h
h
(ak:a)nome maschile-femminile invariabile
ha valore esclusivamente ortografico, non fonetico; nei digrammi "ch" e "gh" segnala la pronuncia gutturale di "c" e "g" ottava lettera dell'alfabeto
nella compitazione, spec. telefonica, delle parole
nella compitazione, spec. telefonica, delle parole
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H
Non. Ha, appo i Toscani, suono veruno particolare, ma se ne servono, per difetto di caratteri, ponendola dopo 'l C, e G, quando, accoppiati, con l' E, ed I, voglion pronunziarle, con lo stesso suono, ch' elle si pronunzierebbono aggiunte all' A, O, U, come CHETO, CHINO, GHERONE, e GHIRO. Ha servito questo carattere, per tor via qualche equivoco, come, per distinguere HANNO verbo da ANNO nome, ed HA, HAI, ed HO verbi, da AI, articolo, affisso al segno del terzo caso, ed A preposizione. Potrebbesi acconciamente porre avanti al dittongo UO in principio di parola, per mostrare, che quello U sia vocale, e non consonante, mentrechè di questi due U non abbiam distinti caratteri, come nelle voci HUOMO HUOPO, HUOVA, acciò non si pronunzi con l' u consonante, UOMO, UOPO. Potrebbe aver qualche luogo, per segno d' aspirazione, come. deh dimmi: quasi pregando, a differenza di, de spediscila, quasi bravando, ma perchè i Toscani aspirano tutti i monosillabi, poco ci fa utile in cotal caso.
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