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Denis Lambin: differenze tra le versioni

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{{Bio
[[Immagine:Lambinus.JPG|thumb|Denis Lambin.]]
|Nome = Denis
'''Denis Lambin''' ([[Montreuil-sur-Mer]], [[Piccardia]], [[1516]] – [[Parigi]], [[1572]]) fu un [[filologo]] classico [[Francia|francese]]
|Cognome = Lambin
|Sesso = M
|LuogoNascita = Montreuil-sur-Mer
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = [[1516]]/[[1520]]
|LuogoMorte = Parigi
|GiornoMeseMorte = 29 settembre
|AnnoMorte = 1572
|Epoca = 1500
|Attività = filologo
|Nazionalità = francese
|Immagine = Lambinus - Imagines philologorum.jpg
}}


== Biografia ==
== Biografia ==
Studiò dapprima nel collegio di [[Amiens]], poi venne a Parigi dove studiò nel Collegio ''Jean Lemoine'' e poi nel Collegio ''Nicolas Coqueret'', dove ebbe compagno di corsi [[Pierre de Ronsard|Ronsard]]. Insegnò lettere nel collegio di Amiens che lo aveva visto studente ma, intorno al [[1545]] andò a studiare [[diritto]] a [[Tolosa]] finché, nel [[1550]], entrato al servizio del cardinale [[François de Tournon|de Tournon]], lo accompagnò in due lunghi viaggi in [[Italia]], soggiornando a [[Roma]], a [[Lucca]] e a [[Venezia]], e conoscendo letterati come il cremonese [[Gabriele Faerno]], [[Marc-Antoine Muret]] e [[Guglielmo Sirleto]]. Durante il soggiorno veneziano, nel [[1558]], tradusse dal [[greco]] in [[lingua latina|latino]] l'[[Etica Nicomachea]] di [[Aristotele]].
Studiò dapprima nel collegio di [[Amiens]], poi venne a Parigi dove studiò nel Collegio ''Jean Lemoine'' e poi nel Collegio ''Nicolas Coqueret'', dove ebbe compagno di corsi [[Pierre de Ronsard|Ronsard]]. Insegnò lettere nel collegio di Amiens che lo aveva visto studente ma, intorno al [[1545]] andò a studiare [[diritto]] a [[Tolosa]] finché, nel [[1550]], entrato al servizio del cardinale [[François de Tournon|de Tournon]], lo accompagnò in due lunghi viaggi in [[Italia]], soggiornando a [[Roma]], a [[Lucca]] e a [[Venezia]], e conoscendo letterati come il cremonese [[Gabriele Faerno]], [[Marc-Antoine Muret]] e [[Guglielmo Sirleto]]. Durante il soggiorno veneziano, nel [[1558]], tradusse dal [[Lingua greca|greco]] in [[lingua latina|latino]] l'[[Etica Nicomachea]] di [[Aristotele]].


Nal [[1559]] ebbe una lunga polemica col Muret, che egli accusò di aver utilizzato nell'edizione delle ''Variarum lectionum libri octo'' pubblicate a Venezia, sue note e commenti delle opere di [[Orazio]] che egli stava preparando. Fu infatti dopo il ritorno in [[Francia]] nel [[1561]], che Lambin pubblicò a [[Lione]] la sua, per l'epoca fondamentale, edizione commentata delle satire e delle epistole di Orazio, <ref>Q. Horatius Flaccus, ex fide atque auctoritate decem librorum manuscriptorum, opera D. Lambini ... emendatus ab eodemque commentariis copiosissimis illustratus, nunc primum in lucem editus, Lyon, De Tournes, 1561</ref> che tre anni dopo fu pubblicata anche a Venezia.
Nel [[1559]] ebbe una lunga polemica col Muret, che egli accusò di aver utilizzato nell'edizione delle ''Variarum lectionum libri octo'' pubblicate a Venezia, sue note e commenti delle opere di [[Orazio]] che egli stava preparando. Fu infatti dopo il ritorno in [[Francia]] nel [[1561]], che Lambin pubblicò a [[Lione]] la sua, per l'epoca fondamentale, edizione commentata delle satire e delle epistole di Orazio<ref>Q. Horatius Flaccus, ex fide atque auctoritate decem librorum manuscriptorum, opera D. Lambini ... emendatus ab eodemque commentariis copiosissimis illustratus, nunc primum in lucem editus, Lyon, De Tournes, 1561</ref>, che tre anni dopo fu pubblicata anche a Venezia.


