamo il condensatore ad una batteria, alcuni degli elettroni
verranno allontanati da una armatura e un numero uguale di elettroni verrà
spinto sull'altra armatura. Una di esse ha una carica netta negativa e l'altra ha
una carica netta positiva. Ciò si traduce in una differenza nel potenziale elettrico
tra le armature e in un campo elettrico sempre più forte quando vengono
separate più cariche. Il campo elettrico esercita una forza sulle cariche che tenta
di riportare il condensatore in equilibrio, con cariche bilanciate su ciascuna
armatura. Finché il condensatore rimane collegato alla batteria, questa forza
viene bilanciata dalla forza della batteria e lo squilibrio rimane.

Se la batteria viene rimossa e lasciamo il circuito aperto, le cariche non


possono muoversi, quindi lo squilibrio di carica rimane. Il campo sta ancora
applicando una forza alle cariche, ma esse non possono muoversi. L'energia
immagazzinata nel condensatore permane. Quando non vi è batteria nel
circuito la carica q su ciascuna armatura decresce secondo la legge:
−t
q=q 0 e RC dove q è la carica presente su ciascuna armatura all'istante t
secondi (dopo che l'interruttore è stato chiuso per consentire al condensatore
di scaricarsi). La carica è q0 quanto t=0s e poi tende gradualmente a zero.
Valori piccoli della costante tempo RC danno luogo ad una scarica rapida.
Quando t = Ƭ = RC la carica che rimane su ciascuna armatura è
q 0 e =q 0 ( 0,368 ) .La costante tempo è l'intervallo di tempo necessario affinché
−1

un condensatore carico perda il 63,2% della sua carica iniziale. L'intensità di


corrente che scorre nel circuito durante il processo di scarica varia secondo la
legge:
−t
V 0 RC
I= e
R
La corrente di scarica ha verso opposto rispetto a quella del processo di
carica: scorre cioè dell'armatura positiva verso quella negativa.
Se i terminali del condensatore sono collegati con una resistenza, le cariche
possono muoversi, quindi sussiste una corrente. L'energia immagazzinata nel
condensatore viene convertita in calore nel resistore, la tensione diminuisce,
le cariche diventano meno sbilanciate e il campo si indebolisce.

 In una canalina orizzontale lungo la parete di una stanza vengono


inseriti due fili di rame a distanza di 0,1 mm e si misura su un tratto
di 2,8 m una forza magnetica repulsiva di 1,5 N. Determina
l’intensità e il verso della corrente nel filo inferiore se in quello
superiore scorre una corrente di 16 A da sinistra verso destra. Se si
sostituissero i due fili di rame con due fili costituiti da materiale di
resistenza doppia. Come cambierebbe la forza magnetica?

Fis
−3
d=0 ,1 mm=0 , 1× 10 m Is
L=2 , 8 m
Fsi
F=1 ,5 N Ii

Is=16 A da sinistra verso destra

Ii=?

Facciamo riferimento all’equazione che esprime le forze magnetiche tra correnti, da


essa ricaviamo la corrente che scorre nel filo inferiore:
µ0 IsIiL Sappiamo infatti che una corrente elettrica crea un campo magnetico
F=
2 πd
ed inoltre essa risente di una forza creata da un campo magnetico esterno. Il campo
magnetico generato da una corrente può esercitare una forza su un’altra corrente
vicina.
F 2 πd 1 , 5 N × 2× 3 ,14 × 0,0001 m
Ii= =
IsL µ0 16 A ×2 , 8 m× 4 × ,14 ×1 ×10−7 T × m/ A
= 16.74 A

Essa scorre da destra verso sinistra infatti 2 fili rettilinei paralleli percorsi da correnti
con versi opposti si respingono.
V
I= per la prima legge di Ohm
R

Possiamo dunque affermare che se la resistenza divenisse doppia, la corrente


dimezzerebbe.
Is Ii
µ0 L 1
Pertanto: F= 2 2 ⇒ la forza magnetica si riduce di 4
2 πd

