TT296
TT296 Tomba di Nefersekheru | |
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Planimetria schematica della tomba TT296[N 1] | |
Civiltà | Antico Egitto |
Utilizzo | tomba |
Epoca | Periodo ramesside |
Localizzazione | |
Stato | Egitto |
Località | Luxor |
Scavi | |
Data scoperta | 1915 / 1976 |
Archeologo | (1915) Robert Monde; (1976) El Sayed A. Hegazy |
Amministrazione | |
Patrimonio | Necropoli di Tebe |
Ente | Ministero delle Antichità |
Visitabile | no |
Mappa di localizzazione | |
TT296 (Theban Tomb 296) è la sigla che identifica una delle Tombe dei Nobili[N 2][1] ubicate nell'area della cosiddetta Necropoli Tebana, sulla sponda occidentale[N 3] del Nilo dinanzi alla città di Luxor[N 4][2], in Egitto. Destinata a sepolture di nobili e funzionari connessi alle case regnanti, specie del Nuovo Regno, l'area venne sfruttata, come necropoli, fin dall'Antico Regno e, successivamente, sino al periodo Saitico (con la XXVI dinastia) e Tolemaico.
Titolare
TT296 era la tomba di:
Titolare | Titolo | Necropoli[N 5] | Dinastia/Periodo | Note[N 6] |
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Nefersekheru[3] | Scriba delle divine offerte di tutti gli Dei, Funzionario del tesoro di... nella Città del Sud | El-Khokha | Periodo ramesside |
Biografia
Nefersekheru ricopriva quattro incarichi principali probabilmente strettamente interconnessi tra loro: "Vice amministratore del tesoro", "Scriba reale del tesoro del Signore delle Due Terre", "Scriba delle divine offerte di tutti gli Dei"[N 7], "Direttore degli schiavi"[N 8]. Si ritiene, ma non esiste sicurezza, che Nefersekheru possa essere subentrato negli incarichi a Neferrenpet (TT178). Gli sono note tre mogli[N 9][4]: Kah, che viene tuttavia menzionata solo in una scena parietale all'ingresso della tomba, Nefertiri e Nedjemmaat-Mut (o Maetmut), i cui nomi sono riportati nella sala principale[N 10]. Le tre mogli, nonché la figlia maggiore, Hener, erano Cantatrici di Amon. La rappresentazione della moglie Kah, all'ingresso della TT296 sembra evidenziare una qual sorta di preminenza sulle altre due, ma non è possibile risalire al fatto se si sia trattata della prima o dell'ultima moglie. Nel caso delle altre due, Nefertiri appare solo nella parte sud della camera principale, mentre Nedjemmaat-Mut solo nella parte nord; la sostituzione del nome di Nefertiri con quello di Nedjemmaat-Mut in un fregio lascia intendere che la prima possa essere morta prima dell'ultimazione della tomba. In una delle scene parietali Nefertiri appare seduta con accanto tre figli del defunto. Quanto a questi, il nome della figlia maggiore, Hener (trascritta anche come Heli), compare tre volte nelle scene parietali mentre due distinte indicazioni riportano "suo figlio, lo scriba militare del Signore delle Due Terre, Amenemipet" e "suo figlio, il prete wab[N 11]", ma non ne viene indicato il nome[5].
La tomba
Si accede alla TT296 da un cortile originariamente realizzato per la tomba, non ultimata, TT365 di Nefermenu (risalente a Thutmosi III); dallo stesso cortile si accede inoltre alla tomba TT178, di Neferronpet. Benché entrambe le tombe, TT296 e TT178, siano coeve e realizzate dalle stesse maestranze, si ritiene, per precise rappresentazioni stilistiche, che la seconda sia antecedente alla prima anche perché in questa, e da qui l'ipotesi che il titolare di TT296 abbia seguito nell'incarico Neferronpet, viene rappresentato un prete wab di nome Nefersekheru. Data la vicinanza con la TT295, cui si accede attraverso un cunicolo aperto nell'angolo nord-ovest della sala trasversale, TT296 si sviluppa su due piani: il piano superiore (vedi planimetria e sezione dello sviluppo sotterraneo) è costituito da due locali, una camera trasversale rispetto all'ingresso (camera "A") e una camera di forma irregolare (camera "B") a sud del locale precedente. Un pozzo verticale quasi al centro della camera "A", situato dinanzi a una rappresentazione di Osiride a mezzotondo, immette in una camera di forma irregolare ("I")[N 12]; dalla camera "B", un corridoio discendente[N 13] consente l'accesso ad un appartamento sotterraneo più ampio costituito da sei locali (contrassegnati in planimetria dai numeri romani da "II" a "VII")[5].
