ARTE
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ARTE
All'inizio del XIX secolo si ebbe il passaggio definitivo da una società divisa fra nobiltà
e servitù con l’emergere di una nuova realtà sociale, ossia la classe intermedia borghese.
Grazie ad essa già in questo secolo l’industria tessile e della moda iniziò a fiorire ed
inoltre le nuove invenzioni, come l’energia elettrica, diedero un forte impulso per uno
sviluppo sempre più frenetico ( in questo caso si lavorava anche di notte) che avrebbe
poi portato alla modernità.
In Spagna Gaudì diede vita al modernismo catalano, unendo l’interesse della tradizione
locale con il decorativismo cromatico dell’arte araba e con il gusto tribale africano
secondo un continuo dialogo tra architettura, pittura e scultura; infatti ciò serviva a
creare stile artistico: - più geometrico - più legato allo studio del colore e delle forme -
che mirava a dare spazio alle emozioni toccando ed elevando l’animo dell’uomo* ( *
questo è proprio il presupposto per la nascita delle Avanguardie)
E proprio a partire da questo concetto che all’inizio del 900 il filosofo Steiner iniziò
degli studi sull’antroposofia, cioè sull’essenza primordiale dell’uomo. Infatti, il dibattito
di Steiner era legato al fatto che i colori come del resto le forme (quadrato=pienezza;
cerchio=perfezione; triangolo=apparenza) suscitano differenti emozioni nell’uomo, che
però non sono inculcate a priori ma mostrano il nostro istinto primordiale. E così Steiner
associa al rosso forza interna pronta ad esplodere, al blu una forza centripeta e al giallo
una forza centrifuga che tende a propagarsi verso l’esterno. Perciò secondo la medicina
steineriana il colore permette all’animo umano di scoprire nuove capacità e talenti
rimasti in ombra (a causa di un mondo che tende a falsare la vita dei sensi), ripristinando
così la sua vitalità.
SECESSIONE VIENNESE
Nel 1897 Gustav Klimt, uno dei principali artisti dell’Art Nouveau austriaca, si distaccò
insieme ad altri artisti dalla tradizione accademica e conservatrice per privilegiare un
nuovo stile artistico basato su :
- linee morbide, eleganti e sinuose che sottolineano una ricerca della bellezza
(proporzione aurea)
- disegno geometrico di elementi naturalistici semplificati e stilizzati
- ripresa dell’oro dei mosaici bizantini, e stile orientale delle stampe giapponesi
I FAUVES
Si può affermare che la prima avanguardia del 900 fu quella dei Fauves, termine
dispregiativo che significa ‘’belve’’ed usato per identificare quegli artisti che a partire
dall’edizione di un salone artistico parigino (1905) rinunciarono alla loro identità di
artisti (e di conseguenza accettarono il rischio economico derivante dal non
riconoscimento delle loro opere) poiché esaltati di aver scoperto cose fuori dal tempo,
ossia il fatto che l’artista non debba tenere conto più dell’identità fra il colore reale
dell’oggetto e il colore impiegato per la sua rappresentazione.
Infatti, i Fauves vogliono rompere con il chiaroscuro e la prospettiva più classica
attraverso:
- colori usati in modo spregiudicato, cioè con tinte vivaci e innaturali stese con violenza,
perché il colore è sinonimo di immediatezza che suscita sentimenti nell’uomo
- una logica di prospettiva personale (cioè rappresentare le cose dopo averle fatte
proprie)
- un linguaggio primitivo*, che diventa ingenuo e infantile ma con la presenza di linee
marcate che modellano le figure
- assenza di dettagli perché l’istinto umano si concentra sull’opera nella sua totalità,
mentre - come sostiene Mondrian - la mente si fissa solo sul soggetto e sullo sfondo
dell’opera
L’ESPRESSIONISMO (1905-1925)
L’Espressionismo fu un’avanguardia che si sviluppò nei primi due decenni del XX
secolo in opposizione all’Impressionismo.
