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Isola dell'Elefante

Coordinate: 61°15′S 55°10′W
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Isola dell'Elefante
Elephant Island
L'isola dell'Elefante in una fotografia scattata dal NOAA
Geografia fisica
LocalizzazioneOceano antartico
Coordinate61°15′S 55°10′W
Superficie558 km²
Dimensioni47 × 27 km
Sviluppo costiero134 km
Altitudine massimaPardo Ridge 852 m s.l.m.
Geografia politica
SovranitàAntartide (bandiera) Antartide
Amministrazionesecondo il Trattato Antartico
Centro principalePoint Wild (insediamento storico) / Rifugio Emílio Goeldi (installazione estiva)
Demografia
Abitanti6 (nel periodo estivo)
Cartografia
Mappa di localizzazione: Antartide
Isola dell'Elefante
Isola dell'Elefante

http://islands.unep.ch/INY.htm#45

voci di isole antartiche presenti su Wikipedia

L'isola dell'Elefante è una piccola isola montuosa coperta di ghiaccio, situata al largo della costa dell'Antartide (circa 240 km) nelle vicinanze delle isole Shetland Meridionali, nell'Oceano Meridionale. Essa si trova alla latitudine 61°15′S 55°10′W, circa 1.300 chilometri a sud-ovest della Georgia del Sud.

Geografia e storia

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Il nome di isola dell'Elefante può essere spiegato sia in riferimento al suo aspetto di testa di elefante, sia all'avvistamento di elefanti marini compiuto dal capitano George Powell nel 1821, uno dei primi ad aver visto l'isola.

Le dimensioni dell'isola sono approssimativamente 47 chilometri per 27, e la massima altezza sul livello del mare è raggiunta dal Pardo Ridge, di 852 metri. Località dal nome significativo sull'isola sono il Capo Yelcho, all'estremità nord-occidentale, il Capo Valentine, alla punta nord-orientale, il Capo Lookout, all'estremità meridionale, e la Punta Wild, una lingua di terra sulla costa settentrionale.

Avendo un clima polare data la sua vicinanza all'Antartide, l'isola non fornisce il sostentamento a nessun significativo genere di flora o fauna nativa, nonostante vi si possano trovare gruppi migratori di pinguini Papua e foche sulle sue spiagge. All'isola giungono anche i pinguini antartici al momento della riproduzione, e si possono vedere i loro nidi a centinaia sulla costa rocciosa.

La mancanza di un approdo per l'insicurezza e la pericolosità dei fondali e per la forza del vento e delle onde ha impedito lo stanziamento umano permanente, nonostante la posizione dell'isola sia molto favorevole al supporto delle attività di ricerca scientifica, pesca e caccia alla balena. Dal 1985 al 1997 è stata operativa sull'isola un'installazione antartica estiva brasiliana, il Rifugio ingegner Wiltgen, e dall'anno successivo è attiva una nuova installazione estiva brasiliana, il Rifugio Emílio Goeldi.

La spedizione di Shackleton

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Lo stesso argomento in dettaglio: Spedizione Endurance.

L'isola dell'Elefante è assai famosa nella storia delle esplorazioni antartiche, essendo stata nel 1916 il rifugio dell'equipaggio dell'esploratore Ernest Shackleton in conseguenza dell'affondamento tra i ghiacci della loro nave Endurance. Shackleton lasciò sull'isola per più di quattro mesi il suo secondo, Frank Wild, al comando di 21 uomini, mentre il 24 aprile 1916 si dirigeva con altri cinque uomini verso la Georgia del Sud (distante 700 miglia marine, circa 1300 chilometri) attraversando l'Oceano Meridionale e navigando per quindici giorni fino a raggiungerla, nel tentativo di cercare soccorso per i suoi compagni. La lancia James Caird utilizzata per questa impresa (ripercorsa nel 2013 da Tim Jarvis) è visibile presso il Dulwich College di Londra.

Poiché l'isola non aveva alcun genere di rifugio naturale, gli uomini che vi rimasero bloccati costruirono una specie di capanna utilizzando le rimanenti due scialuppe capovolte e alcuni frammenti di vela. Essi composero anche i versi seguenti in segno di gratitudine verso Wild e la sua saggia guida:

(EN)

«My name is Frankie Wild-o.

Me hut's on Elephant Isle.

The wall's without a single brick

and the roof's without a tile.

Nevertheless I must confess,

by many and many a mile,

it's the most palatial dwelling place

you'll find on Elephant Isle.

It's the most palatial dwelling place

You'll find on Elephant Isle.»

(IT)

«Il mio nome è Frankie Wild-o.

La mia capanna è all'isola Elephant.

Il muro non ha neppure un mattone

e il tetto non ha tegole.

Tuttavia devo confessare,

per molte e molte miglia,

essa è la più splendida dimora

che troverai all'isola Elephant.

Essa è la più splendida dimora

che troverai all'isola Elephant.»

Finalmente, dopo tre tentativi andati a vuoto, Shackleton riuscì a tornare all'isola dell'Elefante con la nave Yelcho che proveniva da Punta Arenas, in Cile, comandata da Luis Pardo, e il 30 agosto 1916 portò in salvo l'intero equipaggio senza perdere neppure uno dei suoi uomini.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • (EN) South! La storia della spedizione Endurance scritta da Shackleton (con le foto originali anche dell'isola dell'Elefante)
Controllo di autoritàVIAF (EN315527994 · LCCN (ENsh95007199 · J9U (ENHE987007556474405171