 Il candidato, dopo aver illustrato brevemente il suo percorso di


PCTO, descriva un modulo a scelta tra quelli seguiti evidenziandone
gli aspetti critici e formativi oppure approfondendo le teorie di alcuni
filosofi sui fondamenti del ragionamento logico o la teoria di uno dei
personaggi menzionati durante il corso di teoria dei giochi mostrando
qualche esempio reale di applicazione.
Il percorso PCTO è stato, a mio avviso, molto stimolante. Le lezioni sono state
intriganti ed hanno innescato in me buoni propositi circa la possibilità di inoltrarmi
in nuove conoscenze riguardanti il mondo dell'informatica, del lavoro, ma in
particolar modo il campo della chirurgia robotica. I docenti che ci hanno
accompagnato erano sicuramente molto eruditi e professionali, il loro approccio è
stato costantemente cordiale infatti ha potuto dare alla luce un clima del tutto
positivo senza peccare in professionalità. Non ho mai detenuto un atteggiamento
ostile nei confronti del settore dell'informatica, sono sempre stata senziente circa
l'importanza che esso detenesse e volenterosa nel poter approfondire le nozioni che
suscitavano in me maggior interesse. Grazie al percorso PCTO tale prospettiva mi è
stata divaricata dinanzi agli occhi. Avrei preferito seguire le lezioni in modo frontale
presso la mia scuola o l'università ma il fatto che il percorso sia stato svolto in modo
telematico non ha sicuramente influito sul risultato finale e sulle buone
considerazioni suscitate in me. La pandemia stessa ci ha consentito di comprendere
l'importanza detenuta dal settore informatico e da quello dell'informazione.
Abbiamo potuto contare sulle tecnologie al fine di poter accorciare le distanze e,
nonostante lo scoppio del virus COVID-19, la nostra formazione non ha riscontrato
alcuna posizione di stallo, si è infatti evoluta, progredendo al meglio. Le competenze
acquisite durante questo cammino mi hanno sicuramente consentito di accrescere il
mio bagaglio culturale e di aggiungere un tassello imponente alla mia maturazione
professionale che ha una natura evolutiva e, pertanto, mutevole, volta ad accogliere
nuovi orizzonti e farli propri. Devo ammettere che sono stata del tutto incantata
dalle lezioni riguardanti la chirurgia robotica, esse mi hanno spronata a non perdere
gli ultimi aggiornamenti appartenenti alla nostra quotidianità che trovano intreccio
con la potenza di questo grande campo. In particolare, mi ha affascinata la notizia
riguardante un intervento chirurgico molto complesso effettuato usufruendo del
robot Da Vinci XI. Il tutto è avvenuto a Napoli, al Policlinico Federico II, dove il robot
Da Vinci XI, accompagnato dal chirurgo e da un'equipe dell’Unità operativa
complessa di Chirurgia epato-bilio-pancreatica, mininvasiva e robotica, ha posto fine
a mesi di ricerche di una corretta diagnosi. Il paziente, da ormai troppo tempo non
riusciva a comprendere cosa gli recasse dolore, si scoprì che era affetto da
pancreatite cronica. Utilizzando il robot Da Vinci XI, il chirurgo ha eseguito
l’intervento aprendo il pancreas, per rimuovere i calcoli dal dotto pancreatico
ostruito. Ha rimosso, poi, una parte della testa pancreatica per trattare la
sintomatologia dolorosa. Come il chirurgo stesso ha potuto affermare, " il tutto è
avvenuto con l'ausilio del robot Da Vinci XI, un approccio che massimizza i benefici di
un trattamento mininvasivo per definizione”. Per comprendere la potenza e
l'importanza di tale strumento, dobbiamo rifarci alla stessa complessa natura e il
campo in cui esso va ad inserirsi: quello della chirurgia robotica. Con chirurgia
robotica si definisce la pratica medica che permette ad un operatore di eseguire
operazioni chirurgiche tramite un robot in grado di compiere manovre comandate. È
basata su:
un utilizzo dei robot per eseguire operazioni chirurgiche;
una mano meccanica che aiuta i chirurghi;
robot stessi controllati da remoto o tramite comandi vocali.
La chirurgia robotica si classifica in:
Sistemi supervisionati;
Sistemi tele- chirurgici;
Sistemi a controllo condiviso.
I sistemi supervisionati sono i più automatizzati, seguono uno specifico insieme di
istruzioni, mediante tali strumenti il chirurgo fornisce in input i dati al robot. I
sistemi supervisionati prevedono quindi un flusso segnato dapprima dalla
pianificazione, durante la quale si effettua una mappatura del corpo del paziente che
viene memorizzata e si pianifica il percorso da seguire per completare l’operazione.
In seguito vi è la registrazione, nel corso della quale il chirurgo individua i punti
interessanti sul corpo del paziente ed infine la navigazione, basata sull’attivazione
del robot da parte del chirurgo.
Tra i sistemi tele-chirurgici riscontriamo:
il sistema Da Vinci;
il sistema ZEUS;
il sistema AESOP.
Il primo ha due componenti principali: una console di controllo e di visualizzazione, e
un braccio chirurgico. Il braccio consiste in una videocamera con 2 lenti che
trasmette immagini in 3D. Il secondo offre controllo vocale ed è specializzato per
operazioni micro-chirurgiche complesse. Il terzo (Automated Endoscopic System for
Optical Position) è molto più semplice degli altri due e posiziona l’endoscopio.
I sistemi a controllo condiviso si basano sulla suddivisione del corpo del paziente in
regioni: safe, chiusa, limite, vietata. I chirurghi si focalizzano sulle zone safe, tali
sistemi hanno un’alta precisione e riducono il tempo di recupero post-operatorio.
Concludo la trattazione di questo bellissimo percorso con una notizia che a mio
avviso, può fungere da vero e proprio inno agli studi circa la chirurgia robotica ed
all'importanza dell'evoluzione stessa per la nostra vita quotidiana. Sfogliando il
notiziario, ho letto riguardo il doppio intervento robotico avvenuto al " Santo Spirito
" di Pescara con 2 equipe chirurgiche che si sono alternate alla consolle.
L'operazione è avvenuta il 28 aprile scorso all'ospedale di Pescara su una donna
affetta da anni di una grave forma di endometriosi che aveva coinvolto anche
l'intestino e l'apparato digerente. Mediante il robot Da Vinci è stato possibile che i
medici intervenissero alternandosi alla consolle sui vari apparati a seconda delle loro
competenze, operando attraverso 4 fori di 8mm ciascuno. Gli interventi combinati,
oltre all'indubbio vantaggio per il paziente, dimezzano i costi della procedura,
avvalendosi ormai da anni dell'esperienza degli anestesisti e di tutto il personale
appartenente alla sala operatoria. Termino l'esposizione di questo cammino
richiamando l'esosa e maestosa importanza detenuta dallo sviluppo in campo
tecnologico, esso ha un riflesso del tutto propositivo sull'uomo stesso e, come
abbiamo visto nel caso della chirurgia robotica, sulle sue stesse condizioni salutari.
Invito tutti a visionare con occhi colmi di stupore questo progresso, ma anche ricchi
di speranza, con il buon auspicio che il progredire dell'uomo in questo ambito possa
curare anche ciò che oggi riteniamo letale e offrire supporto anche in situazioni
funeste come quella del covid19. Sono gioiosa di aver partecipato al PCTO e
ripeterei sicuramente questa esperienza!

Potrebbero piacerti anche