Infatti mentre nell’:
-IMPRESSIONISMO l’artista immortala le sue emozioni impresse dalla realtà oggettiva
che osserva
- ESPRESSIONISMO l’artista non immortala ciò che vede, bensì lo interpreta poiché
l’artista possiede dei sentimenti e stati d’animo estremamente soggettivi
Inoltre mentre:
- OPERE IMPRESSIONISTE hanno una visione positiva nei confronti della vita e
rappresentano la gioia di vivere
- OPERE ESPRESSIONISTE hanno una visione profondamente drammatica, rimarcata
da colori forti, pennellate violente e linee che tendono a deformare paesaggi e figure
MUNCH e l’Urlo
L’ART DÉCO
Mentre all'inizio del XX secolo l’Art Nouveau era lo stile artistico più popolare, a
partire dal 1925 (anni ‘20) iniziò ad affermarsi l’Art Déco, che prendendo spunto
dall’altra sviluppò una sua identità. Infatti il trattamento delle forme e delle linee è
molto diverso: l’Art Déco era in favore di una semplificazione geometrica della linea
sinuosa dell’Art Nouveau secondo disposizioni simmetriche e aerodinamiche, e di un
decorativismo proveniente da epoche diverse e con materiali tradizionali o moderni
(alluminio, vetro, acciaio).
FUTURISMO
Infatti, i futuristi finirono per celebrare la guerra perché è la sola igiene del mondo.
Futurismo Italiano
Avrà il compito di: rinnovare, liberare l’Italia da accademici, professori, per l’Italia era
considerata troppo legata al passato. (in letteratura, si ritornerà alla poesia)
Proposta di Marinetti,non sarà ben accolta non avrà un successo travolgente,un’arte che
lo aiuterebbe a diffondere questa idea sono le arti visive nel 1910 un anno dopo il
Manifesto, Marinetti riunisce un gruppo di artisti (Umberto Boccioni, Carlo Carrà,
Giacomo Balla) che sottoscriveranno il manifesto della pittura futurista, primo di una
serie di manifesti.
Boccioni
Artista, futurista che viaggiò molto si trasferì a Milano, città più moderna d’Italia del
tempo, dove si sviluppò il futurismo; qui conobbe dal punto di vista artistico lo stile
pittorico denominato come: Divisionismo, stile che ha delle similitudini con il
Puntinismo: principale differenza sarà nella tecnica
Boccioni riprende il divisionismo, perché il divisionismo con le pennellate frammentate
rende l’immagine dinamica, meno solida della realtà, minore compattezza, meno
marcata.
Nel dipinto vediamo la città che sale non in primo piano, in quanto qui vi è un gruppo di
lavoratori e cavalli enormi, i quali esprimono un forte senso di energia, sembrano cavalli
volanti, possenti e forti, sembrano trasportare i personaggi.
Sullo sfondo vi è un cantiere, un palazzo in costruzione, impalcature e operai che stanno
costruendo, sulla destra le ciminiere città industriale. E sulla sinistra in alto vi è un tram,
aspetti tipici della città moderna, industrie e mezzi di trasporto.
Ritroviamo, quindi, molti elementi citati nel manifesto del Futurismo
Il tema rappresentato non è solo iconografico e tematico ma anche stilistico. Le
pennellate di filamenti e tocchi richiamano la tecnica divisionista.
Stati d’animo
Stati d’animo è una serie di tre opere conservata a Milano nel Museo del 900, che
peraltro conserva una delle più grandi collezioni di opere futuriste.
Stati d’animo è collegato ad un luogo della modernità,ovvero la stazione.
Rappresenta gli stati d’animo di quelli che vanno e di quelli che restano e gli addii (3
dipinti). Quelli che vanno sono rappresentati con linee diagonali. Quelli che restano
sono raffigurati con linee dritte. Negli addii al centro dell'immagine c'è la
rappresentazione di figure che si salutano, linee figurate come turbamento dell'animo.
