Ultimi quartetti per archi: differenze tra le versioni
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Versione delle 11:17, 20 gen 2012
Le seguenti composizioni sono generalmente conosciute come gli Ultimi quartetti per archi di Ludwig van Beethoven, con inclusa la Grande fuga op. 133 (di cui esiste anche una trascrizione per pianoforte a quattro mani op. 134):
- Op. 127: Quartetto n. 12 in Mi bemolle maggiore (1825)
- Op. 130: Quartetto n. 13 in Si bemolle maggiore (1825)
- Op. 131: Quartetto n. 14 in Do diesis minore (1826)
- Op. 132: Quartetto n. 15 in La minore (1825)
- Op. 133: Grande fuga in Si bemolle maggiore per quartetto d'archi (1824 e 1825)
- Op. 135: Quartetto n. 16 in Fa maggiore (1826)
Analisi
Beethoven compose questi quartetti nella sequenza 12, 15, 13, 14, 16; i quartetti 15 e 13 furono scritti nello stesso periodo di tempo, quasi contemporaneamente[senza fonte]. I primi tre quartetti (12, 13 e 15) furono commissionati dal nobile russo, amante della musica e mecenate Nikolai Galitzin, che in una lettera datata 9 novembre 1822 ne propone la realizzazione a Beethoven: “...uno, due o tre nuovi quartetti, per la qual fatica, – precisava Galitzin – sarei felice di pagarle quanto lei considera giusto”. Beethoven, nella sua risposta, accettò e fissò il costo in 50 ducati per ogni quartetto[1].
Valutazione
I sei quartetti (contando la Grande fuga) costituiscono le ultime grandi composizioni di Beethoven, e sono da molti considerate tra le maggiori composizioni musicali di tutti i tempi[2]. Il musicologo Theodor Adorno, manifestò grande considerazione per questi lavori[3], come anche fece Igor Stravinsky, che a riguardo della Grande fuga commentò: «...il più perfetto miracolo di tutta la musica. Senza essere datata, né storicamente connotata entro i confini stilistici dell'epoca in cui fu composta, anche soltanto nel ritmo, è una composizione più sapiente e più raffinata di qualsiasi musica ideata durante il mio secolo.(...) Musica contemporanea che rimarrà contemporanea per sempre.»[4]
Note
- ^ 'Life of Beethoven' di Alexander Thayer, Pagina 447
- ^ Morris, Edmund. Beethoven: The Universal Composer. New York: Atlas Books / HarperCollins, 2005. ISBN 0-06-075974-7
- ^ Beethoven: The Philosophy of Music di Theodor W. Adorno, pp. 123-162
- ^ [1] – Forum della facoltà lettere e filosofia dell'università di Catania: "Raccontare la musica. Il Romanticismo di Ludwig van Beethoven"