Su raccomandazione del de Tournon, Lambin fu nominato professore di [[eloquenza]], ossia di lingua e [[letteratura latina]], al Collegio reale e, l'anno seguente, nel [[1562]], ottenne la cattedra di [[lingua greca]].
Su raccomandazione del de Tournon, Lambin fu nominato professore di [[eloquenza]], ossia di lingua e [[letteratura latina]], al Collegio reale e, l'anno seguente, nel [[1562]], ottenne la cattedra di [[lingua greca]].


Seguirono le pubblicazioni, nel [[1564]], del ''De rerum natura'' di [[Lucrezio]]: <ref>Titi Lucretii Cari de Rerum Natura libri sex ... Parisiis 1564</ref> la pubblicazione, nel [[1566]], ad [[Anversa]], dell'opera di Lucrezio commentata da [[Obert de Giffen]] che, pur plagiando gran parte delle note di Lambin, non esitò a criticare quanto degli altri suoi commenti non condivideva, provocò la sua violenta reazione. Nel 1566 pubblicò le ''Emendationes in Ciceronis Opera'', nel [[1567]] la traduzione in latino della ''Politica'' di Aristotele, nel [[1568]] dell' ''Oratio de recta pronunciatione linguae grecae'', nel [[1569]] dei ''Commentarii in Cornelium Nepotem'', nei quali restituì a [[Cornelio Nepote]] le ''Vite degli uomini illustri'' fino ad allora attribuite a [[Marco Valerio Probo|Probo]] e, nel [[1570]] anno in cui fu nominato ''traduttore reale'' - i ''Discorsi'' di [[Demostene]].
Seguirono le pubblicazioni, nel [[1564]], del ''[[De rerum natura]]'' di [[Lucrezio]]:<ref>Titi Lucretii Cari de Rerum Natura libri sex ... Parisiis 1564</ref> la pubblicazione, nel [[1566]], ad [[Anversa]], dell'opera di Lucrezio commentata da [[Hubert van Giffen|Obert de Giffen]] che, pur plagiando gran parte delle note di Lambin, non esitò a criticare quanto degli altri suoi commenti non condivideva, provocò la sua violenta reazione. Nel 1566 pubblicò le ''Emendationes in Ciceronis Opera'', nel [[1567]] la traduzione in latino della ''Politica'' di [[Aristotele]], nel [[1568]] dell'''Oratio de recta pronunciatione linguae grecae'', nel [[1569]] dei ''Commentarii in Cornelium Nepotem'', nei quali restituì a [[Cornelio Nepote]] le ''Vite degli uomini illustri'' fino ad allora attribuite a [[Marco Valerio Probo|Probo]] e, nel [[1570]] anno in cui fu nominato ''traduttore reale'' i ''Discorsi'' di [[Demostene]].


Morì nel settembre del [[1572]], si dice in conseguenza dell'angoscia provocatagli dalle stragi della «[[Notte di San Bartolomeo]]», in cui rimase ucciso, tra i tanti, anche [[Pietro Ramo]], da lui tanto ammirato.
Morì il 29 settembre [[1572]], si dice in conseguenza dell'angoscia provocatagli dalle stragi della «[[Notte di San Bartolomeo]]», in cui rimase ucciso, tra i tanti, anche [[Pietro Ramo]], da lui tanto ammirato.