Tra fine Ottocento e inizio Novecento la rappresentazione esatta della realtà viene
sentita come una limitazione alla creatività artistica. Nascono nuovi modi di
rappresentare la realtà esterna ed interiore, cambiano i criteri di rappresentazione
dello spazio e delle cose nello spazio, si cerca di rendere sulla tela il mutare e lo
scorrere del tempo, il movimento il ritmo della vita moderna.
Anche i pittori futuristi italiani, che individuano nella velocità una caratteristica del
modo moderno, scompongono e ricostruiscono le immagini della realtà per renderne il
dinamismo, il movimento.
Nel manifesto del 1910 il manifesto dei pittori futuristi dichiara guerra al passato e
indica i nuovi temi dell'arte futurista nella "frenetica attività delle grandi capitali", nelle
"rete di velocità che avvolge la Terra". "Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido
(...), le cose in movimento si moltiplicano, si deformano susseguendosi, come
vibrazioni, nello spazio che percorrono".
Con questo dipinto Boccioni presenta appunto l'immagine della città moderna di cui
vuole cogliere l'intero dinamismo. Abbandona ogni verosimiglianza naturalistica,
presente ancora nelle prime prove, per privilegiare la sensazione di crescita e di sviluppo
ed esprimere in immagini intensamente vitalistiche l'energia che pervade la metropoli
industriale. Sono riconoscibili solo poche rapide sagome, come gli uomini disfatti dalla
fatica e soprattutto il grande cavallo in diagonale che traina il carro, reso attraverso
macchie violente di colori (la criniera fulva e il blu della sella). Il motivo del cavallo,
simbolo di vitalità e di forza, è ripreso in altre due immagini, mentre sullo sfondo
emergono impalcature, ciminiere, altri uomini al lavoro. La nota dominante è il
movimento, inteso come sintesi simultanea che travolge, in un unico turbine
ascensionale, uomini, cavalli e cose, tutti pervasi da uno stesso slancio creativo.
Visioni simultanee
In Visioni simultanee (1911) una donna si affaccia al balcone, ricevendo l'impatto della
vorticosa attività umana della piazza sottostante: il movimento delle persone e dello
sguardo deforma lo spazio, le verticali diventano oblique, gli oggetti si compenetrano, i
piani si intersecano, realizzando una composizione il cui obiettivo non sono le cose ,
ma la loro dinamica.
Le sofferenze della guerra portarono Giorgio De Chirico, Alberto Savinio e Carlo Carrà
a dar vita alla “pittura metafisica” nel 1918, a cui si unirà poi anche Giorgio Morandi.
In realtà, però, quel genere di pittura era stata un’autonoma invenzione del solo De
Chirico già dal 1909.
Infatti secondo quest’ultimo, la Metafisica, termine inerente alla filosofia aristotelica,
vuole alludere ad una realtà diversa, che va oltre quello che si vede - o che comunque si
percepisce attraverso i sensi - dove gli oggetti, usati fuori dal loro contesto solito,
sembrano rivelare un nuovo significato.
E tale situazione (che crea una diversa realtà e carica di informazioni inedite gli oggetti
comuni e ciò che è legato alla sfera quotidiana), può essere proposta attraverso la pittura
estraniando gli oggetti dal loro usuale contesto, oppure mostrando come inanimati
luoghi fatti per ospitare persone, quasi con un effetto provocatorio che genera un vasto
senso di turbamento.
Per quanto detto, allora potrebbe apparire che la metafisica coincida con l'inizio del
surrealismo, ma in realtà - come gli stessi surrealisti affermano - De Chirico anticipa
il discorso surrealista (è precursore) anche se temporalmente il movimento che si
raccoglieva attorno a Breton si colloca dopo quello nato con De Chirico. (prima
surrealismo, poi metafisica → tuttavia è precursore surrealista)
La mano di Dio → mette in luce il fatto che la mano dell'uomo, che però anche priva
di vita, di sangue, quasi crocifissa, si pone al di sopra della mano di Dio; la mano è
simbolo dell'uomo in quanto simboleggia il lavoro dell'uomo, ma questa
rappresentazione mette in luce il fatto che l'uomo sia consumato da questo periodo di
regime
Dalla seconda metà dell’Ottocento, Parigi fu la capitale indiscussa delle arti e la sede in
cui nacquero e maturarono molte delle esperienze e dei movimenti artistici più
innovativi d’Europa.
