Vai al contenuto

Vicario generale per la diocesi di Roma

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Cardinale vicario)

Il vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma, chiamato anche cardinale vicario per la consuetudine che sia anche elevato alla porpora cardinalizia, è il vescovo a cui, a nome e per mandato del papa, è delegato il governo pastorale della porzione della diocesi di Roma che si trova in territorio italiano.

Dal 6 ottobre 2024 l'incarico è ricoperto dall'arcivescovo Baldassare Reina.

Annibale Ilari[1] scrive che «il Sommo Pontefice, Vescovo di Roma, ha avuto da tempo remoto dei Vicarii in Spiritualibus per la diocesi romana, generalmente insigniti del carattere episcopale. La memoria più antica si ha in una lettera di Innocenzo III, del giugno-ottobre 1198, indirizzata Octaviano Hostiensi episcopo, Vicario Nostro».

Il 28 novembre 1558 Paolo IV stabilì con decreto concistoriale che la carica spettasse a un cardinale.[2] Qualora il prescelto non fosse un cardinale, pur ricoprendo la stessa carica ed esercitando le stesse funzioni, il titolo usato era "pro-vicario".[3] Tale prassi è decaduta quando, nel 2017, papa Francesco ha nominato con titolo pieno di vicario l'arcivescovo Angelo De Donatis, pur non essendo questi cardinale.

Precedentemente, il titolo era "vicario generale di Sua Santità per la città di Roma e distretto", dove per distretto (districtus) si intendeva l'ambito di giurisdizione territoriale del Praefectus Urbis della Roma Imperiale, istituto giuridico fatto proprio - come anche altri - dal romano pontefice per il governo della Chiesa di Roma. Esso comprendeva il territorio infra centum milia ab Urbe lapide, il cui conteggio iniziava dal Foro Romano.

Poiché la diocesi di Roma si estende anche sullo Stato della Città del Vaticano, dal 1929 esiste anche un vicario generale per la Città del Vaticano, che si occupa della cura spirituale dei fedeli residenti nel territorio delle due parrocchie vaticane, San Pietro in Vaticano e Sant'Anna dei Palafrenieri, le quali quindi non ricadono nella giurisdizione del vicario per la diocesi di Roma.

Per consuetudine il vicario generale per la diocesi di Roma è contestualmente anche arciprete della papale arcibasilica di San Giovanni in Laterano, amministratore apostolico della sede suburbicaria di Ostia e gran cancelliere della Pontificia Università Lateranense. È anche presidente dell'Opera romana pellegrinaggi[4].

Le funzioni e le competenze del vicario generale sono esplicitate dalla costituzione apostolica In ecclesiarum communione, promulgata da papa Francesco il 6 gennaio 2023[5], e sono le seguenti:

  • a nome e su mandato del papa, avvalendosi della collaborazione degli altri vescovi ausiliari, esercita il ministero episcopale di magistero, santificazione e governo pastorale per la Diocesi di Roma con potestà ordinaria vicaria nei termini stabiliti (art. 10);
  • è giudice ordinario della Diocesi di Roma (art. 10) e Moderatore dei Tribunali (art. 37);
  • provvede a informare il papa periodicamente e ogniqualvolta lo ritiene necessario circa l’attività pastorale e la vita della diocesi di Roma (art. 11);
  • è il legale rappresentante della Diocesi di Roma e del Vicariato di Roma (art. 12) e non cessa dal suo Ufficio nella vacanza della Sede Apostolica (art. 13);
  • sottopone al papa i candidati per l’eventuale nomina all’ufficio di Parroco, dopo il confronto con il Consiglio Episcopale (art. 19);
  • sottopone al papa i candidati per l’eventuale ammissione agli Ordini sacri, ottenuto il consenso del Consiglio Episcopale (art. 20);
  • presiede il Consiglio Episcopale, in assenza del papa (art. 21);
  • presiede le riunioni del Consiglio Pastorale Diocesano, del Collegio dei Consultori, del Consiglio dei Prefetti e del Consiglio Presbiterale (art. 22);
  • presiede il Consiglio Diocesano per gli Affari economici (art. 23);
  • nomina i Viceparroci (art. 19);
  • nomina i membri del Consiglio Diocesano per gli Affari economici;
  • nomina i Direttori e i Vice Direttori degli Uffici del Vicariato col consenso del Consiglio Episcopale, previa approvazione del papa (art. 27);
  • nomina il Responsabile per la Protezione dei Dati (DPO) della Diocesi di Roma (art. 32).

Vicarii in spiritualibus

[modifica | modifica wikitesto]

Il seguente elenco è riportato da Ambrogio M. Brambilla, Origine ed evoluzione dell'ufficio del cardinale vicario di Roma fino all'anno 1558, pp. 224-226.

Vicari generali per la diocesi di Roma

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ Annibale Ilari, I Cardinali Vicari. Cronologia Biobibliografica, in estratto dalla «Rivista Diocesana di Roma», anno III, n. 4, aprile 1962, p. 273.
  2. ^ A. Brambilla, Origine ed evoluzione..., pp. 335 e seguenti.
  3. ^ Camillo Ruini, che ha ricoperto l'incarico da gennaio 1991 a giugno 2008, ufficialmente è stato "pro-vicario" fino a luglio 1991 e, creato cardinale, "vicario" da luglio 1991 in poi.
  4. ^ Regolamento dell'Opera Romana Pellegrinaggi, su www.vatican.va. URL consultato il 15 gennaio 2024.
  5. ^ Costituzione apostolica In ecclesiarum communione.
  6. ^ a b c Contemporaneamente anche vescovo prima di Jesi e poi di Osimo, è per tre volte documentato come vicarius urbis: nel 1290, nel 1295 e nel 1303.
  7. ^ Anche arcivescovo di Oristano, muore nel corso del 1299, prima del 21 novembre.
  8. ^ a b c Anche vescovo di Orvieto.
  9. ^ Anche vescovo di Gubbio, muore nel 1383 o 1384.
  10. ^ Nominato da papa Urbano VI il 17 gennaio, è confermato nell'ufficio di vicarius Urbis da papa Bonifacio IX l'11 novembre 1389. Eubel, Hierarchia catholica, vol. I, p. 242, nota 10 di Gubbio.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Cattolicesimo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di cattolicesimo