Di tutto il complesso funerario, solo l'ingresso e la prima camera ("A") presentano decorazioni applicate su intonaco bianco. Nell'ingresso (1 azzurro in planimetria) Nefersekheru e la moglie Kah guadano verso l'esterno della tomba in un gesto quasi di saluto; il dipinto è molto danneggiato, specie nella parte inferiore del corpo di Kah. Sui due lati dell'ingresso la coppia è circondata, a sinistra, dal testo di un inno ad Amon-Ra Horakhti, a destra da un inno di adorazione a Osiride. Per quanto attiene alle decorazioni della camera "A", su due registri (2) brani tratti dal Libro delle Porte e cinque scene del defunto con la moglie Nefertiri tra cui una della coppia intenta a un gioco da tavolo[N 14]. Sull'architrave del corridoio che immette alla camera "B" (3) doppia scena del defunto e della moglie in adorazione di Osiride e della dea dell'Occidente Hathor, di Anubi e Iside. Sui lati del corridoio, molto danneggiati, resti di testi e immagine del defunto seduto. Su altra parete (4), in due registri sovrapposti, il defunto, Nefertiri e un uomo (non identificabile) adorano Osiride e Iside; il defunto in adorazione di Osiride seduto tra Iside e Harsiesi rappresentati in maniera mummiforme; in tre scene il defunto con Nefertiri e con alcune figlie, prete che offre incensi e accende lampade e un prete con un'arpista che controlla le offerte. Sulla parete opposta (5), in due registri, brani del Libro delle Porte, il defunto e la moglie che assistono alla Confessione negativa; il defunto presentato da Thot ai simboli di Osiride e Maat; in due file scene della processione funebre, con mucche e vitelli e preti che precedono la mummia verso la piramide tombale e rappresentazione di Hathor, come vacca sacra, della montagna tebana. Su lato corto a nord (6), in una nicchia di colore di fondo giallo ocra, danneggiate, statue del defunto seduto tra le mogli Nefertiri (a sinistra guardando) e, forse, Nedjmaat-Mut a destra in altorilievo che con il braccio più vicino, cingono la vita del defunto. Su altra parete (7) su due registri, la dea Nut tiene tra le braccia il disco solare adorato da babbuini, divinità femminili e alcuni ba, nonché da altri dei e da Anime di Pe e Nekhen inginocchiate; il defunto e una delle mogli adorano Osiride, Iside e Nephtys. Sulla stessa parete, al di sopra del pozzo verticale che adduce alla camera "I", una nicchia contenente la statua di Osiride con il defunto e testi sacri rappresentati sulle pareti della nicchia stessa che è strutturata come se si trattasse di una porta. La statua in altorilievo, mummiforme, realizzata scavando nella roccia, è oggi mancante della parte alta, purtuttavia, per alcune caratteristiche decorative della parte superstite, è stata identificata per una rappresentazione di Osiride. Ai piedi della statua si apre il pozzo verticale che adduce al locale "I"[5][6]
Note
- Annotazioni
- ^ La numerazione dei locali e delle pareti segue quella di Porter e Moss 1927, p. 334. La planimetria della TT296 è riportata in colore azzurro
- ^ La prima numerazione delle tombe, dalla numero 1 alla 252, risale al 1913 con l'edizione del "Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes" di Alan Gardiner e Arthur Weigall. Le tombe erano numerate in ordine di scoperta e non geografico; ugualmente in ordine cronologico di scoperta sono le tombe dalla 253 in poi.
- ^ I campi della Duat, ovvero l'aldilà egizio, si trovavano, secondo le credenze, proprio sulla riva occidentale del grande fiume.
- ^ Nella sua epoca di utilizzo, l'area era nota come "Quella di fronte al suo Signore" (con riferimento alla riva orientale, dove si trovavano le strutture dei Palazzi di residenza dei re e i templi dei principali dei) o, più semplicemente, "Occidente di Tebe".
- ^ le Tombe dei Nobili, benché raggruppate in un'unica area, sono di fatto distribuite su più necropoli distinte.
- ^ Le note, sovente di inquadramento topografico della tomba, sono tratte, fino alla TT252, dal "Topographical Catalogue" di Gardiner e Weigall, ed. 1913 e fanno perciò riferimento alla situazione dell'epoca.
- ^ Incarico attestato a Tebe e, segnatamente, per il Tempio di Amon, indicava verosimilmente il responsabile degli spostamenti degli oggetti religiosi del tesoro.
- ^ Titolo riscontrato solo due volte nelle tombe tebane indicava, verosimilmente, il responsabile degli schiavi al servizio del tempio di Amon a Karnak.
- ^ Porter e Moss, 1964, gliene accreditano solo una: Maetmut.
- ^ Tutte e tre le mogli vengono indicate come "sua sorella, signora della casa, cantatrice di Amon", ma solo per Nefertiri e Nedjemmaat-Mut viene aggiunta la precisazione "da lui amata".
- ^ I preti "wab", ma anche "uab", o "uebu", appartenevano al basso clero ed erano incaricati della manutenzione degli strumenti del culto e degli oggetti comunque ad esso connessi. A loro competeva il lavacro e l'abbigliamento giornaliero della statua del dio presso cui operavano e a loro competeva il trasporto della statua del dio (generalmente su una barca sacra) durante le cerimonie. Erano gerarchicamente sottoposti ad un "grande prete wab" cui competevano le operazioni giornaliere di culto della divinità.