E così, si è soliti indicare gli artisti stranieri presenti nella capitale francese agli inizi del
Novecento con il termine “L’Ecole de Paris”, il che non indica però una condivisione di
particolari ideali artistici né movimenti artistici, bensì l’importanza dell’individualità
della ricerca e il cosmopolitismo dell’arte, ovvero l’esatto opposto di ciò che si intende
per “scuola”.
ARTISTI PRINCIPALI:
Marc Chagall → esprime con estrema eleganza i colori dei Fauves con un approccio
cubista e futurista, in quanto la sua volontà è quella di unire gli ideali artistici di
diverse avanguardie mirando ad un racconto del tutto interiorizzato sulla sua vita
personale, esprimendo così il suo amore per la moglie che vive con lui sempre al suo
fianco;
Modigliani → nel suo mal di vivere esprime la sua sensazione di svuotamento per una
società che non gli sa dare stimoli; infatti i suoi quadri sono molto sintetici e c'è un
forte richiamo alla metafisica di Morandi(che lavora sulla natura morta); lui,invece,
lavora sulle persone e sul nudo; c'è questa sensazione essenziale cubista nello
svuotamento dell'animo umano, anche se secondo una rappresentazione stabile
L’arte del dopoguerra risulta essere totalmente diversa rispetto a quella delle
Avanguardie storiche dei primi 30 anni del XX secolo. Infatti, ora gli Stati Uniti
diventano un punto di riferimento fondamentale per tutte le esperienze artistiche, in
quanto gli artisti si sentono traditi da un’Europa che, rispetto alla sua tradizione politica
e culturale, aveva finito per dar vita a guerre mondiali atroci e a regimi dittatoriali che,
con la loro propaganda sistematica, avevano soppresso ogni forma d’arte non conforme
a questa narrativa.
Dunque, la società statunitense diventa simbolo dei grandi valori della libertà e della
democrazia, elementi essenziali per la nascita di nuove esperienze artistiche già prima
della fine del secondo conflitto mondiale.
E così accade che gli artisti estendono le loro ricerche in tutte le direzioni, proponendo
anche risultati contraddittori fra di loro. Tuttavia, proprio la contraddittorietà
dell’espressione artistica è il riflesso della nuova società occidentale, basata
sull'esplorazione del consumismo e sulla mercificazione di tutti i valori.
Infatti se l’arte deve continuare ad essere il riflesso della società globalizzata che la
esprime, è necessario che utilizzi al meglio tutti i nuovi strumenti tecnologici, come:
- vernici sintetiche
- plastica
- fotografia
- colori fluorescenti
Sempre in questo contesto, l'industria già durante la guerra si era concentrata nella
produzione bellica e sulla sperimentazione di materiali per la stessa produzione, come
il nylon (utilizzato per fare le calze), che darà vita alla diffusione nella moda dei
materiali sintetici e del riciclo di materiali inutilizzati, che diventeranno
successivamente (fra anni 50’ e 60’) oggetto di massificazione.
L’arte contemporanea, non a caso, è sensibile alla nuove tendenze della moda, tanto che
finisce per assumere gli stessi ritmi di essa e quindi finisce per essere consumata da
quella stessa società - globalizzata e massificata - come qualsiasi altro fenomeno da
essa prodotto. → questo l’avevano capito i pop artisti
L'ARTE INFORMALE (tra dopoguerra fino anni 60 del ‘900)
La profonda crisi morale, politica e ideologica causata dagli orrori della Seconda
guerra mondiale trova una risposta consapevole nell'Arte Informale.
