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La Giustizia e la Vendetta divina che perseguitano il Crimine

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La Giustizia e la Vendetta divina che perseguitano il Crimine
AutorePierre-Paul Prud'hon
Data1808
Tecnicaolio su tela
Dimensioni243×292 cm
UbicazioneMuseo del Louvre, Parigi

La Giustizia e la Vendetta divina che perseguitano il Crimine,[1] o La Giustizia e la Vendetta di Dio perseguitano il Delitto[2] (La Justice et la Vengeance divine poursuivant le Crime), è un quadro a olio su tela di Pierre-Paul Prud'hon realizzato tra il 1806 e il 1808.[3]

Questo quadro venne creato su commissione di Nicolas Frochot, prefetto della Senna sotto il primo Impero, che lo destinò a ornare la sala del tribunale penale del palazzo di Giustizia di Parigi. Attualmente il quadro si trova al museo del Louvre a Parigi.[3]

Nel 1804, il prefetto della Senna Nicolas Frochot, nominato da Napoleone Bonaparte, commissionò al pittore Prud'hon una tela destinata a decorare la sala del tribunale penale (l'equivalente dell'odierna corte d'assise) al palazzo di Giustizia di Parigi.[4]

L'artista ideò poi due progetti che mettevano in scena le quattro medesime figure: Temi, la dea della giustizia, Nemesi, la Vendetta divina, il Crimine e una vittima.[5] Fu la seconda proposta, considerata di una rara eloquenza drammatica, ad essere mantenuta.[4]

Il bozzetto del quadro venne realizzato nel 1806 e l'opera completata venne esposta al Salone del 1808.[6] In questa occasione, Napoleone I decorò Pierre-Paul Prud'hon con la Legione d'onore.

Tre dei quattro personaggi del quadro sono in movimento, e il quarto giace inanime per terra. Essi sono illuminati dalla luce della Luna, dando un aspetto abbastanza scuro alla composizione. La Giustizia e la Vendetta divina sono personificate da grandi figure alate che inseguono il Crimine, rappresentato da un uomo a piedi che fugge davanti a loro.

La Giustizia, dall'aspetto sereno, tiene una bilancia, a simboleggiare che il caso è stato giudicato, e brandisce la spada per colpire l'appiedato. Al contrario, i capelli al vento e la bocca della Vendetta divina che si appresta ad afferrare il colpevole (e che impugna una torcia) trasmettono una collera forte.[5] Il Crimine è rappresentato da un uomo maturo che impugna un pugnale e una borsa e che si volta mentre fugge. La vittima è rappresentata da un giovane nudo sdraiato per terra, con le braccia distese che danno un'impressione di fragilità e di innocenza.[5]

Una replica di questo quadro, commissionata al pittore dal ricchissimo ammiratore italiano Gian Battista Sommariva, un grande collezionista della pittura francese, è più leggera al tatto e molto più chiara della versione conservata al museo del Louvre.[7]

Nella cultura di massa

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La scena del film perduto di Méliès che riprendeva l'opera.

La composizione venne ripresa nella scena iniziale del film perduto La Civilisation à travers les âges di Georges Méliès, uscito nel 1908, un secolo dopo la creazione del quadro.[8] In questa scena, attualmente nota soltanto attraverso un'immagine promozionale, la personificazione del crimine è sostituita da Caino, mentre la sua vittima diventa Abele.[8]

  1. ^ Théodore Géricault, Géricault: Roma, Villa Medici, novembre 1979-gennaio 1980, Edizioni dell'Elefante, 1979. URL consultato il 25 settembre 2023.
  2. ^ Prud'hon, Pierre-Paul nell'Enciclopedia Treccani, su www.treccani.it. URL consultato il 25 settembre 2023.
  3. ^ a b (FR) Pierre-Paul Prud'hon e France, La Justice et la Vengeance divine poursuivant le Crime, 1808. URL consultato il 25 settembre 2023.
  4. ^ a b (FR) La Justice et la Vengeance divine poursuivant le Crime, su napoleon.org. URL consultato il 25 settembre 2023.
  5. ^ a b c (FR) Étude du tableau de Pierre-Paul Prud'hon, La Justice et la Vengeance divine poursuivant le Crime, 1808, su archive.wikiwix.com. URL consultato il 25 settembre 2023.
  6. ^ (FR) Base Salons, su salons.musee-orsay.fr. URL consultato il 25 settembre 2023.
  7. ^ (FR) En marge de "Crime et châtiment" au musée d'Orsay : La Justice et la Vengeance divine poursuivant le crime de Prud'hon, su www.actualite-des-arts.com. URL consultato il 25 settembre 2023.
  8. ^ a b (FR) Page 23 - Hervé Dumont - L'antiquité au cinéma, su www.hervedumont.ch. URL consultato il 25 settembre 2023.

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