- ^ Il pozzo è profondo circa 5 m e misura 1 m x 1 m circa; la camera sotterranea "I" varia da 1,80 a 2,15 m sull'asse est-ovest e da 2,25 a 2,65 sull'asse sud-nord.
- ^ Largo poco più di 1 m, ha altezza variabile tra 1,25 e 1,65 m; prosegue per circa 7 m verso est, quindi cambia direzione puntando verso nord per altri 7,5 m, "II" in planimetria, allargandosi fino a 2 m e costituendo così il locale contrassegnato con il "III". Qui, verso est, un muro di mattoni di fango chiude per metà il passaggio che immette nel locale "IV", lungo circa 2,5 x 1,5 di altezza e altrettanto di larghezza, che adduce ad un piccolo locale, "V", lungo 1,8 m e alto altrettanto. Dal locale "III", proseguendo verso nord, un muro di mattoni di fango, come il precedente in "IV", chiude per metà il passaggio al locale, verso ovest, "VI" di circa 3,5 m di lunghezza; al termine il corridoio piega verso nord costituendo il locale "VII", che si trova, di fatto, sotto l'ingresso della tomba 2,5 m più in alto, lungo poco più di 2 m e alto altrettanto.
- ^ Dalla forma delle pedine e della tavola da gioco, è stato escluso che il gioco praticato fosse il senet che è invece rappresentato nella vicina TT178 di Neferronpet.
- Fonti
- ^ Gardiner e Weigall 1913.
- ^ Donadoni 1999, p. 115.
- ^ Porter e Moss 1927, p. 377.
- ^ Porter e Moss 1927, p. 377.
- ^ a b c (EN) La tomba TT296 di Nefersekheru:, su osirisnet.net. URL consultato il 04.10.2018.
- ^ Porter e Moss 1927, pp. 377-379.
Bibliografia
- Sergio Donadoni, Tebe, Milano, Electa, 1999, ISBN 88-435-6209-6.
- Mario Tosi, Dizionario enciclopedico delle divinità dell'antico Egitto - 2 voll.-, Torino, Ananke, 2005, ISBN 88-7325-115-3.
- (EN) El Sayed Aly Hegazi e Mario Tosi, A Theban private tomb, Tomb N°295 (fotografie di Dieter Johannes), Magonza, Verlag Philipp Von Zabern, 1983, ISBN 3805305516.
- (DE) Erika Feucht, Das Grab des Nefersecheru (TT 296), Magonza, Verlag Philipp Von Zabern, 1985, ISBN 3805308256.
- (EN) Alexander Henry Rhind, Thebes, its Tombs and their tenants, Londra, Longman, Green, Longman & Roberts, 1862.
- (EN) Nicholas Reeves e Araldo De Luca, Valley of the Kings, Friedman/Fairfax, 2001, ISBN 978-1-58663-295-3.
- (EN) Nicholas Reeves e Richard Wilkinson, The complete Valley of the Kings, New York, Thames & Hudson, 2000, ISBN 0-500-05080-5.
- (EN) Alan Gardiner e Arthur E.P. Weigall, Topographical Catalogue of the Private Tombs of Thebes, Londra, Bernard Quaritch, 1913.
- (EN) Donald Redford, The Oxford Encyclopedia of Ancient Egypt, Oxford, Oxford University Press, 2001, ISBN 978-0-19-513823-8.
- (EN) John Gardner Wilkinson, Manners and Customs of the Ancient Egyptians, Londra, John Murray, 1837.
- (EN) Bertha Porter e Rosalind L.B. Moss, Topographical Bibliography of Ancient Egyptian hierogliphic texts, reliefs, and paintings. Vol. 1, Oxford, Oxford at the Clarendon Press, 1927.
- (EN) David O'Connor e Eric H. Cline, Thutmose III: A New Biography, Ann Arbor (Michigan), University of Michigan Press, 2006, ISBN 978-0472114672.
- (EN) William J. Murnane, Texts from the Amarna Period in Egypt, New York, Society of Biblical Literature, 1995, ISBN 1-55540-966-0.
- (EN) Lyla Pinch Brock, The Tomb of Userhat in The Tombs and the Funerary Temples of Thebes West, pp. 414-417, il Cairo, American University in Cairo Press, 2001.
- (EN) Norman de Garis Davies, Two Ramesside Tombs at Thebes, pp. 3-30, New York, 1927.
- (EN) Norman de Garis Davies, The Tomb of Nakht at Thebes, New York, Metropolitan Museum of Art, 1917.
- (EN) Jiro Kondo, The Re-use of the Private Tombs on the Western Bank of Thebes and Its Chronological Problem: The Cases of the Tomb of Hnsw (no. 31) and the Tomb of Wsr-h3t (no. 51), in Orient n.ro 32, pp. 50-68, 1927.
- (EN) Kent R. Weeks, The Treasures of Luxor and the Valley of the Kings, pp. 478-483, il Cairo, American University in Cairo Press, 2005.
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Disegni dai lavori di Norman e Nina de Garis Davies: tracings from Theban Tomb 296.
- Elenco delle tombe dei nobili visitabili:, su egittopercaso.net. URL consultato il 20.12.2017.