Si può affermare che l’Informale tragga spunto specialmente dalle idee artistiche delle
Avanguardie storiche, in particolare dal:
- Dadaismo
- Espressionismo
- Surrealismo
Si può affermare che gli artisti informali italiani rivolgono la loro attenzione verso un
“Informale materico”, dove i materiali impiegati non sono più un semplice mezzo di
cui servirsi per dar forma concreta alla proprie idee, bensì diventano i veri protagonisti
dell’opera d’arte, tanto che gli artisti informali danno vita alla materia con raffinatezza
(cuciture, resine) e sperimentato, perciò, l’uso di nuovi materiali fino ad allora esclusi
dall’utilizzo artistico (esempio: vernice).
E fra gli artisti principali dell’arte informale italiana ritroviamo:
- Alberto Burri → che predilige un rapporto di equilibrio quasi intimo con la
materia e le sue stratificazioni
- Lucio Fontana → che si concentra sul valore del gesto, in grado di dar vita ad
un concetto spaziale diverso che non tende più ad imporre allo spettatore un
tema figurativo, bensì lo mette nella condizione di crearselo da sé, attraverso
la sua fantasia e le emozioni che l’opera suscita in lui
In Burri è presente la ricerca moderna dei materiali, all'interno dei quali è insita la vita;
nell'accostare i vari materiali ritrova un senso di armonia ed espressione, che gli
permette di dare vera e propria vita ai materiali utilizzati nelle sue opere.
Infatti la materia, per Burri, permette di ricreare le sue sensazioni legate all’esperienza
traumatica della guerra, in quanto è proprio l’esperienza di prigionia in America a
portarlo sulla via dell’arte informale materica.
Dunque, Burri utilizza nelle sue opere materiali poveri di varia natura fra cui:
- sacchi
- plastiche bruciate
Sacco e rosso
Dunque, come afferma lo stesso Burri, le sue ricerche mirano a creare opere libere e
prive di riferimenti storici o sociali espliciti; ma allo stesso tempo, allungando,
cucendo o lacerando il sacco, l’artista di Città di Castello vuole narrarci la loro storia,
parallela a quella degli uomini che gli hanno usati. E proprio per il fatto che sono
sacchi usati e trascurati dall’uso dell’uomo, essi sono più carichi di storia e vita in
quanto testimoniano concretamente le vicende personali di coloro che ne hanno fatto
uso.
Dorazio
Poi Dorazio, invece, continua la ricerca di Balla sul colore inteso come luce in quanto
il colore colpisce più della forma ed assume aspetti diversi se accostato ad altri colori.
Dunque, Dorazio vuole creare una spazialità nuova attraverso il colore e la luce, che
diventa movimento ed energia (ripreso da Balla) che danno dinamicità all’opera.
Fontana
E così su superfici piane, come la carta o la tela, Fontana utilizza gesti provocatori
(buchi, strappi e tagli) alla ricerca di uno spazio che vada al di là della bidimensionalità
della tela, manipolando così lo spazio fisico della pittura nell’intento di creare un
“luogo di libertà emotiva allo spettatore”, che così con la sua fantasia o le emozioni che
riceve dall’opera può crearsi uno spazio da sé.
Infatti, con i tagli Fontana vuole invitare lo spettatore ad entrare ed andare oltre la tela,
perché questi tagli suggeriscono la presenza di verità sempre più profonde e nascoste.
Al termine della seconda guerra mondiale, gli Stati uniti estesero la loro influenza anche
in ambito artistico in quanto la società statunitense diventa simbolo dei grandi valori
della libertà e della democrazia, che i regimi totalitari in Europa avevano negato,
portando così New York ad avere un ruolo centrale nell’ambito artistico.
Infatti, il movimento artistico che prevalse negli USA fra gli anni 40’ e 60’ fu
l’Espressionismo astratto, che poi lascerà la scena alla stessa Pop Art a partire dagli anni
‘60.
Pollock
E così sotto questa chiave, Pollock (per esempio) si focalizza sull’importanza del gesto
di dipingere (punto che accomuna questo movimento all’Arte Informale), ossia
esprimere senza filtri il proprio vissuto sull’opera artistica (vedi Burri e Fontana).