== Note ==
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== Bibliografia ==
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*J. O' Brien, ''Translation, Philology and Polemic in Denis Lambin's Nicomachean Ethics of 1558'', «Renaissance Studies», III, 1989
*J. O' Brien, ''Translation, Philology and Polemic in Denis Lambin's Nicomachean Ethics of 1558'', «Renaissance Studies», III, 1989


== Note ==
==Altri progetti==
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==Collegamenti esterni==
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Denis Lambin

Denis Lambin (Montreuil-sur-Mer, 1516/1520Parigi, 29 settembre 1572) è stato un filologo francese.

Studiò dapprima nel collegio di Amiens, poi venne a Parigi dove studiò nel Collegio Jean Lemoine e poi nel Collegio Nicolas Coqueret, dove ebbe compagno di corsi Ronsard. Insegnò lettere nel collegio di Amiens che lo aveva visto studente ma, intorno al 1545 andò a studiare diritto a Tolosa finché, nel 1550, entrato al servizio del cardinale de Tournon, lo accompagnò in due lunghi viaggi in Italia, soggiornando a Roma, a Lucca e a Venezia, e conoscendo letterati come il cremonese Gabriele Faerno, Marc-Antoine Muret e Guglielmo Sirleto. Durante il soggiorno veneziano, nel 1558, tradusse dal greco in latino l'Etica Nicomachea di Aristotele.

Nel 1559 ebbe una lunga polemica col Muret, che egli accusò di aver utilizzato nell'edizione delle Variarum lectionum libri octo pubblicate a Venezia, sue note e commenti delle opere di Orazio che egli stava preparando. Fu infatti dopo il ritorno in Francia nel 1561, che Lambin pubblicò a Lione la sua, per l'epoca fondamentale, edizione commentata delle satire e delle epistole di Orazio[1], che tre anni dopo fu pubblicata anche a Venezia.

Su raccomandazione del de Tournon, Lambin fu nominato professore di eloquenza, ossia di lingua e letteratura latina, al Collegio reale e, l'anno seguente, nel 1562, ottenne la cattedra di lingua greca.

Seguirono le pubblicazioni, nel 1564, del De rerum natura di Lucrezio:[2] la pubblicazione, nel 1566, ad Anversa, dell'opera di Lucrezio commentata da Obert de Giffen che, pur plagiando gran parte delle note di Lambin, non esitò a criticare quanto degli altri suoi commenti non condivideva, provocò la sua violenta reazione. Nel 1566 pubblicò le Emendationes in Ciceronis Opera, nel 1567 la traduzione in latino della Politica di Aristotele, nel 1568 dell'Oratio de recta pronunciatione linguae grecae, nel 1569 dei Commentarii in Cornelium Nepotem, nei quali restituì a Cornelio Nepote le Vite degli uomini illustri fino ad allora attribuite a Probo e, nel 1570 anno in cui fu nominato traduttore reale i Discorsi di Demostene.

Morì il 29 settembre 1572, si dice in conseguenza dell'angoscia provocatagli dalle stragi della «Notte di San Bartolomeo», in cui rimase ucciso, tra i tanti, anche Pietro Ramo, da lui tanto ammirato.

  1. ^ Q. Horatius Flaccus, ex fide atque auctoritate decem librorum manuscriptorum, opera D. Lambini ... emendatus ab eodemque commentariis copiosissimis illustratus, nunc primum in lucem editus, Lyon, De Tournes, 1561
  2. ^ Titi Lucretii Cari de Rerum Natura libri sex ... Parisiis 1564
  • H. Potez - F. Préchac, Lettres galantes de Denys Lambin, 1552-1554, Paris 1941
  • S. C. Linton, Denis Lambin: Humanist, Courtier, Philologist, and Lecteur royal, «Studies in the Renaissance», IX, 1962
  • J. O' Brien, Translation, Philology and Polemic in Denis Lambin's Nicomachean Ethics of 1558, «Renaissance Studies», III, 1989

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