Boleite
Boleite | |
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Classificazione Strunz | 3.DB.15 |
Formula chimica | KPb26Ag9Cu24Cl62(OH)48 |
Proprietà cristallografiche | |
Sistema cristallino | tetragonale[1], con netta simmetria pseudocubica[1][2], isometrico[2][3] |
Classe di simmetria | esottaedrico[2] |
Gruppo puntuale | 4/m 3 2/m[2][3] |
Gruppo spaziale | P m3m[2], P m3m[3] |
Proprietà fisiche | |
Densità | 4,8-5,1[2], 5,05[1], 5,054[3] g/cm³ |
Durezza (Mohs) | 3-3,5[1][2][3] |
Sfaldatura | perfetta[1][3][2] secondo {001}[2][3], buono secondo {101}[2][3], povera secondo {100}[3] |
Frattura | concoide; irregolare[2] |
Colore | blu intenso[1], indaco[2], azzurro[2], dal blu di prussia scuro all'indaco[3], verde bluastro con luce trasmessa[3] |
Lucentezza | vitrea[2][3], perlacea[2][3] |
Opacità | da trasparente a subtranslucida[2], translucida[3] |
Striscio | verde chiaro[2], blu con sfumature verdastre[3] |
Diffusione | molto raro[1] |
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale |
La boleite è un complesso minerale alogeno con formula KPb26Ag9Cu24Cl62(OH)48. Fu descritto per la prima volta nel 1891 come un minerale d'ossicloruro. Cristallizza in modo isometrico, creando cubi di colore blu scuro. Sono numerosi i minerali correlati alla boleite, come la pseudoboleite, la cumengite e la diaboleite; tutti possiedono la stessa struttura cristallina complessa. Tutti danno origine a cristalli blu di forma cubica e si formano nelle zone di alterazione superficiale (cappellacci) di depositi di minerali cupriferi e piombiferi originati dalla reazione di soluzioni di cloruri e minerali sulfurei primari.
Il minerale prende il nome dalla miniera di Boleo nella Bassa California del Sud, nel Messico[2][3].
Proprietà fisiche
[modifica | modifica wikitesto]Le proprietà macroscopiche dei cristalli di boleite sono indicative della sua struttura cristallina cubica, esso è infatti classificato all'interno del sistema cubico. La bollente presenta sfaldatura perfetta, secondo l'asse {001}. Si presenta si un brillante colore blu scuro, con leggere striature blu-verdastre. I geminati in questo cristallo si mostrano come tacche lungo gli angoli compenetranti, che danno luogo ad un abito cristallino di geminati compenetranti pseudocubici lungo i tre assi perpendicolari. La boleite forma cubi che misurano più di 1,5 cm per lato, che consistono in strutture di piramidali tetragonali pseudo-octaedriche.
- Il minerale è solubile in acido nitrico con separazione di cloruro d'argento[1]
- Peso molecolare: 10936,64 gm
- Isotropia: n = 2,05[2][3]
- Indice di fermioni: 0,01[2]
- Indice di bosoni: 0,09[2]
- Fotoelettricità: 900,94 barn/elettrone[2]
- Radioattività[2]: GRapi = 4,47 (Gamma Ray American Petroleum Institute Units)
- Concentrazione di unità GRapi nella Boleite = 22,36 (%)
- Radioattività stimata per la boleite = appena misurabile.
Origine e giacitura
[modifica | modifica wikitesto]La boleite fu inizialmente classificata come uno dei minerali minori di argento, rame e piombo a Boleo, in Messico. La boleite fu così chiamata dal nome del sito in cui fu scoperta, la miniera di El Boleo, nella Baja Peninsula, vicino a Santa Rosalia, Messico.
Il minerale si trova al cappello di alcuni miniere di rame[1]. Nella zona ossidata dei depositi di piombo e rame; in scorie di fonderia immerse e lisciviate dall'acqua di mare[3].
I minerali associati alla boleite includono la pseudoboleite, la cumengite, l'atacamite, l'anglesite, la cerussite, la fosgenite, e il gesso, nella località tipo di El Boleo, in Messico. Nella miniera di Mammoth-St. Anthony, in Arizona, i minerali associati includono pseudoboleite, anglesite, atacamite, paratacamite, leidhillite, paralaurionite, caledonite, fosfogenite, matlockite e bideauxite.
Oltre che alle su citate località di El Boleo e nell'Arizona, il minerale è stato trovato nel Montana (Philipsburg) in cristalli cubici celesti, in Australia (Broken Hill) e nel Cile (Huantajaya e Tarapacà)[1].
Forma in cui si presenta in natura
[modifica | modifica wikitesto]In cristalli generalmente cubici[1].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j k Carlo Maria Gramaccioli, III. Alogenuri, in Come collezionare i minerali dalla A alla Z, vol. 1, Milano, Alberto Peruzzo editore, 1988, pp. 213-214.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w (EN) Boleite mineral data, su webmineral.com. URL consultato il 26/04/2021.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r (EN) Boleite mineral information, su mindat.org. URL consultato il 26/04/2021.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Boleite
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Webmineral.com.