Infatti nelle opere di Pollock è possibile notare come questo movimento artistico voglia
tirare fuori la parte più selvaggia dell’uomo americano, il suo spirito primordiale più
intimo legato alla tradizione tribale, che è in totale contrapposizione con l’uomo
moderno americano carico di bisogni e desideri omologati a causa della mentalità della
società capitalistica americana.
Poi utilizza continuamente colori duttili e non si rifà alla tradizione materica antica, in
quanto non esiste la necessità di preservare l'opera (usa barattolo di vernice su tela), ma
solo quella di esaltare il primordiale.
Quindi rispetto all’informale italiano, dove gli spazi sono limitati e tutto è più curato, e
armonioso (con i tagli, Fontana vuole cercare un'armonia tra la composizione e il
colore, lasciando nulla al caso), negli artisti espressionisti americani emerge più
l'aspetto istintivo.
Kline
Poi, un altro artista espressionista astratto è Kline, il quale si dedica a opere di grandi
dimensioni dove pennellate senza alcuna accortezza testimoniano la volontà di
celebrare il progresso.
Rothko
Poi abbiamo Rothko, che riprende le idee di Balla e degli impressionisti prima ancora,
dove la luce si genera dal rapporto dei colori, creando così dei colori che vengono posti
sotto un riflettore, quasi come se la natura prediligesse alcuni aspetti.
Per quanto riguarda la scultura, invece, nel corso del XX secolo si trasforma
radicalmente tanto da arrivare a cambiare la propria natura. Infatti la più radicale
novità della scultura del Novecento è l’espansione dell’opera nello spazio: così essa si
estende nell’ambiente circostante, modificando gli spazi e la percezione dello
spettatore dell’oggetto dell’opera.
Henry Moore
Fra gli artisti espressionisti americani, che lavorarono sulla scultura per far sì che lo
spettatore potesse immergersi appieno nel contesto spaziale dell’opera, ritroviamo
Moore.
Egli lavora sulla scultura, trattando la materia come se fosse scolpita da qualcosa di
naturale (vento, mare) e pertanto non vuole agire in maniera forzata sulla materia;
Calder
Le sue opere più famose sono “Four directions” e “La Grande vitesse”, nelle quali
(come Moore) lavora con gli spazi vuoti, che anch’essi parlano e diventano parte della
natura.
Inoltre, qui è anche presente una dinamica più sottile legata ad un gioco di equilibri dei
cosiddetti “mobiles” (strutture quasi sempre sospese suscettibili di movimento, e che
pertanto colpiscono l’osservatore)
POP ART
Si può affermare che sia l’Informale che l’Espressionismo astratto finirono per essere
associati a ristretti ambienti culturali di nicchia, in quanto l’arte dell’immediato
dopoguerra fu accolta con diffidenza dalla società americana.
Infatti, non solo per la difficoltà di comprendere la finalità dell’opera ma anche perché
queste opere esprimevano un disagio esistenziale profondo, che era nettamente in
contrasto con l’ottimismo e la spensieratezza che la società capitalistica americana dei
consumi imponeva al fine di garantirsi grandi profitti economici.
E così, la Pop Art - dopo aver avuto origine in Inghilterra durante gli anni ‘50 da
Hamilton a partire dalla volontà di esplorare il legame fra l’arte alta (ossia le
Avanguardie) e l’arte bassa (quella appartenente alla cultura di massa, come i fumetti, i
cartelli pubblicitari e il design commerciale) - si impone con successo a partire dagli
anni ‘60 in America.
E proprio perché la massa non ha un volto, l’arte che la esprime deve essere il più
possibile anonima poiché solo così potrà essere compresa da tutti.
Si può affermare che l’artista più rappresentativo della Pop Art, sebbene non l’abbia
fondata, è Andy Warhol.
Warhol, infatti, seleziona con cura alcuni oggetti che erano già impressi nella mente
della società di massa a causa delle campagne pubblicitarie o della televisione - come
Coca-Cola, la zuppa Campbell o l’attrice Marilyn Monroe - per convertire l’opera
artistica in un prodotto meccanico ripetibile più e più volte con lo stesso significato
degli spot televisivi con i quali si viene ogni giorno martellati.
Poi nello stesso periodo (anni 60’), nacque la sua “Factory”, ovvero un vero e proprio
laboratorio di sperimentazione artistica dove si riunivano vari giovani collaboratori,
rendendo così le sue opere prodotti di un’industria come ciò che rappresentava.
ROY LICHTENSTEIN
Un altro celebre artista che viene riconosciuto come uno degli esponenti principali della
Pop Art è Roy Lichtenstein: le sue opere si ispiravano principalmente alle pubblicità e
ai fumetti.
OLDENBURG
In conclusione, tra gli altri artisti pop statunitensi ritroviamo anche Oldenburg, che con
le sue sculture innaturalmente ingigantite, collocate in luoghi inusuali per la funzione
che svolgono, vuole impressionare la percezione che lo spettatore ha dell’ambiente
urbano circostante.
Infatti, così Oldenburg nega la grandezza dei grattacieli oppure stravolge ogni certezza
legata a quell’oggetto, come nel caso del wc molle (che seppur di grandezza naturale
assume una forma assurda che crea inquietudine o ironia nello spettatore)
IL LEGAME TRA KLEIN E MANZONI (Manzoni anticipa l'arte concettuale attraverso
la sua firma, dietro la quale è presente il concetto)
Piero Manzoni diventa appassionato delle arti, a cui si avvicina prendendo lezioni di
pittura nella vivace scena artistica milanese della post-avanguardia, abbracciando un'arte
intellettuale già iniziata da Yves Klein.
Il blu diventa la sua firma, in quanto sposta l'attenzione del colore come affermazione di
sé; lui sintetizza tutto e dice che non occorre la pennellata come in Pollock, ma basta
utilizzare un colore per trasferire la propria identità nell'opera.
Manzoni, invece, al posto di utilizzare il colore blu decide di utilizzare la sua vera e
propria firma, dove è insita la volontà dell'artista del farsi riconoscere e inserirsi in un
ambito sociale, dove socialmente anche nella moda e nel design si stava procedendo
verso questa definizione; non era più importante la qualità del prodotto, ma il nome
→quindi egli anticipa la problematica che stava avanzando
Quindi Manzoni trasforma le sue opere artistiche ancora in maniera meno sensoriale
(che caratterizzava gli artisti americani, rispetto alla concettualità degli artisti italiani)
Infatti, egli con il discorso delle firme dà vita alla sua opera, il che avviene in
contemporanea al discorso della Pop art.
DISCORSO EDUCAZIONE CIVICA E COLLEGAMENTI CON L'ARTE (rapporto
fra l'artista e il lavoro) parte 1
Essa riesce a portare dei modelli, a dare dei valori →per questo argomento sono
molto significativi le opere di Pellizza di Volpedo → l'opera “Il quarto stato”
(ANALISI E DISCORSO)
Il lavoro, infatti, diventa sempre più alienante a causa delle fabbriche, che trattano
l'uomo come se fosse un piccola rotellina all'interno di un gigantesco ingranaggio,
facendo così perdere il vero significato del lavoro, che è finalizzato alla creazione di
qualcosa e che prevede tutti i processi (oltre che ad essere la forma per affermare la
propria libertà → vedi Hegel
Tuttavia, ciò accade anche con la PROCESS ART, dove il processo della fabbrica
diventa arte; quindi, ciò è ricollegabile all'idea che gli scarti industriali possano
mettere a nudo l'idea del processo →questi scarti richiamano con la loro forma
qualcosa di naturale (esempio la cascata)
Quindi, questo tipo di arte lavora mettendo insieme pezzi prodotti dal processo
industriale, ironizzando sul processo; mettendo in luce, così, ciò che va oltre
l'oggetto in sé → quindi l'intento non è mettere davanti un'estetica tangibile a livello
sensoriale, ma va a smuovere delle dimensioni differenti dove il concetto assume un
ruolo sempre più importante
Pertanto, in questo il lavoro rientra nel fatto di come il processo possa cambiare
l'identità dell'arte.
Beuys, invece, considera questo processo come alchemico, mettendo in luce la presenza
dell'uomo non tangibile fisicamente ma idealmente (è come se fossero vivi i suoi sospiri
e la sua presenza)
In questo periodo, oltre a un nuovo modo di vedere il lavoro, si crea la massa, ossia un
gruppo di gente senza volto (all'inizio molti si rifanno alla perdita dell'individualità
dell'uomo). Quindi, ci sono diversi tentativi di portare la bellezza nelle case: il cubismo
esalterà l'individualità dell'artista.
In tutto ciò, Hitler sale al potere approfittando del suo potere sulla massa, che corre
dietro a le illusioni; e nella massa chi emerge riesce ad elevarsi, mentre chi la segue
va nel baratro perché tutto è cavalcato da un'idea di macchina → aveva creato la
macchina sociale che lo portò al successo e la sua ascesa al potere prende spunto
quella della macchina → macchina è modello su cui costruire una politica
Per esempio, contro gli espressionisti ci fu una censura e ci fu una grossa mostra
sull'arte degenerata, dove vengono posti questi artisti (male) per paragonarli alla grande
mostra dell'arte nazionale tedesca, in cui erano esaltate le opere classiche
“Tentativo dell'uomo di essere ovunque” → una volta l'ubiquità era un ideale riservato
agli dei dove Dio rappresentava qualcosa che l'uomo non può eguagliare e quindi
c’era il tentativo dell'uomo di raggiungere l'onnipotenza
Fare una società in cui si creassero desideri comuni e condivisi, così da poter
produrre in larga scala gli oggetti dei desideri -> grande macchina sociale del
capitalismo (capitalismo = nuova macchina del lavoro)
Negli anni 60 ci sono i figli della generazione che hanno vissuto questo -> figli di
gente arricchita attraverso questo tipo di benessere a portata di mano che nella noia e
insoddisfazione trovano motivo di ribellione:
- contestazione giovanile e ricerca del lato selvaggio e naturale
- c'è dal 68 in America e dal 70 in Italia
- questi gruppi iniziano ad essere sciolti dal governo inserendo droghe o
dando ideologie di protesta forte che li porta nei combattimenti delle brigate
rosse
- questo è il periodo della corsa allo spazio → ci sono molti film sullo
spazio e moda che punta su forme che richiamano questo tema
Poi, c'è una forte tendenza alla democratizzazione → c'è chi è a favore
dell'americanizzazione e chi è contro → ci si dedica a un'architettura sociale
Utilizza elementi spesso che rimandano alla natura → igloo (pag.340), per esempio,
cerca di richiamare un messaggio di antropologia dell'uomo nella sua essenza.
Per lo stesso motivo, i materiali colpiscono quando sono posti in contrasto/dicotomia
(neon luminoso e impalpabile con sassi più scuri).
Quindi, ciò serve a dimostrare il potere dei materiali (non c'è un significato concettuale),
ma l'igloo porta al pensiero dell'abitazione e della condivisione dell'ambiente.
Una delle opere più famose è la “Venere degli stracci” di Michelangelo Pistoletto, che si
può collocare in un contesto ambientale. Infatti nell'opera (pag.341):
INDUSTRIAL DESIGN
Unisce la forma all'essenzialità nei prodotti che produce, e quindi ci sono forti richiami
sia all'Astrattismo che al Futurismo, ma anche all'Arts and Crafts. Tuttavia, anche se
come l'Arts and Crafts si vuole portare la bellezza nelle case delle persone, l'Industrial
Design finisce per portare un altro tipo di bellezza che non ha più la mano dell'artista
ma è anonimo e meccanizzato.
Pertanto, contando sull’idea di progettare un prototipo, il fine dell'industrial design è
quello di produrre in grande quantità a prezzi contenuti ma dotati di qualità formali e
funzionali.
In questo, nasce anche il “Made in Italy”.